Nel corso degli ultimi anni abbiamo avuto il piacere di assistere ad una veloce e costante evoluzione delle tecnologie presenti delle periferiche di memorizzazione di tipo SSD (Solid State Drive), che ormai appartengono alla nostra quotidianità. Gli utenti che le hanno provate, almeno una volta, difficilmente tornano su un’unità tradizionale di tipo meccanico per quanto riguarda il disco principale di sistema, ovvero quello che contiene il sistema operativo ed i principali programmi o giochi. Con il passare del tempo abbiamo assistito alla commercializzazione di unità non soltanto contraddistinte da una sempre maggiore affidabilità, aspetto di fondamentale importanza quando si parla della sicurezza dei dati personali, ma anche e soprattutto caratterizzate da prestazioni velocistiche sempre più importanti. Tra questi prodotti spiccano senza dubbio quelli basati sul sempre più diffuso Form-Factor M.2/NGFF e protocollo NVMe (Non-Volatile Memory Express), capaci non soltanto di garantire un livello prestazionale di gran lunga più elevato rispetto alle più tradizionali unità Serial ATA, grazie alla possibilità di poter sfruttare sino a quattro linee PCIe di terza generazione, ma soprattutto di integrarsi nel migliore dei modi anche all’interno dei moderni PC, Ultrabook e Mini-PC, viste le esigue dimensioni e l’assenza di cavi di collegamento. Nell’articolo che vi proponiamo quest’oggi andremo ad analizzare le caratteristiche tecniche e prestazionali della nuova soluzione Apacer dedicata al mercato consumer ed appartenente alla famiglia di prodotti Z280, linea che si colloca ai vertici dell’offerta del marchio taiwanese. Il modello che andremo ad osservare prevede un formato di tipo M.2 Type-2280, capacità di archiviazione pari a 240GB e l’utilizzo di componentistica di buon livello, a cominciare dal controller di ultima generazione Phison PS5007-E7, fino ad arrivare a delle NAND MLC (Multi Level Cell) di Toshiba, sviluppate con processo produttivo a 15nm. Non ci resta che analizzare il disco e ci auguriamo che la lettura sia di vostro gradimento.
Apacer è un fornitore leader a livello mondiale specializzato nella ricerca e sviluppo, progettazione, produzione e commercializzazione di unità a stato solido (SSD) industriali, prodotti digitali di consumo e moduli di memoria. Dalla sua fondazione nel 1997, l’azienda ha sviluppato prodotti e servizi innovativi basati sul suo impegno ad aiutare i clienti, tra cui distributori globali, produttori di apparecchiature e rivenditori, ad “accedere al meglio”. Tra i principali prodotti del marchio troviamo moduli di memoria ad alte prestazioni, alta affidabilità e valore elevato, prodotti di memoria flash per il mercato dei controlli industriali, unità di storage digitale innovativo e periferiche dedicate all’uso quotidiano nella registrazione, archiviazione e condivisione di dati digitali.
La sede principale dell’azienda si trova a Taiwan, precisamente nella popolosa città di New Taipei, ma possiamo trovare filiali sparse per tutto il mondo, così da poter contare su una fitta rete di distribuzione e su un servizio assistenza di prim’ordine.
Maggiori informazioni le trovate sul sito Apacer.
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La confezione prevista dall’azienda taiwanese per questa unità SSD si presenta elegante e decisamente gradevole alla vista, seppur con un design che potremmo definire del tutto minimalista. Le dimensioni, anche in considerazione del fattore di forma adottato (M.2 Type 2280), sono del tutto contenute. Il cartoncino utilizzato appare sufficientemente robusto e contraddistinto da una finitura superficiale lucida. La colorazione di base è scura, sulla quale spicca una grafica bianca e azzurra. La parte anteriore è dominata da una generosa finestra trasparente che consente di intravvedere quasi per intero una delle due facce dell’unità SSD vera e propria, sul quale trova posto una piccola etichetta che analizzeremo più attentamente nei prossimi capitoli della nostra recensione.
Nella parte sinistra della confezione, oltre all’immancabile marchio aziendale, viene indicato il modello preciso del prodotto, vale a dire Z280 M.2 PCIe SSD.
