AMD, dalla nascita ai Bulldozer di oggi

AMD Athlon XP, la cpu che fece la differenza


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Il processore Athlon K7 rappresentò per AMD una carta vincente. Il processore vantava un nuovo set di istruzioni SSE e fu in grado di raggiungere per prima una frequenza sbalorditiva di ben 1 Ghz.

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AMD grazie al progetto del K7 è stata in grado di migliorare in maniera costante e intelligente la sua architettura, dando il via a quella serie di CPU Athlon XP, che per diverso tempo sono state in grado di dare del filo da torcere ad Intel.

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Il nuovo processore AMD Athlon XP poteva contare sull’utilizzo di RAM PC133, ben due livelli di cache introdotti per la prima volta nel Thunderbird e su una frequenza massima pari a 1733Mhz. Non dimentichiamo il supporto “non compatibilità” con l’architettura a 64bit che venne introdotta per la prima volta con il K6.

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Nella tabella che segue riposrtiamo le diverse versioni dell’Athlon XP commercializzate.

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Il successo dell’Athlon XP fu talmente evidente da essere commercializzato persino in versioni speciali, quali laptop, soluzioni server e una versione particolare con un processo di fabbricazione a 90nm conosciuto come Trinidad. La vera novità di questo processore risiede nel fatto che dopo aver decodificato tutte le micro-istruzioni, l’Athlon XP fa uso dell’architettura Alpha 21264 dell’EV6 per raddoppiare la velocità di trasferimento dei dati: questo significa che a 100Mhz il FSB è in grado di trasferire dati a una frequenza di circa 200Mhz, notevole differenza con le CPU Pentium III di casa Intel.

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Per questo motivo è proprio con AMD che nasce la tecnologia DDR “double data rate”. L’Athlon XP vide la sua massima evoluzione nel passaggio da un’architettura x86 a x64.

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