AMD EPYC Venice con Zen 6: oltre il 70% di miglioramento grazie al nodo TSMC a 2 nm e fino a 256 core

Durante il recente Financial Analyst Day, AMD ha presentato una roadmap aggiornata dedicata al mondo server, nella quale spiccano i nuovi processori EPYC Venice basati su architettura Zen 6.

Le proiezioni interne mostrano un salto generazionale di grande rilevanza, con un miglioramento combinato superiore al 70% in termini di prestazioni ed efficienza rispetto agli attuali EPYC Turin basati su Zen 5.

Il dato è stato misurato tramite SPECrate 2017 INT su piattaforma dual-socket (2P), uno standard di riferimento nel settore. Questo conferma che il progresso riguarda l’elaborazione generale e non solo i carichi legati all’intelligenza artificiale.

Un ulteriore progresso riguarda il numero di thread: EPYC Venice offrirà oltre il 30% di incremento, arrivando potenzialmente fino a 256 core e 512 thread nei modelli di fascia più alta. Si tratta di un aumento del 33,3% rispetto al limite massimo di 192 core raggiunto con Turin.

Il fulcro dell’avanzamento è il passaggio al nodo produttivo TSMC a 2 nm, il primo ad adottare transistor Nanosheet (GAA) al posto della tecnologia FinFET. Il nuovo processo garantisce un incremento di prestazioni fino al 15% a parità di consumo, oppure una riduzione dei consumi fino al 30% mantenendo costante la potenza elaborativa.

Il balzo del 70% deriva quindi dalla combinazione tra nodo a 2 nm, aumento del numero di core e miglioramenti architetturali dei core Zen 6, compresi incrementi nell’IPC.

Sebbene l’attenzione attuale sia focalizzata sul segmento server, AMD ha confermato che la tecnologia a 2 nm verrà estesa anche ai processori consumer: dalle future CPU desktop Ryzen “Olympic Ridge” fino alle serie mobile “Medusa” e “Gator”.

Con Zen 6, AMD si prepara a rafforzare ulteriormente la propria posizione nei data center, e le premesse mostrano chiaramente una generazione destinata a segnare un nuovo punto di riferimento per il computing ad alte prestazioni.

HW Legend Staff