Dal lato opposto troviamo l’indicazione della capacità di archiviazione prevista, nel nostro caso pari a 240GB, e la tipologia di interfaccia utilizzata (Gen3 x4).
Posteriormente viene ripreso lo stilema grafico che già abbiamo osservato. A causa delle ridotte dimensioni della confezione non potevamo certo aspettarci chissà quale quantitativo di dati tecnici, tuttavia troviamo ugualmente un buon numero di informazioni, a cominciare dall’elenco dei sistemi operativi compatibili (MAC, Windows e Linux), fino ad arrivare ad una piccola etichetta adesiva riportante tutti i vari codici identificativi del prodotto, ed ai loghi delle più importanti certificazioni ottenute.
Aprendo la confezione ed estraendone il contenuto notiamo con piacere che l’azienda ha prestato molta cura al trasporto dell’unità, racchiudendola all’interno di un classico blister plastico opportunamente sagomato per non consentirne il movimento al suo interno e, di conseguenza, evitarne qualsiasi tipo di danneggiamento.
Indubbiamente degna di nota è la presenza di una copertura in garanzia della durata di 3 anni, un valore certamente aggiunto che non fa altro che confermare la professionalità e gli elevati standard produttivi adottati. Siamo ora pronti per dare uno sguardo alle specifiche tecniche del nuovo drive Z280 M.2 PCIe Gen3 x4 SSD da 240GB.
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La nuova linea di prodotti Z280 della taiwanese Apacer si rivolge espressamente verso tutti coloro che ricercano un’unità SSD PCIe dalle performance convincenti e dal costo competitivo. Il produttore prevede la commercializzazione di tre differenti modelli, differenziati esclusivamente per quanto riguarda la capacità e, di conseguenza, le pure prestazioni velocistiche.
Alla base dell’offerta troviamo una versione da 120GB, contraddistinta da una velocità pari a 2.300MB/s e 1.450MB/s, rispettivamente in lettura e scrittura sequenziale, e 160.000 IOPS in scrittura random con pattern 4K. Seguono i modelli più capienti, da 240GB e 480GB, accreditati di prestazioni ancora superiori, capaci di raggiungere quota 2.750MB/s e 1.500MB/s in lettura e scrittura sequenziale e fino a 175.000 IOPS. Di seguito riportiamo le caratteristiche tecniche complete, così come dichiarate dal produttore:
Tutte le unità si basano sul controller a otto canali di ultima generazione Phison PS5007-E7 che consente di raggiungere ottime prestazioni velocistiche, vantando inoltre ottimizzazioni specifiche mirate a garantire la massima affidabilità ed il minimo degrado nel tempo. Per quanto riguarda, invece, le NAND Flash, la scelta è ricaduta su delle ottime Toshiba MLC (Multi Level Cell), sviluppate con processo produttivo a 15nm e capaci di assicurare un buon livello di endurance (175TBW, 349TBW e 698TBW rispettivamente per i modelli da 120GB, 240GB e per quello da 480GB).
Il controller scelto da Apacer, oltre che supportare pienamente il protocollo NVMe (Non-Volatile Memory Express), implementa tutta una serie di tecnologie mirate alla salvaguardia dello stato di salute dell’unità e dei dati in essa contenuti. Tra queste citiamo la presenza di un circuito integrato BCH dedicato alla correzione degli errori (ECC), capace di garantire una verifica a 120bit/2KB, algoritmo Global Wear Leveling avanzato, End-to-End Data Path Protection, SmartECC, SmartRefresh e SmartFlush. Inoltre, a garanzia della massima sicurezza dei dati, è pienamente supportata la codifica con chiave di criptazione AES a 256-bit tramite protocollo Opal Trusted Computing Group (TCG).
Per questa gamma di prodotti è stato scelto il recente formato M.2/NGFF, nello specifico con fattore di forma di tipo 2280 (80mm di lunghezza), così da assicurare la massima compatibilità e facilità di installazione, specialmente in ambito portatile, all’interno dei moderni e sempre più compatti laptop.
Grazie alla sua professionalità ed agli elevati standard produttivi adottati, Apacer accredita l’intera linea Z280 M.2 di un MTBF (tempo medio prima di un potenziale guasto) pari a ben 2 milioni di ore, oltre che di una copertura in garanzia della durata di 3 anni.
