Intel Core i7 5960X Extreme Edition: Haswell-E al debutto

001-intel-haswell-e-copertinaOrmai da diverso tempo, il noto colosso di Santa Clara ci ha abituati fin da subito, ad assistere ad un rinnovamento dei suoi processori a cadenza pressochè annuale, seguendo l’ormai consueto approccio a fasi “Tick-Tock”. Dopo aver saggiato, qualche mese fa, la bontà della nuova architettura Haswell nel segmento di mercato destinato ai grandi volumi di vendita, eccone il debutto nella fascia alta, dedicata espressamente agli appassionati più esigenti, in abbinamento ad una nuova ed esclusiva piattaforma di riferimento, basata sul nuovissimo chipset X99 Express e affiancata, per la prima in ambito desktop, da memorie DDR4. Nel corso di questa nostra recensione vi mostreremo le caratteristiche tecniche e prestazionali del nuovo microprocessore top di gamma per sistemi desktop Intel Core i7 5960X Extreme Edition, dotato di ben otto core integrati e tecnologia Hyper-Threading, in abbinamento ad una scheda madre targata ASRock davvero molto interessante quale la Fatal1ty X99M Killer e ad un kit di memorie DDR4 prodotto dalla taiwanese G.Skill. Non ci resta che augurarvi una piacevole lettura!

Intel Core i7 5960X Extreme Edition: Haswell-E al debutto – Recensione di Gianluca Cecca | delly – Voto: 5/5


Introduzione:


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Nel lontano 1968 Robert Noyce e Gordon Moore lasciarono la Fairchild Semiconductor e fondano Intel Corporation. Il terzo dipendente fu AndrewAndyGrove, che diresse l’azienda dal suo arrivo negli anni sessanta fino al suo pensionamento, avvenuto negli anni novanta, facendola diventare una tra le più grandi multinazionali del mondo.

Inizialmente la produzione si limitava a componenti per memorie e, durante gli anni settanta, l’azienda divenne leader nella produzione di memorie DRAM, SRAM e ROM. Da quando però nel 1971, Marcian Hoff, Federico Faggin, Stanley Mazor e Masatoshi Shima svilupparono il primo microprocessore, l’Intel 4004, gradualmente fino agli anni ottanta la produzione si spostò verso quella dei microprocessori facendo diventare Intel una dei colossi in questo settore.

Nel 1983 toccò al presidente della società, Andy Grove, prendere una delicata decisione, abbandonare la produzione di memorie per focalizzarsi esclusivamente sui microprocessori. Un elemento chiave di questo processo fu sicuramente l’8086 che nel 1982 fu scelto per i PC IBM alla condizione (imposta da IBM) di avere una seconda fonte di produzione. La seconda fonte sarà AMD, che con uno scambio di licenze diviene il secondo fornitore di processori 8088 e 8086 per i PC IBM. Il “problema” dei secondi fornitori sarà sempre presente fino all’avvento del Pentium.

Durante gli anni novanta la Intel Architecture Labs (IAL) fu la maggior responsabile delle innovazioni hardware dei personal computer, fra cui il bus PCI, il bus PCI Express, l’Universal Serial Bus (USB) e le prime architetture per server multiprocessori (SMP).

Il controllo totale del mercato dei processori x86 procurò a Intel negli anni molte cause da parte dell’Antitrust. Attualmente l’azienda controlla l’85% del mercato dei processori 32-bit, unico suo avversario è la Advanced Micro Devices (AMD) con cui Intel ha un accordo dal 1976: ognuna delle due major può usare le tecnologie brevettate dall’avversario senza dover richiederne il consenso.

Intel produce al momento microprocessori, componenti di rete, chipset per schede madri, chip per schede video e molti altri circuiti integrati. Nel settembre del 2007 la società ha acquisito Havok, noto sviluppatore in ambito software per lo sviluppo dell’omonimo motore fisico utilizzato in più di 150 videogiochi.

A oggi Intel Corporation ha il vanto di essere la più grande azienda multinazionale produttrice di semiconduttori, leader indiscusso nel suo segmento di mercato.

Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale a questo indirizzo.

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Novità e caratteristiche dei modelli presentati – Parte Prima:


Sono ormai diverse generazioni che il colosso di Santa Clara ci ha abituati ad assistere ad un rinnovamento differito per quanto riguarda le soluzioni top di gamma, sfruttando la sua architettura di ultima generazione dapprima in abbinamento alle proposte di fascia mainstream, e solamente in un secondo momento estendendola ai vertici dell’offerta.

Da molti anni a questa parte, infatti, l’azienda americana propone, per quanto riguarda i sistemi desktop, due piattaforme ben distinte, caratterizzate da differenti socket di connessione e affiancate da diversi PCH (Platform Controller Hub), in maniera tale da offrire una più ampia scelta per l’utente finale, in relazione a quelle che sono sue le reali esigenze e disponibilità economiche.

Fino a qualche settimana fa, la fascia alta dell’offerta prevedeva microprocessori basati su architettura Ivy Bridge, affiancati dalle schede madri socket LGA-2011 dotate di PCH Intel X79 Express. Una piattaforma che, nonostante le ottime prestazioni velocistiche garantite, necessitava indubbiamente di una ventata di aria fresca, in modo tale da renderla appetibile anche di fronte alla ben più moderna piattaforma di fascia media LGA-1150, affiancata alla quarta generazione di microprocessori Core, basati sull’efficiente architettura Haswell.

Ecco quindi al debutto la nuova piattaforma desktop di riferimento per utenti enthusiast, radicalmente rivista rispetto al passato e resa ancor più esclusiva dall’utilizzo, per la prima volta in sistemi desktop, di moduli di memoria DDR4. I nuovi microprocessori Haswell-E appartenenti alla famiglia Core i7 5000, infatti, non soltanto si basano sulla stessa efficiente architettura delle soluzioni di fascia media, ma vantano l’implementazione di un nuovissimo Memory Controller Integrato (IMC), compatibile unicamente con i nuovi moduli di memoria ad alte prestazioni.

Questa significativa particolarità ha reso inevitabile, oltre che l’introduzione di nuove schede madri, basate sul nuovo e rinnovato PCH X99 Express, anche di un diverso socket di connessione, denominato LGA-2011-v3, appositamente progettato per soddisfare maggiori richieste energetiche dei nuovi modelli ed impedire, nello stesso tempo, l’installazione dei microprocessori della passata generazione, ovviamente non compatibili, sulle nuove schede madri e viceversa.

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Per la gioia degli appassionati, inoltre, viene finalmente riproposta una saldatura di tipo fluxless tra il Die ed il generoso heatspreader integrato (IHS) che lo ricopre e protegge. Questo consente un più rapido ed efficiente trasferimento del calore e, potenzialmente, maggiori margini di overclock rispetto alle ultime soluzioni contraddistinte dall’uso di una normale pasta termica.

Nella tabella che segue riassumiamo le principali caratteristiche tecniche dei tre nuovi modelli presentati, tutti caratterizzati da un TDP di 140W e destinati a prendere il posto dei microprocessori della famiglia Core i7 4000 (Ivy Bridge-E) da tempo presenti sul mercato:

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Il nuovo microprocessore Core i7 5960X, come intuibile dalla presenza del suffisso “X” posto a seguito del modello, si pone al vertice della famiglia Extreme Edition. Questa linea di prodotti rappresenta la massima espressione dell’azienda americana, rivolta agli appassionati in cerca del massimo delle prestazioni e delle potenzialità di overclock, potendo contare su una maggiore selezione e sulla presenza di un moltiplicatore di frequenza completamente sbloccato.

Rispetto al modello che va a sostituire, vale a dire il Core i7 4960X, notiamo una sostanziale differenza: il numero di core integrati. Per la prima volta in sistemi desktop, infatti, Intel propone un microprocessore dotato di architettura a 8 core e provvisto di tecnologia Hyper-Threading, che gli consente di lavorare contemporaneamente su ben 16 Thread. Di conseguenza è stato esteso il quantitativo di memoria Cache unificata, che raggiunge quota 20MBytes.

Questo fa in modo che non soltanto venga compensata la minore frequenza operativa di base (oltre che la massima frequenza raggiungibile con tecnologia Turbo Boost 2.0 attiva), inevitabile per non eccedere dal già elevato TDP (Thermal Design Power), ma che venga addirittura definito un nuovo standard prestazionale, grazie ad una potenza di elaborazione in multitasking senza precedenti. Nessuna novità per quanto riguarda il prezzo consigliato, fissato come di consueto a 999 dollari.

Il modello intermedio della nuova famiglia Haswell-E, vale a dire il Core i7 5930K, al contrario del suo diretto predecessore (Core i7 4930K), non vanta lo stesso quantitativo di core integrati della versione di punta, bensì si presenta con un’architettura di tipo esacore. Non manca, ovviamente, la tecnologia Hyper-Threading, che gli consente di lavorare contemporaneamente su 12 Thread.

Il suffisso “K” indica, come ormai ben noto, la presenza di un moltiplicatore di frequenza completamente sbloccato, al pari delle più costose versioni Extreme Edition. Anche la memoria Cache unificata subisce un ritocco verso il basso di 5MBytes, passando da 20MByte a 15MBytes. Tutto questo viene in parte compensato da una maggiore frequenza operativa, che raggiunge quota 3.5GHz (con possibilità toccare i 3.7GHz con Turbo Boost 2.0). Ancora una volta il prezzo consigliato non cambia rispetto alla precedente generazione di prodotti, rimanendo ancorato a 583 dollari.

Se in occasione della presentazione delle soluzioni Sandy Bridge-E, e successivamente Ivy Bridge-E, il modello intermedio era indubbiamente quello più appetibile, per via di specifiche tecniche equiparabili alla proposta top di gamma a fronte di una consistente riduzione del prezzo finale, tra i nuovi microprocessori al debutto potrebbe essere il “piccolo” Core i7 5820K a riscuotere il maggior successo tra gli appassionati, grazie ad un prezzo consigliato di appena 389 dollari.

L’architettura di base di tipo esacore viene mantenuta, così come non manca la tecnologia Hyper-Threading, che consente anche al modello entry level di lavorare contemporaneamente su ben 12 Thread. Nessuna differenza nemmeno per quanto riguarda la memoria Cache unificata, sempre pari a 15MBytes. La frequenza operativa viene leggermente ridotta fino a raggiungere i 3.3GHz (con possibilità però di toccare i 3.6GHz con Turbo Boost 2.0), ma indubbiamente la presenza di un moltiplicatore completamente sbloccato rende questo aspetto praticamente irrilevante.

Ma allora perché mai il Core i7 5930K dovrebbe in qualche modo essere preso in considerazione? Per rispondere a questa domanda, che certamente si porrà la maggior parte degli appassionati di tutto il mondo, bisogna andare a “scavare” più in profondità nelle specifiche tecniche dei nuovi Haswell-E, o più precisamente in quelle del controller PCI-Express integrato.

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Se i due modelli precedentemente osservati sono in grado di gestire un massimo di ben 40 linee di terza generazione (PCI-Express 3.0), consentendo il pieno sfruttamento di configurazioni Multi-GPU NVIDIA SLI o AMD CrossFireX anche con quattro schede grafiche in parallelo, nel “piccolo” Core i7 5820K questo quantitativo è limitato a 28 linee, riducendo a tre il numero massimo di schede grafiche affiancabili.

E’ tuttavia evidente che questa limitazione non rappresenterà un vero e proprio problema per la maggior parte degli utenti, essendo il Multi-GPU 4-Way una configurazione estremamente di nicchia e certamente non molto diffusa.

Nel caso di utilizzo, nel proprio sistema, di una singola scheda grafica (anche nell’eventualità che si tratti di una soluzione a doppia GPU), non vi sarà alcuna differenza prestazionale tra i vari modelli, così come non si avvertiranno grosse limitazioni nemmeno affiancando due o anche tre schede grafiche, anche grazie alla maggiore ampiezza di banda resa disponibile dal PCI-Express di terza generazione.

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Novità e caratteristiche dei modelli presentati – Parte Seconda:


I nuovi microprocessori Haswell-E non impressionano però solamente in quanto a pure prestazioni velocistiche, ma anche per alcuni dettagli prettamente tecnici, a cominciare dallo strabiliante quantitativo di transistor, ben 2.6 miliardi, integrati in un die con dimensioni di poco superiori ai 355 mm2 (17.6 mm x 20.6 mm). Tutto questo è stato reso possibile grazie all’avanzata tecnologia produttiva a 22nm con Transistor Tri-Gate (3D), presentata dall’azienda di Santa Clara in occasione del debutto delle soluzioni Ivy Bridge.

Con l’aggiunta di una terza dimensione (da qui la denominazione di transistor 3D), è stato possibile aumentare la densità dei transistor e inserire più funzionalità in ogni millimetro quadrato. I nuovi transistor tridimensionali sono in grado di garantire, inoltre, un miglior flusso degli elettroni, riducendo la resistenza elettrica e quindi di conseguenza il calore sviluppato e i consumi energetici.

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Una diretta conseguenza dell’avere consumi energetici più contenuti, resi possibili grazie alla nuova tecnologia produttiva a 22nm e dall’utilizzo dei transistor tridimensionali, risiede nella possibilità di poter incrementare, in tutta sicurezza, la frequenza operativa del processore. A farlo, in maniera del tutto automatizzata, sarà la tecnologia Intel Turbo Boost 2.0, grazie alla quale la frequenza operativa di ogni core verrà variata dinamicamente in relazione al carico di lavoro. Vediamo come agisce questa interessante tecnologia nei tre nuovi modelli presentati:

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Al contrario delle notizie che circolavano in rete precedentemente al debutto dei nuovi microprocessori l’architettura interna è ad 8 core nativi. A dimostrare l’assenza di unità disabilitate è l’immagine del layout interno del Die del nuovo modello di punta della famiglia, fornita dalla stessa Intel:

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Come di consueto troviamo una memoria cache suddivisa su tre livelli. Nel primo (Cache L1) troviamo 64KBytes per ogni core, di tipo associativo, dedicati per metà alla gestione dei dati e per l’altra metà alla gestione delle istruzioni. Il secondo livello (Cache L2) conta 256KBytes per ogni core, sempre di tipo associativo.

