AMD FX-8150 Bulldozer

ImmagineokDopo una lunga e oseremo dire quasi interminabile attesa ecco che vede la luce l’innovativa e nuova architettura per microprocessori ad elevate prestazioni del colosso di Sunnyvale, maggiormente nota al pubblico con il nome in codice Bulldozer. Per la prima volta in ambito desktop viene proposto un processore dotato di ben 8 core integrati, con caratteristiche tecniche di prim’ordine e una spiccata predisposizione all’overclocking. Nel corso della nostra recensione andremo ad analizzare in maniera approfondita le caratteristiche tecniche e prestazionali del nuovo microprocessore AMD, attuale modello top di gamma tra le soluzioni basate su architettura Bulldozer, anche utilizzando il  sistema operativo Windows 8 Consumer Preview. Non ci resta che augurarvi una piacevole lettura del nostro articolo.


Introduzione:


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Advanced Micro Devices o AMD, è una multinazionale americana ormai più che consolidata. La sede principale dell’azienda si trova a Sunnyvale, in California. A oggi è uno dei leader mondiali nella produzione di microprocessori e chipset per il settore consumer, server e workstation. A seguito della fusione con ATI, avvenuta nel 2006, il listino del colosso americano si è arricchito con chip grafici integrati e discreti.

La compagnia possiede anche il 21% di Spansion, un fornitore di chip di memoria flash e il 34% di The Foundry Company (TFC). Nel 2007, AMD si è classificata come undicesima produttrice mondiale di semiconduttori. Attualmente la produzione di chipset e chip grafici AMD è affidata a TSMC, la più importante fonderia taiwanese, mentre la produzione di CPU è in buona parte affidata a GlobalFoundries.                                            

Ulteriori informazioni sono disponibili a questo indirizzo.

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AMD FX: Principali caratteristiche dei modelli presentati


Con l’introduzione della nuova famiglia di microprocessori FX, l’azienda americana si è trovata senza ombra di dubbio dinanzi ad un percorso assai arduo e insidioso da fronteggiare. L’architettura, nota con il nome in codice Bulldozer, completamente nuova e decisamente più complessa rispetto alla precedente, ha obbligato l’azienda a posticiparne più volte il debutto, previsto, almeno inizialmente, nel corso dell’anno 2009, in risposta all’architettura Nehalem della storica rivale di Santa Clara. L’inadeguatezza della tecnologia produttiva di quel periodo è senz’altro tra le principali “indiziate” di un ritardo destinato a durare oltre 2 anni e a concludersi, per la gioia degli appassionati, soltanto nel mese di Ottobre del 2011, con la presentazione ufficiale al pubblico delle prime soluzioni di fascia alta, sviluppate con processo di produzione a 32nm di Global Foundries. Osserviamo ora le principali caratteristiche dei modelli presentati, raggruppati nella seguente tabella:

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Non tutti questi nuovi prodotti sono destinati, però, a prendere posto sullo scaffale sin da subito. Almeno inizialmente, infatti, sono stati resi disponibili soltanto quattro modelli, di cui due dotati di architettura a 8 Core, uno con architettura a 6 Core ed infine un modello con architettura a 4 Core.

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Alla base di tutti questi processori troviamo la medesima architettura e le stesse tecnologie proprietarie. Tutti i modelli sono concepiti per essere impiegati sulle nuove schede madri Socket AM3+, dotate dei nuovi chipset AMD Serie 900, di cui osserveremo i dettagli nel corso della recensione. Altra caratteristica comune è la presenza di un moltiplicatore di frequenza completamente sbloccato a salire, aspetto che semplifica enormemente la pratica dell’overclocking. Il Memory Controller Integrato (IMC) di tipo Dual-Channel, supporta ufficialmente moduli di memoria DDR3 fino a una frequenza massima di ben 1.866MHz.

Le uniche differenze riguardano:

  • Numero di moduli attivi; 
  • Frequenza operativa di base;
  • Frequenza massima con Turbo Core 2.0;
  • TDP massimo (95W o 125W a seconda del modello);
  • Frequenza predefinita del NB (2.0GHz o 2.2GHz a seconda del modello).

Questa nuova famiglia nasce come naturale completamento della line-up di AMD, affiancandosi alle piattaforme presentate negli ultimi mesi, integrando caratteristiche proprie di processori high-end, volutamente estromesse nei modelli precedenti.

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Tra queste, vi è una predisposizione nativa all’overclocking, grazie al moltiplicatore sbloccato su tutti i modelli, facendoci capire come l’azienda punti molto al settore “enthusiast”, che è quello più propenso a spremere con sistemi di raffreddamento non convenzionali i propri componenti. Non è un caso che con questi nuovi processori siano stati “frantumati” tutti i precedenti record mondiali di frequenza massima, fissando un nuovo traguardo alla ragguardevole frequenza di 8.585MHz, da parte del noto overclocker Andre Yang, con un sample selezionato di FX-8150.

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La seconda caratteristica che differenzia i processori FX di nuova generazione rispetto alle serie passate è quello che AMD stessa definisce “Super Resolution”, che altro non è che la capacità di eseguire videogiochi a risoluzioni oltre i normali standard, offrendo un’esperienza decisamente più coinvolgente e a detta sempre dei tecnici di AMD “sensazionale”, riuscendo a sfruttare al 100% un sistema Multi-GPU CrossFireX.

Infine, i processori FX offrono la possibilità di sfruttare appieno la tecnologia proprietaria “AMD Eyefinity”, che come sappiamo consente di usare monitor multipli in maniera totalmente indipendente, offrendo un’esperienza di gioco fuori dal comune per immersione e livello di dettaglio.

{jospagebreak_scroll title= AMD Bulldozer: Uno sguardo alla nuova architettura}


AMD Bulldozer: Uno sguardo alla nuova architettura


Come abbiamo detto in precedenza, la nuova architettura dell’azienda americana, nota con il nome in codice Bulldozer, si presenta davvero molto complessa. In una superficie complessiva del die di circa 315mm2 sono stati integrati quasi 2 Miliardi di Transistor. Tuttavia Bulldozer è stato progettato ponendosi come principale obiettivo quello di ottenere un processore dalle caratteristiche ben bilanciate, sia in termini di prestazioni e sia in termini di costo finale.

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Uno degli aspetti fondamentali che contraddistinguono la nuova architettura è l’introduzione di quello che l’azienda definisce “Modulo”, che altro non è se non la fusione vera e propria tra due singoli core fisici che si trovano a condividere parte delle loro risorse. Ogni singolo modulo, infatti, è in grado di gestire due thread in maniera indipendente, grazie alla presenza di una coppia di unità di elaborazione Integer e una singola unità di elaborazione Floating Point condivisa. Tale approccio è principalmente dettato dal fatto che un tradizionale processore, negli applicativi d’uso comune, si trova a eseguire con più frequenza elaborazioni di tipo Integer. Questo consente a un modulo di Bulldozer di avvicinarsi davvero molto a due core fisici completi, almeno nella maggior parte delle situazioni.

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L’unità Floating Point condivisa è stata completamente ridisegnata per l’occasione, in modo tale da supportare tutte le principali istruzioni ISA fino alle SSE 4.2, le AES, oltre alle nuove istruzioni AVX (Advanced Vector Extension), introdotte anche dalla controparte Intel con l’architettura Sandy Bridge. Grazie a una coppia di blocchi FMAC a 128bit, la nuova FPU è in grado di operare contemporaneamente su due istruzioni a 128 bit per core, oppure, sfruttandoli in parallelo, su una singola istruzione a 256 bit per ogni singolo modulo.

