Il settore enthusiast è senza ombra di dubbio quello che vanta ad oggi la maggiore disponibilità di componenti di pregio, estrema espressione della tecnologia ed è seguito da utenti il cui obiettivo principale è quello di avere una piattaforma prestante ed ai vertici della categoria. Affidandosi a produttori come MSi essi potranno realizzare questo obiettivo trovando ciò che cercano nell’ambito di un solo brand. Nella nostra recensione analizzeremo un’intera piattaforma monomarca basata sulla motherboard MSi Z77 MPOWER, scheda video MSi GTX 680 Lightning e memorie Avexir Core Series MPOWER per condividere con i nostri utenti un’esperienza davvero unica. Vedremo cosa riuscirà ad esprimere questo connubio senza ricorrere a raffreddamenti estremi, verificando ciò che ogni utente può virtualmente raggiungere installando questi componenti nel proprio PC daily. Non ci resta che augurarci che la lettura sia di vostro gradimento.
Micro-Star International, nota con l’acronimo MSi, è un’azienda cha dal lontano 1986, grazie alla indiscussa qualità dei propri prodotti, ha riscosso un notevole successo nel settore informatico. Successo consolidato ed incrementato con una continua ricerca tecnologica volta ad un miglioramento costante dei suoi prodotti.
MSI è leader nella produzione di schede madri, schede video, server/workstation, barebone, networking , elettronica di consumo e Notebook., attestandosi tra i primi 3 produttori di motherboard a livello globale e tra i primi 5 produttori di server.
La testimonianza del grande impegno profuso nell’operare nel mercato globale per offrire un servizio ottimale ai propri clienti è evidenziata dal supporto offerto in tutte le lingue del mondo attraverso sedi e siti web localizzati. MSi si trova oggi a Taiwan, in Cina, in USA, in Germania, in Francia, in Olanda, in Inghilterra, in Australia, in Giappone, in Corea, in Polonia, in Russia, in Canada, in India, in Italia, in Turchia, in Canada e in molti altri paesi del mondo.
La cura estrema del cliente e la filosofia ”Prodotti di Qualità” emerge attraverso le certificazioni ISO9002 e ISO9001 di tutti i prodotti MSi, ottenute grazie a continui test sui componenti che hanno totalizzato una percentuale impressionante del 99,6% come livello di qualità, ben oltre gli standard di mercato.
Maggiori informazioni le trovate sul sito ufficiale Micro-Star International.
{jospagebreak_scroll title=Intel Z77 Express Chipset:&heading=Introduzione:}
Intel Z77 Express Chipset – Caratteristiche Tecniche e Novità:
Il nuovo chipset Intel Z77 Express è espressamente sviluppato per garantire pieno supporto ai prossimi processori Ivy Bridge a 22nm, previsti al debutto nelle prossime settimane. Al pari del suo diretto predecessore, Z68 Express, il nuovo arrivato consente sia di praticare l’overclock di processore e memorie, sia di sfruttare il controller grafico integrato nel microprocessore, inclusa l’ottima tecnologia di accelerazione hardware Intel QuickSync.
L’architettura del nuovo Z77 Express è sempre a singolo chip, resa possibile grazie all’integrazione, direttamente all’interno della CPU, sia del Controller PCI-Express e sia del Memory Controller.
Come vediamo chiaramente dal diagramma a blocchi sopra riportato, quest’ultimo è di tipo Dual-Channel, certificato per supportare appieno moduli di memoria di tipo DDR3, operanti fino alla frequenza massima certificata di 1600MHz.
I nuovi microprocessori Ivy Bridge introdurranno il supporto nativo a 16 linee PCI-Express 3.0 (Gen3). Sarà quindi possibile, qualora la propria scheda madre preveda degli slot necessari, realizzare sistemi Multi-GPU (NVIDIA SLI o AMD CrossFireX) in configurazione 8x/8x, oppure 8x/4x/4x. Anche se quest’ultima configurazione potrebbe sembrare alquanto “limitante”, è doveroso ricordare che il nuovo standard PCI-Express prevede una bandwidth doppia rispetto alla precedente generazione, avremo quindi una situazione del tutto equiparabile a una tradizionale configurazione 16x/8x/8x con PCI-Express di seconda generazione.
Il chipset è collegato al processore per mezzo di un Link DMI da 20Gb/s, e si occupa di fungere da bridge fra la CPU stessa e i vari controller integrati e non. Intel ha incluso anche un controller Serial ATA in grado di gestire fino a un massimo di 6 canali, di cui quattro di tipo SATA 3Gb/s e due di terza generazione a 6Gb/s, pienamente compatibili con le tecnologie RAID di tipo 0, 1, 5 e 10.
Oltre a quanto detto, il nuovo Intel Z77 Express, include un sottosistema Audio High Definition, un’interfaccia di rete Gigabit, ulteriori 8 linee PCI-Express 2.0 (la cui gestione è a discrezione del produttore della scheda madre) e un controller USB finalmente in grado di supportare nativamente lo standard di trasmissione USB 3.0 (fino a 4 porte), oltre che il tradizionale USB 2.0 (fino a 14 porte).
Non saranno più necessari, quindi, controller supplementari di terze parti, se non per aumentare il quantitativo di porte a disposizione.
Al pari del predecessore, anche il nuovo chipset offre pieno supporto alla tecnologia Intel SRT (Smart Response Technology), che consente di utilizzare un disco SSD (Solid State Disk) quale memoria cache, affiancandolo ad un normale HDD meccanico o ad un volume RAID (di tipo 0, 1, 5 o 10, a patto che sia composto di HDD meccanici tradizionali e non di altre unità SSD ed abbia una capacità complessiva non superiore a 31.5TB) al fine di velocizzare i tempi di accesso e, di conseguenza, le performance complessive.
L’unità SSD, per essere compatibile con questa tecnologia, deve avere una capacità di archiviazione minima pari a 18.6GB. La massima capacità utilizzabile come cache è pari a 64GB e l’eventuale spazio in eccesso, qualora sia impiegato un SSD di capacità maggiore, verrà lasciato a disposizione dell’utente per la normale archiviazione dei dati. Secondo Intel, la dimensione ottimale per l’unità di SSD caching, più che sufficiente per un normale utilizzo del computer, è di 20GB.
La tecnologia Smart Response consente all’utente di scegliere tra due differenti modalità di funzionamento:
- Enhanced: prevede la sincronizzazione e la scrittura parallela tra il disco meccanico e l’unità SSD. In questo modo viene preferita la sicurezza dei dati alle pure prestazioni velocistiche;
- Maximized: prevede che le operazioni di scrittura avvengano prima sull’unità SSD e in seguito sul disco meccanico. In questo modo si ottengono prestazioni ovviamente superiori, ma aumenta il rischio di perdita accidentale di dati.
Con il nuovo chipset vengono introdotte anche altre due interessanti tecnologie. Stiamo parlando di Intel Smart Connect, una tecnologia pensata per consentire le tradizionali operazioni di manutenzione e aggiornamento, quali il download degli aggiornamenti del sistema operativo, la ricezione di nuovi messaggi di posta elettronica e le notifiche dei più diffusi social network (Twitter, Facebook ecc.), anche quando il computer si trova in uno stato di sospensione o ibernazione, e Intel Rapid Start, una tecnologia pensata per accelerare il “risveglio” del proprio computer.
{jospagebreak_scroll title=Tecnologia Intel QuickSync 2.0:}
Tecnologia Intel QuickSync 2.0:
Il nuovo PCH Intal Z77 Express consente di sfruttare appieno la migliorata tecnologia Intel QuickSync. Tale tecnologia sfrutta, come ormai sappiamo, una particolare unità integrata all’interno del controller grafico stesso, dedicata esclusivamente all’accelerazione hardware del transcoding video.
La particolarità di questo blocco di silicio risiede nelle sue performance. Come ben sappiamo anche AMD e NVIDIA vantano soluzioni di accelerazione dalle analoghe caratteristiche, in grado di sfruttare la potenza messa a disposizione dalle loro GPU nelle fasi di codifica/decodifica video, ma queste non sono però in grado di ottenere performance paragonabili a quelle raggiungibili mediante l’uso del QuickSync di Intel.
L’unità QuickSync è in grado di accelerare anche la parte di Motion Compensation, particolarmente “pesante” durante il processo di decodifica e il LoopFiltering, facendo registrare prestazioni molto elevate. Il colosso di Santa Clara dichiara performance addirittura doppie rispetto alle soluzioni Sandy Bridge dell’anno passato.
Abbiamo proceduto alla verifica delle reali prestazioni offerte dalla nuova tecnologia QuickSync 2.0 usando il noto software Cyberlink Media Espresso, giunto alla versione 6.5. Le impostazioni possibili prevedono la scelta tra due “profili” standard, il primo focalizzato sulle pure prestazioni, mentre il secondo sulla qualità.
Nel grafico che segue il tempo impiegato per il transcoding di un filmato di riferimento (formato .M2TS H.264 1920×1080 @24fps / Durata: 300 secondi), in vari formati di destinazione.