Il modello in esame, contraddistinto da una capacità di 240GB viene certificato per un volume di scritture pari a 349TBW totali, ovvero all’incirca 320GB al giorno per l’intera durata della garanzia. Ulteriori informazioni sono disponibili nella pagina ufficiale del prodotto, accessibile da questo indirizzo.
[nextpage title=”Uno sguardo da vicino”]
L’unità SSD Apacer Z280 M.2 PCIe da 240GB di capacità appare davvero molto compatta e si basa su un fattore di forma di tipo M.2 2280, che prevede, di conseguenza, una larghezza pari a 22mm ed una lunghezza massima di appena 80mm. Il PCB, di colore blu, è di tipo multistrato a doppia faccia, con uno spessore tale da restituire un’ottima rigidità.
Sono presenti componenti montati su entrambe le facce e i quattro chip NAND Flash, due da un lato e due dall’altro, sono assemblati in esatta corrispondenza tra di loro. Il layout generale è molto pulito ed ordinato, le saldature non presentano sbavature e sono di ottima fattura.
Sulla faccia anteriore del PCB è presente il controller di ultima generazione PS5007-E7 di Phison, certamente tra le più note realtà del settore.
Questo controller, di tipo multicanale a 4 vie, offre pieno supporto sia alle NAND Flash SLC/MLC/TLC basate su standard ONFI 3.x (Open NAND Flash Interface) e sia alle più comunemente utilizzate Toggle 1.0/2.0 (sincrone oppure asincrone). Per ciò che riguarda l’interfaccia viene assicurata la piena conformità verso lo standard PCIe Gen3 con banda massima teorica pari a ben 32Gb/s (sfruttando quattro linee di terza generazione), nonché verso il protocollo NVMe (Non-Volatile Memory Express) 1.2.
Troviamo, inoltre, un circuito integrato BCH dedicato alla correzione degli errori (ECC), capace di garantire una verifica a 120bit/2KB, oltre che a funzionalità avanzate come l’End-to-end Data Path Protection e un Global Wear Leveling statico e dinamico espressamente pensato per preservare le prestazioni anche in seguito ad usi particolarmente intensivi dell’unità. Il recupero delle prestazioni è garantito dalla tecnologia TRIM (nei sistemi operativi compatibili che ne fanno uso) e da un Garbage Collection avanzato, attivato automaticamente durante gli stati idle dell’unità.
Al pari di altre soluzioni del marchio troviamo una serie di ulteriori ed interessanti funzionalità, come le tecnologie SmartECC dedicata alla ricostruzione di eventuali settori difettosi nell’eventualità che il normale circuito ECC non funzioni adeguatamente; la SmartRefresh dedicata al monitoraggio dello stato di salute dell’ECC e l’aggiornamento periodico dei blocchi al fine di migliorare la conservazione dei dati; e SmartFlush che riduce al minimo la permanenza dei dati all’interno della memoria cache così da garantirne la conservazione in caso di interruzione accidentale dell’alimentazione.
Inoltre, a garanzia della massima sicurezza dei dati, è pienamente supportata la codifica con chiave di criptazione AES a 256-bit tramite protocollo Opal Trusted Computing Group (TCG). Riportiamo uno schema in cui sono riassunte le principali caratteristiche tecniche del controller messo a punto da Phison:
A sostegno del controller, per ottimizzare le prestazioni (riducendo i tempi morti durante l’elaborazione delle varie richieste) e l’esecuzione delle operazioni di Caching, Wear Leveling e di Garbage Collection (GC), è presente un modulo di memoria cache DDR3(L) da 256MB, di produzione Nanya, riportante la serigrafia “NT5CC128M16IP-DI”, operante a 1.600MHz e contraddistinto da un package di tipo VFBGA 96-ball ed una tensione di alimentazione massima pari ad 1.35v.
Il pettine di collegamento M.2/NGFF, trattandosi di un’unità conforme al protocollo NVMe (Non-Volatile Memory Express), è di tipo M-Key (possiamo infatti notare la singola tacca). Consigliamo quindi di fare sempre riferimento al manuale utente o alle specifiche tecniche riportate sulla pagina web della propria scheda madre in maniera da evitare l’insorgere di eventuali problemi di compatibilità.