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La potenziata unità di Front-End sfrutta ora un decoder a quattro vie che consente a ogni modulo di Bulldozer di decodificare fino a quattro istruzioni per ogni ciclo di clock, una in più rispetto a quanto era capace la precedente architettura alla base dei Phenom II. Sono presenti, inoltre, tre scheduler indipendenti, dei quali due abbinati alla coppia di unità Integer, e uno abbinato all’unità Floating Point condivisa. La pipeline interna alle unità di Integer è stata allungata rispetto alla precedente architettura, aspetto che se da una parte rende possibile il raggiungimento di frequenze operative molto superiori, dall’altra implica però una forte dipendenza con le unità di branch prediction, che hanno dovuto necessariamente subire un grande lavoro di ottimizzazione da parte degli ingenieri AMD.

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Per quanto concerne la Cache, ogni modulo di Bulldozer prevede un primo livello (Cache L1), di tipo associativo a due vie, ampio 64KBytes, dedicato alle istruzioni, posto a monte dell’unità di fetch. Una seconda porzione di Cache di primo livello, sempre di tipo associativo ma a quattro vie, da 16KBytes, dedicata questa volta ai dati, è affiancata a ogni unità Integer. Troviamo poi un secondo livello (Cache L2) associativo a sedici vie, ampio 2MBytes, condiviso tra i due “pseudo core”. Infine è previsto un terzo livello (Cache L3), di ben 8MBytes, di tipo associativo a sessantaquattro vie, condiviso fra tutti i core che compongono il processore.

Il Memory Controller Integrato (IMC) è sempre di tipo Dual Channel e offre ufficialmente supporto a moduli DDR3 con frequenze di funzionamento fino a ben 1.866MHz. Sempre all’interno del die del processore troviamo ben quattro link Hyper-Transport di tipo 16-bit/16-bit in ricezione e trasmissione.

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Un’altra novità di Bulldozer consiste nell’implementazione di una serie di istruzioni esclusive, denominate XOP ed FMA4 che, nell’eventualità che si utilizzino applicazioni appositamente ottimizzate, consentiranno di ottenere un discreto incremento delle prestazioni complessive. Proprio per saggiare i reali benefici di queste nuove e particolari istruzioni, AMD ci ha fornito una particolare versione del noto software x264 HD Benchmark, appositamente ottimizzata. A seguire vi mostriamo i risultati ottenuti:

{jospagebreak_scroll title= Tecnologia AMD Turbo Core 2.0:}


Tecnologia AMD Turbo Core 2.0:


Anche la tecnologia proprietaria Turbo Core, introdotta per la prima volta da AMD nei processori Phenom II X6, è stata ulteriormente potenziata e meglio adattata alla nuova architettura Bulldozer, giungendo così alla seconda generazione. Per chi non lo sapesse, in Thuban, tale tecnologia era in grado di garantire un tangibile incremento delle prestazioni, agendo in maniera del tutto automatica sulla frequenza operativa, qualora l’applicazione, o le applicazioni utilizzate, non riuscivano a sfruttare appieno il processore, ma si limitavano a sfruttarne un massimo del 50%, vale a dire tre dei sei core a disposizione. Nell’eventualità che si verificasse questa situazione, la frequenza operativa dei core sfruttati veniva automaticamente incrementata, mentre i restanti core inutilizzati venivano messi a riposo in modo da non sforare dal TDP massimo.

In Bulldozer vale sostanzialmente lo stesso discorso, ma anziché avere a disposizione un solo livello d’intervento, ne sono stati previsti ben due distinti.

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Il primo, del tutto nuovo, è identificato come “Max Core” è consente un incremento della frequenza operativa del processore, superiore fino a ben 300MHz rispetto a quella di default, anche nell’eventualità che siano sfruttati tutti i core a disposizione.

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Il secondo livello d’intervento, identificato come “Max Frequency”, è del tutto analogo all’approccio presente in Thuban. Anche in questo caso, infatti, la frequenza operativa potrà subire un ulteriore incremento, variabile a seconda del modello, solamente nell’eventualità che siano realmente sfruttati la metà, o meno della metà, dei core a disposizione.

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Osserviamo ora gli effetti della tecnologia AMD Turbo Core 2.0 sulle frequenze operative, nei quattro modelli presentati:

Come possiamo vedere gli incrementi, in termini di frequenza, sono davvero significativi. Almeno sulla carta pare quasi del tutto certo che questa tecnologia dovrebbe garantire un discreto boost prestazionale, specialmente con tutte quelle applicazioni fortemente single threaded o comunque non particolarmente impegnative a livello di core utilizzati.

Noi abbiamo potuto verificare la bontà di questa tecnologia con il processore in nostro possesso, un AMD FX-8150, nei grafici che seguono riassumiamo tutti i risultati ottenuti:

{jospagebreak_scroll title= AMD FX-8150 Eight-Core: Uno sguardo da vicino:}


AMD FX-8150 Eight-Core: Uno sguardo da vicino


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Il nuovo modello di punta della famiglia FX è commercializzato all’interno di un’accattivante scatola di metallo, veramente molto curata e gradevole alla vista, i cui colori predominanti sono il nero e il rosso. Frontalmente troviamo l’immagine del processore con il nuovo logo “AMD FX Unlocked Processor” sull’IHS (Integrated Heat Spreader). Sui lati sono riportati vari dettagli circa le caratteristiche di rilievo del nuovo processore, quali la sua predisposizione al multitasking pesante e ai videogiochi di ultima generazione. Non mancano accenni sull’aspetto di maggior vanto della nuova architettura, vale a dire il numero di Core integrati. Il nuovo FX-8150, infatti, è il primo processore desktop a integrare ben 8 Core.

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Il processore si presenta esteticamente identico ai precedenti modelli ma, per operare in maniera corretta, necessita di una scheda madre dotata del nuovo Socket AM3+ (conosciuto anche come AM3b) e di uno dei nuovi modelli di chipset Serie 900, appositamente presentati dall’azienda americana. Pare tuttavia che alcune schede madri più blasonate, basate sui precedenti modelli di chipset Serie 800 e Socket AM3, consentano, previo aggiornamento del BIOS, il funzionamento dei nuovi processori, anche se probabilmente non sfruttandone le potenzialità al 100%.

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L’ultima versione del noto software CPU-Z rileva correttamente tutte le caratteristiche del nuovo processore, compreso il ricco set d’istruzioni supportate.

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{jospagebreak_scroll title= Chipset AMD Serie 900: Caratteristiche Tecniche}


Chipset AMD Serie 900: Caratteristiche Tecniche


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Per garantire pieno supporto ai nuovi microprocessori basati su architettura Bulldozer, è stata presentata, con largo anticipo, la nuova linea di chipset serie 900, composta di tre diversi modelli, classificati principalmente in relazione al numero di linee PCI-Express disponibili.

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Il chipset AMD 990FX sarà alla base dei prodotti top di gamma e consentirà la gestione di ben 42 linee PCI Express 2.0, con supporto Multi-GPU AMD CrossFireX ed NVIDIA SLI fino a quattro schede grafiche in parallelo in modalità x8. A completare la nuova linea troviamo i modelli AMD 990X, in grado di gestire fino a 26 linee PCI Express 2.0, con supporto Multi-GPU fino a due schede grafiche in parallelo, e la versione base, AMD 970, destinata all’impiego in prodotti economici, priva di supporto verso le tecnologie Multi-GPU.

