Call of Duty Modern Warfare: Le nostre impressioni sulla beta


Impressioni a cura di Daniele “KingpinZero” Fiorentini


Anno nuovo, COD nuovo. Retorica a parte, quest’anno è il turno di Infinity Ward e del suo reboot di Modern Warfare, il segmento della serie forse più apprezzato dai fan. Abbiamo avuto modo di provare prima la Closed e poi la Open Beta, raccogliendo le nostre impressioni su ciò che è stato possibile giocare nel corso dei giorni.


(Re)Modern Warfare


È lampante sin da subito il ritorno alle radici di molti elementi che si distaccano nettamente dai “progressi”, se così vogliamo chiamarli, fatti dai precedenti episodi e studio di sviluppo dal primo MW.

Una semplificazione generale, una bella svecchiata e si torna, dito sul grilletto, a sparare come forsennati. Prima di tutto si torna al vecchio sistema di bonus per Kill Streak; abbandonando di fatto il Point Streak dei precedenti capitoli, ogni tot. di uccisioni corrisponderà ad un perk fisso, selezionabile tra diverse tipologie per quantitativo di kill, da utilizzare.

Con il progredire dei livelli ci sarà possibile sbloccarne di nuove, logicamente. Via tutti i ritrovati tecnologici e tecno-scientifici a cui ci eravamo abituati fino ad oggi: si torna ad utilizzare Radar UAV, Missili Cruise e sventagliate di Apache e A10.

Altra novità, che in realtà novità non è, ma piuttosto un reinserimento di precedenti meccaniche sono i Perk fissi da utilizzare nei loadout. I Loadout, disponibili pre-match (nella lobby) e in game direttamente, possono essere modificati a piacimento.

Particolare cura si è prestata alla fattibilità dell’installazione di alcune mod, rispecchiando l’effettiva realtà delle armi: l’installazione di un sottocanna particolarmente corposo andrà ad incidere direttamente su altre mod, che dovranno essere rimosse per accomodare il cambiamento. In questo modo si obbliga il giocatore a pensare di più sul loadout e sulle modifiche da utilizzare, applicando un pizzico di strategia.

Parlavamo dei perk: come accaduto per i precedenti MW, i perk tornano ad essere tre e fissi; molti di questi sono già ampiamente conosciuti (Sciacallo, ad esempio, o Fantasma) mentre altri sono totalmente nuovi.

Inoltre l’introduzione di un supporto da campo personale, dapprima relegato al solo scudo tattico (che ricorda molto Rainbow Six Siege) rende l’equipaggiamento più completo e allo stesso tempo più simile al playstyle di Battlefield. Insomma, una ventata di aria “vecchia”, che proprio serviva per far tornare COD al punto di suo massimo splendore.


Everyone vs Everyone


Per quanto riguarda le modalità disponibili che abbiamo avuto modo di provare, sicuramente ne spiccano due, almeno quelle di cui vale sicuramente parlare. Senza nulla togliere alle classiche modalità, che ovviamente saranno presenti, la modalità Gunfight (Scontro) e Ground War (Guerra terrestre).

Nella prima si hanno fortissime note di Paintball; piccole arene pensate per squadre di 2vs2 che sono pensate per brevi, ma intense partite rapide. Si inizia senza equipaggiamento, fondamentalmente, lasciando al giocatore il compito di raccogliere on-site le armi.

Se si viene uccisi, non c’è possibilità di respawn, pertanto la comunicazione con il proprio compagno di squadra è fondamentale; la dimensione della mappa non aiuta di certo ad avere un approccio tattico, in quanto arrivare allo spawn nemico – almeno per la mappa che abbiamo avuto modo di giocare – è un attimo.

Conoscere bene le mappe, i punti di vantaggio o meno, pertanto sarà fondamentale per chi desidera cimentarsi in questa modalità. La modalità Ground War invece ha nettamente il sapore di Battlefield.

Come per l’equipaggiamento “personale” che spazia dallo scudo alla borsa di munizioni da lasciare a terra, quest’altra modalità condivide con la creatura Dice non poco. Le mappe, a dir poco enormi, presentano mezzi da guidare (che possono ovviamente ospitare più giocatori), punti da cui lanciarsi col paracadute, checkpoint e flag da conquistare.

