Uno sguardo all’esterno (modello DRACO1) - Parte Seconda
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Analizzando le paratie laterali, possiamo notare che risultano sensibilmente diverse tra loro, nonostante siano entrambe realizzate in robusto vetro temperato (da 5 millimetri di spessore). Nello specifico a variare è la colorazione del pannello; il lato sinistro prevede un vetro completamente trasparente al fine di consentire la visione dell’interno dello chassis e, più nello specifico, della componentistica hardware presente.
Per il lato destro, al contrario, è stato scelto un pannello in vetro oscurato così da assicurare un aspetto elegante ed unico nel suo genere ed al tempo stesso evitare di rendere troppo visibile la zona del cabinet dedicata al management dei vari cavi di collegamento, zona il più delle volte non molto ordinata e quindi poco gradevole alla vista.
Indubbiamente un accorgimento degno di nota da parte del produttore italiano che non fa che dare un ulteriore tocco di classe al già ricercato look estetico di questo cabinet.
Per quanto riguarda, invece, il fissaggio al telaio viene sfruttata una serie di particolari viti di fissaggio tool-less, provviste di gommatura al fine di evitare il rischio di scheggiare i pannelli in vetro e rendere al tempo stesso le operazioni di apertura e chiusura estremamente rapide anche senza l’ausilio di attrezzi specifici.
Il pannello frontale dello chassis, realizzato in robusta plexiglass oscurato dallo spessore generoso e contraddistinto da un’accattivante design a “scudo”, risulta facilmente rimuovibile esercitando una leggera pressione verso l’esterno.
Una volta rimosso è possibile notare la predisposizione per l’installazione di ben tre ventole da 120 millimetri di diametro, purtroppo prive di appositi filtri anti-polvere. Per il pannello superiore, come anticipato, è stata prevista una serie di alette in plexiglass, opportunamente sagomate al fine di ricreare una sorta di spina dorsale di un grosso dragone.
Questa conformazione, oltre che per fini prettamente estetici, risulta ottimale anche per garantire un buon ricircolo d’aria, nello specifico a favorire la fuoriuscita dell’aria calda dall’interno verso l’esterno dello chassis, evitando così il surriscaldamento anomalo delle componenti hardware.
Il cabinet viene mantenuto sollevato dal piano di appoggio per mezzo di una coppia di generosi supporti in plastica, provvisti di strisce gommate, e fissati al telaio tramite l’utilizzo di viti. L’aver previsto un rialzo del genere rispetto al piano di appoggio assicura che anche l’alimentatore riesca a pescare sufficiente aria dall’esterno, evitandone così il surriscaldamento.
Non manca, come abbiamo già avuto modo di osservare in precedenza, un pratico filtro magnetico per evitare l’accumulo di polvere (in questo caso all’interno proprio della PSU), facilmente rimuovibile durante le operazioni di manutenzione.
Dopo questa prima analisi della parte esterna del nuovo CTesports Draco appare evidente come il produttore italiano, in fase di progettazione, abbia curato molto attentamente ogni particolare, raggiungendo una qualità costruttiva certamente più che buona. Siamo rimasti colpiti dalla cura di ogni componente. Ora siamo pronti per andare ad esaminare la parte interna.