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Una delle principali novità introdotte con questa nuova linea di chipset è senza dubbio il supporto alla tecnologia NVIDIA SLI, da tempo assente nelle piattaforme del colosso di Sunnyvale. Le restanti caratteristiche tecniche poco di discostano da quelle dei predecessori serie 800; tra le migliorie più significative segnaliamo il supporto a moduli di memoria DDR3 fino ad una frequenza massima certificata di ben 1866MHz e ovviamente il supporto ufficiale ai nuovi microprocessori AMD FX, basati su architettura Bulldozer. A patto di possedere uno di questi microprocessori si riuscirà, inoltre, a sfruttare un’altra delle nuove caratteristiche dei chipset, ovvero il supporto all’Hyper Transport 3.1, in grado di garantire una velocità di trasferimento fino a 6.4GT/s, contro i 5.2GT/s del precedente HT 3.0.

Anche il nuovo southbridge SB950, connesso al chipset tramite l’A-Link Express III (un bus che garantisce una banda passante bidirezionale tra i due chip fino a 4GB/s), non presenta particolari novità rispetto al predecessore (SB850), anzi appare praticamente identico, nome a parte. Non possiamo negare che ci saremmo aspettati, per lo meno, un supporto nativo verso lo standard di trasmissione USB 3.0, analogamente a quanto visto nella piattaforma AMD Llano, ma ancora una volta saranno necessari controller dedicati di terze parti. Pienamente supportati, invece, gli standard USB 1.1 (2 Porte), USB 2.0 (ben 14 Porte) e Serial ATA III a 6Gb/s (ben 6 Porte) con supporto RAID 0, 1, 5 e 10. Il nuovo southbridge gestisce, inoltre, un’interfaccia di rete Gigabit Ethernet, ulteriori quattro linee PCI Express 2.0 1x, delle connessioni tradizionali PCI e PATA, oltre che un sottosistema HD Audio.

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{jospagebreak_scroll title= AMD Liquid CPU Cooling System – Parte 1:}


AMD Liquid CPU Cooling System – Parte 1:


In concomitanza con il lancio della nuova linea di prodotti a elevate prestazioni AMD FX, l’azienda americana presenta anche il suo primo sistema di raffreddamento a liquido AIO (All-In-One), sviluppato in stretta collaborazione con Asetek e denominato AMD Liquid CPU Cooling System. Questo prodotto, dalle caratteristiche del tutto similari a molte altre soluzioni presenti ormai da tempo sul mercato, è espressamente pensato per l’abbinamento con i nuovi processori AMD FX dotati di 8 Core. Al momento non sappiamo per certo se questo KIT verrà commercializzato anche singolarmente, se mai si verificasse questa ipotesi il costo finale del prodotto dovrebbe essere equiparabile a qualsiasi altra soluzione di raffreddamento analoga, quindi all’incirca intorno ai 90/100€.

Il prodotto è giunto in redazione all’interno della confezione originale prevista dall’azienda americana, veramente molto robusta e curata. Esteticamente appare molto simile alla famosa “scatola di latta” in cui vengono commercializzati i nuovi microprocessori FX, i colori predominanti sono, infatti, il nero e il rosso. Nella parte frontale spicca l’immagine del nuovo microprocessore con in evidenza il logo “AMD FX Unlocked Processor”. Capovolgendo la confezione troviamo l’elenco del contenuto tradotto in varie lingue, tra cui l’italiano.

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Aprendo la confezione possiamo notare come il prodotto sia ben riposto all’interno, al fine di evitare qualsiasi tipo di danneggiamento in fase di trasporto.

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In dotazione è fornito tutto il necessario per procedere al montaggio del nuovo sistema di raffreddamento. E’ presente, inoltre un manuale d’istruzioni molto completo, che illustra la procedura d’installazione passo-passo.

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{jospagebreak_scroll title= AMD Liquid CPU Cooling System – Parte 2:}


AMD Liquid CPU Cooling System – Parte 2:


Il sistema di raffreddamento è completamente assemblato in fabbrica, non occorre montare nulla per quanto concerne il waterblock/pompa/tubi/radiatore. Il liquido è precaricato e tutto il kit è sigillato, a garanzia della tenuta dell’impianto e dell’assoluta mancanza di manutenzione.

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La piastra di contatto è interamente in rame in modo da garantire la massima conduzione del calore possibile. La superficie è abbastanza liscia, anche se non lappata a specchio. La pompa a basso profilo è integrata nel “blocco” principale di dissipazione, in maniera tale da garantire un ricircolo ottimale del liquido refrigerante senza interferire in alcun modo con i flussi d’aria interni del case.

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I tubi impiegati, dotati di buona flessibilità e ottima resistenza, facilitano il posizionamento del radiatore da 150 x 118 x 40 mm, ad alto FPI (acronimo di “Fins-per-Inch” o più chiaramente numero di alette per pollice) a garanzia dell’efficienza nello scambio termico. Nella dotazione sono incluse anche una coppia di ventole PWM da 120 x 120 x 25 mm con regime di rotazione variabile fino a 2400RPM. A questa velocità l’emissione acustica è pari a 39.5dBA.

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La configurazione di montaggio consigliata è ovviamente di tipo Push-Pull, con le ventole su entrambe le facce del radiatore, come del resto riportato sul manuale d’istruzioni. L’alimentazione a 12v di entrambe le ventole è in comune con la pompa integrata nel “blocco” principale di dissipazione.

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Davvero molto gradevole alla vista il logo “AMD FX” posto nella parte superiore del blocco principale di dissipazione. Un particolare degno di nota è la scritta “FX” retroilluminata durante il funzionamento. Il colore della retroilluminazione, inoltre, è completamente personalizzabile tramite il software ChillControl V fornito a corredo.

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Questo pratico software consente di agire sui principali parametri di funzionamento del sistema di raffreddamento, in modo da trovare il giusto compromesso tra prestazioni e confort acustico. Ecco come si presenta il programma una volta installato e avviato:

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Sistema di Prova e Metodologia di Test:


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Le nostre prove sono state condotte con l’obiettivo di analizzare le performance velocistiche della nuova piattaforma AMD Scorpius. Nella tabella che segue riassumiamo le principali caratteristiche della configurazione di prova da noi impiegata:

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Tutti i test eseguiti sono stati ripetuti per ben tre volte, al fine di verificare la veridicità dei risultati. L’hardware è stato montato su di un banchetto di produzione DimasTech.

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La scheda video adottata per le prove è una Sapphire Radeon HD6970 2GB GDDR5 mantenuta entro le specifiche (880/1375). I driver usati sono gli AMD Catalyst 12.2 dotati di certificazione WHQL, gli ultimi disponibili al momento delle prove. Queste le applicazioni interessate, suddivise in tre tipologie differenti:


Prestazioni Rendering e Calcolo:


  • Cinebench 11.5 – 64bit;
  • POV Ray 3.7 RC3;
  • Blender 2.55b – 64bit;
  • Fritz Chess Benchmark;
  • Euler3D Benchmark v2.2;
  • SuperPI 1.5 Mod XS;
  • WPrime Benchmark v1.55;
  • Hexus PiFast;
  • PassMark Performance Test 7 – 64bit (Build 1025);
  • SiSoftware Sandra 2012.01.18.10;
  • AIDA64 Extreme 2.00.1714.

