LEGACY OF KAIN: SOUL REAVER, il sequel che batte il suo predecessore ed entra nella storia!

Si fatica a capire da dove esattamente iniziare, perché questo gioco è pazzesco sia a livello di gameplay, che dal punto di vista narrativo! Diciamo, innanzitutto, che è il secondo capitolo di una saga composta da 5 parti – quella che ruota attorno al temibile vampiro assetato di sangue KAIN – ed è decisamente la punta di diamante dell’intero “creato!”



Prima di addentrarci nella faccenda è doverosa una brevissima introduzione al primo capitolo – “BLOOD OMEN: LEGACY OF KAIN”, che venne prodotto dalla Eidos Interactive nel 1997.

Nel gioco ci troviamo a Nosgoth, terra abitata da due razze in costante lotta tra loro: vampiri e monaci guerrieri detti Sarafan. Nosgoth è circondata da un potente incantesimo sorretto da 9 pilastri protetti da 9 guardiani, ognuno dei quali corrisponde ad un elemento. Tutto inizia quando un potente vampiro viene brutalmente ucciso innescando una serie di vendette che mandano a monte l’equilibrio del mondo e lo fanno cadere a pezzi. E a quanto pare solo Kain, un semplice umano, sarebbe in grado di sistemare questa tragica situazione. Purtroppo gli accadono una serie di eventi tra cui:


  • Essere ucciso e trasformato inconsapevolmente in vampiro;
  • Ritrovarsi a dare retta a fantasmi e guardiani dei pilastri che gli dicono sempre che cosa fare;
  • Scoprire di essere stato manipolato.

E come se non bastasse alla fine il nostro “eroe” si ritrova faccia a faccia con la scelta di dover sacrificare sé stesso per salvare il mondo o diventare il re di queste lande decadute… ed infelicemente opta per la seconda!

Questo apre le porte a “LEGACY OF KAIN: SOUL REAVER” – sequel ispirato al poema “Paradiso Perduto” di John Milton adattato al progetto di Legacy Of Kain dal team di Amy Henning, che esce nel 1999 per Microsoft Windows, poi per Dreamcast e Playstation (che ne migliorano l’aspetto tecnico) e che narra le vicissitudini di Raziel, il luogotenente di Kain.


LA TRAMA


La trama (e il trauma!) di Soul Reaver si svolge sempre a Nosgoth, terra ormai martoriata dal depravato Kain. I vampiri comandano, gli umani sono in via d’estinzione, e l’ambiente non è uno dei più accoglienti per una valutazione su TripAdvisor. Una delle regole più ferree stabilite da Kain è restare il boss più evoluto e potente in circolazione, e quando a Raziel spuntano un paio di imponenti ali da pippistrello, la cosa non viene accolta positivamente. Così Kain in preda a deliri di onnipotenza decide di punire il povero luogotenente scagliandolo nell’abisso delle anime corrotte – tale Lago dei Morti, privandolo delle ali e rinchiudendolo in un tormento eterno.

Trascorso del tempo indefinito Raziel si risveglia e si ritrova a comunicare con questa entità chiamata il Dio Anziano, che non solo lo convince ad eliminare il crudele tiranno, ma gli spiega come funzionerà la sua esistenza d’ora in poi. Ad esempio che trovandosi nella dimensione del Regno Spettrale non si nutrirà più di sangue, ma di anime dei suoi nemici, scelta molto commovente visto che Raziel perde la mandibola inferiore in seguito alle torture subìte, coprendola con uno sciarpone a dir poco trash, ma che ci risparmia dettagli raccapriccianti donandogli anche un certo fascino. Oppure che ad esempio potrà spostarsi nel Regno Materiale solo per breve periodo e attraverso l’utilizzo di certi portali. Quindi dopo un bel briefing e una bella presa di coscienza, inizia l’avventura alla ricerca della vendetta di Raziel.


IL GAMEPLAY


Persa la sua natura di vampiro Raziel è costretto a nutrirsi delle anime dei nemici fluttuanti nel mondo spettrale, cosa che gli permette di poter riacquistare energie necessarie per tornare a combattere nel mondo materiale. Una volta varcato quel confine si ritrova avversari che può sconfiggere utilizzando oggetti scenici o afferrabili presenti nel gioco, ed altri, in quanto vampiri, possono essere eliminati attraverso il fuoco, la luce solare oppure l’impalamento. Una volta divorata l’anima dei boss acquista un potere nuovo ampliando le sue possibilità di esplorazione e l’efficienza in combattimento.

Questo switch tra i due mondi crea un’interessantissima meccanica di enigmi da risolvere. Il cambiamento architettonico, varietà di nemici ed elementi e il passaggio da una palette cromatica all’altra, definisce un netto distacco di atmosfera e rende tutto molto misterioso ed avvincente. Per creare tutto questo gli sviluppatori costruirono da zero un motore di gioco basato sullo scheletro di altri progetti creati precedentemente.

Gioco consigliassimo ed avventuroso! Ed è solo il secondo capitolo di una serie di avventure di Raziel, che vedranno il loro proseguo con l’arrivo della Playstation2.


VOTO FINALE: 8.5/10


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