Per quanto riguarda, invece, le NAND Flash, la scelta è ricaduta su moduli di produzione Toshiba. Precisamente troviamo quattro moduli di tipo Toggle MLC (Multi Level Cell) serigrafati TA79G65NAUR, prodotti con processo litografico a 15nm.
Queste NAND sono contraddistinte da una densità di 512Gbit (64GB) ciascuna, aspetto che ci consente di intuire come il produttore taiwanese abbia previsto uno spazio riservato all’over-provisioning pari al 7% della capacità complessiva disponibile, ovvero 16GB. La gestione di questa porzione di spazio è come di consueto affidata al controller, in modo tale da poter assicurare la massima efficienza nel recupero prestazionale.
[nextpage title=”Crystal Disk Info e Capacità del disco”]
Con l’ausilio del software Crystal Disk Info 7.8.2 riusciamo ad estrapolare numerose informazioni sul nuovo Apacer Z280 M.2 PCIe x4 da 240GB, in particolare sulle funzioni supportate, sullo stato di efficienza del disco, sul tipo di interfaccia utilizzata (PCIe Gen3 x4) e sulla versione di firmware a bordo. L’unità è giunta in redazione con già a bordo la versione più recente resa disponibile, vale a dire la AP021PF0. Come abbiamo osservato nel capitolo precedente l’unità SSD implementa il pieno supporto al protocollo NVMe 1.2.
Con la funzione di Windows “Proprietà”, accessibile semplicemente cliccando con il tasto destro mouse sul nostro disco rigido, andiamo a verificarne la capienza totale. A tal proposito è opportuno specificare che i sistemi operativi Windows utilizzano una misurazione di capienza diversa dai vari produttori. Questi ultimi misurano la capacità dei loro dischi in miliardi di byte mentre Windows continua a leggere le capacità usando una notazione antecedente a quelle stabilite nel dicembre 1998 dallo IEC, per cui i valori sono:
- Un kilobyte (ko) = 210 bytes = 1024 bytes;
- Un Megabyte (Mo) = 220 bytes = 1024 ko = 1 048 576 bytes;
- Un Gigabyte (Go) = 230 bytes = 1024 Mo = 1 073 741 824 bytes;
- Un Terabyte (To) = 240 bytes = 1024 Go = 1 099 511 627 776 bytes.
Quindi, in considerazione della tabella sopra esposta, la capienza calcolata dal sistema operativo, approssimata per difetto, deriva dal seguente calcolo:
- 240.054.693.888 bytes / 1.073.741.824 bytes = 223,568 GB -> 223 GB.
Uno dei principali problemi che affliggono le unità allo stato solido consiste nel degrado prestazionale dovuto al progressivo utilizzo. Qualora questo degrado si fa importante, al punto da compromettere l’utilizzo del proprio SSD (prestazioni svariate volte inferiori a quelle di targa), è possibile eseguire un Secure Erase. Questa procedura, analoga per certi versi a una tradizionale formattazione a basso livello, ripristina le celle di memoria alle condizioni di fabbrica (di conseguenza risulta distruttiva per i dati, consigliamo quindi di effettuare un Backup dei file più importanti), restituendo al drive le prestazioni originarie.
Apacer ha sviluppato un programma specifico per avviare tale procedura, oltre che per aggiornare il firmware del proprio SSD, visualizzare le informazioni S.M.A.R.T. al fine di controllare tutti i parametri funzionali dell’unità e misurare le prestazioni velocistiche al fine di verificare lo stato di ottimizzazione ed eventualmente poter comparare i valori ottenuti. Questo programma prende il nome di SSD Utility ed è liberamente scaricabile a questo indirizzo.
Il programma si presenta con un’interfaccia non solo molto accattivante, ma soprattutto decisamente intuitiva con funzionalità ben ordinate e suddivise in cinque comodi menù ad accesso superiore. Per avviare la procedura di Secure Erase sarà infatti sufficiente accedere alla sezione omonima del programma e cliccare sul pulsante “Erase”. Dopo qualche secondo, se la procedura verrà completata con successo, apparirà conferma nella finestra del programma.