Prestazioni Multimedia e Compressione:


  • WinRAR 4.01 – 64bit;
  • 7-Zip 9.20 – 64bit;
  • TrueCrypt 7.1;
  • X264 HD Benchmark v4.0;
  • PCMark 2005;
  • 3DMark 2006;
  • 3DMark Vantage;
  • 3DMark 11.

Prestazioni Giochi:


  • Far Cry 2 – DX10;
  • Lost Planet 2 – DX11;
  • Alien vs Predator – DX11;
  • Metro 2033 – DX11.

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{jospagebreak_scroll title= Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte 1:}


Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte 1:


Cinebench R11.5 – 64bit:


Si tratta di una vera e propria suite di test multi piattaforma in grado di calcolare le capacità prestazionali del vostro computer. Il programma è basato sul software di animazione CINEMA 4D ed è lo strumento perfetto per valutare le performance della CPU e del comparto grafico su svariate piattaforme fra cui Windows e Mac OS X. Cinebench sfrutta le potenzialità del processore centrale del sistema mediante l’utilizzo combinato di calcoli complessi finalizzati al completamento del rendering di un’immagine campione. E’ possibile eseguire il test in modalità “Single”, sfruttando un solo “core”, oppure “Multi”, sfruttando quindi tutti i “core” disponibili.

Nel grafico il punteggio finale del rendering


POV-Ray 3.7 RC3:


POV-Ray è un famosissimo programma per la creazione di immagini tridimensionali. Vanta un motore per RayTracing tra i più avanzati. Sarà possibile creare immagini 3D, geometriche e non, di tipo foto realistico e di altissima qualità. La costruzione dell’immagine si ottiene mediante un linguaggio di programmazione di tipo matematico basato sulla geometria analitica nello spazio.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario per portare a termine il rendering di una scena di riferimento (Benchmark.pov), alla risoluzione di 1024×768.


Blender 2.55b – 64bit:


Blender è un famoso programma (completamente Open Source) di modellazione 3D, animazione e rendering. Viene spesso utilizzato anche per il calcolo delle performance dei microprocessori.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario al rendering della scena “Flying Squirrel”.


Fritz Chess Benchmark:


Fritz Chess è un interessante software che consente di misurare le performance della CPU basandosi sulla simulazione del gioco degli scacchi. Il programma è in grado di sfruttare appieno fino a otto core.

Nel grafico il risultato complessivo ottenuto (espresso in Kilonodi al secondo).


Euler3D Benchmark v2.2:


Euler3D, basato sulla routine di analisi strutturale STARS Euler3D, è un software di benchmark che misura le prestazioni velocistiche del microprocessore mediante l’esecuzione di calcoli fluidodinamici. Il programma è ottimizzato per sfruttare appieno il multi-threading.

Nel grafico il risultato rilasciato al termine del test integrato, espresso in Hz.


SuperPI 1.5Mod XS:


Famoso programma di benchmark che calcola le cifre decimali del PI Greco, mostrando il tempo impiegato. E’ un buon indice delle prestazioni di CPU e RAM.

Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 1M, 8M e 32M.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte 2:}


Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte 2:


WPrime Benchmark v1.55:


Al pari del SuperPI, anche il wPrime è un ottimo indicatore delle performance di CPU e RAM, e finalmente in grado di sfruttare tutti i core a disposizione.

Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 32M e del 1024M.


Hexus PiFast:


Famoso programma di benchmark per CPU con principio di funzionamento analogo al SuperPI, ovvero anch’esso basato sul calcolo dei decimali del Pi Greco.

Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al completamento del calcolo standard.


PassMark Performance Test 7 – 64bit (Build 1025):


PassMark PerformanceTest è un completo set di utility per effettuare test di rendimento sul tuo computer. L’interfaccia è semplice e intuitiva, il programma si mostra pratico per chi vuol capire facilmente il livello di prestazioni di un singolo componente o dell’intero PC in uso.

Nel grafico che segue il risultato complessivo ottenuto nell’esecuzione della suite CPU Mark.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte 3:}


Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte 3:


SiSoftware Sandra 2012.01.18.10:


Sandra è un tool di benchmark per l´intero sistema Pc, aggiornato per testare le ultime tecnologie disponibili sul mercato. Il software è in grado di assicurare la maggiore compatibilità hardware possibile unita ad un accurato reporting delle prestazioni e delle problematiche del sistema.

Abbiamo eseguito i principali test sulla CPU e sul comparto RAM. A seguire i risultati ottenuti.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte 4:}


Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte 4:


AIDA64 Extreme 2.00.1714:


AIDA64 è un famoso programma che ci consente di tenere sotto controllo i punti vitali del nostro computer, quali temperature, voltaggi applicati e prestazioni. Al suo interno, infatti, troviamo numerosi test, utili per misurare, e comparare, le performance registrate dalle varie componenti (CPU, Memorie, HDD etc.).

Nei grafici i risultati riguardanti i benchmark integrati delle RAM e della CPU/FPU.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Multimedia e Compressione: – Parte 1:}


Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte 1:


WinRAR 4.01 – 64bit:


Famoso programma di compressione con il quale si misura la potenza della CPU nel comprimere un file campione restituendo il valore del dato compresso in KB/s (Rate).


7-Zip 9.20 – 64bit:


Noto programma di compressione/decompressione che al suo interno integra un Tool per la misura delle prestazioni della macchina. Anche in questo caso saranno riportati nel grafico quanti KB/s il sistema, e in particolar modo la CPU, sia in grado di comprimere/decomprimere.


TrueCrypt 7.1:


TrueCrypt è un noto programma open-source per la crittazione “on-the-fly” di interi dischi rigidi o partizioni. Gli algoritmi supportati sono l’AES, il Serpent e il Twofish. È possibile però usarli in cascata (avendo così maggiore sicurezza), ad esempio: AES-Twofish, AES-Twofish-Serpent, Serpent-AES, Serpent-Twofish-AES e Twofish-Serpent.

Dalla versione 7.0 è stato introdotto il supporto per l’accelerazione hardware per la cifratura e decifratura AES, utilizzando le apposite istruzioni di cui sono dotate le ultime CPU di Intel e AMD.

Nei grafici i risultati dei benchmark integrati nel programma.


X264 HD Benchmark v4.0:


Famoso Codec x264 grazie con il quale è possibile testare la potenza della propria CPU. Il suo funzionamento è basato sulla misurazione delle performance in termini di codifica video usando un filmato campione da trasformare in formato x264.

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Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte 2:


PCMark 2005:


Famoso benchmark di Futuremark in grado di calcolare le performance generali del sistema o dei singoli reparti (cpu, memoria, hard disk ecc.). Nel grafico che segue il risultato complessivo ottenuto e quello relativo alla sola CPU Suite.


