Giochi AAA e sicurezza: Call of Duty Black Ops 7 e Battlefield 6 richiederanno Secure Boot e TPM 2.0 su PC


Il mondo del gaming competitivo continua ad alzare l’asticella non solo sul fronte grafico e prestazionale, ma anche su quello della sicurezza.

Con l’arrivo imminente di due dei più attesi sparatutto multiplayer online, Call of Duty: Black Ops 7 e Battlefield 6, gli sviluppatori introducono nuove misure anti-cheat e DRM, che si basano su tecnologie hardware come Secure Boot e TPM 2.0.


Sicurezza a livello hardware: non si gioca più solo con mouse e tastiera


Secondo quanto confermato da Activision tramite un post ufficiale sul blog dedicato al sistema Ricochet Anti-Cheat, Call of Duty Black Ops 7 richiederà obbligatoriamente che il sistema operativo sia avviato con Secure Boot attivo. Inoltre, sarà necessario un sistema con TPM 2.0 e supporto alle funzionalità di hardware root of trust, compresi elementi critici come PCRs (Platform Configuration Registers), sealing e binding.

Queste richieste coincidono perfettamente con i requisiti minimi di sicurezza per una nuova installazione di Windows 11 versione 24H2, e segnalano un chiaro intento: limitare al massimo l’uso di cheat e software malevoli, agendo già dal livello più basso del sistema.


Differenze tra i due titoli: VBS sì o no?


Mentre Battlefield 6 sembra voler spingere ulteriormente includendo anche l’obbligo di attivare la Virtualization-based Security (VBS), la nuova iterazione di Call of Duty non imporrà questa specifica funzione, almeno secondo le informazioni attuali. La differenza potrebbe riflettere diverse filosofie d’implementazione o semplicemente scelte legate alla compatibilità e al carico prestazionale.


Non solo il futuro: anche Warzone e Black Ops 6 si aggiornano


Queste nuove policy non riguarderanno solo i titoli futuri: anche gli utenti attuali saranno coinvolti. Con l’arrivo della Stagione 5 di Call of Duty: Black Ops 6, e nei prossimi aggiornamenti di Warzone, Activision aggiornerà il modulo Ricochet Anti-Cheat per enforzare i nuovi requisiti hardware anche sui giochi esistenti. Questo significa che i giocatori dovranno abilitare Secure Boot e TPM 2.0 per continuare a giocare, pena l’impossibilità di accedere al multiplayer.


Gaming e sicurezza: un equilibrio delicato


L’adozione di questi standard di sicurezza, in linea con quanto già richiesto da Microsoft per Windows 11, rappresenta una svolta importante nel mondo del gaming competitivo. Tuttavia, non mancano le polemiche: non tutti i PC da gaming, specie quelli custom più datati, hanno il supporto nativo per TPM 2.0 o Secure Boot. Alcuni utenti lamentano una possibile esclusione forzata o la necessità di modifiche BIOS/UEFI non banali.


Conclusioni


Con l’adozione di Secure Boot, TPM 2.0 e tecnologie di sicurezza avanzata, il gaming multiplayer su PC si avvicina sempre di più ai requisiti delle piattaforme enterprise in termini di sicurezza.

L’obiettivo è chiaro: creare un ambiente competitivo più equo e protetto, riducendo drasticamente le possibilità di cheating. Resta da vedere come la community reagirà a questi cambiamenti e se le prestazioni di gioco ne risentiranno, ma una cosa è certa: la lotta contro i cheat passa sempre più dall’hardware.


Specifiche tecniche richieste per Call of Duty: Black Ops 7


  • Secure Boot attivo;

  • TPM 2.0 (Trusted Platform Module);

  • Hardware root of trust (con supporto PCRs, sealing, binding);

  • VBS (non richiesto per ora);

  • Sistema operativo: Windows 11 24H2 consigliato.


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