Altrettanto semplice è la procedura di aggiornamento automatico del firmware del proprio SSD, ovviamente a patto di disporre di una connessione internet attiva. Il software si occuperà di verificare la presenza di eventuali versioni più recenti per il modello rilevato/selezionato e consentire all’utente di decidere se procedere o meno all’update, avvisando sul rischio di perdita dei dati.
Passiamo ora alla descrizione del sistema di prova e della metodologia di test adottata per i nostri test sul disco.
[nextpage title=”Sistema di Prova e Metodologia di Test”]
Per il sistema di prova ci siamo avvalsi di una scheda madre dotata di PCH Intel X299 Express, prodotta da ASRock. In particolare è stato scelto il modello X299 OC Formula, opportunamente aggiornato con l’ultimo BIOS ufficiale rilasciato (1.50), comprensivo di tutti i più recenti update di sicurezza dedicati agli ormai noti bug Spectre e Meltdown.
Come processore è stato scelto un modello Intel appartenente alla famiglia Skylake-X, precisamente il Core i9 7900X 10C/20T. La frequenza di funzionamento è stata fissata a 4.500MHz, semplicemente impostando il moltiplicatore a 45x senza mettere mano alla frequenza del BCLK (100MHz).
Per il comparto memorie la scelta è ricaduta su un kit DDR4 prodotto da G.Skill da 32GB di capacità assoluta e pieno supporto Quad-Channel, nello specifico il modello Trident-Z F4-3200C15Q-32GTZSW. Sia la frequenza e sia le latenze sono state impostate ai valori di targa, vale a dire 3.200MHz 15-15-15-35 a 1.35v.
Nella tabella che segue vi mostriamo il sistema di prova utilizzato per i test di questa nuova unità disco esterna:
Il sistema operativo, Microsoft Windows 10 Pro October 2018 Update X64, è da intendersi privo di qualsiasi ottimizzazione particolare, ma comprensivo di tutti gli aggiornamenti rilasciati fino al giorno della stesura di questo articolo (Versione 1809 – build 17763.55).
Per verificare le prestazioni abbiamo usato i seguenti programmi di software:
- AS SSD Benchmark v2.0.6821.41776;
- Crystal Disk Mark X64 v6.0.2;
- ATTO Disk Benchmark v3.05;
- HD Tune Pro v5.70 (*);
- PCMark 8 Professional Edition v2.10.901;
- Anvil’s Storage Utilities 1.1.0 (2014).
(*) Specifichiamo che per il test HD Tune Pro v5.70 abbiamo eseguito sia test in lettura che in scrittura. Nei test in lettura l’unità è stata testata in tre diverse condizioni:
- Disco vuoto;
- Disco pieno al 50%;
- Disco pieno al 100%.
I dati utilizzati per la simulazione del disco pieno al 50% e al 100% sono stati scelti tra quelli più comunemente utilizzati, per cercare di riprodurre uno scenario il più possibile vicino a quello di un utente che acquista l’unità e la utilizza come disco primario nel proprio sistema. Quindi è stato installato un sistema operativo e poi sono stati inseriti file musicali, immagini, video, file di tipo office, etc.
N.B.: Durante tutta l’esecuzione dei test NON abbiamo mai eseguito un Secure Erase, quindi tutti i dati sono relativi al disco durante un normale utilizzo. Dopo aver tolto il disco dalla confezione è stata eseguita la prima batteria di test ed in seguito è stata rieseguita per tre volte iniziando a valutarne i dati, prendendo come risultato quello più vicino alla media dei rilevamenti.
[nextpage title=”Benchmark Sintetici – AS SSD Benchmark”]
AS SSD Benchmark consente di effettuare svariate misurazioni sulla nostra unità di archiviazione (SSD, Hard Disk interno/esterno, PenDrive USB, ecc.) sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale.
A test ultimato viene riportata la velocità della nostra unità in MB al secondo. Oltre al test dei 4k, viene effettuato anche un test lettura/scrittura Multi-Thread 4k, per simulare il più possibile la velocità di avvio del sistema operativo o di installazione di un programma.