3DMark 2006:


Il 3DMark06 è un programma di stress test principalmente per schede video, ma anche dell’intero PC. Infatti oltre a misurare le prestazioni del proprio computer con un punteggio finale, può essere utilizzato anche per controllare le temperature del sistema e per testare la stabilità in generale, anche a seguito di un overclock! La nuova versione deriva dal diretto predecessore e necessita di un hardware di ultima generazione per poter essere quanto più obiettivo possibile nel metro di giudizio (per esempio evitando frequenti swapping del disco durante le fasi di test ed andandone ad inficiare i risultati) . La maggior parte dei test grafici sono stati ripresi dal 3DMark05 ed ulteriormente potenziati in quanto a gravosità di elaborazione e nuove funzionalità implementate. La principale differenza con la passata edizione sta nell’importanza conferita alla potenza di elaborazione del processore. Questo si basa sulla consapevolezza che la potenza delle GPU sta crescendo nel recente periodo con un passo più lungo di quello delle CPU, per cui con maggiore frequenza troviamo applicazioni CPU limited. Inoltre vi è da considerare quanto importante sta divenendo la CPU per l’elaborazione degli algoritmi della fisica dei corpi, della logica di gioco, dell’intelligenza artificiale, ecc.. Da qui la necessità di introdurre un doppio test specificatamente incentrato su questa tipologia di calcoli. Il punteggio del 3DMark06 è quindi il risultato della considerazione di GPU e CPU assieme e tende a valutare più come una piattaforma di calcolo sopporti un gioco futuro che a confrontare sottosistemi grafici tra loro. Altra differenza sta nella risoluzione usata come standard dal test (1280×1024 anziché 1024×768) e nella maggiore importanza conferita allo SM3.0, che secondo la casa sarà sempre più adoperato dai programmatori nei prossimi titoli ludici. Il 3DMark06 arriva con un doppio test centrato sullo SM2.0 e altrettanti test sullo SM3.0 e sull’HDR (High Dynamic Range).

Il test è stato eseguito alla risoluzione nativa di 1280*1024 in DirectX 9.0c, è considerato sia il risultato complessivo sia il punteggio riferito alla singola CPU.


3DMark Vantage:


Il nuovo benchmark richiederà obbligatoriamente la presenza nel sistema sia di una scheda video con supporto alle API DirectX 10.

Il benchmark si compone di 4 distinti test, 2 incentrati sulla GPU e 2 sulla CPU. E’ possibile scegliere tra quattro preset configurati da Futuremark, caratterizzati da un livello di carico di lavoro differente così da meglio riprodurre lo scenario tipico di utilizzo del proprio sistema a seconda del tipo di configurazione Hardware in uso.

3DMark Vantage introduce per la prima volta il concetto di preset; mentre nelle versioni precedenti vi era una singola configurazione, il nuovo software consente di impostare la configurazione Entry, Performance, High e Extreme.

I test sono stati eseguiti sfruttando il preset Performance. Nel grafico il punteggio complessivo ottenuto e il singolo punteggio riferito alla CPU.


3DMark 11:


Il nuovo benchmark richiederà obbligatoriamente la presenza nel sistema sia di una scheda video con supporto alle API DirectX 11. Secondo la software houseFuturemark, i test sulla tessellation, l’illuminazione volumetrica e altri effetti usati nei giochi moderni rendono il benchmark moderno e indicativo sulle prestazioni “reali” delle schede video. La versione Basic Edition (gratuita) permette di fare tutti i test con l’impostazione “Performance Preset”. C’è un test, chiamato Audio Visual Demo, eseguibile alla risoluzione massima 720p. La versione Basic consente di pubblicare online un solo risultato. Non è possibile modificare la risoluzione e altri parametri del benchmark. 3DMark 11 Advanced Edition non ha invece alcun tipo di limitazione.

Il nuovo benchmark si compone di sei test, i primi quattro con il compito di analizzare le performance del comparto grafico, con vari livelli di tessellazione e illuminazione. Il quinto test non sfrutta la tecnologia NVIDIA PhysX, bensì la potenza di elaborazione del processore centrale. Il sesto e ultimo test consiste, invece, in una scena precalcolata in cui viene sfruttata sia la CPU, per i calcoli fisici, e sia la scheda grafica.

I test sono stati eseguiti in DirectX 11 sfruttando il preset Performance. Nel grafico il punteggio complessivo ottenuto e i risultati di Physics e Combined.

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Prestazioni con i Giochi – Parte 1:


FarCry 2 – DX10:


farcry2

FarCry è uno sparatutto in prima persona sviluppato da Crytek e pubblicato da Ubisoft. Il giocatore vestirà i panni dell’ex membro delle forze speciali dell’esercito statunitense Jack Carver. Far Cry è passato però alla storia soprattutto grazie al suo motore grafico, il CryENGINE sviluppato da CryTek. All’epoca della sua uscita, infatti, la grafica di Far Cry era quanto di meglio si fosse mai visto, capace di riprodurre la vegetazione e, soprattutto, l’acqua, con una qualità al limite del fotorealismo. Le isole su cui ogni livello era ambientato erano gigantesche, ed il giocatore godeva di una libertà quasi assoluta, potendole esplorare come preferiva. Anche i nemici erano, all’epoca, i più intelligenti mai visti in uno sparatutto: per la prima volta gli avversari controllati dal computer non partivano alla carica come dei pazzi suicidi, e per la prima volta si vedevano nemici che tentavano di aggirare il giocatore e prenderlo alle spalle, e spesso ci riuscivano.

Il test è stato effettuato con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:

Immagine_3_-_Farcry_2


Lost Planet 2 – DX11:


LostPlanet2

Lost Planet 2 è il seguito dello sparatutto in terza persona sviluppato e prodotto dalla Capcom. Basato sul motore grafico aggiornato MT-Framework 2.0 è ambientato 10 anni prima delle vicende di Lost Planet Extreme Condition.Teatro delle azioni sarà ancora una volta l’inquietante pianeta E.D.N. III, il cui glaciale paesaggio ha lasciato spazio ad intricate giungle con tanto di vegetazione e clima tropicale. La battaglia dei valorosi coloni contro i terribili Akrid continuerà a insanguinare le terre del travagliato corpo celeste.

Il test è stato effettuato con il benchmark integrato, in modalità “Test B”, usando i seguenti settaggi:

Immagine_4_-_Lost_Planet_2

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Prestazioni con i Giochi – Parte 2:


Alien vs Predator – DX11:


alien-vs-predator

La prima sensazione è di disorientamento: l’Alien ha visione grandangolare e può cadere da altezze indicibili senza il minimo danno ma, soprattutto, può camminare (e correre) sulle pareti e ciò cambia sensibilmente il modo in cui affrontare i quadri. All’inizio non è facile muoversi con scioltezza e rapidità passando da una parete verticale ad un soffitto come se nulla fosse; dopo pochi minuti iniziamo “a prenderci gusto”…Ecco un marine, un colpo di artigli in corsa ed il marine è morto. Facile. Ecco un altro marine, ci vede, gli corriamo incontro, ha il lanciafiamme. Bruciamo assieme….

Il test è stato effettuato con il Benchmark Tool, usando i seguenti settaggi:

Immagine_5_-_Alien_vs_Predator


Metro 2033 – DX11:


metro_20333

Mosca, anno 2033. In seguito ad una catastrofe nucleare, i sopravvissuti sono costretti a vivere nelle metropolitane della capitale russa, organizzati in stazioni simili a città stato. In quest’ultime si respira un’atmosfera opprimente e angosciante. Il buio cela molte insidie, tra le quali la frequente possibilità di imbattersi in mostruose creature che popolano le stazioni. La minaccia principale è rappresentata dai Tetri, definiti come i nuovi homines, “vincitori della battaglia per la sopravvivenza”, e destinati ad ereditare la Terra.Il personaggio interpretato dal giocatore è Artyom, cresciuto in una stazione della metropolitana situata sotto i quartieri più a nord di Mosca. All’arrivo di un misterioso amico del proprio patrigno, di nome Hunter, si viene incaricati segretamente di portare un messaggio di vitale importanza ad una grande stazione, chiamata Polis, spiegando la minaccia dei Tetri.