Il terzo livello (Cache L3) è invece di tipo condiviso, e conta ben 20MBytes di memoria. Grazie al supporto alla tecnologia Intel Smart Cache, questa memoria condivisa, può essere allocata dinamicamente a ciascun core del processore, in relazione al carico di lavoro, riducendo quindi le latenze nell’esecuzione di dati di uso frequente e migliorando di conseguenza le performance.

Le nuove soluzioni Haswell-E implementano inoltre un più ricco set di istruzioni, rispetto ai microprocessori che vanno a sostituire. Oltre all’intero set di istruzioni MMX ed EM64T, alle estensioni SSE (dalla 1 alla 4.2), alle istruzioni VT-x per la virtualizzazione e alle AES ed AVX, infatti, è presente il pieno supporto per le recenti AVX2 ed FM3, utilizzate soprattutto in programmi dedicati ai calcoli scientifici.

Grazie alla tecnologia Hyper Threading (HT) ogni core fisico viene rilevato dal sistema operativo come due processori logici (da qui i 12/16Thread) incrementandone l’efficienza.

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Il controller di memoria, sempre di tipo Quad Channel, è stato profondamente rivisto in maniera da offrire il pieno supporto verso i nuovi moduli di memoria DDR4, fino ad una frequenza operativa massima certificata pari a 2.133MHz. Questo si traduce in una maggiore banda di picco, che raggiunge quota 68,2GB/s, contro i 59,7GB/s registrati dalle soluzioni Ivy Bridge-E in abbinamento ai moduli di memoria DDR3 operanti a 1.866MHz.

Sempre all’interno del Die troviamo, inoltre, tutta la logica di gestione dell’input/output verso i componenti esterni montati sulla scheda madre.

Andiamo ora ad osservare nel dettaglio le principali caratteristiche tecniche e novità introdotte dal nuovo PCH Intel X99 Express.

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Nuovo Chipset Intel X99 Express – Caratteristiche Tecniche:


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L’introduzione delle nuove soluzioni Haswell-E, nelle prossime settimane, causerà senza dubbio grande fermento nel mercato delle schede madri per sistemi desktop per via del pensionamento, dopo quasi tre anni di onorato servizio, del PCH (Platform Controller Hub) X79 Express, in favore del nuovissimo X99 Express.

Un aggiornamento di questo genere si è reso ovviamente inevitabile non soltanto per sfruttare appieno tutte le novità messe a disposizione dai nuovi microprocessori, ma soprattutto per rendere maggiormente appetibile la nuova piattaforma di riferimento per utenti enthusiast nei confronti della moderna fascia media, basata sul recente PCH Z97 Express, capace di offrire supporto verso tutte le ultime tecnologie disponibili.

Nelle ultime generazioni abbiamo assistito ad una graduale semplificazione dei chipset, dovuta essenzialmente all’integrazione, direttamente all’interno dei microprocessori, di buona parte delle funzionalità che in passato erano esclusivamente a loro carico, come ad esempio il Controller PCI-Express ed il Memory Controller.

Di conseguenza, se in passato vi era la necessità di ricorrere addirittura a più di un chip (Northbridge e Southbridge), per gestire al meglio tutte le funzioni indispensabili, adesso ne basta uno soltanto, denominato PCH (Platform Controller Hub). Nel diagramma che segue vi mostriamo la struttura del nuovo X99 Express:

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Come vediamo dal diagramma della nuova piattaforma enthusiast, i microprocessori Haswell-E mantengono un Memory Controller Integrato (IMC) di tipo Quad Channel, apportando però una sostanziale differenza rispetto al passato, ovvero la compatibilità con i nuovi moduli di memoria DDR4.

Il passaggio a questa nuova tipologia di memoria seppur appaia indubbiamente poco sensato al momento, porterà certamente grandi benefici man mano che i vari produttori offriranno moduli con densità sempre maggiore e contraddistinti da consumi energetici più contenuti, grazie alla minore tensione di alimentazione necessaria. La frequenza operativa massima certificata raggiunge quota 2.133MHz, consentendo una bandwidth massima teorica veramente molto elevata, pari a ben 68,2 GB/s.

Nessuna sostanziale differenza per quanto riguarda, invece, il Controller PCI-Express integrato, sempre in grado di gestire un massimo di ben 40 linee PCI-Express 3.0 (che scendono a 28 linee nel microprocessore Core i7 5820K), supportando appieno le tecnologie Multi-GPU sia di NVIDIA (SLI) che di AMD (CrossFireX). Rispetto alla precedente generazione viene però garantita una maggiore flessibilità, rendendo possibili configurazioni 2×16 o addirittura 5×8, ovviamente a patto di utilizzare uno dei due nuovi microprocessori capaci di gestire 40 linee.

Il nuovo PCH è collegato al processore per mezzo di un Link DMI 2.0 di tipo X4, che si occupa di fungere da bridge fra la CPU stessa e i vari controller integrati e non. Sul fronte prettamente tecnico una delle più attese novità riguarda il controller USB, ora finalmente capace di offrire un supporto di tipo nativo a ben 6 porte USB 3.0, in aggiunta ad ulteriori 8 porte USB 2.0.

Viene, inoltre, aumentato il numero di connessioni SATA 3.0 6Gb/s, raggiungendo le 10 porte, e supportando appieno la tecnologia Rapid Storage 13.1. Al pari dei recenti PCH Serie 9, dedicati alle soluzioni di fascia media, troviamo piena compatibilità con le unità di storage SSD di nuova generazione, dotate di interfaccia meccanica di tipo M.2 PCI-Express oppure SATA Express.

La prima tipologia, nota anche con l’acronimo NGFF (Next Generation Form Factor) si presenta con un connettore simile, ma ovviamente non identico, al vecchio mSATA, ma consente di incrementare in maniera sensibile il bandwidth teorico, dagli ormai limitanti 600MB/s previsti dallo standard Serial ATA 3.0, fino a ben 1GB/s.

La seconda tipologia, vale a dire SATA Express, non presenta differenze per quanto riguarda il connettore utilizzato (di tipo SATA standard) e garantisce comunque, almeno in questa prima versione, la medesima bandwidth teorica di 1GB/s. Abbiamo precisato “in questa prima versione” poiché in realtà, secondo le specifiche ratificate dal SATA-IO (Serial ATA International Organization), le periferiche connesse via SATA Express potrebbero raggiungere un picco massimo ben più elevato, pari a ben 16Gbps, a patto di sfruttare un collegamento PCI-Express Gen 3.0.

Questo probabilmente verrà implementato da Intel a partire dalla prossima generazione di chipset, fino ad allora entrambe le interfacce di collegamento supportate, vale a dire M.2 PCI-Express e SATA Express, sfrutteranno una coppia di linee PCI-Express 2.0, gestite direttamente dal PCH.

La tipologia di interfaccia da impiegare è a discrezione del produttore della scheda madre, ma è doveroso precisare che anche nell’eventualità che in un particolare modello siano entrambe supportate, non sarà comunque possibile un utilizzo in parallelo in quanto verrebbero comunque condivise le linee PCI-Express che il PCH dedica allo scopo.

Grazie alla rinnovata tecnologia Rapid Storage 13.1, viene garantito il pieno supporto verso queste nuove tipologie di periferiche, consentendone l’utilizzo sia come unità di avvio e sia affiancandole a dischi rigidi tradizionali in maniera da creare una soluzione ibrida. Inoltre viene sfrutta la tecnologia Dynamic Storage Acceleration in modo tale che eventuali impostazioni di risparmio energetico non compromettano le prestazioni velocistiche dell’unità di storage.

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Come di consueto non mancano un sottosistema Audio High Definition, un’interfaccia di rete Gigabit integrata e la possibilità di gestire ulteriori 8 linee PCI-Express 2.0 (la cui gestione è a discrezione del produttore della scheda madre).

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L’azienda di Santa Clara, inoltre, segnala il supporto ufficiale alla tecnologia Thunderbolt 2.0 da parte delle schede madri basate su PCH X99 Express. Questa interfaccia di connessione, sviluppata in collaborazione con Apple, è pensata per offrire un unico collegamento per una vasta gamma di dispositivi multimediali, quali schermi (compatibili con le specifiche DisplayPort 1.2 e risoluzioni fino al 4K), unità di memorizzazione o fotocamere digitali, garantendo una velocità di trasferimento bidirezionale dei dati massima teorica davvero notevole, pari a ben 20 Gb/s, ovvero ben quattro volte superiore a quella offerta con un collegamento di tipo USB 3.0 ed il doppio di quanto era capace la prima generazione di Thunderbolt.

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Non manca la possibilità di collegare tra loro due computer, creando una rete locale con velocità di trasferimento equiparabili ad una connessione di tipo ethernet 10Gbit. La maggior parte dei produttori di schede madri renderà accessibile questa tecnologia previa installazione di una scheda aggiuntiva compatibile in uno slot PCI-Express.

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ASRock Fatal1ty X99M Killer – Confezione e Bundle:


La prima scheda madre per piattaforma Intel Haswell-E ad arrivare in redazione è la nuova ASRock Fatal1ty X99M Killer, una particolare soluzione in formato Micro-ATX espressamente dedicata ai videogiocatori. La confezione si presenta con l’ormai consueta livrea caratteristica del settore gaming di ASRock, ovvero una colorazione di base nera in cui spicca il logo “Fatal1ty” stilizzato e circondato da squarci e schizzi di sangue.

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Per chi ancora non lo sapesse “Fatal1ty” non è altro che il nickname utilizzato dal grande Johnathan Wendel, uno dei più famosi e affermati videogiocatori professionisti degli ultimi anni. Come prevedibile, quindi, i prodotti provvisti del suo marchio strizzano inevitabilmente l’occhio al mondo del gaming, incarnando le doti principali che un giocatore cerca in una scheda madre da utilizzare come base per il proprio sistema videoludico, ovvero porte USB espressamente dedicate alle periferiche di gioco, un controller per la gestione della LAN ed una tecnologia dedicata al suono capace di rendere l’esperienza di gioco unica ed appagante.

Tornando alla confezione è doveroso precisare che gli elementi grafici non rappresentano solo un fattore meramente estetico ma offrono un quadro completo delle funzionalità della scheda madre fornendo al possibile acquirente l’opportunità di valutare se il prodotto possa soddisfare le proprie esigenze.

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Sulla parte frontale sono presenti il logo aziendale ASRock, un’immagine stilizzata del marchio “Fatal1ty” che rappresenta la serie di appartenenza di questo prodotto, vale a dire la famiglia Gaming Series, la nomenclatura del modello, una serie di icone riguardanti le principali tecnologie e funzionalità esclusive supportate, tra le quali il pieno supporto alle tecnologie Multi-GPU di AMD ed NVIDIA, alla tecnologia proprietaria HDD Saver, la presenza di uno slot Ultra M.2 PCI-Express, indispensabile per l’installazione delle recenti e prestanti unità di storage compatibili, di un sottosistema audio di qualità Purity Sound 2 e la compatibilità con l’ultimo sistema operativo di Microsoft (Windows 8.1).

Non manca, inoltre, un generoso logo “Super Alloy Motherboard” a garanzia dell’impiego di componentistica discreta e soluzioni di raffreddamento all’avanguardia, espressamente pensate per garantire non soltanto le migliori prestazioni possibili, ma anche e soprattutto una maggiore stabilità e durevolezza nel tempo.

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Posteriormente ritroviamo le principali icone rappresentative delle tecnologie supportate, questa volta però con maggiori dettagli. E’ data giusta enfasi alle tecnologie proprietarie dell’azienda, come la certificazione “Super Alloy Motherboard” e “Gaming Armor”, una serie di accorgimenti espressamente pensati per i videogiocatori più esigenti.

A riguardo non poteva mancare una didascalia riferita alla scheda di rete Killer E2200, capace di garantire prestazioni notevolmente superiori a quelle dei tradizionali controller integrati, riducendo notevolmente il LAG durante le sessioni di gioco online. Altre didascalie indicano i componenti principali utilizzati sulla scheda madre e il software fornito in dotazione. Completano il quadro descrittivo un elenco delle specifiche tecniche della motherboard ed un’immagine della stessa.

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Lateralmente sono riportate le principali features del prodotto tradotte nelle varie lingue dei paesi in cui viene esportato, una targhetta con tutti i codici identificativi e la nomenclatura della scheda madre.

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Apriamo la confezione e, come accade di solito, notiamo che l’interno è diviso in due comodi scomparti. In quello superiore è contenuto tutto il bundle in dotazione ed in quello inferiore la scheda madre opportunamente chiusa in una busta in materiale plastico antistatico.

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Dopo aver estratto la scheda dal sacchetto notiamo con piacere che la protezione ulteriore della stessa è demandata ad una vaschetta realizzata in poliuretano espanso che evita qualsiasi danno derivante da colpi o cadute accidentali.

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Il bundle fornito in dotazione è così composto:

  • 2 x Manuali d’istruzioni per l’installazione e l’uso;
  • 1 x Guida alla tecnologia ASRock Cloud;
  • 1 x DVD contenente driver e utility;
  • 1 x Bustina con N°1 viti per il fissaggio dell’eventuale unità di storage M.2 PCI-Express;
  • 1 x Cavo di alimentazione SATA (doppio);
  • 2 x Cavi SATA-III (6Gb/s) di buona qualità;
  • 1 x Adesivo per case;
  • 1 x Bridge NVIDIA 2-Way SLI rigido;
  • 1 x Mascherina I/O Shield.

