The Blair Witch: la Nostra Recensione!


Recensione a cura di Luca “Hellmader” Colombo


The Blair Witch è un videogioco horror in prima persona basato sull’omonimo titolo cinematografico. In questo caso è difficile definire davvero il genere videoludico in questione: parliamo certamente di un videogioco che basa gran parte delle proprie risorse sull’esplorazione (resa fondamentale attraverso alcuni espedienti che vedremo più avanti), però sarebbe improprio definire il gioco come meramente esplorativo.

Altra questione è quella relativa all’open world. La maggior parte del videogioco, cut scenes a parte, si svolgerà all’interno di un bosco (si fa riferimento in realtà ad una foresta, però pare davvero esagerata come nomea) veramente sterminato, tuttavia sembra che “manchi qualcosa”.

L’esplorazione non consente di visitare tutta la foresta e, inoltre, si ha spesso la sensazione che il percorso sia prestabilito, togliendo così moltissima giocabilità al titolo e rendendolo a tratti monotono. In ultimo, per quanto il pattern della storia sia abbastanza completo, durante il corso del gioco capiterà, apparentemente troppo spesso, di perdere di vista il filone centrale della storia (e quindi anche i nostri obiettivi primari), con il risultato piacevole di immergerci meglio nell’ambiente, ma, di contro, con quello spiacevole di perdere il senso reale degli eventi.


Facciamo un po’ di chiarezza su questo titolo!


Ispirato agli eventi accaduti nei film recanti questa etichetta, in questo videogioco ci troveremo ad impersonare Ellis, un ufficiale di polizia veterano che, due anni dopo gli eventi del primo film (cioè due anni dopo il 1994), decide di unirsi ad una spedizione di ricerca presso la foresta di “Black Hill”.

L’obiettivo di questa spedizione è quello di ritrovare tale Peter Shannon, un ragazzino di 9 smarritosi qualche ora prima e che stava ora venendo disperatamente cercato praticamente ovunque. Spesso, come se non bastasse, alcuni prepotenti flashbacks ci complicheranno la vita, facendoci svenire e rivelandoci il passato oscuro e pieno di misteri di Ellis stesso.Il nostro protagonista però non sarà solo: al suo fianco ci sarà l’inseparabile Bullet.

Bullet, un cane poliziotto addestrato, ci terrà compagnia durante il corso degli eventi e, come vedremo a breve, svolgerà un ruolo chiave nel videogioco. Con noi avremo diversi oggetti (ma nessuna arma, notare bene):


  • Una torcia (dalle batterie infinite… la voglio anche io!) con la quale fare luce durante le fasi di esplorazione di ambienti cupi e bui;
  • Un walkie-talkie, con il quale poter comunicare principalmente con Lanning, lo sceriffo a capo delle operazioni di ricerca (notare che le conversazioni saranno per l’80% del tempo inutili, ci daranno informazioni utili alla trama o alla prosecuzione del gioco solo in rari casi);
  • Il classico zaino da esploratore (molto in stile “Tomb Raider”, avremo diversi oggetti al suo interno quali tracce ritrovate, oggetti rinvenuti e biscotti per cani);
  • Dulcis in fundo, il mitico Nokia 3310, l’oggetto più interessante perché ci consentirà di parlare con la nostra ex-moglie Jess (principalmente, inutile o quasi) e, soprattutto, ricevere curiosi e strani messaggi in zone nelle quali non abbiamo campo (molto creepy!) da numeri a noi sconosciuti e recanti messaggi criptici.

Ben presto il nostro protagonista si troverà a fare i conti ben più che con un semplice caso di sparizione… Riusciremo a ritrovare quindi il bambino disperso e far luce sui misteri celati dalla foresta (magari restando anche in vita)?


Pro…


Come sempre questa analisi è estremamente personale e non rispecchia, necessariamente, la visione del gioco di tutti gli utenti.

Pro: Easter eggs! – Ho A D O R A T O la presenza di diversi easter eggs in questo titolo. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, gli easter eggs sono degli elementi che vengono messi, quasi sempre intenzionalmente, all’interno di un videogioco e poi più o meno nascosti a seconda delle situazioni.

Ne citiamo due: i rimandi, continui ma non sempre lampanti, agli eventi del film ambientato nel 1994 (ad esempio il ritrovamento nel videogioco delle diapositive -tipiche di quel film- in cui, tra l’altro, si trovano anche i nomi dei protagonisti proprio di quel film) e, in secondo luogo, i giochi del 3310. Eh sì, potremo giocare a snake e space impact come se fossimo veramente in possesso di quel vecchio cellulare. Lavorone!

Pro: Se ti piacciono gli horror, gioisci. – Non c’è molto da dire su questo punto in realtà. È un horror e come tale deve avere dei jump scares. Molti jump scares. Forse… troppi jump scares. Ce ne sono davvero tanti e, in più, l’atmosfera generale di angoscia e tensione c’è e si fa sentire. Consigliato se volete perdere il sonno!