Inizia così il viaggio del proprio personaggio, pieno di insidie, durante il quale incrontreremo le più mostruose creature derivate dalle radiazioni, banditi, criminali e rangers…

I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:

Immagine_6_-_Metro_2033

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni con Windows 8 Consumer Preview:}


Prestazioni con Windows 8 Consumer Preview:


Come ormai certamente sappiamo, AMD ha dichiarato in più di un’occasione che l’attuale sistema operativo Windows 7 non è pienamente in grado di sfruttare le caratteristiche condivise dell’architettura a moduli di Bulldozer, risultando inefficiente nella gestione dei threads e non consentendo, inoltre, alla tecnologia Turbo Core 2.0 di esprimere al massimo le sue potenzialità. Secondo AMD, il futuro sistema operativo Microsoft Windows 8, atteso durante il corso dell’anno, dovrebbe porre fine al problema, riuscendo a sfruttare finalmente in maniera efficiente la struttura a moduli dei nuovi microprocessori FX.

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Qualche settimana fa è stata rilasciata al pubblico la versione Consumer Preview del futuro sistema operativo di Microsoft. Non abbiamo perso l’occasione, quindi, di provarla sulla nostra piattaforma di prova, dotata del processore AMD FX-8150, con architettura Bulldozer a 8 Core.

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Le prove sono state condotte in condizione di default, con tecnologia AMD Turbo Core 2.0 attiva. Nei grafici che seguono, sono riportati i risultati ottenuti con i sistemi operativi Microsoft Windows 7 Ultimate X64 Service Pack 1 (comprensivo delle due patch per Bulldozer) e Microsoft Windows 8 Consumer Preview X64, entrambi aggiornati.


Prestazioni con varie applicazioni e benchmark sintetici:



Prestazioni con i giochi:


Per valutare le prestazioni con i giochi ci siamo avvalsi dell’ultima versione dei driver video AMD Catalyst appositamente sviluppata per il nuovo sistema operativo Windows 8 Consumer Preview, disponibile a questo indirizzo.


Considerazioni:


Come possiamo vedere dai grafici riassuntivi, il nuovo sistema operativo di Microsoft riesce effettivamente a far registrare prestazioni superiori rispetto all’ormai rodato Windows 7, seppur si tratti di una versione tutt’altro che definitiva e sicuramente migliorabile. Appare evidente come nella totalità delle prove svolte, l’architettura Bulldozer tragga effettivamente beneficio dal nuovo sistema operativo, in alcuni casi in misura del tutto contenuta, mentre in altre situazioni in modo decisamente più apprezzabile, come ad esempio nei giochi, in cui il guadagno prestazionale arriva a sfiorare il 10%. Ricordiamo che i driver video utilizzati in Windows 8 Consumer Preview non sono certamente una versione finale stabile, contrariamente a quelli utilizzati con Windows 7, ma bensì una beta rilasciata per offrire un primo supporto al nuovo sistema operativo.

{jospagebreak_scroll title=Analisi scalabilità al variare della frequenza CPU:}


Analisi scalabilità al variare della frequenza CPU:


Le prove sono finalizzate a osservare la scalabilità delle prestazioni all’aumentare della frequenza operativa del processore. Tutte le frequenze sono ottenute mantenendo il reference bus in specifica (200MHz) e aumentando semplicemente il moltiplicatore, da un minimo di 17x (3400MHz) fino a un massimo di 24.5x (4900MHz). Le memorie sono state fissate a 1600MHz con latenze pari a 9-9-9-24-1T. Tutte le funzionalità di risparmio energetico sono disattivate, così come la tecnologia AMD Turbo Core 2.0. Osserviamo i risultati:


Cinebench R11.5 – 64bit:



Euler3D Benchmark v2.2:



WPrime Benchmark v1.55:



WinRAR 4.01 – 64bit:



X264 HD Benchmark v4.0:



Considerazioni:


Dalle prove da noi effettuate appare evidente una certa linearità nell’aumento delle prestazioni al variare della frequenza operativa del processore. In quasi tutti i test le prestazioni aumentano in maniera sensibile e, in alcuni casi, in misura del tutto equiparabile all’aumento della frequenza (circa il +35%). Il beneficio maggiore sembra trarlo il software x264HD Benchmark v4.0, in cui l’aumento della frequenza operativa porta ad un “boost” prestazionale veramente notevole.

{jospagebreak_scroll title=Analisi scalabilità al variare della frequenza NB:}


Analisi scalabilità al variare della frequenza NB:


Le prove sono finalizzate a osservare la scalabilità delle prestazioni all’aumentare della frequenza operativa del Northbridge. Abbiamo aumentato la frequenza del NB da un minimo di 2000MHz fino a un massimo di 2800MHz, mantenendo in specifica il reference bus (200MHz). Le memorie sono state fissate a 1600MHz con latenze pari a 9-9-9-24-1T. Tutte le funzionalità di risparmio energetico sono disattivate. Osserviamo i risultati:


Cinebench R11.5 – 64bit:



Euler3D Benchmark v2.2:



WPrime Benchmark v1.55:



WinRAR 4.01 – 64bit:



X264 HD Benchmark v4.0:



Considerazioni:


Anche in questo caso, dalle prove effettuate, assistiamo a un aumento tutto sommato lineare delle prestazioni, soprattutto fino alla frequenza di 2600MHz. Ovviamente il guadagno è in misura nettamente più contenuta rispetto a quanto osservato nell’analisi precedente, in cui a variare era la frequenza del processore, certamente più influente che non quella del Northbridge.

{jospagebreak_scroll title=Analisi prestazioni al variare della frequenza RAM – Parte 1:}


Analisi prestazioni al variare della frequenza RAM – Parte 1:


Le prove sono finalizzate a osservare i benefici derivanti dall’aumento della frequenza delle memorie RAM, ovviamente mantenendo costanti le latenze. Il processore è stato impostato a 4200MHz, semplicemente aumentando il moltiplicatore (21x) e mantenendo il reference bus in specifica (200MHz). Le latenze delle memorie sono state fissate a 9-9-9-24-1T. Osserviamo i risultati:


AIDA64 Extreme 2.00.1714:



SiSoftware Sandra 2012.01.18.10:


{jospagebreak_scroll title=Analisi prestazioni al variare della frequenza RAM – Parte 2:}


Analisi prestazioni al variare della frequenza RAM – Parte 2:


Cinebench R11.5 – 64bit:



Blender 2.55b – 64bit:



WinRAR 4.01 – 64bit:



X264 HD Benchmark v4.0:



Alien vs Predator – DX11:



Lost Planet 2 – DX11:



Considerazioni:


Come notiamo dai risultati, i miglioramenti più apprezzabili, derivati dall’incremento della frequenza delle memorie RAM, si osservano con i benchmark sintetici, quali ad esempio AIDA64 e Sandra, nei quali viene registrato un netto aumento della bandwidth a disposizione. Negli scenari di utilizzo tipico il vantaggio tende a essere decisamente più contenuto e difficilmente percepibile ad occhio, soprattutto utilizzando moduli al di sopra dei 1600MHz. Nei giochi non si nota praticamente alcun beneficio tangibile derivato dall’aumento della frequenza delle RAM, come prevedibile del resto.