Standard Benchmark
Copy Benchmark
Considerazioni
Il test AS SSD si basa sull’utilizzo di dati non comprimibili ed è uno dei più ostici nel settore degli SSD. Il nuovo Apacer Z280 M.2 PCIe Gen3 x4 NVMe SSD da 240GB ha espresso performance di ottimo livello sia in lettura che in scrittura. Decisamente degno di nota il responso sul numero di IOPS anche sui file con dimensione di 4KB, test critico per la maggior parte degli SSD, dove il disco conferma sostanzialmente quanto dichiarato dal produttore. Ottimi anche i risultati nei test di copia, dove il disco si dimostra pienamente all’altezza delle aspettative in tutte le simulazioni previste.
[nextpage title=”Benchmark Sintetici – Crystal Disk Mark”]
Crystal Disk Mark è senza dubbio uno dei migliori benchmark per dischi rigidi, chiavette USB e unità SSD (Solid State Disk). Il programma effettuerà automaticamente una serie di misurazioni sull’unità selezionata, sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale, riportando alla fine la velocità espressa in MB al secondo (MB/s). Molto utile per confrontare in pochi secondi la differenza di prestazioni tra diverse periferiche di memorizzazione.
Dati Comprimibili
Dati non Comprimibili
Considerazioni
Il Crystal Disk Mark mette senza dubbio in evidenza le ottime potenzialità del nuovo Apacer Z280 M.2 PCIe Gen3 x4 NVMe SSD da 240GB. Osservando attentamente i risultati ottenuti notiamo che le prestazioni superano abbondantemente quelli che sono i valori dichiarati dal produttore, registrando velocità di trasferimento prossime ai 2.800MB/s e 1.500MB/s rispettivamente in lettura e scrittura sequenziale Q32T1 con dati non-comprimibili. Ancor più positivi i numeri espressi facendo uso di pattern dati di tipo comprimibile, particolare scenario in cui l’unità riesce a dare il meglio di sé raggiungendo eccellenti livelli prestazionali.
[nextpage title=”Benchmark Sintetici – ATTO Disk Benchmark”]
ATTO Disk Benchmark è un programma molto semplice da utilizzare che consente di effettuare una serie di misurazioni sull’unità selezionata, che sia un disco rigido, una PenDrive oppure un SSD, al fine di verificarne le performance.
E’ sufficiente eseguire il programma, scegliere il drive da testare e cliccare sul pulsante“Start”. ATTO comincerà a misurare le prestazioni del disco con file di dimensioni diverse, da molto piccoli a molto grandi (sia lettura che in scrittura).
Standard Benchmark
Considerazioni
In questo test viene evidenziata l’utilità della memoria cache a servizio del controller di ultima generazione Phison PS5007-E7. Le velocità di lettura e scrittura assumono valori importanti già con file campione di dimensioni ridotte per poi divenire pressoché costanti e sempre al massimo dei valori che l’unità riesce ad esprimere. Le prestazioni ottenute si dimostrano di ottimo livello ed abbondantemente superiori alle specifiche dichiarate dal produttore, sfiorando i 3.000MB/s in lettura e superando i 2.000MB/s in scrittura.
[nextpage title=”Benchmark Sintetici – HD Tune Pro”]
HD-Tune Pro è uno strumento per l’analisi del disco rigido che include funzioni per il benchmark, la cancellazione sicura dei file e la visualizzazione delle cartelle. Il benchmark sintetico ci permette di calcolare le prestazioni dei dischi fissi. E’ possibile misurare il transfer rate e il tempo di accesso ai dati casuali.
Nelle prove che seguono, vi mostriamo i risultati ottenuti nei vari benchmark inclusi in questo programma. I risultati sono espressi, a seconda del test, in MB/s oppure in IOPS (operazioni input e output al secondo).
Benchmark in Lettura – Disco Vuoto
Benchmark in Lettura – Disco Pieno (50%)
Benchmark in Lettura – Disco Pieno (100%)
Benchmark in Scrittura
Considerazioni
Nei test di lettura eseguiti in varie condizioni di saturazione del nuovo Apacer Z280 M.2 PCIe Gen3 x4 NVMe SSD da 240GB emerge un comportamento nel complesso positivo, seppur con prestazioni di trasferimento che risentono in maniera abbastanza marcata dell’aumento della quantità di dati presenti, soprattutto in lettura. Siamo fiduciosi che un intervento a livello firmware possa sicuramente migliorare tale situazione.
