Rockstar Games licenzia decine di dipendenti tra Canada e Regno Unito: accuse di “union busting” e tensioni interne prima del lancio di GTA VI


A pochi mesi dall’atteso lancio di Grand Theft Auto VI, previsto per maggio 2026, Rockstar Games si trova al centro di una nuova controversia. Secondo fonti di Bloomberg, lo studio avrebbe licenziato tra i 30 e i 40 dipendenti nelle sedi di Canada e Regno Unito.

L’episodio ha immediatamente innescato la reazione del sindacato britannico IWGB (Independent Workers Union of Great Britain), che ha accusato l’azienda di “una delle più spietate azioni antisindacali nella storia dell’industria videoludica del Regno Unito”.


Il sindacato ha dichiarato su X (ex Twitter):


“Ieri @RockstarGames ha licenziato oltre 30 dipendenti per attività sindacale. Combatteremo per ogni membro affinché venga reintegrato.”


Secondo i report, i lavoratori coinvolti erano già iscritti o stavano per unirsi al sindacato. Dal canto suo, la casa madre Take-Two Interactive ha difeso la decisione, parlando di “grave cattiva condotta” da parte dei dipendenti. Un portavoce ha affermato:


“Sosteniamo pienamente le ambizioni e l’approccio di Rockstar.”


Alcune fonti interne ipotizzano che i licenziamenti siano legati a un giro di vite contro i leak e le fughe di informazioni, motivo per cui l’azienda aveva già imposto un ritorno in ufficio per gran parte del personale. Rockstar, in passato, aveva perseguito legalmente l’hacker responsabile della fuga di contenuti di GTA VI, condannato poi a un internamento a vita in ospedale.

Resta da chiarire quanti dei licenziati provengano effettivamente dalla sede canadese, dove il sindacato britannico non ha giurisdizione diretta. Tuttavia, la vicenda rischia di compromettere l’immagine dello studio proprio nella fase più cruciale dello sviluppo del titolo più atteso degli ultimi anni.


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