Come notiamo chiaramente il guadagno, in termini di tempo, è lampante. La tecnologia Intel QuickSync 2.0 consente di risparmiare secondi preziosi durante le operazioni di conversione dei filmati, rispetto alla generazione precedente. Ovviamente è necessario l’utilizzo di un software in grado di sfruttarne appieno le potenzialità, come quello da noi usato ad esempio, prodotto da Cyberlink.
{jospagebreak_scroll title=Tecnologia Lucid Virtu Universal MVP:}
Tecnologia Lucid Virtu Universal MVP:
Il nuovo software Lucid Virtu Universal MVP si presenta come una naturale evoluzione dell’ormai nota tecnologia Lucid Virtu, in grado di porsi tra il driver video e il sistema operativo, con lo scopo di reindirizzare le chiamate verso la GPU più adatta allo svolgimento dell’operazione.
In questo modo sarà possibile affiancare al controller grafico integrato una soluzione discreta, in maniera da sfruttare appieno le peculiarità di entrambe soltanto quando necessario e in modo del tutto trasparente.
Questo si traduce, ovviamente, in minori consumi durante il normale utilizzo della macchina, in quanto per la semplice navigazione sul web, la riproduzione di contenuti multimediali e quant’altro verrà impiegata esclusivamente la GPU integrata nel processore Intel, che come sappiamo è più che adeguata allo scopo.
Qualora servirà, invece, maggiore potenza di calcolo, come ad esempio durante l’esecuzione di applicativi o videogiochi 3D, la chiamata non sarà reindirizzata verso la GPU integrata ma bensì verso la GPU discreta, sicuramente contraddistinta da performance più elevate.
Un altro vantaggio è quello di poter sfruttare la tecnologia Intel QuickSync anche se nel sistema è installata una scheda grafica discreta. Qualora venga eseguito un qualsiasi applicativo in grado di sfruttare la tecnologia di accelerazione hardware Intel, questo verrà automaticamente gestito dalla GPU integrata.
Il nuovo interessante Virtu Universal MVP introduce due innovative tecnologie, denominate HyperFormance e Virtual Vsync, finalizzate ad incrementare le prestazioni nei titoli più diffusi e a migliorare la resa grafica delle immagini minimizzando il fastidioso fenomeno del “Tearing” dovuto alla sovrapposizione dei frame qualora il frame rate sia superiore alla frequenza di refresh del monitor “solitamente 60Hz”. La causa di questo fastidioso fenomeno è semplicissima; se la scheda grafica è molto potente, capace quindi di superare agevolmente, in termini di FPS, la frequenza di refresh del monitor, quest’ultimo si troverà ancora occupato a visualizzare un frame, nello stesso momento in cui la GPU gli invia i successivi in rapida successione.
La soluzione a questo problema è l’attivazione del Vsync nel pannello dei driver grafici, o nelle opzioni del gioco in uso; questa indispensabile funzionalità consente di porre un “limite” al frame rate in relazione alla frequenza di refresh del proprio monitor, evitando che si verifichi, quindi, tale sovrapposizione. Appare ovvio che in questo modo le potenzialità delle potenti schede grafiche di ultima generazione non saranno mai sfruttate appieno, o almeno così è stato fino all’introduzione della tecnologia Virtual Vsync.
Grazie all’uso combinato della soluzione grafica integrata nel processore e della tradizionale scheda grafica discreta, infatti, quest’ultima può “sprigionare” tutta la sua potenza, in quanto sarà compito dell’integrata quello di riorganizzare i frame, impedendo che si sovrappongano e inviando solo quelli corretti al display, eliminando di fatto qualsiasi distorsione dell’immagine. Virtualmente, quindi, la scheda grafica è in grado di generare più frame, aumentando sensibilmente anche il tempo di risposta.
{jospagebreak_scroll title=Procedura per una corretta configurazione di Lucid Virtu:}
Procedura per una corretta configurazione di Lucid Virtu:
Dopo aver parlato della tecnologia Lucid Virtu Universal MVP, procediamo illustrandovi passo per passo la procedura per una corretta configurazione.
1.- Per prima cosa dobbiamo munirci di una scheda madre certificata, come ad esempio la maggior parte dei nuovi prodotti dotati di chipset Intel Z77 Express. Teniamo a precisare che la tecnologia Lucid MVP funziona correttamente anche sulle precedenti mainboard dotate di chipset Z68/H67 e H61;
2.- Nel BIOS della scheda madre è necessario impostare l’uscita video predefinita sulla grafica integrata oppure sulla soluzione discreta, in base alla modalità che vogliamo utilizzare:
– i-Mode: questa modalità comporta una leggera perdita di prestazioni nei giochi 3D. Consente comunque di sfruttare tutte le nuove funzionalità della tecnologia MVP (HyperFormance e Virtual Vsync), le funzionalità speciali della soluzione integrata (es. Intel QuickSync), senza rinunciare al risparmio energetico quando non è utilizzato nessun gioco 3D. Per sfruttare questa modalità il display dev’essere collegato all’uscita video presente sulla scheda madre, e nel BIOS dev’essere impostata l’IGP come soluzione predefinita;
– d-Mode: la modalità d-mode è pensata per ottenere performance 3D senza compromessi, sfruttando appieno le potenzialità della soluzione grafica discreta installata nel sistema, senza però rinunciare alle nuove funzionalità dell’MVP (HyperFormance e Virtual Vsync) e alle funzionalità speciali dell’integrata (es. Intel QuickSync). Questa modalità non include funzionalità di risparmio energetico. Per sfruttarla il display dev’essere collegato all’uscita video della vga discreta e nel BIOS dev’essere impostata la discreta come soluzione predefinita e, se previsto, dev’essere attivo il supporto multi monitor.
3.- Scelta la modalità preferita è sufficiente procedere con l’installazione dei driver di entrambe le soluzioni grafiche presenti (Integrata e Discreta);
4.- Una volta portata a termine l’operazione è possibile installare il software Lucid Virtu Universal MVP “DOWNLOAD 32bit – DOWNLOAD 64bit“;
5.- Completata anche questa procedura d’installazione avremo accesso al pannello di controllo Virtu MVP. L’interfaccia è veramente molto semplice e intuibile, il pannello si compone di quattro sezioni distinte:
– Main: In questa prima schermata avremo la possibilità di attivare o disattivare la tecnologia Virtu MVP, semplicemente cliccando sull’apposito pulsante in alto a sinistra, reimpostare le impostazioni predefinite e abilitare il Logo MVP in uno dei quattro angoli dello schermo, qualora venga eseguita un’applicazione in grado di sfruttarne le funzionalità.
– Performance: In questa seconda schermata è possibile attivare o disattivare, semplicemente cliccando sugli appositi pulsanti, le tecnologie HyperFormance e Virtual Vsync.
– Application: in questa schermata viene mostrata la lista di tutte le applicazioni in grado di sfruttare correttamente la tecnologia Lucid Virtu MVP. Tramite segno di spunta avremo la possibilità di scegliere la modalità operativa (i-Mode oppure d-Mode) e abilitare o meno l’HyperFormance per ogni singola applicazione. Qualora una particolare applicazione o gioco non sia nell’elenco, neppure con l’ultima versione del software installata, sarà possibile aggiungerla manualmente cliccando sul tasto in basso “Add” e selezionando il rispettivo eseguibile. In questa maniera, per così dire “forzata”, non è garantito il corretto sfruttamento della tecnologia, è quindi a rischio e pericolo dell’utente.
– About: quest’ultima schermata ha come unico scopo quello di informare l’utilizzatore sulla versione del software correntemente installata nel sistema. Nell’eventualità che non venga subito rilevata la licenza d’uso del software è presente il pulsante “Activate” per procedere con l’attivazione manuale (necessaria connessione ad internet).
Per maggiori informazioni consultate il sito web LucidLogix. Altre interessanti informazioni su Lucid Virtu li potete trovare inoltre sul nostro forum qui.
{jospagebreak_scroll title=NVIDIA Kepler – Uno sguardo alla nuova architettura}
NVIDIA Kepler – Uno sguardo alla nuova architettura:
La nuova architettura “Kepler” nasce come naturale evoluzione delle precedenti soluzioni Fermi, sul mercato ormai da circa due anni, con l’obiettivo di ottimizzarne non soltanto le prestazioni, ma soprattutto i consumi energetici. Tale aspetto rappresentava senza dubbio il vero e proprio punto debole della precedente generazione, fin dalla sua prima incarnazione, la GeForce GTX480. La prima GPU basata sulla nuova architettura “Kepler”, nota con il nome in codice “GK104”, non è soltanto la più performante mai prodotta dall’azienda di Santa Clara, ma è soprattutto la più efficiente in termini di assorbimenti energetici.