Visto l’utilizzo, da parte del programma, di pattern file di dimensioni contenute, l’unità non riesce per ovvie ragioni ad esprimere al meglio le proprie potenzialità, restituendo un livello prestazionale sensibilmente inferiore rispetto ai valori dichiarati. L’unità esprime buoni risultati anche in termini di operazioni I/O al secondo, mostrando un ottimo livello di performance complessive. Il tempo di accesso si dimostra più che buono.
[nextpage title=”Benchmark Sintetici – Futuremark PCMark 8″]
PCMark è un’ormai noto programma di benchmarking e test del sistema sviluppato da Futuremark, in grado di fornire una precisa indicazione di quelle che sono le reali prestazioni del proprio sistema o dei singoli reparti (CPU, Memoria RAM, Storage etc.).
Per le nostre prove ci siamo affidati all’ultima versione del programma (PCMark 8 Professional v2.10.901), in maniera da poter offrire un quadro il più possibile preciso delle prestazioni dell’unità in esame. Nei grafici riportiamo i risultati ottenuti eseguendo la raccolta di benchmark riguardanti, nello specifico, l’unità di archiviazione.
PCMark 8 Professional Edition 2.10.901
Considerazioni
Il punteggio ottenuto con l’ultima versione del programma risulta complessivamente più che positivo ed allineato a quello tipico di altre unità aventi caratteristiche tecniche similari alla soluzione messa a punto da Apacer. Il nuovo Z280 M.2 PCIe Gen3 x4 NVMe SSD, infatti, è stato in grado di esprimere valori soddisfacenti in tutti i singoli test della suite, dimostrandosi pienamente in linea con le aspettative.
[nextpage title=”Benchmark Sintetici – Anvil’s Storage Utilities”]
Anvil’s Storage Utilities è un software scritto da un giovane ed intraprendente programmatore norvegese, molto semplice da utilizzare ed è un potente strumento progettato al fine di fornire un mezzo di valutazione delle prestazioni dei Solid State Drive o Hard Disk Drive.
Per l’esecuzione dei nostri test ci siamo basati sulle impostazioni di default, ovvero quelle selezionate all’installazione del software, con una base di dati comprimibili e non comprimibili.
Dati Comprimibili
Dati non Comprimibili
Considerazioni
Alla stessa stregua dei risultati precedentemente ottenuti anche in con questo programma la soluzione di Apacer ha espresso prestazioni più che soddisfacenti ed in alcuni casi superiori rispetto alle specifiche dichiarate dal produttore stesso.
Così come già osservato con il Crystal Disk Mark l’unità, dotata di controller di ultima generazione Phison PS5007-E7, sembra trarre beneficio nel trattamento di dati di tipo comprimibile, registrando valori davvero molto elevati e superiori alla media. Interessanti, oltre che di ottimo livello, anche il numero di operazioni di I/O eseguite al secondo e i tempi di accesso.
[nextpage title=”Conclusioni”]
Nella recensione di oggi abbiamo avuto il piacere di analizzare, sotto ogni punto di vista, quella che potremmo definire una valida soluzione per tutti coloro che ricercano un’unità SSD PCIe dalle performance convincenti ed affidabilità nel tempo, pur senza rinunciare ad un prezzo particolarmente competitivo. Per questa gamma di prodotti è stato scelto il recente formato M.2/NGFF, nello specifico con fattore di forma di tipo 2280 (80mm di lunghezza), così da assicurare la massima compatibilità e facilità di installazione, specialmente in ambito portatile, all’interno dei moderni e sempre più compatti laptop.
Il produttore taiwanese prevede la commercializzazione di tre differenti modelli, differenziati esclusivamente per quanto riguarda la capacità (120GB, 240GB oppure 480GB) e, di conseguenza le pure prestazioni velocistiche. Nulla cambierà dal punto di vista della componentistica utilizzata, a cominciare dalle NAND Flash di tipo Toggle MLC (Multi Level Cell) a 15nm di Toshiba, sino ad arrivare al controller, che per tutta la linea sarà il recente Phison PS5007-E7 di ultima generazione, capace di assicurare la piena conformità verso lo standard PCIe Gen3 con banda massima teorica pari a ben 32Gb/s (sfruttando quattro linee di terza generazione), nonché verso il protocollo NVMe (Non-Volatile Memory Express) 1.2.