A nostro avviso, il bundle fornito in dotazione da ASRock risulta  completo e consente fin da subito di godere a pieno del prodotto. Il manuale di istruzioni lo potete scaricare direttamente dal sito del produttore. Scopriamo ora quali sono le principali caratteristiche tecniche e features supportate dalla scheda madre Fatal1ty X99M Killer.

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Specifiche e Features ASRock Fatal1ty X99M Killer:


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ASRock sta dimostrando, nel corso degli ultimi anni, di essere un’azienda molto vitale e con una capacità di innovazione molto elevata. I suoi prodotti sono sempre più ricchi di features che propongono soluzioni tecniche all’avanguardia ed uniche nel loro genere, dedicate sia al comparto hardware che a quello software. La nuova scheda madre Fatal1ty X99M Killer è basata sul nuovissimo socket LGA-2011-v3, appositamente pensato per ospitare tutti i nuovi microprocessori Intel basati su architettura Haswell-E.

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La memoria di sistema si basa sull’architettura Quad-Channel DDR4, con una capacità massima di 64 GB e supporta frequenze in overclock fino a ben 3.000MHz, anche con profili XMP 2.0. E’ possibile realizzare configurazioni Multi-GPU con schede grafiche in SLI (Nvidia) o CrossfireX (AMD) per assemblare sistemi di grafica avanzati.

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Non manca il supporto agli standard USB 3.0 e SATA III 6Gb/s per una migliore gestione di dispositivi di archiviazione veloci, nonché la possibilità di collegare unità di storage SSD di nuova generazione, dotate di interfaccia M.2 PCI-Express.

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Le specifiche tecniche della ASRock Fatal1ty X99M Killer, così come dichiarate dal produttore le trovare al seguente indirizzo. Le caratteristiche dichiarate mostrano la volontà dell’azienda di dare vita ad un prodotto senza compromessi e con uno spirito volto alle prestazioni pure. La scheda è capace di soddisfare non soltanto i videogiocatori più esigenti, ma anche gli overclocker che vogliono cimentarsi con questa pratica.

Le CPU e le memorie attualmente supportate le trovate a questi indirizzi: CPU List e Memory List. Possiamo chiaramente evincere come ASRock abbia dedicato molto impegno nel realizzare una scheda madre senza compromessi. La scheda è pronta per supportare senza problemi il nuovo sistema operativo Windows 8.1.


ASRock Fatal1ty X99M Killer – Layout


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ASRock ha dimostrato, nel corso degli anni, di essere un’azienda molto vitale e con una capacità di innovazione molto elevata. I suoi prodotti sono sempre più ricchi di feature che propongono soluzioni tecniche all’avanguardia ed uniche nel loro genere, dedicate sia al comparto hardware che a quello software. Una panoramica delle principali feature presenti nella nuovissima Fatal1ty X99M Killer le trovate al seguente indirizzo.

Le innumerevoli features rispecchiano a pieno la volontà del produttore di realizzare una scheda madre performante e con componenti di altissima qualità. Le novità stilistiche e funzionali rendono il prodotto unico nel suo genere.

Ora siamo pronti per andare ad analizzare in dettaglio la soluzione Fatal1ty X99M Killer di ASRock.

{jospagebreak_scroll title=ASRock Fatal1ty X99M Killer – Parte Prima:}


ASRock Fatal1ty X99M Killer – Parte Prima:


Iniziamo la nostra esplorazione nel layout della ASRock Fatal1ty X99M Killer osservando e toccando con mano il pcb. Nel maneggiarla l’impressione restituita è di solidità e di una realizzazione molto curata. Il PCB è molto resistente e abbastanza rigido, ha una colorazione nero lucida ed il suo form-factor è aderente allo standard Micro-ATX, ovvero ha dimensioni di 24,4 x 24,4 cm.

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Per ciò che concerne i componenti discreti utilizzati, condensatori allo stato solido “Nichicon 12K Platinum Caps” prodotti da aziende giapponesi leader nel settore e induttanze “Premium Alloy”, sono un chiaro segnale dell’estrema cura e della volontà espressa da ASRock nel voler realizzare un prodotto senza compromessi che possa garantire non solo un alto grado di overclock e di divertimento ma che sia anche espressione di durevolezza e stabilità nelle eventuali lunghe sessioni di utilizzo. Sul lato posteriore non sono presenti elementi di rilievo, solo il backplate del meccanismo di ritenzione del processore di produzione Foxconn.

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Come vediamo il layout appare pulito e ordinato, tutti i componenti sono posti con criterio nello spazio a disposizione. In posizione centrale spicca il nuovo socket LGA-2011-v3, in grado di ospitare non soltanto i nuovi microprocessori di fascia alta per sistemi desktop Haswell-E, ma anche le declinazioni per server Haswell-EP, compreso il modello Xeon E5-2699V3 con ben 18 core integrati e tecnologia Hyper-Threading.

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La zona nelle immediate vicinanze appare abbastanza ordinata e libera, caratteristica che facilita l’impiego di dissipatori anche voluminosi oppure, in caso di overclock estremi, la coibentazione. Il nuovo meccanismo di fissaggio del processore, prodotto in questo caso da Foxconn, prevede una coppia di levette, da aprire e richiudere nella giusta sequenza. Il fissaggio del sistema di dissipazione dedicato al processore avviene semplicemente sfruttando la filettatura presente.

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L’assoluta stabilità operativa e la longevità sono garantite dall’impiego di componentistica discreta di elevata qualità e dalla presenza di un sistema di dissipazione del calore in alluminio particolarmente generoso nelle dimensioni, capace di garantire il mantenimento di basse temperature d’esercizio anche in situazioni di elevato stress.

La particolare circuiteria di alimentazione Digi Power, della nuova Fatal1ty X99M Killer, prevede ben 12 fasi digitali, perfettamente in grado di concedere un buon margine di divertimento per gli amanti dell’overclocking.

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L’azienda ha, inoltre, implementato una tecnologia proprietarie, denominata Full Spike Protection, pensata per incrementare la longevità dei vari circuiti, grazie ad una serie di protezioni integrate per l’umidità (Dehumidifier), per le scariche elettrostatiche (ESD Protection), per sovratensioni causate da eventuali malfunzionamenti dell’alimentatore di sistema (Surge Protection) e per i picchi improvvisi e violenti di voltaggio, causati ad esempio dai temporali (Lightning Protection).

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Per soddisfare nel migliore dei modi la richiesta energetica del processore è presente un connettore di alimentazione 12v 8-Pin EPS.

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Uno dei particolari che salta subito all’occhio osservando la scheda riguarda senza dubbio la particolare disposizione dei quattro slot a disposizione per le memorie, suddivisi una metà alla sinistra e l’altra metà alla destra del Socket LGA-2011-v3.

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La scheda supporta esclusivamente i nuovi moduli DDR4 in configurazione Quad-Channel, fino a una frequenza massima certificata di ben 3.000MHz (OC), con pieno supporto alla tecnologia Intel XMP 2.0. In caso di utilizzo di un microprocessore Xeon per server sono pienamente supportati moduli di memoria provvisti di tecnologia ECC (Error Correction Code).

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Il quantitativo massimo di memoria installabile è pari a 64GB. In prossimità degli slot per le memorie troviamo anche il connettore di alimentazione ATX 24 Poli, parte della circuiteria dedicata alla corretta alimentazione dei moduli, un Header per la gestione di due porte USB 3.0 supplementari ed un comodo Debug Display LED a segmenti, che consente l’identificazione immediata di eventuali problemi di funzionamento della macchina.

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Le possibilità di espansione sono garantite da uno slot PCI-Express 2.0 16X, utile per l’installazione ad esempio di schede audio dedicate, controller dischi o recenti unità SSD, ed una coppia di slot PCI-Express Gen 3.0 16x a supporto delle tecnologie Multi-GPU AMD CrossFireX ed NVIDIA SLI, in configurazione 2-Way (16x/16x oppure 16x/8x nel caso di utilizzo del microprocessore Core i7 5820K capace di gestire un massimo di 28 linee).

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ASRock Fatal1ty X99M Killer – Parte Seconda:


Per fornire il giusto quantitativo di corrente alle linee PCI-Express, nell’eventualità di utilizzo di configurazioni Multi-VGA, magari anche in condizioni di lavoro fuori specifica, la Fatal1ty X99M Killer dispone di un connettore Molex 4-Pin supplementare, posizionato sotto l’ultimo slot PCI-Express 16x.

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Nell’area in basso a destra sono presenti ben 10 porte Serial ATA, tutte ruotate in modo da facilitare l’inserimento dei cavi e migliorare il “cable management”, la cui gestione è affidata al nuovo PCH Intel X99 Express. Tutte le connessioni presenti supportano pienamente lo standard Serial ATA di terza generazione a 6Gb/s, nonché le tecnologie RAID 0, 1, 5, 10 e Intel Rapid Storage 13.

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Il produttore ha dotato, inoltre, questo prodotto di un connettore Ultra M.2 PCI-Express su bus PCIe 3.0 X4, capace di garantire una bandwidth davvero notevole, pari a ben 32Gb/s. Sono pienamente supportate tutte le unità SSD di nuova generazione con form-factor NGFF (Next Generation Form Factor) fino a ben 110mm di lunghezza.

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In prossimità delle porte Serial ATA, troviamo anche il connettore che consente di sfruttare la tecnologia proprietaria HDD Saver, che prevede la possibilità di attivare o disattivare i dischi rigidi connessi, ma non in condizione di lavoro, semplicemente via software, garantendo così non soltanto una maggiore durata dei dischi stessi, ma anche un sempre gradito risparmio energetico.

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La scheda dispone, inoltre, di una doppia EEPROM BIOS rimuovibile con rispettivo Switch di selezione, utile per recuperare la scheda madre in caso di errori di programmazione in fase di aggiornamento o di corruzione dati del BIOS primario, oppure semplicemente per testare versioni di BIOS beta o modificate senza troppi rischi.

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Sempre nella parte bassa della scheda trovano posto vari connettori per ventole, porte Audio, USB 2.0, COM, Thunderbolt supplementari e il pannello con i collegamenti alle funzioni del case.

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La gestione dell’audio è affidata al chip Realtek ALC1150, capace di offrire supporto Audio HD (High Definition) a 8 canali, Input/Output su S/PDIF a 16/20/24bit e frequenze di campionamento fino a 192KHz. Grazie alla tecnologia Purity Sound 2, ASRock offre la migliore qualità audio disponibile per ottenere un suono chiaro e cristallino, mentre si ascolta musica o durante una sessione di gioco.

Per eliminare qualsiasi tipo d’interferenza elettromagnetica (EMI), oltre ad essere prevista una particolare schermatura, è stato completamente isolato il circuito audio dagli altri circuiti sulla scheda madre. L’amplificatore cuffie integrato, i condensatori audio ad alta qualità e i connettori placcati oro permettono di ottenere una qualità sonora davvero incredibile.

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Spostandoci dalla parte opposta possiamo notare il chip dedicato al monitoraggio di tutte le risorse hardware e del controllo delle ventole connesse alla scheda madre, precisamente un Nuvoton NCT6791D.

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La Fatal1ty X99M Killer dispone di una doppia interfaccia di rete Gigabit Ethernet la cui gestione è affidata ad una coppia di ottimi controller. Troviamo, infatti, sia un Intel WGI218V, contraddistinto da un utilizzo veramente limitato del processore centrare durante il normale funzionamento, e sia l’ormai noto Killer E2205-B di Qualcomm Atheros, basato su interfaccia PCI Express 1.1 per le comunicazioni host e provvisto di supporto al power management e piena compatibilità ai Jumbo Frames.

Questo controller è molto apprezzato dai videogiocatori poiché capace di garantire prestazioni notevolmente superiori rispetto a quelle dei tradizionali controller integrati, riducendo notevolmente il LAG durante le sessioni di gioco online.

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Più che buono il quantitativo di porte USB 3.0 presenti, ben 6 porte, di cui quattro direttamente accessibili nel pannello posteriore I/O e due sfruttabili utilizzando l’header on-board. Ricordiamo che la loro gestione è affidata esclusivamente al nuovo PCH X99 Express di Intel.

Comunemente alla maggior parte delle soluzioni X99 Express, il nuovo PCH (Platform Controller Hub) è raffreddato da un dissipatore di calore di tipo passivo, in questo caso di generose dimensioni ed esteticamente molto curato. Degno di nota il logo aziendale cromato.

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Completiamo la descrizione della scheda madre mostrandovi un’immagine del pannello posteriore I/O, davvero molto completo, comprendente:

  • 1 x Porta Combo PS/2 per Tastiera/Mouse;
  • 1 x Uscita S/PDIF Ottica;
  • 4 x Porte USB 2.0 (colore nero);
  • 4 x Porte USB 3.0 (colore blu);
  • 1 x Porta eSATA (colore rosso);
  • 2 x Porta LAN RJ45;
  • 1 x HD Audio 5 in 1 Jack.

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Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale dedicato a questo prodotto, raggiungibile cliccando qui.

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Uno sguardo al BIOS – Parte Prima:


La nuova ASRock Fatal1ty X99M Killer adotta un BIOS UEFI (Unified Extensible Firmware Interface) di ultima generazione, davvero molto semplice e intuitivo, denominato dall’azienda “ASRock UEFI”. Le nostre prove sono state condotte utilizzando l’ultima versione ufficiale disponibile sul sito web del produttore (P1.40), nel momento della stesura di questo nostro articolo, molto stabile e priva di particolari problematiche che avrebbero potuto in qualche maniera comprometterne gli esiti.