Buona parte del merito è senz’altro attribuibile, oltre che alla nuova e ottimizzata tecnologia produttiva a 28nm di TSMC, alle notevoli migliorie architetturali introdotte. Ogni unità interna, infatti, è stata progettata per garantire le migliori performance/watt possibili. Il primo prodotto a vedere la luce basato su GPU GK104, nonché l’attuale modello di punta dell’azienda, prende il nome di GeForce GTX 680. Osserviamone la struttura interna nel dettaglio:
Possiamo notare dal diagramma a blocchi come il nuovo processore grafico “Kepler” sia composto da diversi elementi, ognuno dei quali specifico per una determinata operazione. Il blocco principale è sempre denominato GPC (Graphics Processing Cluster) e prevede soluzioni per la rasterizzazione, lo shading e la gestione delle texture. La nuova GeForce GTX 680 conta ben quattro blocchi GPC indipendenti e dotati di una memoria Cache L2 condivisa di 512KB, ognuno dei quali prevede al suo interno un’affinata unità Raster Engine (per la rimozione di tutti i triangoli non visibili dalla scena, al fine di ridurre la banda necessaria) e una coppia di unità SMX (Streaming Multiprocessor) di nuova generazione, completamente ridisegnate, capaci di prestazioni superiori e consumi significativamente più bassi rispetto alle SM di Fermi.
La maggiore potenza computazionale deriva principalmente dal quantitativo superiore di unità CUDA Core. In ogni SMX, infatti, trovano posto ben 192 CUDA Core, ben sei volte in più rispetto alle unità SM di Fermi (32 unità), per un totale complessivo di ben 1536 CUDA Core. L’aumento delle unità di elaborazione si è reso necessario per compensare l’abbandono del classico approccio “clock double speed” in favore di una più semplice frequenza di clock unificata tra GPU e CUDA Core, a tutto vantaggio dei consumi complessivi.
Ecco come si presenta al suo interno ogni singola unità SMX:
Appare evidente come la maggior parte delle unità fondamentali, per l’esecuzione dei calcoli grafici, siano state inglobate all’interno della nuova SMX. Oltre alle suddette unità di elaborazione (CUDA Core) troviamo, infatti, ben 16 Texture Unit (TMU), un nuovo motore Polymorph Engine 2.0 (che si occupa, oltre che dell’output, anche della gestione del Vertex Fetch, Attribute Setup, Viewport Transform e del Tessellator, in maniera due volte più efficiente rispetto a Fermi), ben 32 unità Load/Store e altrettante unità SFU (Special Function Unit), in grado di eseguire istruzioni come seno, coseno e radice quadrata, oltre che l’interpolazione grafica. Troviamo, inoltre, una cache dedicata di 64KB utilizzabile come memoria condivisa o come Cache L1 e quattro Warp Scheduler, capaci di due istruzioni per ciclo di clock.
Rispetto a Fermi sono state completamente riviste le funzioni di controllo della schedulazione, semplificando notevolmente la complessa unità hardware dedicata all’individuazione e al riordino delle operazioni, sfruttando la “prevedibilità” della sequenza delle operazioni e delle latenze.
La memoria Cache L2 (ampia 512KB), che ricordiamo essere condivisa tra le quattro unità GPC (Graphics Processing Cluster) presenti, è stata ottimizzata in maniera da poter supportare al meglio la maggiore potenza computazionale delle nuove unità SMX. L’incremento è quantificabile nell’ordine del 73% circa e riguarda soprattutto la gestione delle operazioni atomiche, in particolare quelle a indirizzo comune.
Il bus di memoria è di tipo aggregato e sfrutta quattro interfacce a 64 bit al fine di raggiungere un’ampiezza complessiva di 256 bit. L’adozione di moduli di memoria caratterizzati da una frequenza operativa particolarmente elevata (ben 6.008MHz) consente comunque di ottenere una banda complessiva più che dignitosa, pari a 192 GB/s, del tutto equivalente a quella di Fermi, nonostante il bus minore. Per garantire la piena stabilità a questa frequenza si è reso necessario, da parte degli ingenieri NVIDIA, un profondo lavoro di ottimizzazione dei segnali nonché dell’intera interfaccia di comunicazione.
{jospagebreak_scroll title=Tecnologia GPU Boost:}
Tecnologia GPU Boost:
Oltre a tutte le migliorie architetturali precedentemente osservate, la nuova GeForce GTX680 include anche una nuova ed interessante tecnologia, denominata GPU Boost, finalizzata ad incrementarne ulteriormente le performance complessive. Combinando elementi hardware e software, GPU Boost è in grado di regolare dinamicamente la frequenza di funzionamento della GPU in funzione dell’assorbimento energetico, costantemente monitorato da una circuiteria hardware dedicata. In questa maniera viene garantito il massimo livello prestazionale senza rischiare di eccedere dai consumi originariamente previsti dalla scheda.
Come vediamo dal grafico non tutte le applicazioni sfruttano appieno il processore grafico. Spesso buona parte delle reali risorse a disposizione vengono “sprecate” se l’applicazione in uso non è particolarmente intensiva. Grazie alla tecnologia GPU Boost sarà possibile sfruttare tutto il potenziale energetico inutilizzato per innalzare la frequenza operativa e ottenere così migliori prestazioni.
La frequenza di funzionamento predefinita della nuova GeForce GTX680 è fissata a 1.006MHz. Tale frequenza è identificata come “Base Clock” e rappresenta il valore minimo al quale si troverà a operare la scheda durante l’esecuzione di qualsiasi titolo 3D. In condizioni normali la tecnologia GPU Boost consente un incremento del +5% rispetto alla frequenza base predefinita, vale a dire raggiungere una frequenza finale di 1.058MHz. Tuttavia, se l’applicativo utilizzato non è particolarmente intensivo, e le condizioni della scheda grafica lo permettono, sono possibili ulteriori incrementi della frequenza operativa del processore grafico. NVIDIA stessa ha dichiarato la possibilità di raggiungere e superare, in determinati frangenti, una frequenza di ben 1.100MHz, pur rimanendo entro i limiti del TDP.
Per garantire la piena stabilità operativa, in queste condizioni di “overclock automatico”, la tecnologia GPU Boost va ad agire anche sulla tensione di alimentazione del processore grafico, secondo step predeterminati.
La tecnologia GPU Boost è sempre attiva e attualmente non disattivabile in alcun modo da parte dell’utente. NVIDIA ha comunque assicurato il perfetto funzionamento anche nell’eventualità che venga praticato un’overclock manuale della scheda.
{jospagebreak_scroll title=Tecnologia Adaptive Vsync:}
Tecnologia Adaptive Vsync:
Tra le novità, introdotte da NVIDIA in occasione della presentazione della nuova architettura Kepler, troviamo anche una nuova tecnologia di Vsync, denominata Adaptive Vsync. Prima di entrare nei dettagli riteniamo opportuno illustrarvi quelle che sono le caratteristiche della normale tecnologia Vsync. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un notevole incremento delle prestazioni delle schede grafiche, incremento che ha consentito di ottenere framerate veramente molto elevati nei giochi di ultima generazione. Tuttavia questo aspetto non è positivo come potrebbe sembrare; se i frame generati, infatti, sono superiori alla frequenza di refresh del nostro monitor si andrà ad incorrere nel fastidioso fenomeno del “Tearing”, ovvero una sovrapposizione dei frame che implica una distorsione dell’immagine.
La causa è molto semplice; se la scheda grafica è decisamente potente, capace quindi di superare agevolmente, in termini di FPS, la frequenza di refresh del monitor (solitamente 60Hz), quest’ultimo si troverà ancora occupato a visualizzare un frame nello stesso momento in cui la GPU invia i successivi, in rapida successione.
La soluzione a questo problema è l’attivazione del Vsync nel pannello dei driver grafici, o nelle opzioni del gioco in uso; questa ormai indispensabile funzionalità consente di sincronizzare i frame, inviati dalla GPU, in relazione alla frequenza di refresh del proprio monitor, evitando qualsiasi tipo di distorsione dell’immagine, che andrebbe, purtroppo, a comprometterebbe l’esperienza di gioco. Ancora una volta però vi sono degli effetti “collaterali” che non devono essere sottovalutati. Ammettendo che il nostro monitor abbia una frequenza di refresh pari a 60Hz (come buona parte degli LCD del resto), cosa succederebbe se la GPU non arrivasse a garantire 60FPS? Semplicissimo, il Vsync scalerebbe automaticamente la soglia di sincronizzazione a 30Hz o a un altro sotto-multiplo di 60Hz (ad esempio 20 oppure 15Hz). Questo brusco calo è la causa di un altro fastidiosissimo fenomeno, conosciuto come “Stuttering”.
La soluzione ad entrambe queste problematiche esiste, e prende il nome di “Adaptive Vsync”. La logica di funzionamento di questa nuova tecnologia messa a punto da NVIDIA è veramente molto semplice. La sincronizzazione verticale (Vsync) viene attivata e disattivata dinamicamente, in relazione al reale andamento del framerate. In altre parole se viene superata la soglia di sincronizzazione verrà attivato il Vsync, evitando il Tearing; al contrario se si scende al di sotto della soglia di sincronizzazione verrà automaticamente disattivato, in modo da seguire il naturale andamento del framerate, evitando così lo Stuttering.
