Recensione a cura di Luca “Hellmader” Colombo
The Sinking City è un titolo per PC, ma di carattere multipiattaforma, prodotto da Frogwares ed uscito tra giugno e luglio 2019. Si tratta di un open world “story driven” in terza persona, estremamente investigativo e dai caratteri “Lovecraftiani”. In quest’avventura ambientata negli anni 20’ impersoneremo un detective privato, Charles Reed, ex sommozzatore della marina militare degli stati uniti che, invitato da tale Johannes Van Der Berg, si reca sull’isola di Oakmont. Il motivo della visita dell’ex militare è duplice: viene chiamato con la promessa di risolvere i suoi problemi di vivide visioni, ma, ben presto, si troverà anche a dover compiere diverse indagini per conto degli abitanti dell’isola, scoprendo anche dell’esistenza di numerosissimi misteri ed avvenimenti magici inspiegabili.
Il titolo del gioco è un riferimento alla “città che affonda”, questo perché il nostro ambiente di gioco è stato recentemente colpito da una misteriosa ed inspiegabile inondazione che lo ha sommerso per metà. Le stesse visioni che colpiscono il nostro investigatore si registrano anche negli abitanti del luogo che, spesso, si troveranno ad impazzire.
Come se ciò non bastasse il detective dovrà anche barcamenarsi tra le richieste e le pretese delle diverse famiglie di potenti che controllano l’isola. Riuscirà il detective a fare luce sulla vicenda prima di impazzire egli stesso o essere eliminato delle oscure forze dell’isola?
PRO…
È un horror anche nel sonoro! – Non credo di aver mai incontrato un gioco dai suoni tanto calibrati ed azzeccati. Bidirezionali ed orientati, spesso si salterà sulla sedia più volte durante la stessa sessione. Da provare, se non si è deboli di cuore.
È un mistero misterioso! – In questo gioco ci sono una quantità esagerata di misteri. Che si tratti di eventi legati alla cultura del luogo, alle creature che infestano l’isola (piccolo spoiler) o al carattere mistico di un buon 80% dei personaggi incontrati, di sicuro non ci troveremo a stare con le mani in mano. Mai.
La storia ha un senso… e dobbiamo trovarlo noi! – Da veri e propri investigatori ci troveremo spesso a condurre delle indagini per capire che cosa sia successo e cosa deve attenderci. Il fatto che siamo noi a dover capire rende il gioco ancora più intrigante e meno scontato. Certo, se abbiamo pazienza.
…E CONTRO
Io quella casa l’ho già vista… – Tenendo conto della vastità della mappa, è normale pensare che alcuni modelli possano ripetersi, ci vorrebbe un estro infinito per far sì che ciò non accada. Il livello di comprensione scende quando scopri che gli edifici accessibili sono si e no il 20% del totale e che un buon 90% siano uguali ad uno stesso modello già visto nel gioco. Se volete fare una blindfolded run…
Se soltanto avessi un monopattino… – Abbiamo già accennato alla vastità della mappa. Sì, ci sono i viaggi rapidi, però com’è ovvio vanno scoperti. Per quanto la bussola aiuti, impiegheremo svariati minuti a percorrere distanze abissali senza un vero fine logico: dovremo trovare delle cabine telefoniche (gli warp appunto) per evitare di ripetere millemila volte la stessa strada. Per non parlare dei tratti allagati da percorrere con una bagnarola ingestibile. Non sapevo fosse un gioco di corse…
OMMIODDIOGLINDIZI!!! – Snervante. È l’unica parola che venga in mente a chi abbia provato ad analizzare alcune scene “del crimine”. Se vorremo avere gli indizi per fornire le nostre deduzioni dovremo controllare col microscopio ogni singolo centimetro delle ambientazioni, senza contare che spesso non ci verrà detto dove recarci specificamente, cosa che potrebbe comportare girare per ore la mappa alla ricerca dell’illuminazione. Non siamo Sherlock suvvia, va bene l’investigazione e le deduzioni ma qui si esagera…
PARERI PERSONALI
Cosa mi è piaciuto: è un gioco con TANTISSIME possibilità di scelta. Non si tratta di scelte fini a sè stesse, quanto piuttosto scelte che influenzeranno la trama per davvero (per quanto non ai livelli di titoli come “Untila Dawn” o “Heavy Rain”). Comunque se amate le scelte morali fatevi avanti, questo gioco ne è pieno. Possiamo girare liberamente ed analizzare debitamente ogni singolo angolo e, soprattutto, non mancano i rifornimenti (consideriamo che la moneta del gioco sono i proiettili).
È un gioco per nulla scontato e dalle atmosfere sensazionali, anche le ambientazioni, con le dovute eccezioni indicate prima, sono abbastanza curate. Si può facilmente immergersi nel titolo dopo pochissime ore di gioco ed apprezzare appieno ciò che sta succedendo. I comandi sono piuttosto precisi, la grafica è azzeccatissima, l’atmosfera c’è tutta. C’è un palazzo mentale (i fan di Sherlock capiranno) e soprattutto si possono mettere manualmente dei segnali sulla mappa per meglio orientarci.
Utile anche la conoscenza del luogo che apprenderemo dagli abitanti. Ci sono anche diverse situazioni “risk to win” che io personalmente adoro: ci troveremo a dover decidere se voler rischiare di entrare in un luogo e ripulirlo per poter poi cercare alcuni tesori al suo interno (tesori con la t maiuscola). Ah, dimenticavo, il detective ha i super poteri investigativi…
Cosa non mi è piaciuto: Intanto manca un tutorial iniziale. Non chiedo ore di spiegazioni ma almeno un minimo di indicazioni, invece no: verremo catapultati in una cinematic d’apertura e qua e là ci verrà detto di premere qualche tasto per ricevere ulteriori notizie. Certo ma se non so come interagire non ci arrivo a quella fase. Altra nota dolente sono i bug.
Mi sono trovato incastrato almeno 7 o 8 volte solo perché dovevo scattare una fotografia e il detective si glitchava da qualche parte, oppure rimanevo intrappolato in qualche cortile recintato perché il gioco non aveva previsto che potessi entrarci interagendo con delle casse nello scenario. Alcune meccaniche sono poco chiare (per esempio ci viene detto di usare l’oggetto combinato con altro ma, per quanto a tratti ovvio, non sapremo dove e come farlo) e, cosa più snervante, le allucinazioni del protagonista.
Sì, va bene, ha delle visioni, però la barra della “sanità mentale” cala troppo in fretta in situazioni per lui snervanti e, spesso, appariranno a schermo vivide visioni che porteranno a sparare a ciò che vedremo, buttando così proiettili e sanità mentale, stavolta di noi giocatori. Certo, la ripetitività delle visioni aiuta a distinguerle da ciò che è reale, però poi diventano scontate…
CONLUSIONI
Se vi piace anche solo il genere horror accomodatevi, questo titolo è “tanta roba”, tenete però in considerazione che spesso vi troverete snervati, tesi come corde di violino o smarriti. Per i fan dei giochi investigativi non “punta e clicca” questo è invece il Valhalla.
Non è il classico gioco da gameplay calmo e rilassato ma nemmeno eccessivamente frenetico. Giocateci ma fate spesso riferimento agli appunti del diario che apparirà nel vostro salvataggio perché, spesso, rischierete di perdere la bussola…
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