Una volta effettuato l’accesso, premendo come di consueto il tasto “CANC”, ci troviamo subito di fronte ad un’interfaccia molto accattivante ed in pieno stile “Fatal1ty Gaming Series” per quanto riguarda il tema. I numerosi parametri a disposizione sono disposti in maniera del tutto ordinata, rendendo ancora più semplice ed intuibile la gestione del BIOS. Il menù superiore è diviso in otto macrosezioni che nello specifico sono:

  • Main;
  • OC Tweaker;
  • Advanced;
  • Tool;
  • H/W Monitor;
  • Security;
  • Boot;
  • Exit.

Nella sezione Main sono disponibili le informazioni relative al nostro sistema come versione del bios installata, il tipo di processore utilizzato con le relative specifiche, memoria complessiva e distribuzione della stessa sugli slot della motherboard. E’ possibile, inoltre, impostare manualmente la sezione del bios che si desidera venga caricata immediatamente dopo l’accesso e il supporto verso la risoluzione Full-HD 1080p.

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La sezione OC Tweaker è senza dubbio quella di maggiore interesse per gli appassionati dell’overclock. Al suo interno, infatti, trovano posto tutti i principali parametri di funzionamento della macchina, quali frequenze, tensioni di alimentazione, latenze delle memorie e molto altro ancora.

I parametri a disposizione sono a dire poco numerosi, inoltre, la nuova piattaforma Haswell, introduce alcune novità per quanto riguarda l’overclocking, richiedendo la presenza di una serie di nuovi acronimi per identificare la funzione di alcuni dei parametri più importanti. Tra queste non possiamo non menzionare la reintroduzione dei divisori di frequenza per quanto riguarda il BUS di sistema, caratteristica che offre un più ampio margine di manovra in fase di overclocking, consentendo di mantenere le frequenze operative dei vari componenti sempre entro le specifiche.

Come vedremo dalle immagini che seguiranno, il BIOS messo a punto da ASRock appare veramente completo e capace di offrire una regolazione granulare di tutti i parametri a disposizione. Tra i parametri più “interessanti” segnaliamo la funzione Multi Core Enhancement, già incontrata nei prodotti mainstream dotati di PCH Serie 8 o Serie 9, che consente di estendere l’aumento di frequenza previsto dalla tecnologia Turbo Boost di Intel a tutti i core che compongono il processore, garantendo un discreto incremento prestazionale in tutti gli applicativi fortemente multi-threading.

Una delle novità introdotte con i nuovi microprocessori Intel Haswell riguarda senza dubbio la nuova logica di regolazione delle tensioni di alimentazione, completamente integrata (iVR). Tutte le tensioni, esclusa quella del comparto RAM, partono ora da un unico segnale, denominato CPU Input Voltage che viene poi distribuito, per mezzo del regolatore di tensione integrato, verso tutte le varie componenti interne (Core/Cache, Ring e System Agent).

Sempre nella stessa sezione viene offerta la possibilità di salvare i parametri immessi in apposite aree per poterle ripristinare comodamente qualora fosse necessario. Si ricorda che eventuali aggiornamenti del bios, come per la maggior parte dei produttori, cancellano queste aree di memoria per cui si raccomanda di annotare a mano per lo meno le impostazioni più importanti, oppure di salvare comodamente degli screenshot su penna USB semplicemente premendo il tasto F12 sulla tastiera.

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Uno sguardo al BIOS – Parte Seconda:


Nella sezione Advanced troviamo, in maniera del tutto ordinata, varie sotto-sezioni, che ci consentono di mettere mano, ad esempio, alle varie impostazioni della CPU, del Serial ATA e del risparmio energetico, oltre attivare/disattivare le varie periferiche integrate (controller USB, SATA, Audio etc.), l’impostazione avanzata della nuova interfaccia di collegamento Ultra M.2 PCI-Express e l’attivazione o disattivazione della tecnologia Thunderbolt, pienamente supportata dal nuovo Intel X99 Express.

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La sezione Tools offre l’accesso a varie utility integrate, tra cui l’Instant Flash per l’aggiornamento del BIOS di sistema. Troviamo, inoltre, le funzioni System Browser, che ci restituirà in forma grafica varie informazioni mostrando un’immagine della nostra scheda madre e navigando con il mouse sui vari componenti ce ne mostrerà le caratteristiche e OMG (Online Management Guard), che ci permetterà di controllare gli accessi alla rete internet schedulando attraverso una comoda interfaccia gli accessi.

Questo eviterà che il pc possa essere utilizzato per la navigazione internet quando non lo desideriamo. Non manca, inoltre, la possibilità di abilitare o meno le tecnologie proprietarie Dehumidifier e HDD Saver.

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Continuiamo la nostra esplorazione all’interno del bios della ASRock Fatal1ty X99M Killer con la sezione H/W Monitor, dove è possibile controllare le temperature del processore e della scheda madre, la velocità delle ventole ed i voltaggi principali. Si possono settare le modalità di funzionamento delle ventole ed i controlli sulle temperature.

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Nella sezione Security possiamo impostare le password per l’accesso al bios in maniera tale da evitare interventi indesiderati sul nostro hardware e abilitare la funzione Secure Boot di Windows 8/8.1.

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La sezione Boot è dedicata alle impostazioni delle periferiche da cui desideriamo avviare il nostro pc ed è possibile attivare la funzione Boot Failure Guard che in caso di overclock eccessivo tenterà di avviare il sistema per il numero di volte che noi impostiamo e al raggiungimento della soglia massima riavvierà la motherboard in safe mode per poter entrare nel bios e modificare i parametri operativi.

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Infine nella sezione Exit saremo in grado di applicare definitivamente le modifiche apportate all’interno del BIOS, oppure uscire senza salvare nulla o ancora ripristinare i parametri di default.

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Dopo aver utilizzato per diverso tempo la scheda madre ASRock Fatal1ty X99M Killer, siamo giunti alla conclusione che il bios, aggiornato alla sua ultima versione disponibile, si è rivelato maturo, semplice da usare e in grado di offrire prestazioni elevate. Siamo rimasti molto sopresi dalla reattività d’esecuzione e dalla quantità di settaggi che si possono impostare.

La stabilità risultata eccellente anche in condizioni di overclock spinto. Il conclusione possiamo affermare che la motherboard Fatal1ty X99M Killer  è supportata in maniera ottimale da un bios, in grado di sfruttare al meglio l’enorme potenziale messo a disposizione da ASRock. Vi consigliamo di controllare con regolarità la presenza di eventuali aggiornamenti BIOS a questo indirizzo.

Ora siamo pronti per andare ad analizzare le nuove ed interessanti memorie G.Skill Ripjaws 4 F4-2666C15Q-16GRR.

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Memorie G.Skill Ripjaws 4 F4-2666C15Q-16GRR:


Tra le novità introdotte con la presentazione della nuova piattaforma enthusiast da parte di Intel, troviamo il supporto, per la prima volta in sistemi desktop, delle nuove memorie ad alte prestazioni DDR4. Il passaggio a questa nuova tipologia di memoria seppur appaia indubbiamente poco sensato al momento, porterà certamente grandi benefici man mano che i vari produttori offriranno moduli con densità sempre maggiore e contraddistinti da consumi energetici contenuti, grazie alla minore tensione di alimentazione necessaria.

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Basti pensare che già in questo momento la taiwanese G.Skill, una delle aziende leader nella produzione e distribuzione di kit di memorie destinati a soddisfare le esigenze dei gamers e degli appassionati di overclocking, propone nel proprio listino kit contraddistinti da frequenze operative ben superiori ai 3.0GHz in abbinamento ad una tensione di alimentazione di appena 1.35v!

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Il primo kit di memorie DDR4 ad essere giunto in redazione è targato proprio G.Skill e fa parte della nuova famiglia Ripjaws 4, una serie di prodotti dedicati a tutti coloro che ricercano il giusto connubio tra ottime prestazioni velocistiche, prezzi competitivi e la solita eccellente qualità che da sempre contraddistingue i prodotti del marchio taiwanese.

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Il kit G.Skill F4-2666C15Q-16GRR ci è stato consegnato all’interno della confezione originale prevista dal noto produttore taiwanese, vale a dire il consueto blister in plastica rigida, davvero molto robusto e resistente. Questa confezione provvede a proteggere i moduli da eventuali urti. In bella evidenza, troviamo il logo aziendale e la scritta “Ripjaws 4” che identifica la famiglia di appartenenza delle memorie, nonché un vistoso adesivo che ne certifica la piena compatibilità con la recente piattaforma Intel X99.

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Sulla parte posteriore del blister, oltre alle varie informazioni di contatto aziendali, è collocata una targhetta identificativa del prodotto, riportante i vari numeri di serie, la frequenza operativa, le latenze, la capacità complessiva e la tensione di alimentazione massima prevista dai moduli.

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Una volta aperta la confezione, operazione che risulta estremamente semplice, possiamo ammirare in tutto il loro splendore le memorie G.Skill Ripjaws 4. La prima cosa che ci colpisce fin da subito è la scelta di utilizzare dissipatori di calore dalle dimensioni “normali”, cosa assai rara di questi tempi, ma che può fare la differenza per i molti utenti che si accingono ad assemblare un sistema di dimensioni contenute, oppure che intendono utilizzare un dissipatore per CPU abbastanza voluminoso.

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Possiamo tranquillamente affermare che anche per questi moduli l’azienda ha fatto un lavoro davvero impeccabile dal punto di vista estetico, creando un mix di colori accattivante ma al tempo stesso raffinato ed elegante. L’etichetta applicata su ogni modulo, infatti, riprende, con le sue sfumature, l’appariscente colore rosso dell’Heat-Spreader, conferendo un aspetto davvero aggressivo che lascia intuire fin da subito la pura potenza che possono esprimere questi moduli.

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Tale scelta rispecchia in pieno la volontà dell’azienda di indirizzare le memorie Ripjaws 4 ad un’utenza avanzata che ricerca il massimo dalle prestazioni. Su ogni modulo troviamo anche un’etichetta adesiva che, oltre che fungere da “sigillo” di garanzia, riporta alcune tra le caratteristiche principali del prodotto, quali il modello, la frequenza operativa, le latenze e la tensione di alimentazione.

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I quattro moduli di memoria che compongono il kit risultano molto leggeri, il dissipatore non è né estremamente voluminoso né pesante. Possiamo osare nel dire che il particolare heatsink impiegato ricopre principalmente un ruolo di abbellimento, in quanto lo spessore delle due placche è sottilissimo, così come ridotta è la superficie di dissipazione.

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In ogni caso i dissipatori, durante tutti i nostri test, si sono comportati egregiamente garantendo temperature ottimali, complice anche la ridotta tensione di alimentazione necessaria ai nuovi moduli DDR4.

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Le dimensioni massime che abbiamo rilevato, con l’ausilio di un calibro digitale professionale, sono di 136,02 x 39,11 x 8,15 mm rispettivamente per lunghezza, altezza e spessore. Tali dimensioni sono da prendere in considerazione per l’installazione in sistemi dove il dissipatore per la CPU è veramente ingombrante ed arriva a sovrastare i moduli di memoria.

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I nuovi moduli di memoria DDR4 non sono ovviamente installabili sulle tradizionali schede madri provviste di slot per memorie DDR3. Ad impedirlo, oltre che l’incompatibilità derivata dal differente Memory Controller Integrato (IMC) nel microprocessore, è una diversa piedinatura che prevede ben 288-pin anziché i classici 240-pin previsti dai vecchi moduli.

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La lunghezza del modulo, come abbiamo visto, è mantenuta invariata, di conseguenza è stata ridotta la larghezza del singolo pin fino a raggiungere 0,85 mm (anziché 1.0 mm dei moduli DDR3).

Ora siamo pronti per andare ad analizzare le caratteristiche tecniche del kit in esame.

{jospagebreak_scroll title=G.Skill Ripjaws 4 F4-2666C15Q-16GRR – Specifiche Tecniche:}


G.Skill Ripjaws 4 F4-2666C15Q-16GRR – Specifiche Tecniche:


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Le memorie gentilmente inviate dall’azienda taiwanese per questo nostro articolo, vale a dire le Ripjaws 4 F4-2666C15Q-16GRR, sono state progettate per offrire prestazioni massime, anche in condizioni fuori specifica, sulla nuova piattaforma enthusiast di riferimento Intel, basata su chipset X99 Express e microprocessori Haswell-E.

Il KIT si compone di quattro moduli identici da 4.096MB ciascuno e supporta pienamente l’ultima revisione della tecnologia XMP (Extreme Memory Profiles), vale a dire la 2.0. Questo garantisce un valido aiuto per il raggiungimento dei valori di targa, semplicemente abilitando l’omonima funzione all’interno del BIOS della propria scheda madre. Il produttore, infatti, configura le frequenze e le latenze in overclock a cui certifica i suoi moduli direttamente all’interno dell’SPD delle memorie, creando uno o più profili.

Sarà poi compito della scheda madre quello di permettere, in caso sia rilevato tale supporto da parte dei moduli, di accedere ai suddetti profili e impostarli, configurando in maniera del tutto automatica tutti i parametri, al fine di migliorare le prestazioni e allo stesso tempo di impedire qualsiasi tipo di errore, da parte dell’utente meno esperto, durante la configurazione del sistema.

Nella tabella sottostante riportiamo le principali caratteristiche tecniche delle memorie oggetto della nostra recensione.

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Ogni modulo è preventivamente testato e certificato da G.Skill, per operare in maniera stabile secondo le specifiche, che prevedono per questo modello una frequenza di ben 2.666MHz, unita a latenze pari a 15-15-15-35 e tensione di alimentazione massima di appena 1.20v.