{jospagebreak_scroll title=NVIDIA FXAA e TXAA – Nuove modalità di Anti-Aliasing:}
NVIDIA FXAA e TXAA – Nuove modalità di Anti-Aliasing:
Le novità introdotte con l’architettura Kepler non si limitano soltanto alle pure prestazioni velocistiche, ma prendono in considerazione anche l’aspetto qualitativo dell’immagine. Per questo motivo sono state introdotte due nuove tecniche di filtraggio Anti-Aliasing, finalizzate a ridurre le scalettature nel rendering di spigoli obliqui.
Nvidia Anti-Aliasing FXAA:
Il nuovo NVIDIA FXAA consente di applicare il filtro Anti-Aliasing in fase di post processing, sfruttando la potenza di calcolo delle unità CUDA Core, in maniera da ridurre notevolmente l’impatto prestazionale, rispetto alle tradizionali tecniche di Multi-Sample Anti-Aliasing (MSAA).
La nuova modalità di filtraggio è attivabile direttamente all’interno del pannello di controllo dei driver NVIDIA a partire dalla release R300. In questo modo il funzionamento è garantito, quindi, con centinaia di videogiochi.
A seguire vi mostriamo una comparazione tra l’assenza di filtraggio Anti-Aliasing, la tecnica di filtraggio MSAA 4x e la nuova tecnica FXAA in post processing.
Nvidia Anti-Aliasing TXAA:
Il nuovo NVIDIA TXAA è una tecnica di filtraggio pensata per sfruttare appieno le elevate performance FP16 delle Texture Unit della GeForce GTX 670. Il TXAA viene descritto da NVIDIA stessa come un mix tra il tradizionale filtraggio Multi-Sample in hardware e l’utilizzo di una componente temporale per migliorare la qualità dell’immagine.
A differenza della tecnica di filtraggio precedentemente descritta (FXAA), il TXAA non è attivabile, almeno per il momento, all’interno del pannello di controllo dei driver NVIDIA, ma dovrà essere implementato direttamente all’interno dei motori dei videogiochi.
Gli sviluppatori avranno modo di scegliere tra due differenti modalità: TXAA 1 e TXAA 2. La prima modalità è in grado di offrire una qualità dell’immagine equiparabile a quella ottenibile applicando un filtro MSAA 8x, con un impatto sulle prestazioni pari a quello di un MSAA 2x. La seconda modalità (TXAA 2) offrirà una qualità dell’immagine ancora superiore a quella del TXAA 1, con un impatto sulle prestazioni pari a quello di un MSAA 4x.
A seguire vi mostriamo una comparazione tra l’assenza di filtraggio Anti-Aliasing, la tecnica di filtraggio MSAA 8x e la nuova tecnica TXAA di NVIDIA.
{jospagebreak_scroll title=Nuovo Display/Video Engine:}
Nuovo Display/Video Engine:
Kepler vanta, inoltre, un engine video completamente ridisegnato, capace di offrire pieno supporto ai futuri monitor HDMI 4K a 3GHz (3840 x 2160 x 60Hz) e Display Port 1.2. Inoltre, viene finalmente introdotto un supporto multi-monitor avanzato e pienamente in grado di competere con la tecnologia concorrente “Eyefinity” di AMD.
La nuova GeForce GTX 670 permette il collegamento contemporaneo di ben quattro monitor, supportando la tecnologia proprietaria 3D Vision anche in modalità a singola GPU.
Pienamente supportate funzionalità di personalizzazione della risoluzione e compensazione della cornice dei monitor.
{jospagebreak_scroll title=NVIDIA NVENC – Nuovo Encoder Video in Hardware:}
NVIDIA NVENC – Nuovo Encoder Video in Hardware:
Un’altra novità di Kepler riguarda l’introduzione di una componente hardware dedicata alla codifica di contenuti video H.264, componente che prende il nome di NVENC. Prima della presentazione dell’architettura Kepler la decodifica dei flussi video veniva gestita direttamente dalle unità CUDA Core, con ovvi effetti sui consumi energetici della scheda. Utilizzando, invece, un componente hardware specializzato nella gestione dei flussi video, si riescono ad ottenere consumi molto più bassi e prestazioni notevolmente superiori rispetto alla gestione da parte dei CUDA Core.
Secondo quanto dichiarato dalla stessa NVIDIA, il nuovo NVENC è in grado di effettuare l’encoding di flussi video Full HD (1080p) ad una velocità ben otto volte superiore rispetto a quella in tempo reale. Prendendo come esempio l’encoding di un filmato 1080p, della durata di 16 minuti a 30FPS, sarà possibile portare a termine l’operazione in circa 2 minuti.
NVENC supporta, inoltre, gli standard H.264 Base, Main e High Profile Level 4.1 (vale a dire lo standard Blu-Ray), oltre all’MVC (Multiview Video Coding), per la gestione di filmati stereoscopici, e all’encoding di filmati con risoluzione massima di 4096 x 4096 pixel.
NVIDIA ci ha fornito una versione beta del noto software Cyberlink Media Espresso 6.5 capace di sfruttare appieno NVENC.
Per verificarne le potenzialità abbiamo proceduto alla conversione di un filmato 720p della durata di 2h e 10min sfruttando il profilo preimpostato “Apple iPhone 4S”, sia facendo uso dell’accelerazione hardware messa a disposizione da NVIDIA, e sia appoggiandosi esclusivamente sul processore centrale (Intel Core i7 2600K alla frequenza di 5.5GHz).
Come possiamo chiaramente osservare, i benefici di questo nuovo Encoder Video di NVIDIA sono evidenti. Il programma Cyberlink Media Espresso 6.5 è in grado di sfruttare in pieno il suo enorme potenziale. Non possiamo che consigliare caldamente l’uso di NVENC a tutti gli utenti, che si dilettano con encoding di flussi video in Full HD (1080p). I vantaggi saranno decisamente evidenti, sia in termini di tempo, sia in termini di resa produttività finale.
{jospagebreak_scroll title=MSi Z77 MPower: Confezione e Bundle}
MSi Z77 MPower: Confezione e Bundle
La confezione della scheda madre MSi Z77 MPower è un’autentica esplosione di colori e di contenuti grafici. Come nella migliore tradizione del marchio essa contiene numerosi dettagli sul prodotto contenuto, tali da mettere in condizione il possibile acquirente di farsi un’idea ben precisa di cosa sta per acquistare. La scatola è realizzata con una colorazione di base nera con finitura lucida ed il cartone utilizzato è molto resistente.
Immancabile l’apertura a libro nella parte frontale che mostra una foto della scheda madre e riporta un elenco molto esaustivo delle principali feature. Tra queste sono evidenziati i quattro punti focali che sono alla base della realizzazione della scheda madre, ovvero una migliorata qualità dei componenti della sezione di alimentazione, un nuovo circuito di alimentazione chiamato Hybrid Digital Power per soddisfare le richiesta di maggiore erogazione in fase di overclock, un layout migliorato per favorire il raffreddamento dei componenti e per facilitare la coibentazione in zona socket CPU per raffreddamenti estremi ed infine un insieme di funzioni per migliorare l’esperienza in OC quali i punti di misurazione delle tensioni, il multi bios, il display di debug ed i bottoni rapidi per l’utilizzo su banchetto di test.
La parte frontale è dominata dalla rappresentazione di un’eplosione, un effetto molto particolare ed accattivante. Sono presenti il logo aziendale MSi, una serie di icone riguardanti le principali teconologie supportate e la tipologia di chipset installato, la compatibilità con i processori Intel per socket LGA 1155, la serie di appartenenza Big Bang, il modello della scheda madre ed una didascalia con il marchio OC Certified.
Nella faccia posteriore ritroviamo la nomenclatura della scheda madre e le principali icone rappresentative delle tecnologie supportate. Viene messa in evidenza la capacità in overclock della scheda madre attraverso un insieme di nozioni e grafici che rappresentano tutte le tecnologie impiegate per l’ottenimento di tale scopo. Completano il quadro descrittivo un elenco delle specifiche tecniche della motherboard, uno schema delle connessioni disponibili e l’insieme di tutti i riferimenti di contatto MSi.
Lateralmente sono riportate le principali features del prodotto tradotte nelle varie lingue dove viene esportato, una targhetta con tutti i codici identificativi e l’insieme sintetico di icone e descrizioni già trovate sul fronte e sul retro della confezione.
L’interno della confezione è suddiviso in due scomparti distinti. In quello superiore è stivato il ricchissimo bundle fornito in dotazione ed in quello inferiore trova posto la scheda madre protetta da un sacchetto in materiale plastico. Tutto il contenuto risulta adeguatamente protetto da eventuali urti o cadute accidentali.