Pro: Manipolare la realtà?! – Il gioco introduce una meccanica interessante: quella delle cassette rosse. Con le vecchie cassette, come i giocatori non più giovanissimi sapranno, non si poteva tornare indietro nella visione se non riavvolgendo il nastro. Attraverso il ritrovamento, durante le prime fasi di gioco, di una vecchia videocamera, potremo inserire e guardare -anche riavvolgendo- le videocassette che troveremo sparse qua e là (questa meccanica di ritrovamento non è stata molto studiata, bisogna dirlo) nella foresta.

Fermandole ad alcuni specifici momenti (non preoccupatevi, non si tratta di frame specifici, il lasso di tempo “buono” per ottenere risultati è veramente molto ampio) potremo ottenere dei cambiamenti della realtà, come per esempio il ritorno al momento PRIMA che un albero cadesse -lasciandoci quindi passare- o l’attivazione di alcuni giochi-traccia. Interessante!


…e Contro


Contro: Alla faccia dell’open world. Sebbene ci si trovi in una foresta pressochè sterminata, in questo videogioco ci troveremo COSTANTEMENTE a fare a pugni con i muri invisibili. Basterebbe spostare qualche ramo del peso di massimo 30 grammi per passare e invece no. BAM. Muro invisibile. Sembra quasi che la foresta non abbia confini laterali. Che tristezza…

Contro: La meccanica di ricerca e quella del cane. ODIO. – Penso sia doveroso mettere assieme questi due contro in un unico grande esempio di come NON sfruttare una meccanica. Il cane, Bullet, potrà svolgere diverse funzioni chiave, come dicevamo. Possiamo interagire con lui richiamandolo (perché spesso si allontanerà), coccolandolo, sgridandolo, chiedendogli di restarci vicino, di non muoversi o di condurre una ricerca.

Bello? Sì, assolutamente… ma solo se NON devi usare i comandi. Eccetto che per il richiamo, associato ad un solo tasto, avremo una ruota dei comandi fatta veramente male che ci renderà difficile anche solo chiedere di svolgere una singola ricerca. Spesso sgrideremo anziché coccolare il cane e, sorpresa, l’azione NON si può cancellare. Che dire poi della ricerca. Dovremo chiedere al cane di cercare tracce ogni tipo 30s del gioco, perché “non si può mai sapere”.

Sarebbe stato interessante chiederglielo ogni tanto ma, se vogliamo andare avanti, DOBBIAMO farlo ogni 30 secondi e correre a destra e a manca per inseguirlo. Aggiungiamo che la “IA” -intelligenza artificiale- del cane ha qualche problema (spesso, per citare un caso, gli farà fare diverse volte avanti e indietro perché perderà il “pathing” originale) e beh… la frittata è fatta. Svilupperete odio per i cani (per fortuna non nella vita reale).

Contro: gioco per ricconi. – No. Non è un gioco con microtransazioni o “pay 2 win”. Vi serve direttamente un computer della NASA per giocarci. Su un pc che ha retto tranquillamente giochi come “Rise of The Tomb Raider” e “The Sinking City” con quasi tutto al massimo, questo videogioco “gira” al massimo a qualità bassa: se la si prova ad alzare si ottengono crolli di fps e scatti improvvisi. E fidatevi: non è giocabile a qualità bassa…

La ricerca diventa frustrante, i “combattimenti” diventano impossibili (senza dare troppi spoiler: non possiamo vedere i “nemici” -difficilmente visibili anche con tutti i settaggi al massimo- e quindi è impossibile sopravvivere anche solo al primo incontro con essi) e, soprattutto, non ci si gode il titolo. Da giocare solo se avete centoquindicimila euro da parte (o poco meno).


Le mie impressioni


Onestamente non ho apprezzato al massimo questo videogioco. Non so cosa sia mancato, non se sia mancato da parte mia o da quella del titolo, però qualcosa è mancato. Ho trovato veramente tante meccaniche potenzialmente interessanti che sono state gestite male o adattate male alla vicenda. Comandi imprecisi e snervanti, grafica bella e curata ma non curatissima, sonoro che è azzeccato ma, purtroppo, sembra che ci sia qualcosa di sbagliato nella direzione di provenienza.

Ci sono diversi punti di forza ma anche diversi punti che non mi hanno convinto. Tuttavia, questo è il punto fondamentale, si tratta di pareri meramente personali (e i miei gusti temo siano MOOOOOOLTO difficili), quindi non abbiate timore di cimentarvi con questo videogioco e vedere che cosa riuscite a tirarne fuori. È un titolo godibile, se non ci si aspetta qualcosa di eccessivo, quindi vale davvero la pena provarlo.



 

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