Di seguito vi mostriamo i profili delle memorie tramite il BIOS della scheda madre ASRock Fatal1ty X99M Killer usata per la nostra recensione:

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Profili Bios ASRock Fatal1ty X99M Killer

Inseriamo anche una schermata dei software CPU-Z ed AIDA 64, che mostrano tutte le informazioni relative al contenuto dell’SPD dei moduli di memoria.

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Software CPU-Z

126-intel-haswell-e-ram-gskill-ddr4-screen-aida-spd

127-intel-haswell-e-ram-gskill-ddr4-screen-aida-spd

Software AIDA 64

Impostando il profilo XMP 2.0 direttamente dal BIOS della scheda madre, abbiamo rilevato che i voltaggi ed i timing vengono correttamente impostati, pertanto non possiamo che consigliarne l’uso.

Maggiori informazioni sulle memorie le trovate alla pagina ufficiale del prodotto. Ora è il momento di dare uno sguardo ravvicinato ai moduli di memoria G.Skill Ripjaws 4 F4-2666C15Q-16GRR.

{jospagebreak_scroll title=Sistema di Prova e Metodologia di Test:}


Sistema di Prova e Metodologia di Test:


Le nostre prove sono state condotte con l’obiettivo di analizzare le performance velocistiche della nuova piattaforma di fascia alta Intel. Per meglio evidenziarne i vantaggi abbiamo inserito nella comparativa i risultati ottenuti con altri sistemi, che riassumiamo nella seguente tabella:

Immagine_5_-_Configurazione_di_Prova

Tutte le prove eseguite sono state ripetute per ben tre volte, al fine di verificare la validità dei risultati ottenuti. L’hardware è stato montato su di un banchetto di produzione DimasTech.

128-intel-haswell-e-foto-config-prova

129-intel-haswell-e-foto-config-prova

Per meglio osservare le potenzialità offerte dalla nuova scheda madre ASRock Fatal1ty X99 Killer e dalle memorie G.Skill Ripjaws 4 F4-2666C15Q-16GRR, abbiamo condotto le prove della nuova piattaforma Intel basandoci su due differenti livelli d’impostazione del processore/memorie, preventivamente testati al fine di non incorrere in problemi causati dall’instabilità:

Piattaforma_1

Le altre piattaforme, inserite esclusivamente a titolo comparativo, sono state mantenute entro le specifiche:

Piattaforma_2

La scheda grafica utilizzata, una MSi Radeon R9 290X 4GB Gaming OC, è stata mantenuta entro le specifiche previste dal produttore (1030/1250).

130-intel-haswell-e-screen-gpuz-vga-prove

Il sistema operativo, Microsoft Windows 8.1 Pro Update1 X64, è da intendersi privo di qualsiasi ottimizzazione particolare. I driver AMD Catalyst sono stati aggiornati all’ultima versione disponibile dei 14.7. Per i test riferiti alle pure prestazioni di storage ci siamo avvalsi di un SSD OCZ Vertex 460 da 240GB.

Queste le applicazioni interessate, suddivise in quattro tipologie differenti.


Prestazioni Rendering e Calcolo


  • Cinebench 11.5 – 64bit;
  • Cinebench R15 – 64bit;
  • ASUS RealBench v2.2;
  • POV Ray 3.7 – 64bit;
  • Blender 2.70a – 64bit;
  • Euler3D Benchmark v2.2;
  • SuperPI 1.5Mod XS;
  • WPrime Benchmark v2.10;
  • Hexus PiFast;
  • SiSoftware Sandra 2014 SP3 (20.42);
  • AIDA64 Extreme 4.60.3100.

Prestazioni Multimedia e Compressione


  • WinRAR 5.11 Final – 64bit;
  • 7-Zip 9.20 – 64bit;
  • TrueCrypt 7.2;
  • X264 HD Benchmark v4.0;
  • 3DMark 11;
  • 3DMark 2013;
  • PCMark 8.0 v2 Professional;
  • Unigine Heaven Benchmark v4.0;
  • Unigine Valley Benchmark v1.0.

Prestazioni Giochi DX11


  • Alien vs Predator;
  • Bioshock Infinite;
  • GRID 2;
  • GRID Autosport;
  • Metro Last Light;
  • Sniper Elite V2;
  • Tomb Raider 2013;
  • Thief.

Prestazioni Storage (USB 3.0 / SATA III 6Gb/s)


  • Crystal Disk Mark 3.0.3b;
  • ATTO Disk Benchmark 2.47.

Ora siamo pronti per analizzare le prestazioni offerte dalla piattaforma Intel Core i7 5960X Extreme Edition.

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Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Prima:


Cinebench R11.5 e R15 – 64bit


Si tratta di una vera e propria suite di test multi piattaforma in grado di calcolare le capacità prestazionali del vostro computer. Il programma è basato sul software di animazione CINEMA 4D ed è lo strumento perfetto per valutare le performance della CPU e del comparto grafico su svariate piattaforme fra cui Windows e Mac OS X.

Cinebench sfrutta le potenzialità del processore centrale del sistema mediante l’utilizzo combinato di calcoli complessi finalizzati al completamento del rendering di un’immagine campione. E’ possibile eseguire il test in modalità “Single”, sfruttando un solo “core”, oppure “Multi”, sfruttando quindi tutti i “core” disponibili.

Nei grafici il punteggio finale del rendering con 1Core/1Thread e fino a 8Core/16Thread.

Cinebench-R11

Cinebench-R15


ASUS RealBench v2.2


ASUS ROG RealBench è un nuovo software di benchmark, completamente gratuito, studiato da ASUS e sviluppata in collaborazione con i migliori professionisti dell’overclock, che sfrutta applicazioni Open Source e semplici ma efficaci script per misurare le prestazioni reali del vostro sistema.

ROG Realbench è pensato per fornire un punteggio imparziale dovuto solamente alla potenza di calcolo effettiva del proprio sistema. Il programma sfrutta, inoltre, le più recenti istruzioni come SSE4, AVX e DXVA, ed è presente anche un test “burn in” per verificare l’affidabilità di un sistema sotto stress prolungato, molto utile appunto per verificare la stabilità in del sistema dopo un overclock. I numerosi software open-source adottati, tra cui Blender, Handbrake, GIMP e LuxMark supportano le più recenti estensioni per sfruttare al meglio le CPU di nuova generazione.

ASUS-RealBench


POV-Ray 3.7


POV-Ray è un famosissimo programma per la creazione di immagini tridimensionali. Vanta un motore per RayTracing tra i più avanzati. Sarà possibile creare immagini 3D, geometriche e non, di tipo foto realistico e di altissima qualità. La costruzione dell’immagine si ottiene mediante un linguaggio di programmazione di tipo matematico basato sulla geometria analitica nello spazio.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario per portare a termine il rendering di una scena di riferimento (Benchmark.pov), alla risoluzione di 1024×768.

POV-Ray


Blender 2.70a – 64bit


Blender è un famoso programma (completamente Open Source) di modellazione 3D, animazione e rendering. Viene spesso utilizzato anche per il calcolo delle performance dei microprocessori.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario al rendering della scena “Flying Squirrel”.

Blender


Euler3D Benchmark v2.2


Euler3D, basato sulla routine di analisi strutturale STARS Euler3D, è un software di benchmark che misura le prestazioni velocistiche del microprocessore mediante l’esecuzione di calcoli fluidodinamici. Il programma è ottimizzato per sfruttare appieno il multi-threading.

Nel grafico il risultato rilasciato al termine del test integrato, espresso in Hz.

Euler3D

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Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Seconda:


SuperPI 1.5Mod XS


Famoso programma di benchmark che calcola le cifre decimali del PI Greco, mostrando il tempo impiegato. E’ un buon indice delle prestazioni di CPU e RAM.

Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 1M, 8M e 32M.

SuperPI


WPrime Benchmark v2.10


Al pari del SuperPI, anche il wPrime è un ottimo indicatore delle performance di CPU e RAM, e finalmente in grado di sfruttare tutti i core a disposizione.

Nei grafici il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 32M e del 1024M.

WPrime


Hexus PiFast


Famoso programma di benchmark per CPU con principio di funzionamento analogo al SuperPI, ovvero anch’esso basato sul calcolo dei decimali del Pi Greco.

Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al completamento del calcolo standard.

PiFast

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Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Terza:


SiSoftware Sandra 2014 SP3 – 20.42


Sandra è un tool di benchmark per l´intero sistema Pc, aggiornato per testare le ultime tecnologie disponibili sul mercato. Il software è in grado di assicurare la maggiore compatibilità hardware possibile unita ad un accurato reporting delle prestazioni e delle problematiche del sistema.

Abbiamo eseguito i principali test sulla CPU e sul comparto RAM. A seguire i risultati ottenuti.

Sandra-Aritmetica

Sandra-Cache-Memoria

Sandra-Crittografia

Sandra-Larghezza-Banda

Sandra-Multimedia-CPU


AIDA64 Extreme Edition 4.60.3100


AIDA64 è un famoso programma che ci consente di tenere sotto controllo i punti vitali del nostro computer, quali temperature, voltaggi applicati e prestazioni. Al suo interno, infatti, troviamo numerosi test, utili per misurare, e comparare, le performance registrate dalle varie componenti (CPU, Memorie, HDD etc.).

Nei grafici i risultati riguardanti i benchmark integrati delle RAM e della CPU/FPU.

AIDA-Banda

AIDA-CPU-1

AIDA-CPU-2

AIDA-FPU

AIDA-Latenza


Considerazoni Test Rendering e Calcolo


In questa prima serie di applicativi testati, il nuovo microprocessore Haswell-E riesce indubbiamente a mostrare i propri muscoli, facendo registrare prestazioni veramente molto elevate, ben superiori a quelle ottenute dalle altre CPU in prova.

Buona parte del merito è dovuta alla capacità, della maggior parte di questi programmi, di sfruttare appieno il calcolo parallelo e beneficiare quindi del generoso quantitativo di core integrati nel nuovo Extreme Edition, nonché del supporto verso la tecnologia Hyper-Threading che gli consente di lavorare contemporaneamente su ben 16 Thread.

Le uniche eccezioni sono rappresentate dai più datati PiFast e SuperPI, programmi indubbiamente incapaci di sfruttare più di un singolo core, dimostrandosi particolarmente sensibili più alla frequenza operativa e alle differenze architetturali, che non al quantitativo di core presenti.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Multimedia e Compressione: – Parte Prima:}


Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Prima:


WinRAR 5.11 Final – 64bit


Famoso programma di compressione con il quale si misura la potenza della CPU nel comprimere un file campione restituendo il valore del dato compresso in KB/s (Rate).

WinRAR


7-Zip 9.20 – 64bit


Noto programma di compressione/decompressione che al suo interno integra un Tool per la misura delle prestazioni della macchina. Anche in questo caso saranno riportati nel grafico quanti KB/s il sistema, e in particolar modo la CPU, sia in grado di comprimere/decomprimere.

7-Zip


TrueCrypt Encryption Benchmark 7.2


TrueCrypt è un noto programma open-source per la crittazione “on-the-fly” di interi dischi rigidi o partizioni. Gli algoritmi supportati sono l’AES, il Serpent e il Twofish. È possibile però usarli in cascata (avendo così maggiore sicurezza), ad esempio: AES-Twofish, AES-Twofish-Serpent, Serpent-AES, Serpent-Twofish-AES e Twofish-Serpent.

Dalla versione 7.0 è stato introdotto il supporto per l’accelerazione hardware per la cifratura e decifratura AES, utilizzando le apposite istruzioni di cui sono dotate le ultime CPU di Intel e AMD. Nei grafici i risultati dei benchmark integrati nel programma.

TrueCrypt

TrueCrypt-Full-Bench


X264 HD Benchmark v4.0


Famoso Codec x264 grazie con il quale è possibile testare la potenza della propria CPU. Il suo funzionamento è basato sulla misurazione delle performance in termini di codifica video usando un filmato campione da trasformare in formato x264.

X264-HD-Benchmark

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Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Seconda:


3DMark 11


Il nuovo benchmark richiederà obbligatoriamente la presenza nel sistema sia di una scheda video con supporto alle API DirectX 11. Secondo la software houseFuturemark, i test sulla tessellation, l’illuminazione volumetrica e altri effetti usati nei giochi moderni rendono il benchmark moderno e indicativo sulle prestazioni “reali” delle schede video. La versione Basic Edition (gratuita) permette di fare tutti i test con l’impostazione “Performance Preset”. C’è un test, chiamato Audio Visual Demo, eseguibile alla risoluzione massima 720p. La versione Basic consente di pubblicare online un solo risultato. Non è possibile modificare la risoluzione e altri parametri del benchmark. 3DMark 11 Advanced Edition non ha invece alcun tipo di limitazione.

Il nuovo benchmark si compone di sei test, i primi quattro con il compito di analizzare le performance del comparto grafico, con vari livelli di tessellazione e illuminazione. Il quinto test non sfrutta la tecnologia NVIDIA PhysX, bensì la potenza di elaborazione del processore centrale. Il sesto e ultimo test consiste, invece, in una scena precalcolata in cui viene sfruttata sia la CPU, per i calcoli fisici, e sia la scheda grafica.

I test sono stati eseguiti in DirectX 11 sfruttando il preset Performance. Nel grafico il punteggio complessivo ottenuto e i risultati di Physics e Combined.

3DMark_11


3DMark 2013


La nuova versione del famoso software è senza dubbio la più potente e flessibile mai sviluppata da Futuremark. Per la prima volta viene proposto un programma multipiattaforma, capace di eseguire analisi comparative su sistemi operativi Windows, Windows RT, Android ed iOS. Le prestazioni velocistiche del proprio sistema possono essere osservate sfruttando quattro nuovi ed inediti Preset: Ice Storm, Cloud Gate, Sky Diver e Fire Strike.