{jospagebreak_scroll title=Analisi prestazioni ottimizzando le latenze – Parte 1:}


Analisi prestazioni ottimizzando le latenze – Parte 1:


Le prove sono finalizzate a osservare i benefici derivanti dall’ottimizzazione delle latenze delle memorie, mantenendo le stesse a una frequenza fissa di 1333MHz. Il processore è stato impostato a 4200MHz, semplicemente aumentando il moltiplicatore (21x) e mantenendo il reference bus in specifica (200MHz). Osserviamo i risultati:


AIDA64 Extreme 2.00.1714:



SiSoftware Sandra 2012.01.18.10:


{jospagebreak_scroll title=Analisi prestazioni ottimizzando le latenze – Parte 2:}


Analisi prestazioni ottimizzando le latenze – Parte 2:


Cinebench R11.5 – 64bit:



Blender 2.55b – 64bit:



WinRAR 4.01 – 64bit:



X264 HD Benchmark v4.0:



Alien vs Predator – DX11:



Lost Planet 2 – DX11:



Considerazioni:


L’ottimizzazione delle latenze, come vediamo, influisce senz’altro in misura inferiore sulle performance complessive, rispetto all’aumento della frequenza operativa. In quasi tutti gli applicativi testati non vi è un margine di miglioramento tale da portarci a preferire l’una o l’altra impostazione, le differenze sono talmente contenute da risultare praticamente impercettibili, sembrando derivate più dalla normale variabilità tra un test e l’altro che non dall’effettiva ottimizzazione delle latenze.

{jospagebreak_scroll title=Analisi dei Consumi:}


Analisi dei Consumi:


Consumi configurazione di prova in specifica:


Abbiamo misurato i consumi del sistema di prova completo, direttamente alla presa di corrente, in condizioni di default. Le misurazioni sono state ripetute più volte, nel grafico la media delle letture nelle seguenti condizioni:

  • Idle con funzionalità di risparmio energetico attivate;
  • Idle con funzionalità di risparmio energetico disattivate;
  • Full-Load eseguendo il programma Cinebench R11.5;
  • Full-Load eseguendo i test CPU del 3DMark Vantage;
  • Full-Load Stress eseguendo 10 cicli di LinX (aggiornato con le ultime librerie disponibili).


Consumi in condizione di Overclock:


Le prove che seguono sono finalizzate a osservare l’andamento dei consumi complessivi del sistema di prova, direttamente alla presa di corrente, al variare della frequenza operativa del processore. Tutte le frequenze sono ottenute mantenendo il reference bus in specifica (200MHz) e aumentando semplicemente il moltiplicatore, da un minimo di 17x (3400MHz) fino a un massimo di 24.5x (4900MHz). Abbiamo lasciato impostare automaticamente alla scheda madre la tensione di alimentazione del processore, in relazione alla frequenza operativa. Le memorie sono state fissate a 1600MHz con latenze pari a 9-9-9-24-1T. Tutte le funzionalità di risparmio energetico sono disattivate, così come la tecnologia AMD Turbo Core 2.0. Le misurazioni sono state ripetute più volte, nel grafico la media delle letture nella seguente condizione:

  • Full-Load eseguendo un wPrime Benchmark 1.55 (1024M).

A titolo di confronto sono state inserite nel grafico anche le misurazioni di altre due piattaforme di prova complete, una dotata di Intel Core i7 2600K, installato su una scheda madre ASUS Maximus IV Extreme P67, e una dotata di Intel Core i7 3960X Extreme Edition, installato su una scheda madre Intel DX79SI Extreme Series X79. Anche per queste due piattaforme vale la stessa metodologia di prova, ossia BCLK in specifica (100MHz) e semplice variazione del moltiplicatore (da 34x a 49x).


Considerazioni:


Dal grafico riassuntivo delle misurazioni riguardanti i consumi in Overclock possiamo notare come le due soluzioni Intel facciano registrare i valori più contenuti, in termini di consumo complessivo del sistema. La piattaforma di prova dotata di Intel Core i7 2600K è quella che mostra la maggiore linearità all’aumentare della frequenza operativa. Il nuovo AMD FX-8150 mostra un andamento abbastanza lineare fino a quota 4200MHz, mentre “diventa incontrollabile” superata questa soglia. Alla massima frequenza da noi testata, il nuovo FX, fa registrare valori superiori di quasi 200 Watt rispetto al Core i7 2600K e all’incirca 100 Watt in più del modello di punta Sandy Bridge-E.

Questi risultati non pienamente esaltanti sono dovuti, con molta probabilità, ad un processo produttivo non ancora pienamente affinato, il sample in nostro possesso, dopo tutto, è uno dei primi prodotti nelle fonderie di Global Foundries con la nuova tecnologia produttiva a 32nm. Sarebbe davvero interessante avere la possibilità di testare un sample di recente produzione, in modo da poter confermare o smentire questa ipotesi.

{jospagebreak_scroll title=Temperature:}


Temperature:


Il nuovo AMD Liquid CPU Cooling System, sviluppato in collaborazione con la nota azienda Asetek, si è ben comportato durante tutte le nostre sessioni di prova, mantenendo temperature di esercizio particolarmente contenute. I punti di forza di questo kit a liquido “al-in-one” sono senz’altro la facilità di installazione, la totale assenza di manutenzione e la silenziosità. A riguardo è doveroso precisare che la pompa, integrata nel blocco principale, è praticamente inudibile e le ventole, se mantenute impostando il profilo “Silent” nel pratico software ChillControl V, non sono mai risultate fastidiose. Durante le nostre misurazioni abbiamo testato anche il profilo “Extreme” in modo da valutare quanto influisca un maggiore flusso d’aria sul radiatore. Ovviamente non è soluzione consigliabile per un uso giornaliero, in quanto particolarmente rumorosa.

Nel grafico che segue riportiamo le temperature rilevate nelle seguenti condizioni:

  • Idle con funzionalità di risparmio energetico attivate;
  • Full-Load eseguendo varie sessioni del programma x264 HD Benchmark v4.0;
  • Full-Load eseguendo 3 loop di Crysis Warhead (Avalance Map);
  • Full-Load Stress eseguendo 10 cicli di LinX (aggiornato con le ultime librerie disponibili).

La temperatura indicata è riferita al core più caldo ed è una media tra tutte le rilevazioni nelle singole prove effettuate.

{jospagebreak_scroll title=Software AMD Overdrive:}


Software AMD Overdrive:


Il pratico software AMD Overdrive racchiude al suo interno tutte le principali funzionalità di controllo della macchina, in un’interfaccia utente semplice e intuitiva, che ricorda per certi versi quella tradizionale dei driver video AMD Catalyst. Sarà possibile ottimizzare il proprio sistema, monitorarne i parametri vitali e verificarne la stabilità, senza la necessità di utilizzare numerosi software o accedere al BIOS del sistema. Le modifiche apportate alle impostazioni, a meno che non siano particolarmente “delicate” da richiedere un riavvio del computer, verranno infatti applicate direttamente da sistema operativo.

