Remnant: From the Ashes, lo shooter in terza persona in stile Dark Souls!


Recensione a cura di Andrea “Riussong” Russo


Oggi parleremo di Remnant: From the Ashes, gioco lanciato da Gunfire Games (gli stessi della serie Darksiders, per intenderci) che punta ad ottenere il titolo di gioco “SoulsLike”: quindi l’obiettivo principale è semplicemente punire il “malcapitato” giocatore. A parte una partenza davvero sottotono, forse dovuta ad una mancanza di pubblicità e di Hype, cercheremo di analizzare pregi e difetti di questo piccolo diamante allo stato grezzo.


COSA CI ASPETTA


La storia si svolge in una terra devastata, post apocalittica, dai gradevolissimi, anche se alle volte superficiali toni Lovecraftiani. L’impostazione è abbastanza semplice: tu sei l’eroe e sei l’unico a poter salvare il mondo dai Root, le radici del male. Si tratta principalmente di demoni, mostri giganti e creature infernali sempre più infuriate.

In questo gioco andare in profondità è escluso considerando quanto sia restio a dare dettagli succosi durante la progressione. Questo cosa denota? Denota una voluta aura di mistero per invogliare il giocatore a spulciare il titolo o una mancanza di profondità della trama alla base? Secondo me più la seconda.

La maggior parte dei giocatori lo ha definito “il DarkSouls con le armi da fuoco” con un certo grado di ragione, anche se analizzando in profondità il titolo, possiamo notare alcune differenze con i titoli FromSoftware. La principale differenza è la difficoltà: anche se si può comprendere che in questo specifico discorso ci sono molte variabili (prima tra tutte la skill specifica del giocatore), c’è da dire che questo titolo risulta forse un po’ troppo facile rispetto ad altri titoli SoulsLike.

Difatti non mancheranno situazioni in cui si avanzerà in diverse aree arrivando ai checkpoint fin troppo facilmente, senza mai morire. Se dovessi prendere per un confronto “Sekiro: Shadows Die Twice”, considerato da alcuni il titolo FromSoftware più facile (assolutamente non d’accordo), direi che siamo su due piani totalmente differenti. In Sekiro OGNI area è difficile da attraversare senza perdere la vita. È come se Remnant dicesse al giocatore:

“Vorrei punirti, ma mi fai troppa tenerezza”. Un altro aspetto critico da analizzare riguarda il Level Design che risulta poco variegato e che lascia trasparire una certa trascuratezza nei dettagli. Capiteranno infatti situazioni, soprattutto in alcuni “Dungeon”, dove le texture e il percorso sono ESATTAMENTE identiche ad altri dungeon.

Prendendo sempre Sekiro come riferimento si può notare una differenza abissale: difatti in Sekiro ogni ambiente era una bellezza per la vista, sempre diverso e anche molto dinamico. In Remnant tutto questo non esiste. Sembra abbiano voluto fare un riciclo estremo degli ambienti di gioco, e sicuramente ciò farà storcere il naso ai giocatori più raffinati.

Per il resto è un buon gioco; Il sistema a 3 classi permette al giocatore di scegliere lo stile che più si adatta al proprio modo di giocare. Le classi sono appunto: il Cacciatore, specializzato nel combattimento a lungo raggio, con fucile da caccia, pistola a ripetizione e spada (scelto dal sottoscritto, amante degli scout).

L’Ex Accolito, specializzato nel combattimento a media distanza con doppietta e pistola a ripetizione. E infine l’Attaccabrighe, chiaramente pensato per il combattimento ravvicinato. Qualsiasi sia la scelta si avranno a disposizione sempre un’arma principale, una secondaria e un’arma bianca (spada o ascia) che risulta pressoché inutile.

Qualsiasi elemento di gioco risulta potenziabile, che sia un pezzo dell’armatura o di un’arma. Infine ci sono le Mod, bonus da attivare una volta che l’arma che trasporta la specifica mod è pronta. Si caricano con l’utilizzo dell’arma e possono avere effetti passivi o attivabili per un determinato lasso di tempo.

A livello prestazionale il titolo non se la cava affatto male mantenendo il più delle volte un framerate piuttosto alto e stabile con pc di media-alta fascia. Gli unici momenti di calo sono le fasi più concitate con numerosi nemici in movimento, cosa abbastanza comune in questo tipo di giochi. Gli effetti grafici sono notevoli, anche se a volte risulta tutto troppo “pastoso” e troppo “lucido”. Per il resto non c’è niente degno di nota.


IN CONCLUSIONE


Possiamo concludere che Remnant è un buon shooter con tratti RPG e Horror Survivor che incorpora in sé dei tratti Action. Tattico e frenetico al punto giusto, ha enormi potenzialità che potrebbero sbocciare con eventi stagionali da affrontare con gli amici. Personalmente l’ho trovato piacevole, anche se a tratti troppo facile e monotono. Speriamo non faccia la fine di Anthem, insomma.

VOTO: 7.5/10


REQUISITI DI SISTEMA


Minimi:
Sistema operativo: Windows 7 / 8 / 10 64 bit
Processore: Intel Core i3-7350K (4.20 GHz) or better
Memoria: 8 GB di RAM
Scheda video: AMD Radeon RX 470
DirectX: Versione 11

Consigliati:
Sistema operativo: Windows 7 / 8 / 10 64 bit
Processore: Intel Core i5-4590 (3.70 GHz) or better
Memoria: 8 GB di RAM
Scheda video: Nvidia GeForce GTX 970
DirectX: Versione 11



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