Il primo, Ice Storm, sfrutta le funzionalità delle librerie DirectX 9.0 ed è sviluppato appositamente per dispositivi mobile, quali tablet e smartphone senza comunque trascurare i computer entry level. Il secondo, Cloud Ice è pensato per l’utilizzo con sistemi più prestanti, come ad esempio notebook e computer di fascia media, grazie al supporto DirectX 10. Infine l’ultimo preset, denominato Fire Strike, è pensato per l’analisi dei moderni sistemi di fascia alta, contraddistinti da processori di ultima generazione e comparti grafici di assoluto livello con pieno supporto DirectX 11.

I nostri test sono stati eseguiti sfruttando i preset Cloud Gate, Sky Diver, Fire Strike e Fire Strike Extreme. Nei grafici i punteggi complessivi ottenuti.

3DMark_2013_-_Cloud_Gate

3DMark_2013_-_Sky_Diver

3DMark_2013_-_Fire_Strike

3DMark_2013_-_Fire_Strike_Extreme


PCMark 8.0 v2 Professional


PCMark è un’ormai noto programma di benchmarking e test del sistema sviluppato da Futuremark, in grado di fornire una precisa indicazione di quelle che sono le reali prestazioni del proprio sistema o dei singoli reparti (CPU, Memoria RAM, Storage etc.).

Per le nostre prove ci siamo affidati all’ultima versione del programma. Nei grafici riportiamo i risultati ottenuti eseguendo le tre suite principali incluse, vale a dire Home, Creative e Works, in modalità accelerata OpenCL.

PCMark_8


Unigine Heaven Benchmark v4.0


Unigine ha aggiornato il suo benchmark DirectX 11, che permette agli utenti di provare la propria scheda video con le nuove librerie grafiche. Basato su motore Unigine, il benchmark Heaven v4.0 supporta schede video DirectX 11, DX 10, 9, OpenGL e il 3D Vision Surround di Nvidia. Tra le novità la possibilità di avere a disposizione dei preset per avere delle performance paragonabili immediatamente tra gli utenti.

I test sono stati condotti utilizzando i preset Basic ed Extreme con risoluzione FullHD (1920×1080). Nei grafici i risultati ottenuti, espressi sotto forma di Score finale e di FPS medi.

Unigine-Heaven-Basic

Unigine-Heaven-Extreme


Unigine Valley Benchmark v1.0


Il nuovo UNIGINE Valley è stato sviluppato dagli stessi programmatori del noto e apprezzato benchmark HEAVEN. Questo nuovo test sarà in grado di sfruttare al massimo tutta la potenza della vostra scheda video.

Il benchmark riproduce in maniera dettagliata una valle piena di boschi, che saprà attirare l’attenzione dell’utente, grazie ad una fedeltà elevata della vegetazione e degli agenti atmosferici che interaggiscono su di essa.

Il benchmark riprende in parte il motore utilizzato in Heaven sfruttando al massimo un ambiente dinamico molto vasto e dettagliato. E’ possibile inoltre osservare in tempo reale le prestazioni della scheda video, la sua temperatura e la relativa frequenza di funzionamento.

I test sono stati condotti utilizzando il preset Basic ed Extreme con risoluzione FullHD (1920×1080). Nei grafici i risultati ottenuti, espressi sotto forma di Score finale e di FPS medi.

Unigine-Valley-Basic

Unigine-Valley-Extreme


Considerazioni Test Multimedia e Compressione


Osservando i grafici riepilogativi possiamo notare che sia i programmi di compressione e sia la maggior parte dei benchmark sintetici riescono a trarre un deciso beneficio dal maggior numero di core integrati presenti nel nuovo microprocessore Haswell-E.

Anche in condizione di default, quindi con una frequenza operativa sensibilmente inferiore sia rispetto ai microprocessori di fascia media LGA-1150 che al modello intermedio della famiglia Ivy Bridge-E LGA-2011, il nuovo Extreme Edition riesce a prevalere, definendo un nuovo standard prestazionale per quanto riguarda i sistemi desktop.

I due software di compressione testati, vale a dire il WinRAR e il 7-Zip, traggono indubbiamente beneficio, oltre che dai core addizionali del nuovo Core i7 5960X, anche dalla maggiore larghezza di banda garantita dall’impiego delle nuove memorie DDR4, seppur contraddistinte da latenze sicuramente più rilassate rispetto a quelle tipiche delle più diffuse DDR3.

Le ultime due versioni del famoso benchmark grafico di Unigine sembrano trarre i maggiori benefici esclusivamente dall’aumento della frequenza operativa, più che dal quantitativo di core a disposizione, in maniera analoga a quanto accade con la maggior parte dei videogiochi 3D più diffusi.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Giochi – Parte Prima:}


Prestazioni Giochi – Parte Prima:


Alien vs Predator


alien

La prima sensazione è di disorientamento: l’Alien ha visione grandangolare e può cadere da altezze indicibili senza il minimo danno ma, soprattutto, può camminare (e correre) sulle pareti e ciò cambia sensibilmente il modo in cui affrontare i quadri.

All’inizio non è facile muoversi con scioltezza e rapidità passando da una parete verticale ad un soffitto come se nulla fosse; dopo pochi minuti iniziamo “a prenderci gusto”…Ecco un marine, un colpo di artigli in corsa ed il marine è morto. Facile. Ecco un altro marine, ci vede, gli corriamo incontro, ha il lanciafiamme. Bruciamo assieme. Ed ora il Predator….

I test sono stati condotti usando i seguenti settaggi:

Immagine_6_-_Alien_vs_Predator

Alien-VS-Predator


Bioshock Infinite


Bioshock_Infinite

Corre l’anno 1912. Con gli Stati Uniti che stanno emergendo come una potenza mondiale, la città volante di Columbia è un simbolo potente di ideali americani, lanciato in pompa magna fra le acclamazioni di un pubblico affascinato. Ma con quello che sembra un innocente esperimento da fiera, il fondatore Zachary Hale Comstok (autonominatosi il Profeta) decide di intromettersi in affari delicati e crea una secessione dagli Stati Uniti, con la città che scompare tra le nuvole.

La sua ubicazione è sconosciuta. Il più grande successo nella storia americana è scomparso senza lasciare traccia. Booker DeWitt, un detective alcolizzato e giocatore d’azzardo, con un passato burrascoso e un congedo forzato dalla agenzia di Pinkerton, si ritrova suo malgrado ospite della città galleggiante per via di un regolamento di conti che lo porta a cercare, identificare e scortare una persona fuori da Columbia, una giovane donna di nome Elizabeth che sembra essere talmente importante da far rischiare la vita degli stessi abitanti per recuperarla sotto ordine del Profeta, senza contare la protezione da parte di una creatura alata di nome Songbird.

Chi è Elizabeth? Perché è così importante per Columbia e per il suo fondatore? Perché mandare un ex soldato ed ex agente di Pinkerton congedato con disonore per recuperarla? Chi sono i mandanti dell’incarico e perché vogliono proprio lei? Chi sono poi quell’uomo e quella donna che sembrano seguirlo passo per passo da prima del momento in cui Booker ha messo piede sulla capsula di lancio per Columbia?

Le domande si accumulano mentre Booker si imbarca in una rocambolesca avventura tra le nuvole di un paradiso artificiale, dove i guai sono stati presenti da ben prima del suo arrivo. La sua presenza è solo la scintilla che accenderà la miccia della bomba costruita dai conflitti tra le fazioni opposte della città.

I test sono stati condotti utilizzando il tool “Adrenaline Action 1.0.2.1” usando i seguenti settaggi:

Immagine_7_-_Bioshock

Bioshock_Infinite

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Giochi – Parte Seconda:}


Prestazioni Giochi – Parte Seconda:


Thief


Thief_-_1

Thief è un videogioco di genere stealth, sviluppato presso Eidos Montreal e pubblicato da Square Enix. Il giocatore controlla Garrett, maestro nell’arte del rubare; esattamente come nei precedenti episodi della serie, è necessario avanzare con cautela cercando di non farsi scoprire tra i nemici presenti nella zona, evitandoli oppure stordendoli furtivamente e cercando di fare il meno rumore possibile.

I giocatori hanno a disposizione molti passaggi e approcci per superare i livelli di gioco, l’ambiente deve essere usato a proprio vantaggio e vi è la possibilità di rubare direttamente dalle tasche delle persone, azione punibile con la morte se sarete sorpresi dalle guardie.

Esiste la possibilità di entrare nella modalità “Focus”, la quale fornirà dei vantaggi: migliora la vista di Garrett mettendo in evidenza tubi che possono essere scalati e candele che possono essere messe fuori uso per rendere la zona più scura; il tempo rallenta, rendendo più facile il borseggio; permette inoltre di compiere attacchi debilitanti…

I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:

Immagine_8_-_Thief

Thief


GRID 2


GRID_2

GRID 2 metterà alla prova le abilità di guida dei giocatori, che dovranno cercare di tagliare per primi il traguardo per ottenere fama e successo. Al volante di un’ampia selezione di alcune delle migliori vetture degli ultimi quattro decenni, i giocatori potranno conquistare un intero nuovo mondo di competizioni motoristiche.

Sarà possibile vivere la migliore esperienza di guida mai creata, guidando in tutto il mondo, da Parigi ad Abu Dhabi, passando per Chicago e l’assolata costa della California – fra tracciati cittadini splendidamente realizzati, circuiti su licenza e pericolose strade di montagna.

Il gioco proporrà anche nuovi standard per quanto riguarda le sfide multiplayer con una componente di gioco molto estesa e del tutto indipendente, oltre a un sistema di progressione assolutamente unico. 

I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:

Immagine_9_-_GRID_2

GRID-2

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Giochi – Parte Terza:}


Prestazioni Giochi – Parte Terza:


GRID Autosport


GRID_Autosport

GRID Autosport, sviluppato sulla nuova versione del motore grafico proprietario EGO Engine, è il capitolo più grande e ambizioso di sempre e presenta oltre 100 piste in 22 ambientazioni differenti, il doppio rispetto a GRID 2.

Nuovo anche il modello di guida, reso più appagante per i piloti più smaliziati e con la possibilità di impostare vari parametri di assistenza alla guida come ABS, TCS ed ESP. Ritorna a grande richiesta dei fan la visuale all’interno dell’abitacolo, assente nel precedente GRID 2. I giocatori inoltre hanno a disposizione auto da turismo, GT, monoposto, muscle cars, auto da derapata, supercar, hypercar, prototipi, derby demolizione e molto altro.

Non manca una modalità carriera con la possibilità di reclutare un compagno di squadra e di guadagnare sponsorizzazioni, mentre la modalità online permette di partecipare ai racing club, alle sfide settimanali e di competere per le classifiche RaceNet.

I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:

Immagine_10_-_GRID_Autosport

GRID-Autosport


Metro Last Light


Metro_Last_Light

Nell’anno 2034, sotto le rovine di una Mosca post apocalittica, nei tunnel della Metro ciò che resta dell’umanità è assediato da minacce provenienti dall’esterno e dall’interno. Dei mutanti si aggirano all’interno delle catacombe sotto la superficie desolata.

Anziché fare fronte comune aiutandosi a vicenda, le stazioni-città della metro sono impegnate in una lotta per conquistare l’arma definitiva, un dispositivo in grado di scatenare l’apocalisse proveniente dalle camere blindate militari del D6.

E’ in corso quindi una guerra civile che potrebbe spazzare via per sempre l’umanità dalla faccia della terra. Queste sono le premesse della trama di Metro: Last Light, nel quale interpreteremo il ruolo di Artyom, un personaggio oppresso dal senso di colpa ma mosso dalla speranza, il quale avrà nelle sue mani la chiave per la sopravvivenza del genere umano…

I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:

Immagine_11_-_Metro_LL

Metro-LL

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Giochi – Parte Quarta:}


Prestazioni Giochi – Parte Quarta:


Sniper Elite V2


Sniper_Elite_V2

Sniper Elite V2 è uno sparatutto in terza persona con una predilezione per le meccaniche stealth, e sprona il giocatore a effettuare eliminazioni silenziose e a rimanere nell’ombra, piuttosto che sfidare i nemici a viso aperto. L’arsenale a disposizione include una gamma piuttosto ridotta di fucili da cecchino, pistole silenziate, mitragliatrici e granate.

Una delle novità introdotte da Rebellion nel gioco è la X-Ray Kill Cam, una visuale ravvicinata che si attiva quando il giocatore mette a segno un colpo particolarmente spettacolare. La telecamera segue il proiettile nel corso di un bullet time che mostra la penetrazione dello stesso nelle carni del nemico, perforando eventualmente ossa e organi interni.

L’Agente segreto Karl Fairburne è un infiltrato nella Berlino del 1945, un cecchino dell’Alleanza paracadutato dietro le linee nemiche durante la battaglia, negli ultimi giorni di Guerra. La nuova missione che deve portare a termine, denominata Operation Paperclip, ha lo scopo di reclutare alcuni degli scienziati nazisti per metterli al servizio degli Stati Uniti…

I test sono stati condotti con il benchmark tool “Adrenaline 1.0.0.2” usando i seguenti settaggi:

Immagine_12_-_Sniper_Elite_V2

Sniper-V2


Tomb Raider (2013)


tomb-raider-reboot

Il nuovo capitolo di uno dei più famosi videogiochi della storia ci rimette nei panni della formosa archeologa Lara Croft. Fresca di laurea e spinta dalla sua caparbietà si imbarca in una spedizione archeologica sulla nave Endurance, capeggiata dal capitano Conrad Roth, vecchio amico di famiglia, alla ricerca di un reame leggendario chiamato Yamatai, guidato dalla Regina del Sole, Himiko.