Il bundle fornito in dotazione è quanto di più completo ci sia mai capitato di osservare. Esso è così composto:
- 1 x Certificazione di qualità e stabilità della motherboard;
- 1 x Certificazione overclock attraverso la funzione OC Genie;
- 1 x Manuale per il software incluso;
- 1 x Manuali di istruzione per l’installazione e l’uso;
- 1 x Guida rapida di installazione;
- 1 x Guida visuale per l’overclock del prodotto;
- 1 x Disco contenente driver e utility;
- 1 x M-connector per connessioni facilitate del pannello frontale del case;
- 1 x Antenna WiFi;
- 4 x Cavi adattatori per punti di misurazione;
- 4 x cavi Sata III (6Gb/s);
- 1 x Bridge flessibile per configurazioni SLI;
- 1 x mascherina I/O shield.
Vi proponiamo un video ufficiale MSi sulle capacità in overclock della scheda madre.
Scopriamo quali sono le principali feature supportate dichiarate dal produttore.
{jospagebreak_scroll title=MSi Z77 MPower: Feature principali}
MSi Z77 MPower: Feature Principali
MSi è da sempre sinonimo di innovazione e di espressione massima di performance e di tecnologie sofisticate applicate ai propri prodotti. Attenzioni molto particolari sono riservate al segmento enthusiast per soddisfare le sempre maggiori e pressanti richieste di overclocker esigenti e di gamer desiderosi di avere sempre e comunque il massimo delle performance a disposizione. Di seguito riportiamo una panoramica delle principali feature presenti nella MSi Z77 MPower, così come dichiarate dal produttore.
Per approfondimenti potete visitare il minisito dedicato a questa particolare mainboard.
Andiamo a vedere quali sono le specifiche tecniche dichiarate dal produttore.
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MSi Z77 MPower: Specifiche Tecniche
La scheda madre MSi Z77 MPower è basata su socket LGA-1155 ed è stata progettata e realizzata intorno al chipset Z77 Express di Intel. La memoria di sistema si basa sull’architettura Dual Channel DDR3, con una capacità massima di 32 GB e supporta frequenze in overclock fino a 3000 Mhz anche con profili XMP. E’ possibile realizzare configurazioni multi-GPU con schede grafiche in SLI (Nvidia) o CrossfireX (AMD) per assemblare sistemi di grafica avanzati. Non manca il supporto agli standard USB 3.0 ed SATA/eSATA III 6Gb/s per una migliore gestione di dispositivi di archiviazione veloci. Riportiamo un riassunto delle specifiche tecniche della MSi Z77 MPower, così come dichiarate dal produttore.
Le caratteristiche tecniche di prim’ordine evidenziano la volontà di MSi di dare vita ad un prodotto senza compromessi.
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MSi Z77 MPower: La Scheda – Parte 1
E’ giunto il momento di inziare a maneggiare la MSi Z77 MPower e di osservare da vicino i componenti che supportano le tecnologie finora descritte. Iniziamo subito col dire che il layout è molto pulito e ordinato, la zona socket CPU appare immediatamente libera e adatta a coibentazioni per sistemi di raffreddamento estremi. La distribuzione dei principali elementi, come da schema che riportiamo, è davvero ben organizzata e frutto di uno studio davvero approfondito.
La sensazione tattile restituita dal PCB è di ottima costruzione e solidità. Esso, come dichiarato da MSi, è basato su un numero di strati superiore del 50% rispetto a motherboard standard ed effettivamente riscontriamo una rigidità elevata. Tale solidità eviterà torsioni del PCB quando sottoposto a regimi di freddo estremo, garantendo longevità e stabilità nel tempo.
Sulla motherboard sono assemblati componenti discreti di alta qualità come condensatori allo stato solido prodotti da aziende giapponesi leader nel settore e induttanze con core in ferrite. Vedremo che gli stadi di alimentazione sono completamente digitali, i DrMOS II che insieme agli altri componenti discreti costituiscono quello che l’azienda chiama “Military Class III Components”. Questi componenti sono sottoposti a severi test di durata nelle condizioni più estreme per garantire stabilità e durevolezza nel tempo.
La colorazione di base è nero opaca ed il suo form factor è aderente allo standard ATX con dimensioni di 30,5×24,5 cm. L’unica nota di colore è conferita dalla livrea gialla, caratteristica delle serie speciali dedicate all’overclock, che attraversa i dissipatori di calore. Sulla faccia posteriore non sono presenti elementi di rilievo, solo il backplate del meccanismo di ritensione del processore di produzione Lotes.
Iniziamo ad osservare più da vicino i componenti della scheda madre.
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MSi Z77 MPower: La Scheda – Parte 2
La MSi Z77 MPower adotta una circuiteria di alimentazione a 15 Fasi DrMos II. La funzione “Active Phase Switching” controlla il fabbisogno energetico della mainboard e provvede a disabilitare le fasi di alimentazione in eccesso qualora il sistema non necessiti di tutta la potenza a disposizione, al fine di ottimizzare al massimo il consumo, incrementare la durata dei componenti e contenere le temperature di esercizio. Una batteria di LED consente di sapere, in tempo reale, quante fasi siano attive. Inoltre troviamo una fase per il VCCIO ed una fase per il VCCSA, più due fasi dedicate alle memorie. I DirecFET DrMos a servizio della CPU e delle memorie sono i Renesas 20655, capaci di erogare 35A per ogni singola fase. All’interno di un singolo chip Renesas sono contenuti sia i mosfet HIGH Side che quelli LOW Side e il mosfet che funge da controller.
Lo smaltimento di calore generato dalle sezioni di alimentazione e dal chipset Z77 è deputato a due dissipatori passivi di generose dimensioni. In particolare quello dedicato alla sezione di alimentazione presenta un’ulteriore estensione che non è a contatto con nessun componente sulla scheda madre ma rappresenta un semplice incremento della superficie dissipante. Sotto questa zona non è presente pad termico in quanto non necessario allo scopo. Entrambi i dissipatori sono fissati alla motherboard mediante l’uso di viti, ben più sicure delle tradizionali clip di plastica. Il contatto è garantito dall’utilizzo di pad termico di buona qualità nella sezione di alimentazione e da una pasta termica in zona chipset. Sicuramente degna di nota l’adozione, nel dissipatore zona di alimentazione, di heatpipe del diametro di 8 mm aderenti alla nuova tecnologia Superpipe sviluppata da MSi che utilizza uno spessore maggiore sulle pareti della heatpipe per migliorare la capacità di dissipazione.
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MSi Z77 MPower: La Scheda – Parte 3
La MSi Z77 MPower presenta verso destra, sempre nella zona superiore, i quattro slot per memorie di tipo DDR3 con supporto Dual-Channel e X.M.P., in grado di ospitare moduli non-ECC con frequenza fino a ben 3000MHz (OC). Il quantitativo massimo di memoria installabile è pari a 32GB.
In prossimità degli slot per le memorie troviamo anche il connettore di alimentazione ATX 24 Poli e i Punti di Lettura (MSI V-Check Point) per tenere sotto controllo le tensioni operative reali di tutti i componenti vitali. Inoltre per soddisfare le necessità di alimentazione in caso di configurazioni multiGPU a due o più schede è stato inserito un connettore PCIe PWR a 6 pin. Completano il quadro degli elementi significativi i pulsanti Power, Reset e OC Genie II. Quest’ultimo, se premuto prima di accendere il PC, procederà alla ricerca automatica di una configurazione ottimale in overclock a seconda dei componenti installati.
Per soddisfare nel migliore dei modi la richiesta energetica del processore è presente un connettore di alimentazione 12v 8-Pin EPS.
Immediatamente al di sotto delle connessioni di alimentazione troviamo il Debug Display che, durante la fase di post del bios, ci mostra dei codici su eventuali errori che si dovessero manifestare in fase di avvio. Durante il normale funzionamento del PC nel display appare la temperatura corrente della CPU, riferita al sensore dedicato al CPU Package. Nella stessa zona è presente la connessione USB 3.0 per un eventuale bracket da installare nel nostro case.
Le possibilità di espansione sono garantite da ben quattro slot PCI-Express 2.0 1x, utili per l’installazione ad esempio di schede audio dedicate, controller dischi o recenti unità SSD, e tre slot PCI-Express Gen 3.0 16x di tipo meccanico. Sono pienamente supportate le tecnologie Multi-GPU AMD CrossFireX e NVIDIA SLI.
Il terzo slot PCI-Express Gen 3.0 16x è operativo soltanto in presenza di un microprocessore Core i7/i5/i3/Pentium/Celeron di terza generazione (Ivy Bridge), ed è in grado di garantire un segnale 4x elettrico anche nell’eventualità che siano popolati gli altri due slot. Riportiamo una schema esemplificativo per meglio comprendere le tipologie di connessioni attuabili.
Sotto il primo slot PCI-Express 16x, in posizione infelice, troviamo la batteria tampone e il Jumper dedicato alla funzione di Clear CMOS. Reputiamo tale disposizione veramente “scomoda” oltre che inaccessibile dopo aver installato la scheda grafica. Si rivela molto utile il pulsante Clear CMOS posto nel pannello posteriore I/O.