Osserviamo ora nello specifico come si presenta l’ultima versione del programma (la 4.1.0.0575), una volta installata ed avviata.

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Come possiamo vedere le varie sezioni sono facilmente accessibili tramite menù laterale, posto nella  parte sinistra della schermata principale dell’AMD Overdrive. A destra viene riportato uno status monitor in tempo reale della frequenza operativa, del moltiplicatore e della tensione di alimentazione di ogni singolo core del processore. La prima sezione, denominata “Monitor di Stato”, è dedicata al controllo dei principali parametri di funzionamento del sistema, quali temperature d’esercizio, frequenze operative, moltiplicatori, tensioni di alimentazione e percentuale di utilizzo. Entrando nel sotto-menù “Registrazione” è possibile, inoltre, avviare un campionamento delle varie rilevazioni, con possibilità di salvare il tutto sottoforma di file di testo.

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Entrando nella seconda sezione, denominata “Controllo Prestazioni”, abbiamo accesso ad un considerevole quantitativo di parametri, suddivisi con ordine in varie sotto-sezioni. Nella prima, denominata “Clock/Tensione”, avremo modo di agire sui principali moltiplicatori di frequenza, sui livelli d’intervento della tecnologia AMD Turbo Core, oltre che sulle tensioni di alimentazione più importanti. La seconda, denominata semplicemente “Memoria” permette di mettere mano a tutti i più importanti parametri di funzionamento delle memorie RAM installate. Ovviamente la modifica di alcuni parametri abbastanza “delicati” richiederà il riavvio del computer per essere applicata.

Sempre in questa sezione ci viene offerta la possibilità di misurare le prestazioni velocistice del nostro sistema, sfruttando una serie di benchmark integrati. Sarà possibile, inoltre, verificare la stabilità della macchina, avviando una serie di “Stress Test” della durata completamente personalizzabile tramite apposita slide.

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Per concludere troviamo una comoda funzionalità di overclocking automatico, chiamata appunto “AutoClock” che permetterà, agli utenti meno smaliziati, di migliorare le prestazioni del computer senza bisogno di “impazzire” tra mille parametri di configurazione.

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{jospagebreak_scroll title=Conclusioni:}


Conclusioni:


Eccoci giunti alla parte più impegnativa del nostro articolo, è il momento di tirare le somme sulla nostra esperienza con il nuovo processore di punta della linea AMD FX, dotato di architettura Bulldozer. Iniziamo subito col dire che, come la maggior parte degli appassionati del resto, anche noi non siamo rimasti del tutto soddisfatti dal nuovo arrivato, un processore che, alla luce delle prove svolte, ci lascia in più di un’occasione con un pizzico di amaro in bocca.

Le prestazioni, infatti, sono molto altalenanti, se in alcuni casi il nuovo approccio architetturale sembra premiare, in molti altri fatica addirittura a tenere testa alle precedenti soluzioni Phenom II. In situazioni di multitasking pesante, la nuova architettura mostra i propri muscoli, permettendo al nuovo FX-8150 di competere con le soluzioni Sandy Bridge LGA-1155. Al contrario, sfruttando applicazioni in cui la potenza di calcolo del singolo core ricopre un ruolo di fondamentale importanza, l’IPC inferiore alle CPU Phenom II costa veramente caro a Bulldozer. Questo crea non poche perplessità all’utente medio che si appresta ad aggiornare la propria macchina, magari venendo proprio da un processore AMD della passata generazione.

Bisogna ammettere che le enormi aspettative, maturate durante la lunga attesa per questi prodotti, ha certamente contribuito ad alimentare questa sensazione di scontento collettivo. Controproducente, a nostro avvisto, rispolverare un marchio storico come “FX” in quest’occasione, sinonimo, per gli appassionati di tutto il mondo, di elevate prestazioni e zero compromessi.

La nuova architettura è senza dubbio votata al futuro, grazie anche al ricco set d’istruzioni supportate (tra cui AES, AVX e XOP) e pone solide basi per interessanti evoluzioni, laddove Phenom II era praticamente giunto al “capolinea”. AMD, a riguardo, ha ufficializzato l’intenzione di rilasciare aggiornamenti annuali della propria architettura, finalizzati ad incrementarne le Performance/Watt (10/15% alla volta) grazie a ottimizzazioni e ovvi affinamenti del processo produttivo.

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Nel corso della nostra recensione abbiamo inoltre osservato il comportamento del nuovo FX-8150 utilizzando il nuovo sistema operativo Windows 8 Consumer Preview. Nonostante non si tratti ovviamente della versione finale, bensì di una beta non definitiva, la gestione più efficiente della struttura a moduli di Bulldozer, rispetto a Windows 7, ha permesso di ottenere migliori prestazioni in tutti gli applicativi e giochi testati. Dobbiamo tuttavia precisare, al fine di evitarvi altre illusioni, che è praticamente scontato che ci saranno margini di miglioramento anche con i processori concorrenti, resta soltanto da vedere in che misura.

Infine non possiamo non parlare del nuovo sistema di raffreddamento a liquido AMD Liquid CPU Cooling System, sviluppato in collaborazione con Asetek, azienda ben nota agli appassionati per i prodotti della serie VapoChill. Come abbiamo potuto osservare dalle nostre prove, questo sistema di raffreddamento riesce a mantenere abbastanza basse le temperature di esercizio, anche in condizione di overclock.

Le soluzioni basate su architettura AMD Bulldozer sono disponibili sul mercato italiano ai seguenti prezzi:

  • FX-8150: circa 225€ IVA compresa;
  • FX-8120: circa 170€ IVA compresa;
  • FX-6100: circa 130€ IVA compresa;
  • FX-4170: circa 120€ IVA compresa;
  • FX-4100: circa 95€ IVA compresa.

Valutazione AMD FX-8150


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Prestazioni/Overclock:quattro
Rapporto Qualità/Prezzo:quattro
Temperatur/Consumi:quattro
Giudizio Complessivo:quattro

Pro:


  • Architettura Bulldozer a quattro moduli (8 core);
  • Ottima predisposizione all’overclock;
  • Moltiplicatore completamente sbloccato;
  • Completo sul fronte delle istruzioni supportate (AVX, AES, XOP etc.);
  • Interessante tecnologia AMD Turbo Core 2.0;
  • Buone temperature d’esercizio.

Contro:


  • Prestazioni non particolarmente “brillanti”;
  • Consumi accettabili solo a default, ma troppo elevati in overclock;
  • Prezzo leggermente alto.

Valutazione AMD Liquid CPU Cooling System


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Prestazioni:quattro_mezzo
Rumorosità/Temperature:quattro_mezzo
Rapporto Qualità/Prezzo:quattro
Giudizio Complessivo:

quattro_mezzo


Pro:


  • Ottima qualità costruttiva;
  • Ottimo software di controllo in dotazione (ChillControl V);
  • Compatibilità garantita con schede madri Socket AM2/AM3/AM3+;
  • Pompa integrata praticamente inudibile;
  • Non necessita di alcuna manutenzione;
  • Design accattivante anche grazie al logo AMD FX illuminato sul blocco principale;
  • Ventole in dotazione di ottima qualità e abbastanza silenziose;
  • Radiatore ad alto FPI;
  • Tubi abbastanza flessibili.

Contro:


  • Nulla da segnalare.

Si ringrazia AMD_Logo per il sample fornitoci.

Gianluca Cecca – delly – Admin di HW Legend

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