Dopo aver studiato alcuni testi, Lara si convince che per trovare Yamatai bisogna cambiare rotta, e dirigersi verso il Triangolo del Drago; convinta che le presunte attività paranormali riscontrate in quella zona siano semplici dicerie, la ragazza convince i membri della spedizione a cambiare rotta.

La nave però si trova nel mezzo di una violentissima e improvvisa tempesta, viene letteralmente spezzata in due e il gruppo naufraga su una misteriosa isola ai margini del Giappone. Lara rimane sola e viene tramortita ed imprigionata da un selvaggio, che la appende e la lascia a testa in giù all’interno di una caverna. Riuscirà a liberarsi??

I test sono stati condotti con il benchmark toolAdrenaline Action 1.0.2.1” usando i seguenti settaggi:

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Tomb-Raider


Considerazioni Giochi DX11


Osservando i grafici riepilogativi appare innegabile che in ambito gaming, almeno per il momento e con gli attuali titoli a disposizione, non vi sono benefici apprezzabili utilizzando un microprocessore dotato di un maggior numero di core integrati.

Assistiamo, infatti, a prestazioni sostanzialmente identiche tra le CPU testate, nonostante si tratti di prodotti contraddistinti da differenze, sia per quanto riguarda le specifiche tecniche e sia in termini di costo, davvero molto consistenti.

Questo aspetto rende indubbiamente allettante e preferibile, per tutti coloro che utilizzano il proprio computer prevalentemente per motivi ludici, la piattaforma LGA-1150, ben più adatta allo scopo e sicuramente più abbordabile rispetto alla nuova piattaforma di fascia alta.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Storage – ASRock Fatal1ty X99M Killer:}


Prestazioni Storage – ASRock Fatal1ty X99M Killer:


Prestazioni Controller SATA III 6Gb/s (Intel X99 Express)


Crystal Disk Mark 3.0.3b


Crystal Disk Mark è senza dubbio uno dei migliori benchmark per dischi rigidi, chiavette USB e unità SSD (Solid State Disk). Il programma effettuerà automaticamente una serie di misurazioni sull’unità selezionata, sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale, riportando alla fine la velocità espressa in MB al secondo (MB/s). Molto utile per confrontare in pochi secondi la differenza di prestazioni tra diverse periferiche di memorizzazione.

131-intel-haswell-e-screen-crystal-sata3

Crystal


ATTO Disk Benchmark 2.47


ATTO Disk Benchmark è un programma molto semplice da utilizzare che consente di effettuare una serie di misurazioni sull’unità selezionata, che sia un disco rigido, una PenDrive oppure un SSD, al fine di verificarne le performance.

E’ sufficiente eseguire il programma, scegliere il drive da testare e cliccare sul pulsante “Start”. ATTO comincerà a misurare le prestazioni del disco con file di dimensioni diverse, da molto piccoli a molto grandi (sia lettura che in scrittura).

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ATTO

Come possiamo notare dai grafici riepilogativi le prestazioni offerte dal controller integrato nel PCH Intel X99 Express sono di ottimo livello e perfettamente in linea con altri prodotti da noi testati, sia in lettura che in scrittura. Ricordiamo che i driver da noi utilizzati sono gli ultimi resi disponibili dal produttore.


Prestazioni Controller USB 3.0 (Intel X99 Express)


Crystal Disk Mark 3.0.3b


Crystal Disk Mark è senza dubbio uno dei migliori benchmark per dischi rigidi, chiavette USB e unità SSD (Solid State Disk). Il programma effettuerà automaticamente una serie di misurazioni sull’unità selezionata, sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale, riportando alla fine la velocità espressa in MB al secondo (MB/s). Molto utile per confrontare in pochi secondi la differenza di prestazioni tra diverse periferiche di memorizzazione.

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Crystal


ATTO Disk Benchmark 2.47


ATTO Disk Benchmark è un programma molto semplice da utilizzare che consente di effettuare una serie di misurazioni sull’unità selezionata, che sia un disco rigido, una PenDrive oppure un SSD, al fine di verificarne le performance.

E’ sufficiente eseguire il programma, scegliere il drive da testare e cliccare sul pulsante “Start”. ATTO comincerà a misurare le prestazioni del disco con file di dimensioni diverse, da molto piccoli a molto grandi (sia lettura che in scrittura).

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ATTO

Finalmente, anche nella piattaforma di fascia alta, troviamo un supporto nativo allo standard di trasmissione USB 3.0. Il nuovo PCH X99 Express, come vediamo dai grafici riepilogativi, è perfettamente in grado di garantire prestazioni più che buone, allineate alla maggior parte dei controller di terze parti finora impiegati dai vari produttori di schede madri. Ricordiamo ancora una volta che i driver da noi utilizzati sono gli ultimi resi disponibili dal produttore.

{jospagebreak_scroll title=Overclock e Consumi – Parte Prima:}


Overclock e Consumi – Parte Prima:


Nozioni e risultati in Overclock


Questa nuova piattaforma di fascia alta promette una buona dose di divertimento per tutti gli appassionati di overclock, riproponendo quelle che sono le peculiarità già incontrate nelle soluzioni di fascia media, in abbinamento ai microprocessori LGA-1150 basati su architettura Haswell. Tra queste non manca la nuova logica di regolazione delle tensioni di alimentazione, completamente integrata all’interno del microprocessore (iVR).

Di conseguenza, tutte le tensioni, esclusa quella del comparto RAM, partono ora da un unico segnale, denominato CPU Input Voltage che viene poi distribuito, per mezzo del regolatore di tensione integrato, verso tutte le varie componenti interne (Core/Cache, Ring e System Agent).

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Al pari della piattaforma di fascia media, inoltre, viene offerto ampio margine di manovra per quanto riguarda la frequenza del Base Clock o BCLK, fissata di default ai canonici 100MHz, ma incrementabile in maniera davvero molto consistente attraverso un moltiplicatore apposito, presente all’interno del BIOS, solitamente denominato BCLK Ratio.

Grazie a questo parametro avremo a disposizione un ventaglio ben più ampio di frequenze disponibili, aspetto che consentirà di spremere ogni singolo “MHz” dalle componenti a nostra disposizione, specialmente per quanto riguarda le nuove memorie DDR4.

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Per la gioia degli appassionati, inoltre, viene finalmente riproposta una saldatura di tipo fluxless tra il Die ed il generoso heatspreader integrato (IHS) che lo ricopre e protegge. Questo consente un più rapido ed efficiente trasferimento del calore e, potenzialmente, maggiori margini di overclock rispetto alle ultime soluzioni contraddistinte dall’uso di una normale pasta termica.

Passiamo ora ad osservare, nello specifico, il comportamento del nostro sample Haswell-E, in condizioni di lavoro fuori specifica.

Per le nostre prove ci siamo affidati ad un sistema di raffreddamento a liquido di tipo tradizionale, che comprende un waterblock Ybris Eclipse, un radiatore da 360 mm con ventole in Push/Pull ed una pompa Laing DDC-1T Plus con Top XSPC. Certamente nulla di esagerato, ma perfettamente in grado di garantire, come vedremo, un buon margine di overclock del nuovo microprocessore top di gamma.

Per prima cosa, però, riteniamo doveroso spezzare una lancia in favore della nuova scheda madre Fatal1ty X99M Killer di ASRock, un prodotto che, nonostante sia per lo più indirizzato ai videogiocatori, si è dimostrato veramente molto valido durante le nostre prove di overclock.

Caratteristiche come stabilità e semplicità di configurazione dei parametri sono probabilmente le peculiarità maggiormente evidenziate. Aggiornando il BIOS all’ultima versione ufficiale disponibile al momento delle prove (P1.60), non abbiamo riscontrato alcuna problematica a essa imputabile. Il sistema ha sempre reagito al meglio, anche impostando valori abbastanza spinti.

Il nuovo microprocessore Core i7 5960X, nonostante l’innegabile complessità a livello architetturale che lo contraddistingue (8 Core integrati oltre che un’ampia Cache L3 di ben 20MBytes), si è dimostrato decisamente propenso alla pratica dell’overclock, vantando un comportamento davvero molto simile a quello di un normale Haswell di fascia media.

Questo aspetto ci ha indubbiamente, nonché piacevolmente, sorpresi e non fa che confermare appieno la bontà non soltanto dell’avanzata tecnologia produttiva a 22nm con Transistor Tri-Gate (3D), ma soprattutto dell’ottima architettura messa a punto dall’azienda di Santa Clara.

Servendoci del nostro sistema di raffreddamento a liquido che, come anticipato, non rappresenta certamente il meglio che è possibile assemblare al momento, siamo riusciti a raggiungere, in maniera del tutto stabile, una frequenza operativa finale di ben 4.800MHz, mantenendo attivati tutti i core e la tecnologia Hyper-Threading, con una tensione di alimentazione di poco superiore a 1.4v.

Per quanto riguarda le memorie RAM abbiamo semplicemente sfruttato il profilo XMP 2.0 previsto dal produttore taiwanese G.Skill, in maniera da impostare in modo automatico sia la frequenza che le latenze ai valori di targa del kit in nostro possesso, vale a dire 2.666MHz con latenze 15-15-15-35-2T e tensione di alimentazione pari ad appena 1.2v.

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In queste condizioni abbiamo ottenuto un netto incremento delle prestazioni complessive, ovviamente utilizzando applicativi in grado di sfruttare appieno tutti i core integrati a disposizione.

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I due grafici mostrano un riepilogo dei risultati ottenuti, con alcuni dei software che utilizziamo abitualmente nei nostri articoli, alle diverse frequenze operative, con cui abbiamo testato il nuovo processore Intel Core i7 5960X.

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Overclock e Consumi – Parte Seconda:


La ricerca della massima frequenza di BCLK ci ha condotto, anche grazie alle funzionalità di overclocking previste dalla nuova piattaforma enthusiast, sino ad un ottimo 168.31 MHz. Non sono stati necessari settaggi particolari, le tensioni sono state praticamente lasciate a default all’interno del BIOS.

In queste condizioni il sistema si è dimostrato pienamente stabile e in grado di chiudere senza alcun problema qualsiasi benchmark sintetico o gioco, confermando non soltanto la bontà del microprocessore in nostro possesso, ma anche della scheda madre Fatal1ty X99M Killer di ASRock.

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Per quanto riguarda l’overclock delle RAM, con il kit in nostro possesso (4x4GB G.Skill F4-2666C15Q-16GRR) siamo riusciti a raggiungere, senza alcun problema di stabilità, una frequenza massima di 2.964MHz, mantenendo le latenze certificate dal produttore (15-15-15-35-2T) ed aumentando la tensione di alimentazione sino ad 1.35v.

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Abbiamo voluto inoltre osservare i benefici derivanti dall’aumento della frequenza delle memorie RAM con i due applicativi che si sono dimostrati particolarmente sensibili alla larghezza di banda, ovvero i software di compressione WinRAR e 7-Zip.

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Come possiamo vedere i benefici ottenuti sono interessanti e da tenere in considerazione, in base al tipo di utilizzo, che dobbiamo farne del nostro PC.

N.B.: Ricordiamo che l’overclock è una pratica che può danneggiare in modo permanente i componenti. HW Legend non si assume nessuna responsabilità su eventuali danni cagionati a cose e/o persone dall’improprio utilizzo dei parametri di overclock. Ogni utente adotta questa pratica a suo esclusivo rischio e pericolo.


Consumi Rilevati


Per concludere abbiamo misurato i consumi del sistema di prova completo, direttamente alla presa di corrente. Le misurazioni sono state ripetute più volte, nel grafico la media delle letture nelle seguenti condizioni:

  • Idle con funzionalità di risparmio energetico attivate;
  • Full-Load eseguendo il programma Cinebench R11.5;
  • Full-Load eseguendo i test CPU del 3DMark Vantage;
  • Full-Load Stress eseguendo 10 cicli di LinX (aggiornato con le ultime librerie disponibili).

Consumi_Rilevati

Come vediamo dal grafico riepilogativo, i valori di consumo registrati dalla nuova piattaforma di fascia alta Intel si dimostrano più che buoni nel complesso, oltre che decisamente interessanti. Infatti, a fronte di un tangibile aumento della potenza massima, reso possibile dal maggior quantitativo di core integrati presenti, il nuovo Core i7 5960X riesce non soltanto a mantenersi al livello del precedente Core i7 4930K in condizione di Full-Load, ma addirittura a registrare valori di consumo più contenuti in fase di riposo (Idle).

Buona parte del merito va certamente attribuita all’affinamento della tecnologia produttiva, oltre che all’impiego delle nuove memorie ad alte prestazioni DDR4, esclusiva di questa nuova piattaforma di riferimento, capaci di garantire un più contenuto impatto energetico per via della minore tensione di alimentazione necessaria.

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Conclusioni:


Le potenzialità offerte dall’architettura Haswell sono sotto gli occhi di tutti ormai da oltre un anno, precisamente dall’estate del 2013, quando l’azienda di Santa Clara presentò ufficialmente la piattaforma LGA-1150 in abbinamento ai microprocessori Core di quarta generazione. Di conseguenza, e al contrario di quanto accade solitamente, è certamente molto semplice ed immediato esprimere delle considerazioni sulla nostra prima esperienza con questa nuova piattaforma di fascia alta. A rendere le cose ancora più facili sono tutte le numerose novità introdotte, novità che rappresentano un notevole passo avanti per il segmento desktop del mercato, non limitandosi al solo microprocessore, come avvenuto in occasione del debutto delle soluzioni Ivy Bridge-E.