Spostandoci verso destra rileviamo la presenza di sei porte Serial ATA, tutte ruotate in modo da facilitare l’inserimento dei cavi e migliorare il “cable management”. Partendo dalla sinistra troviamo quattro porte SATA II 3Gb/s e due porte SATA III 6Gb/s, tutte gestite dal PCH Intel Z77 Express. Sono pienamente supportate le tecnologie RAID 0, 1, 5 e 10 e Intel Smart Response (SRT). Il produttore non ha inserito ulteriori controller di terze parti.
In prossimità delle porte Serial ATA troviamo uno Switch per la selezione dell’EEPROM BIOS, utile per recuperare la scheda madre in caso di errori di programmazione in fase di update o di corruzione dati del BIOS primario. La scheda, infatti, dispone di una coppia di EEPROM, purtroppo, saldate e non rimovibili. Nei pressi è presente un pulsante chiamato GO2BIOS che, una volta premuto, obbliga l’ingresso al bios al successivo riavvio del PC. Questa funzione si rivela molto utile durante le fasi di OC perchè in caso di crash e riavvio del sistema per instabilità ci ritroveremo catapultati direttamente nel bios per apportare le modifiche necessarie. Nella parte inferiore estrema sono presenti le connessioni USB e per il pannello frontale del case.
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MSi Z77 MPower: La Scheda – Parte 4
L’audio della MSi Z77 MPower è gestito dal chip Realtek ALC898, supporta audio a 7.1 canali in HD (High Definition), output e input su S/PDIF a 16/20/24 bit e frequenze di campionamento fino a 192KHZ. E’ supportata la riproduzione di contenuti protetti e la tecnologia THX TruStudio.
Spostandoci verso la parte superiore sullo stesso lato sono presenti rispettivamente il chip che gestisce la porta LAN, un Realtek RTL8111F che supporta il PCI Express 1.1 come interfaccia bus per le comunicazioni host, con supporto al power management ed è compatibile con le specifiche IEEE 802.3u per 10/100Mbps Ethernet e con interfaccia PCIe V. 1.1 (2.5GT/s) con supporto ai Jumbo Frames ed il chip che si occupa del monitoraggio di tutte le risorse hardware e del controllo delle ventole connesse alla mainboard, un Fintek F71889AD.
Immediatamente dietro le connessioni posteriori di I/O sono presenti altri due chip, un Parade PS8101 che si occupa della conversione dei segnali video verso le porte HDMI/Diplay Port posteriori ed un chip Renesas D720201 per la gestione di quattro delle sei porte USB 3.0 posteriori.
Completiamo il quadro descrittivo delle connessioni riportando uno schema di quelle disponibili sul pannello posteriore di I/O. Esse sono in numero elevato e la presenza di connessioni WiFi e Bluetooth sono sicuramente un valore aggiunto non trascurabile.
E’ ora il momento di dare uno sguardo al bios di gestione della scheda madre.
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MSi Z77 MPower: Il Bios – Parte 1
La MSI Z77 MPower adotta un BIOS UEFI (Unified Extensible Firmware Interface) di ultima generazione, davvero molto semplice e intuitivo, denominato dall’azienda “Click BIOS II”. Le nostre prove sono state condotte utilizzando l’ultima versione ufficiale attualmente disponibile sul sito web del produttore taiwanese, molto stabile e priva di particolari problematiche che avrebbero potuto in qualche maniera comprometterne gli esiti.
Una volta effettuato l’accesso, premendo come di consueto il tasto “CANC”, ci troviamo subito di fronte ad un’interfaccia completamente rinnovata rispetto a quella a cui ci aveva abituato MSI con i prodotti dotati di PCH Intel Serie 6. La nuova veste grafica appare molto più accattivante della precedente e, cosa ancora più importante, i numerosi parametri a disposizione sono disposti con più ordine, rendendo ancora più facile ed intuibile la gestione del BIOS. Del tutto migliorata, inoltre, anche la gestione del mouse, includendo ora anche la possibilità di sfruttare la “rotellina” per lo scroll.
La prima schermata, mostrata immediatamente dopo l’accesso, include alcune tra le più importanti informazioni, tra cui la temperatura d’esercizio del processore e del sistema, la data e l’ora, la versione del BIOS in uso, il modello del processore e il quantitativo di memoria RAM installata (con le relative frequenze operative) e la selezione della periferica di boot preferita. Troviamo, inoltre, la possibilità di scelta fra tre differenti profili preimpostati (ECO Mode, Standard Mode e OC Genie II Mode), con un semplice click del mouse.
Le varie sezioni sono del tutto ordinate e accessibili tramite comodi pulsanti posti ai lati della schermata principale. Lo spazio centrale è esclusivamente dedicato a ospitare l’elenco dei vari parametri a disposizione.
La colonna di sinistra include le sezioni Settings, OC ed ECO, anch’esse accessibili con un semplice click del mouse. In “Settings” sono raggruppati tutti i principali parametri della macchina, quali impostazioni di Data e Ora, attivazione o disattivazione delle varie periferiche integrate (controller USB, SATA, IEEE1394, Audio etc.), impostazione avanzata della grafica integrata, attivazione o disattivazione delle tecnologie Intel Rapid Start e Smart Connect, le impostazioni di avvio e le varie opzioni di salvataggio delle modifiche apportate.
La sezione “OC” è quella che senz’altro interesserà di più agli appassionati. Al suo interno, infatti, trovano posto tutti i principali parametri di funzionamento della macchina, quali frequenze, tensioni di alimentazione, latenze delle memorie e molto altro ancora. I parametri a disposizione sono numerosi e di facile interpretazione. Per chi ha già avuto modo di provare una piattaforma Sandy Bridge, basata sui chipset Serie 6, ritroverà i medesimi acronimi ad identificare la funzione di alcuni parametri importanti. Troviamo sempre il “CPU I/O Voltage o Processor I/O Voltage”, che altro non è che il vecchio VTT/VQPI, ossia la tensione applicata all’IMC integrato nel processore, e il “System Agent Voltage o SA Voltage”, che serve sostanzialmente a fornire una maggiore quantità di alimentazione all’IMC e al controller PCI-Express integrati. E’ possibile anche salvare le impostazioni sotto forma di pratici profili, non solo sulla memoria a disposizione (fino a un massimo di 6 profili), ma anche su una qualsiasi chiavetta USB, in modo da poterli ricaricare in ogni momento senza il bisogno di reinserire tutto manualmente.
La sezione “ECO”, come facilmente intuibile, include varie impostazioni riguardanti il risparmio energetico della scheda madre. Sarà possibile accedere alla gestione delle fasi di alimentazione, dei vari LED di stato, monitorare le varie tensioni di alimentazione in tempo reale e accedere alle impostazioni dei C-State di Intel.
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MSi Z77 MPower: Il Bios – Parte 2
Passando alla colonna di destra del bios della MSi Z77 MPower possiamo notare altre tre sezioni: Browser, Utilities e Security. In “Browser” sarà possibile accedere (ovviamente a patto di averlo installato) a MSI Winki, un pratico e leggerissimo sistema operativo su base Linux comprendente vari software gratuiti, tra cui un comodo web browser, un visualizzatore di foto, funzionalità di backup HDD, gestione di reti wireless, messaggeria istantanea e OpenOffice.org, per la visualizzazione o modifica dei propri documenti.
In “Utilities” sarà possibile effettuare un Backup dell’HDD, utilizzare il programma M-Flash per l’aggiornamento del BIOS della scheda madre nell’eventualità che si possegga il file necessario (su disco fisso o su chiavetta USB), oppure accedere al Live Update, per l’aggiornamento sfruttando la propria connessione a internet (a patto di aver installato MSI Winki).
L’ultima sezione, denominata “Security”, permette di accedere ai vari parametri di sicurezza, tra i quali l’impostazione delle varie password per impedire l’accesso al BIOS e/o al Computer e dischi fissi, in modo da proteggere i propri dati sensibili. La scheda permette, inoltre, di sfruttare la tecnologia proprietaria “U-Key”, tramite la quale sarà possibile creare una chiavetta USB con password cifrata, necessaria per poter avviare il computer.
Vi consigliamo caldamente di controllare con regolarità la presenza di eventuali aggiornamenti BIOS al seguente indirizzo.
MSI Click BIOS II
MSI Click BIOS II è il primo al mondo a fornire un’unica interfaccia grafica sia con UEFI sia con Windows. Il produttore, infatti, fornisce a corredo anche una pratica utility, da utilizzare in ambiente Windows, che permette di accedere alla quasi totalità delle impostazioni direttamente dal sistema operativo stesso. Le impostazioni di sistema possono essere regolate utilizzando il mouse o anche il controllo LCD Touch a seconda degli ambienti diversi in cui si sta lavorando. Il Click BIOS II non solo salva le impostazioni di overclock, ma può anche caricarle su altri pc in modo da condividere la tua configurazione con altri appassionati di overclocking.