Ne conseguono performance più che soddisfacenti negli scenari di lavoro tipico, oltre che un elevato livello di sicurezza dei dati, grazie al supporto alla crittografia AES a 256-bit tramite protocollo Opal Trusted Computing Group (TCG). Non manca un circuito integrato BCH dedicato alla correzione degli errori (ECC), capace di garantire una verifica a 120bit/2KB, oltre che a funzionalità avanzate come l’End-to-end Data Path Protection e un Global Wear Leveling statico e dinamico espressamente pensato per preservare le prestazioni anche in seguito ad usi particolarmente intensivi dell’unità. Il recupero delle prestazioni è garantito dalla tecnologia TRIM e da un Garbage Collection avanzato, attivato automaticamente durante gli stati idle dell’unità.
Al pari di altre soluzioni del marchio troviamo una serie di ulteriori ed interessanti funzionalità, come le tecnologie SmartECC (dedicata alla ricostruzione di eventuali settori difettosi nell’eventualità che il normale circuito ECC non funzioni adeguatamente), SmartRefresh (dedicata al monitoraggio dello stato di salute dell’ECC e l’aggiornamento periodico dei blocchi al fine di migliorare la conservazione dei dati) e SmartFlush (che riduce al minimo la permanenza dei dati all’interno della memoria cache così da garantirne la conservazione in cavo di interruzione accidentale dell’alimentazione).
L’esecuzione dei test sintetici ha mostrato un ottimo livello prestazionale del disco, con valori che in più di un’occasione hanno abbondantemente superato le specifiche di targa previste dal produttore, soprattutto nel trattamento di dati di tipo comprimibile, nel quale l’unità riesce a dare il meglio di sé. L’unico neo è rappresentato dalle prove effettuate al variare dello stato di riempimento dell’unità (parziale e totale), durante le quali abbiamo riscontrato un calo un po’ troppo marcato delle prestazioni. Siamo tuttavia convinti e fiduciosi che un intervento a livello firmware possa sicuramente migliorare tale situazione.
Durante tutta la fase di test e le svariate ore di utilizzo giornaliero (applicazioni office, game, multimedia) non si sono rilevati inconvenienti di sorta. La temperatura di esercizio si è infatti sempre mantenuta entro livelli più che accettabili (poco sopra i 60°C) e quindi non in grado di innescare l’intervento del Thermal Throttling che, come sappiamo, avrebbe comportato una drastica riduzione delle prestazioni velocistiche in maniera da non stressare eccessivamente le componenti e facilitare il più possibile lo smaltimento del calore.
Indubbiamente utile risulta essere il software proprietario di gestione del disco SSD Utility, capace di consentire, grazie ad un’interfaccia semplice e intuitiva, un controllo completo della propria unità allo stato solido, facilitando l’esecuzione di tutte le funzioni più comunemente utilizzate, compresa la possibilità di effettuare l’aggiornamento del firmware e la cancellazione dei dati in condizioni di sicurezza.
Degna di nota è inoltre, la presenza di una copertura in garanzia della durata di 3 anni, un valore certamente aggiunto che non fa altro che confermare la professionalità e gli elevati standard produttivi adottati dall’azienda taiwanese. Ricordiamo, infine, che l’intera linea è accreditata di un MTBF (tempo medio prima di un potenziale guasto) pari a ben 2 milioni di ore.
Pro:
- Ottima qualità costruttiva;
- Eccellente stabilità operativa;
- Prestazioni velocistiche convincenti e spesso superiori ai valori di targa dichiarati;
- NAND Flash Toshiba Toggle MLC a 15nm;
- Controller di ultima generazione Phison PS5007-E7 con supporto al protocollo NVMe 1.2;
- Buona capacità di archiviazione (pari a 240GB nel modello in esame);
- Implementazione di ottime tecnologie per la sicurezza dei dati e la salvaguardia dello stato di salute del disco;
- Buon livello di endurance (pari a 349TBW nel modello in esame);
- Garanzia di 3 anni e MTBF di 2 milioni di ore.
Contro:
- Prestazioni un po’ troppo suscettibili allo stato di riempimento del disco.
Si ringrazia per il sample fornitoci.
Gianluca Cecca – delly – Admin di HW Legend