Se in quella circostanza, infatti, la maggior parte degli appassionati restò in parte delusa per via degli scarsi miglioramenti sotto il profilo delle pure prestazioni velocistiche, questa volta la situazione è certamente molto diversa, visto che vengono introdotte novità ben più significative, a cominciare da un nuovo PCH, l’X99 Express, finalmente in grado di reggere il passo nei confronti degli ultimi modelli dedicati alla fascia media, offrendo il pieno supporto verso tutte le ultime tecnologie disponibili e rendendo così certamente più appetibile questa nuova piattaforma di riferimento agli utenti enthusiast.

Sul fronte prettamente tecnico una delle più attese novità riguarda il controller USB, ora finalmente capace di offrire un supporto di tipo nativo a ben 6 porte USB 3.0. Viene, inoltre, aumentato il numero di connessioni SATA 3.0 6Gb/s, raggiungendo le 10 porte, e supportando appieno la tecnologia Rapid Storage 13.1. Al pari dei recenti PCH Serie 9, dedicati alle soluzioni di fascia media, troviamo piena compatibilità con le unità di storage SSD di nuova generazione, dotate di interfaccia meccanica di tipo M.2 PCI-Express oppure SATA Express.

L’azienda di Santa Clara, inoltre, segnala il supporto ufficiale alla tecnologia Thunderbolt 2.0, da parte delle schede madri basate sul nuovo PCH, pensata per offrire un unico collegamento per una vasta gamma di dispositivi multimediali, quali schermi (compatibili con le specifiche DisplayPort 1.2 e risoluzioni fino al 4K), unità di memorizzazione o fotocamere digitali, garantendo una velocità di trasferimento bidirezionale dei dati massima teorica davvero notevole, pari a ben 20 Gb/s, ovvero ben quattro volte superiore a quella offerta con un collegamento di tipo USB 3.0 ed il doppio di quanto era capace la prima generazione di Thunderbolt.

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La prima scheda madre, basata sul nuovissimo X99 Express, ad arrivare in redazione è la ASRock Fatal1ty X99M Killer, una particolare soluzione in formato Micro-ATX che dispone delle doti principali che un giocatore cerca in un prodotto da utilizzare come base per il proprio sistema videoludico. Non mancano, quindi, un chip di rete avanzato come l’ormai noto ed apprezzato Killer E2205-B di Qualcomm Atheros, ed un sottosistema audio integrato di ottima qualità provvisto di tecnologia proprietaria Purity Sound 2.

La confezione adotta una veste grafica di sicuro impatto, sia per il tipo di didascalie riportate e sia per la colorazione di base nera con squarci e schizzi di sangue, a contraddistinguere un prodotto che nasce per offrire prestazioni e caratteristiche uniche a servizio dei videogiocatori. Le informazioni riportate sono molto complete e l’eventuale utente che la osserva troverà sicuramente risposte sulle peculiarità messe a disposizione dal prodotto.

La scheda madre è realizzata con un elevato grado di qualità complessiva, ha un layout molto pulito e un PCB abbastanza rigido. Per ciò che concerne i componenti discreti utilizzati, condensatori allo stato solido “Nichicon 12K Platinum Caps” prodotti da aziende giapponesi leader nel settore e induttanze “Premium Alloy”, sono un chiaro segnale dell’estrema cura e della volontà espressa dall’azienda nel voler realizzare un prodotto senza compromessi che possa garantire non solo un alto grado di overclock e di divertimento ma che sia anche espressione di durevolezza e stabilità nelle eventuali lunghe sessioni di utilizzo.

La particolare circuiteria di alimentazione Digi Power prevede ben 12 fasi digitali, risultando così perfettamente in grado di concedere un buon margine di divertimento per gli amanti dell’overclocking. L’azienda ha, inoltre, implementato una tecnologia proprietaria, denominata Full Spike Protection, pensata per incrementare la longevità dei vari circuiti, grazie ad una serie di protezioni integrate per l’umidità (Dehumidifier), per le scariche elettrostatiche (ESD Protection), per sovratensioni causate da eventuali malfunzionamenti dell’alimentatore di sistema (Surge Protection) e per i picchi improvvisi e violenti di voltaggio, causati ad esempio dai temporali (Lightning Protection).

Pienamente supportate le tecnologie Multi-GPU AMD CrossFireX e NVIDIA SLI fino ad un massimo di due schede grafiche in parallelo (2-Way). Dal punto di vista dell’overclock non potevamo che rimanere più che soddisfatti, essendo riusciti a raggiungere ottimi risultati con l’hardware in nostro possesso, il tutto con assoluta semplicità e senza che la scheda manifestasse alcuna incertezza.

La scheda madre è disponibile sul mercato italiano ad un prezzo medio di circa 230€ IVA compresa, cifra davvero molto allettante viste le caratteristiche tecniche e le potenzialità offerte da questo prodotto.

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Per le nostre prove abbiamo avuto l’occasione di toccare con mano uno dei tre microprocessori Haswell-E al debutto, precisamente il modello top di gamma della nuova linea, ovvero il Core i7 5960X, un prodotto che si pone al vertice della famiglia Extreme Edition, una linea che rappresenta da sempre la massima espressione dell’azienda americana per sistemi desktop, rivolta agli appassionati in cerca del massimo delle prestazioni e delle potenzialità di overclock, potendo contare su una maggiore selezione e sulla presenza di un moltiplicatore di frequenza completamente sbloccato.

Rispetto al modello che va a sostituire, vale a dire il Core i7 4960X, notiamo una sostanziale differenza: il numero di core integrati. Per la prima volta in sistemi desktop, infatti, Intel propone un microprocessore dotato di architettura a 8 core e provvisto di tecnologia Hyper-Threading, che gli consente di lavorare contemporaneamente su ben 16 Thread.

Questo fa in modo che il nuovo microprocessore, ovviamente utilizzando applicativi capaci di sfruttarne appieno le potenzialità, come ad esempio i più diffusi software di rendering o di video editing, riesca a definire un nuovo standard prestazionale, divenendo il nuovo punto di riferimento in ambito desktop.  Ovviamente una soluzione del genere non è certamente alla portata di tutte le tasche, confermando il consueto prezzo di 999 dollari.

La nuova linea di microprocessori Haswell-E non si limita comunque a questo modello, ma ne comprende altri due, almeno per ora, contraddistinti da un costo di acquisto certamente più abbordabile. Il modello intermedio, vale a dire il Core i7 5930K, si presenta con un’architettura di tipo esacore, con supporto alla tecnologia Hyper-Threading ed un prezzo di listino inalterato rispetto alla passata generazione di prodotti, pari a 583 dollari.

Ancor più interessante è il modello entry-level Core i7 5820K che, pur senza rinunciare ad un’architettura di tipo esacore, viene proposto all’incirca allo stesso prezzo del modello che va a sostituire (Core i7 4820K), appena 389 dollari. In questo modo viene reso ancor più netto il distacco con la piattaforma di fascia media, che resta limitata a processori provvisti di un massimo di quattro core integrati.

Tutti i nuovi microprocessori Haswell-E mantengono un Memory Controller Integrato (IMC) di tipo Quad Channel, apportando però una sostanziale differenza rispetto al passato, ovvero la compatibilità con i nuovi moduli di memoria DDR4, finora mai utilizzati in sistemi desktop. La frequenza operativa massima certificata raggiunge quota 2.133MHz, consentendo una bandwidth massima teorica veramente molto elevata, pari a ben 68,2 GB/s.

Il passaggio a questa nuova tipologia di memoria seppur appaia indubbiamente poco sensato al momento, porterà certamente grandi benefici man mano che i vari produttori offriranno moduli con densità sempre maggiore e contraddistinti da consumi energetici più contenuti, grazie alla minore tensione di alimentazione necessaria.

145-intel-haswell-e-immagine-ram-conclusioni

Il primo kit di memorie DDR4 ad essere giunto in redazione è targato G.Skill e fa parte della nuova famiglia Ripjaws 4, una serie di prodotti dedicati a tutti coloro che ricercano il giusto connubio tra ottime prestazioni velocistiche, prezzi competitivi e la solita eccellente qualità che da sempre contraddistingue i prodotti del marchio taiwanese. Le nuove Ripjaws 4 F4-2666C15Q-16GRR sono state progettate per offrire prestazioni massime, anche in condizioni fuori specifica, sulla nuova piattaforma enthusiast di riferimento Intel, basata su chipset X99 Express e microprocessori Haswell-E.

Davvero generosa la capacità messa a disposizione, ben 16GB, suddivisi in quattro moduli identici da 4.096MB ciascuno. La frequenza operativa di 2.666MHz, unita a latenze pari a 15-15-15-35-2T è in grado di garantire prestazioni ottimali in tutti gli applicativi d’uso comune, grazie ad una larghezza di banda certamente molto elevata.

Pienamente supportata l’ultima revisione della tecnologia XMP (Extreme Memory Profiles), vale a dire la 2.0. Questo garantisce un valido aiuto per il raggiungimento dei valori di targa, semplicemente abilitando l’omonima funzione all’interno del BIOS della propria scheda madre.

La qualità costruttiva, gli Heatsink impiegati e le linee estetiche rispecchiano in pieno la volontà del produttore di realizzare un prodotto indirizzato ad un’utenza estrema, come gli overclocker, che facilmente saranno in grado di raggiungere prestazioni elevate e mozzafiato utilizzando sistemi non convenzionali di raffreddamento.

Il sistema di dissipazione adottato su questi moduli è davvero di ottima qualità. Grazie al suo design a basso profilo non vi saranno “fastidi” in fase di montaggio, anche utilizzando dissipatori per CPU particolarmente voluminosi. Le memorie si mantengono “fresche” anche dopo sessioni prolungate di lavoro. Non abbiamo mai avuto crash o freeze improvvisi dovuti all’aumento delle temperature di esercizio.

Le Ripjaws 4 F4-2666C15Q-16GRR sono disponibili sul mercato italiano ad un prezzo medio di circa 270,00€ IVA Compresa, certamente non alla portata di tutte le tasche, ma del tutto allineato a quello della maggior parte dei nuovi kit DDR4 di pari capacità e caratteristiche tecniche. Un valore aggiunto, oltre alla consueta qualità che contraddistingue i prodotti dell’azienda taiwanese, è rappresentato da una copertura in garanzia di tipo “Lifetime”.


Valutazione Intel Core i7 5960X Haswell-E


hw-legend-platinumPrestazioni:cinque
Consumi:cinque
Overclock:cinque
Giudizio Complessivo:cinque

Pro:


  • Prestazioni al vertice in ogni frangente;
  • Moltiplicatore completamente sbloccato;
  • Ottima predisposizione all’overclocking;
  • Architettura Haswell a 8 Core nativi;
  • Processo produttivo 22 nanometri Tri-Gate 3D;
  • Memory Controller Integrato di tipo Quad-Channel con supporto alle nuove DDR4;
  • Frequenza RAM massima certificata di 2.133MHz;
  • Controller PCI-Express Integrato in grado di gestire ben 40 linee;
  • Ampia memoria Cache L3 (20 MBytes); 
  • Ottime tecnologie proprietarie supportate (Hyper Threading, Turbo Boost 2.0 etc.);
  • Consumi più che buoni.

Contro:


  • Prezzo non popolare, ma giustificato dalle prestazioni offerte.

Valutazione ASRock Fatal1ty X99M Killer


hw-legend-platinum

Prestazioni/ Overclock:

cinque

Layout/ Componentistica:

cinque
Dotazione Accessoria:cinque
Giudizio Complessivo:cinque

Pro:


  • Ottima scelta dei componenti;
  • Ottimo layout e qualità costruttiva;
  • Robusta circuiteria di alimentazione Digi Power da ben 12 Fasi; 
  • Tecnologia Full Spike Protection a garanzia della longevità dei vari circuiti;
  • Tecnologia HDD Saver;
  • Nuovo PCH Intel X99 Express;
  • Supporto per tutti i nuovi microprocessori Haswell-E ed Haswell-EP fino a 18 core;
  • Ottima stabilità operativa durante tutte le sessioni di test;
  • Ottime prestazioni complessive;
  • Buona predisposizione all’overclock;
  • Buona disponibilità di connessioni;
  • Supporto alle unità SSD di nuova generazione M.2 PCI-Express;
  • BIOS completo, ricco di parametri e abbastanza maturo;
  • Ottima interfaccia di rete (Qualcomm Killer E2205-B);
  • Sottosistema audio integrato di ottima qualità (Purity Sound 2);
  • Ottime feature a disposizione dei videgiocatori;
  • Supporto alle tecnologie Multi-GPU NVIDIA SLI e AMD CrossFireX;
  • Ottimo prezzo.

Contro:


  • Niente da segnalare.

Valutazione G.Skill Ripjaws 4 F4-2666C15Q-16GRR


hw-legend-platinum

Prestazioni/ Overclock:

cinque
Temperature:cinque
Rapporto Qualità/ Prezzo:cinque
Giudizio Complessivo:cinque

Pro:


  • Eccellente qualità costruttiva e materiali;
  • Dissipatore in alluminio curato e performante;
  • Design a basso profilo;
  • Ottime prestazioni complessive;
  • Certificazione Quad-Channel;
  • Ottimizzate per la nuova piattaforma Intel X99;
  • Frequenza pari a ben 2.666MHz;
  • Tensione di alimentazione di appena 1.2v;
  • Supporto al profilo Intel XMP 2.0;
  • Generosa capacità complessiva (ben 16GB);
  • Garanzia a vita.

Contro:


  • Niente da segnalare.

Si ringrazia Logo_Intel,ASRock-Logoegskill_logoper i campioni fornitoci.

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Gianluca Cecca – delly – Staff di HW Legend

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