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MSi GTX 680 Lightning: Confezione e Bundle
La confezione della MSi GTX 680 Lightning è molto appariscente e riporta, come per tutte le produzioni Lightning, l’immagine di un jet da caccia in fase di volo in assetto di accellerazione. Questa immagine lascia poco spazio all’immaginazione nel senso che dichiara immediatamente quale sia la destinazione del prodotto contenuto al suo interno: la supremazia in termini di velocità e prestazioni. La scatola è realizzata con un cartoncino molto resistente, con una colorazione di fondo nera interrotta da tratti verdi come la base del logo Nvidia, a cui appartiene la GPU che vi è installata.
Anche nella confezione della Lightning è presente l’apertura a libro nella parte frontale che lascia intravedere la scheda grafica contenuta all’interno e sono riportati un insieme di elenchi e didascalie che riassumono in maniera completa le principali feature e tecnologie a disposizione Tra esse vengono poste in particolare evidenza la presenza di componenti discreti della serie “Military Class III“, la presenza del GPU Reactor, ovvero di un circuito aggiuntivo che provvede alla pulizia dell’alimentazione da disturbi emi e alla sovralimentazione della GPU. Infine sono indicati i benefici del sistema di dissipazione Twin Frozr di IV generazione.
Sulla parte frontale, come già anticipato, domina l’immagine di un caccia in assetto di guerra. Sono presenti il logo aziendale MSi, la nomenclatura del modello, il tipo di GPU installata, una didascalia Unlocked Digital Power che indica la presenza di un circuito di alimentazione particolare, il quantitativo di memoria grafica installata, il supporto alla connessione PCIe di terza generazione e alle DirectX 11.
Nella parte posteriore viene riportata la nomenclatura del prodotto, le principali feature supportate, i requisiti minimi di sistema, un elenco delle principali tecnologie Nvidia supportate tradotte nelle varie lingue dove il prodotto viene esportato, le specifiche del prodotto, un QR Code per la connessione diretta da dispositivi mobili alla pagina del prodotto ed infine tutti i riferimenti di MSi.
Nelle fasce laterali sono presenti il logo MSi, la nomenclatura della scheda grafica, la tipologia di GPU installata ed una targhetta con tutti i codici identificativi del prodotto. Immancabile l’immagine del jet.
Dalla confezione estraiamo un secondo contenitore di cartone dove è alloggiata la scheda grafica ed il bundle fornito in dotazione. La scheda è adeguatamente protetta da uno stampo in schiuma poliuretanica compatta e da un sacchetto antistatico. Il bundle trova posto nella parte anteriore dello stampo e sul fondo della scatola.
Il bundle fornito in dotazione è abbastanza completo e comprende i seguenti elementi:
- 1x Disco ottico con driver e utility AfterBurner;
- 2x Manuali rapidi di installazione (hardware e software);
- 1x Adattatotre DVI -> VGA;
- 2x adattatori PCIe 6 pin -> PCIe 8 pin;
- 3x Cavi adattatori per la lettura delle tensioni;
- 1x Certificazione di qualità e stabilità.
Passiamo ora ad analizzare la scheda e le sue caratteristiche tecniche.
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MSi GTX 680 Lightning: Caratteristiche Tecniche
La scheda MSi GTX 680 Lightning è costruita intorno alla nuova GPU GTX680 di NVIDIA. Il design del PCB e del sistema di raffreddamento impiegato sono di tipo proprietario, espressamente progettati e realizzati per ottenere un prodotto unico nel suo genere, tecnologicamente molto avanzato e che possa garantire prestazioni, durevolezza e stabilità da primato. La nuova Lightning vanta, inoltre, frequenze operative superiori già impostate di fabbrica, in particolare il Core Clock è fissato a ben 1.110MHz con un Boost che raggiunge quota 1.176MHz (circa +6%). Le memorie, invece, sono fissate alla medesima frequenza sancita da NVIDIA, vale a dire 6.008MHz effettivi.
Riportiamo di seguito la tabella riassuntiva delle principali caratteristiche e funzionalità supportate, così come dichiarate dal produttore.
Il software GPU-Z rileva correttamente le caratteristiche fisiche e le frequenze operative della scheda grafica e ne riportiamo uno screen.
Di seguito vi postiamo il video di presentazione ufficiale della nuova e interessante soluzione ad altissime prestazioni MSI GTX 680 Lightning! Il video è stato prodotto in collaborazione con il noto overclocker svedese Elmor.
Potete trovare maggiori informazioni nella pagina ufficiale del prodotto.
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MSi GTX 680 Lightning: La Scheda – Parte 1
La scheda MSi GTX 680 Lightning non si basa sul design reference di Nvidia ma è stata completamente progettata da zero in tutti i settori. Ha un PCB dalle dimensioni generose per ospitare, come vedremo, una sezione di alimentazione molto particolare e complessa ed ha un dissipatore appartenente alla serie Twin Frozr, giunto alla quarta generazione, con prestazioni dissipanti avvincenti. Il colore nero di base attraversato dalla livrea gialla caratteristica dei prodotti top di gamma MSi, conferiscono alla vga un aspetto molto “cattivo”. Siamo senz’altro di fronte ad un oggetto dedicato ad una platea di utenti molto esigente e che ama dedicarsi all’overclock estremo. Il sistema di dissipazione occupa solo due slot in altezza ma la presenza del GPU Reactor e del suo coperchio protettivo limitano la realizzazione di sistemi multi GPU qualora si fosse in presenza di schede madri che hanno gli slot PCIe ravvicinati.
Nella zona posteriore della scheda è possibile osservare l’elegante backplate di colore nero con sovraimpressa la scritta Lightning. Esso serve a dissipare il calore prodotto da alcuni componenti di alimentazione posti sul retro del PCB e al tempo stesso protegge altri componenti discreti presenti. Sul backplate è incastonato il coperchio posteriore del “GPU Reactor”, un circuito di alimentazione aggiuntivo. Tale coperchio viene illuminato quando la scheda è accesa, restituendo un effetto che susciterà curiosità negli appassionati di modding.
Il “GPU Reactor” è una piccola scheda elettronica supplementare pensata per erogare fino al 200% di capacità energetica in più alla GPU e contribuisce alla cancellazione di disturbi di tipo EMI che potrebbero influenzare la stabilità della GPU in regime di overclock estremo. La scheda video funziona anche senza il GPU Reactor installato ma in questo caso si perderanno i vantaggi che la sua implementazione porta nelle sessioni di overclock estremo.
Continuiamo la nostra esplorazione sulla scheda video.
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MSi GTX 680 Lightning: La Scheda – Parte 2
Nelle zone laterali della MSi GTX 680 Lightning sono presenti la connessione PCIe compatibile con lo standard 3.0 che si attiverà installando la scheda su sistemi in grado di fornire tale supporto, ovvero su piattaforme basate su chipset Z77 ma con processore Ivy Bridge a bordo e il connettore SLI per supportare configurazioni multi-GPU fino al 4Way-Sli.
A metà tra le connessioni di alimentazione e quelle per lo SLI è presente uno switch che serve per impostare due diversi tipi di bios presenti sulla scheda. Uno è quello standard ed uno espressamente pensato per l’utilizzo sotto freddo estremo. Basterà spostare lo switch sulla posizione LN2 per avere a disposzione fino al 150% in più di corrente. Il bios LN2 disabilita la funzione di active switching ed innalza il limite della soglia di intervento dell’OCP (Over Current Protection).
La scheda riceve l’alimentazione necessaria al suo funzionamento attraverso due connessioni PCIe da 8 pin riuscendo a garantire un’erogazione totale di 375W (150W+150W dai due ingressi a 8 pin e 75W dallo slot PCIe).
La piastra posteriore presenta connettori placcati in oro per migliorare la qualità del segnale trasmesso. A livello di connettività video sono presenti i seguenti elementi:
- 1x porta DVI-D;
- 1x porta DVI-I;
- 1x porta HDMI full size con supporto allo standard 1.4a;
- 1x Display Port versione 1.2 con pieno supporto alle connessioni multimonitor;
E’ il momento di smontare la scheda e curiosare tra i vari componenti.
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MSi GTX 680 Lightning: La Scheda – Parte 3
Come sempre non abbiamo resistito alla curiosità di smontare la scheda video per meglio osservare l’interno della MSi GTX 680 Lightning. Disassemblare il dissipatore di calore non è un’operazione difficoltosa e viene eseguita in tre fasi distinte. Occorre innanzitutto smontare il backplate dopo aver rimosso una manciata di viti presenti posteriormente; in seguito andrà rimosso il dissipatore della gpu ed infine il dissipatore passivo in alluminio di colore nero che copre le fasi di alimentazione e le memorie. La base del dissipatore direttamente a contatto con la GPU è realizzata in rame con riporto in nichel, ha una finitura molto liscia ma non presenta una perfetta lappatura a specchio.