Come sempre sarà lecito tutto, comprese mezze squadre appostate sulle montagne a bordo mappa volte a cecchinare tutto ciò che si muove. E’ interessante – tra l’altro – notare di come il Time-to-Kill sia nettamente diverso dai precedenti COD; meno run and gun, più Battlefield (again). Non sempre chi spara per primo vince, sarà possibile ribaltare la situazione con un po’ di olio di gomito e di astuzia.

La parte più bella, e qui torniamo al discorso delle similitudini con il suo primo concorrente, sono sicuramente gli scontri di fanteria serrati in ambienti mediamente grandi, specialmente alla conquista della bandiera. In molti frangenti ho avuto pesanti flashback dell’infame mappa Metro e Prison di BF3/4, quando sulla tromba delle scale o nei bagni ci si accalcava a fare soppressione, perché uccidere qualcuno volutamente era solo un side effect di quel casino atomico.

E come per BF, purtroppo, il giocatore medio si dimentica totalmente che per poter vincere un match bisogna conquistare e tenere le bandiere, in modo da incrementare sempre di più i ticket. E invece no, ovviamente: modalità interessanti (specialmente con un franchise come COD) come queste avranno sempre il solito problema, ovvero la sconfitta del quoziente intellettivo e del genere umano in generale. Un’altra graditissima introduzione è il crossplay con TUTTE le piattaforme su cui uscirà il titolo.

Ci è capitato più volte di avere gruppi misti con giocatori Xbox e PS4 e questo può soltanto che farci piacere; dopo anni di battaglie contro le limitazioni e le barriere tra piattaforme, è bello che le grandi major (a dire il vero solo Sony è la evil-corporation in questo caso) collaborino al fine di rendere accessibile il multiplayer, a tutti.

E parlando di corporazioni maligne, purtroppo, è di questi giorni la notizia che una modalità molto attesa, Survival, sarà esclusiva per un anno intero SOLO per PS4, portando oltre ad uno stato di stupore generale da parte della player base anche ad un’operazione di mass refound dei preordini.

Probabilmente questo non intaccherà minimamente le casse di Activision, se consideriamo che da sempre Sony è la prima piattaforma di introito del brand, ma se riflettiamo su quanto sia stupendo potersi scontrare contro altri giocatori su piattaforme diverse, tanto da intendere la cosa come cento passi avanti, di colpo dobbiamo prendere coscienza che cose come l’esclusività di contenuti è di fatto un cancro dell’industria, tanto da annullare completamente quanto di buono si è raggiunto.

Ad aggiungere ulteriore benzina sul fuoco, sembra che la beta – nei suoi files – abbia anche dei place holder riguardo loot boxes assortite, da sempre fonte di discussione nell’ultimo episodio. A quanto pare, comunque, Activision sta vagliando la possibilità di apportare cambiamenti importanti, proprio a fronte della delusione generale, che ha portato ad una cancellazione dei preordini di massa sulle piattaforme PC e XBOX.


In conclusione


Potrei parlare del comparto audio che a differenza del primo episodio, complice anche la tecnologia e l’hardware di oggi, sia eccellentemente proposto tanto da far distinguere i passi dei giocatori nemici a seconda della loro posizione e del suolo che calpestano; potrei dirvi che, questa volta, è possibile selezionare una fazione e un aspetto “fisico” del nostro giocatore o di come la modalità dedicata ai soli visori notturni sia stata divertente, ma non lo faremo, anche perché la beta è stata ovviamente un territorio di test che servirà a Infinity Ward per prepararsi al meglio prima del 25 ottobre.

Tra tutti gli spunti positivi, i buoni propositi e i graditi cambiamenti, la cosa che più spicca è un netto ritorno alle origini, quasi a voler dare un colpo di straccio ai nuovi COD.

E la cosa si fa interessante; con i nuovi cambiamenti al core gameplay del gioco che lo distaccano un po’ di più dal “COD” tanto amato quanto odiato, uniti ai punti forti (e funzionali) della trilogia originale fanno ben sperare in un capitolo riuscito, in grado di riscattare il nome di un brand altresì leggendario che aveva smarrito, a nostro avviso, la retta via da molto tempo.

Ci vediamo su queste pagine per la recensione del titolo completo, specialmente della campagna, dopo il 25 Ottobre. Fino a quel punto possiamo certamente affermare che ci ha stuzzicato l’appetito, in maniera positiva…e non poco.


VOTO PARZIALE: 9/10


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