Il dissipatore proprietario Twin Frozr IV prevede ben cinque heatpipe in rame, di cui due del diametro da ben 8 mm e tre da 6 mm, in grado di trasportare efficientemente e uniformemente il calore prodotto sull’ampia superficie dissipante a disposizione. Lo smaltimento del calore è garantito dall’impiego di due generose ventole da 10 cm di diametro, capaci di ottime prestazioni e buona silenziosità. Dotate della tecnologia Propeller Blade, esse sono in grado di produrre il 40% in più di flusso d’aria nel massimo silenzio. E’ presente, inoltre, la tecnologia Dust Removal, un particolare “stratagemma” pensato da MSI per preservare l’efficienza del dissipatore nel tempo, mantenendo sempre pulito il radiatore dalla polvere. Il funzionamento è molto semplice; ogni volta che il sistema viene avviato, le due ventole ruotano, per 30 secondi, nel verso opposto a quello standard, permettendo la rimozione della polvere accumulata tra le alette del radiatore, per poi veicolarla verso il fondo del case, dove potrà essere aspirata con più facilità.
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MSi GTX 680 Lightning: La Scheda – Parte 4
Dopo aver rimosso il corpo dissipante dalla MSi GTX 680 Lightning possiamo osservare il PCB della scheda grafica, realizzato con design propietario. Il layout generale è ben organizzato e pulito nella realizzazione, nonostante la presenza di un numero cospicuo di componenti discreti.
Inutile dire che la complessità è di gran lunga superiore a quella delle normali soluzioni reference previste da Nvidia con una circuiteria di alimentazione, completamente ridisegnata, dotata di ben 11 PWM di tipo digitale, di cui 8 PWM dedicati alla GPU e 3 PWM alle memorie GDDR5. L’utilizzo di PWM digitali garantisce una maggiore efficienza e precisione nell’erogazione rispetto all’approccio standard. Le fasi della GPU sono gestite da un controller della Chil Semiconductor modello CHL8318 in grado di pilotare fino ad otto fasi.
L’assoluta stabilità operativa e la longevità sono garantite dalla selezione di componenti che rispondono ad una serie di requisiti “Military Standard“, ovvero prodotti che hanno raggiunto e ottenuto una certificazione che ne consente l’impiego in ambito militare, notoriamente precluso alla maggior parte delle soluzioni commerciali, caratterizzati da una maggiore tolleranza al funzionamento in condizioni critiche, quali elevati stress e temperature. L’azienda identifica tale componentistica con la dicitura “Military Class III Components”. La nuova ammiraglia, inoltre, prevede l’utilizzo di un PCB proprietario del tutto particolare, basato sulla tecnologia “Lightning Power Layer”, contraddistinto da ben quattro layer indipendenti (GPU, RAM, I/O, Massa) al fine di ridurre al minimo le interferenze, garantendo così le massime potenzialità in overclocking.
Nella parte centrale troviamo la GPU e i chip di memoria grafica GDDR5.
Insieme GPU/Memorie
GPU Nvidia GK104 – GTX680
I chip di memoria grafica sono di produzione Samsung. Nello specifico le memorie sono delle GDDR5 K4G20325FD-FC03, accreditate per funzionare ad una frequenza di 6.0 GHz. Vedremo nei test che queste ottime memorie si spingono ben oltre senza mostrare alcun problema operativo.
Il controlli sulle tensioni di GPU, Memorie e PLL sono completamente indipendenti ed è possibile rilevarle attraverso dei comodi punti di lettura, denominati V-Check Points, misurandone in tempo reale, tramite multimetro, la tensione erogata. I punti di lettura sono situati nella parte posteriore della scheda e ad essi si collegano i cavi adattatori forniti in bundle.
Diamo uno sguardo alle memorie Avexir MPower.
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Avexir Core Series MPower: Confezione
Le Avexir Core Series MPower sono distribuite all’interno di un blister plastico trasparente. Considerando che si tratta di una Special Edition ci saremmo aspettati una confezione più fastosa che riportasse in qualche modo la simbologia grafica della serie a cui fa riferimento. In questo modo il kit ha un aspetto quasi anonimo ed assimilabile ad altri kit già in commercio del produttore. Il kit da noi testato è composto da due moduli da 4GB ognuno, per un totale di 8GB, con frequenza operativa di 2.400MHz con Cas 10. Il product number è AVD3U24001004G-2CM.
All’interno della confezione è presente solo un piccolo opuscolo riportante le condizioni generali di garanzia .
Ed ora diamo uno sguardo alle caratteristiche tecniche del kit.
{jospagebreak_scroll title=Avexir Core Series MPower: Caratteristiche Tecniche}
Avexir Core Series MPower: Caratteristiche Tecniche
Le memorie oggetto della nostra recensione, le Avexir Core Series MPower, hanno una frequenza operativa di 2.400Mhz e sono dotate di profili XMP (EXtreme Memory Profile) permettendo la loro corretta configurazione semplicemente abilitando tale funzione dal bios del PC.
Di seguito riportiamo la tabella riassuntiva delle specifiche tecniche:
Le memorie di tipo DDR3 giunte in redazione sono un KIT Dual-Channel da 8GB, destinato ad un’utenza di tipo enthusiast che ricerca prestazioni elevate ad un prezzo ottimale.
Tra i vari timing che possiamo modificare in genere accessibili dal sottomenu “Advanced Chipset Features o DRAM Timing Control” del bios della propria scheda madre sono essenzialmente quattro e ne specifichiamo di seguito il significato:
Parametri Timing Memorie
- Cas Latency Time – “TCL”: Durante una operazione di lettura, rappresenta l’intervallo di tempo, tra l’istante in cui il comando di lettura giunge ad una certa cella e quello in cui inizia il trasferimento dati.
- Ras to Cas Delay Time – “TRCD”: Costituisce l’intervento di tempo che passa tra l’attivazione della riga e della colonna che identificano la cella di memoria in cui si vuole leggere o scrivere il dato.
- Ras Precharge Time – “TRAS”: Rappresenta il periodo di tempo in cui una certa riga è attiva prima che giunga il segnale precharge.
- Row Precharge Timing – “TRP”: Questo settaggio bios specifica il minimo ammontare di tempo tra due successive attivazioni allo stesso modulo DDR. Minore è l’intervallo e più velocemente può essere attivato alla letture e scrittura il successivo banco di ram.
Raccomandiamo l’uso di un Command Rate pari a 2T per non aver alcun tipo di problema. Il Command Rate è il tempo che passa tra l’attivazione del chip di memoria e quando un comando può essere inviato alla memoria stessa. 1T equivale a 1 ciclo di clock, 2T a due cicli di clock etc. Minore e’ “T” maggiori sono le prestazioni. Il 2T invece da prestazioni inferiori, ma permette maggiore stabilità ed overclock più spinti.
Impostando il profilo XMP direttamente dal bios della scheda madre, abbiamo rilevato che la frequenza operativa ed i timing vengono correttamente impostati, ad eccezione del tRCD che viene impostato a 14 invece che a 12 come da specifica. Abbiamo quindi settato i timing a mano. Il nostro intervento si è reso necessario anche sulla voce CPU I/O Voltage impostata in automatico a 1,256V, valore al di sopra delle specifiche Intel e lo abbiamo impostato a 1,15V.
Voltaggi Timing
Inseriamo anche una schermata del software AIDA 64 che mostra tutte le informazioni relative al contenuto dello SPD dei moduli di memoria.
Ora è il momento di dare uno sguardo ravvicinato ai moduli di memoria.
{jospagebreak_scroll title=Avexir Core Series MPower: Uno Sguardo da Vicino}
Avexir Core Series MPower: Uno Sguardo da Vicino
Le Avexir Core Series MPower sono dotate di un dissipatore passivo in alluminio di colore nero con serigrafato il motivo presente sulle motherboard e sulle schede video top di gamma di produzione MSi. Una linea gialla attraversa tutto il dissipatore interrompendo il colore nero di fondo. Un’ulteriore livrea grigio argento fa da sfondo alla scritta DDR3 che identifica la tipologia di memoria. Su un lato di ogni modulo è presente una targhetta identificativa con i codici di riferimento ed i principali dati operativi come frequenza, timing e voltaggio.
Queste memorie sono dotate di una barra luminosa superiore che produce un accattivante effetto durante il funzionamento del PC. Vi mostriamo tale effetto attraverso un video ufficiale del produttore.
Il dissipatore sporge minimamente rispetto alla sagoma del PCB e le dimensioni massime che abbiamo rilevato, con l’ausilio di un calibro digitale professionale, sono di 133,53×36,44×7,54 mm rispettivamente per lunghezza, altezza e spessore. Tali dimensioni consentono l’installazione in sistemi dove il dissipatore per la CPU è veramente ingombrante ed arriva a sovrastare i moduli di memoria.
Ed ora passiamo ai test sulla piattaforma MSi.
{jospagebreak_scroll title=Sistema di Prova e Metodologia di Test:}
Piattaforma MSi: Sistema di Prova e Metodologia di Test
Nella tabella che segue vi mostriamo il sistema di prova utilizzato per i test della Piattaforma MSi:
Tutti i test eseguiti sono stati ripetuti per ben tre volte, al fine di verificare la veridicità dei risultati. L’hardware è stato montato su di un banchetto di produzione DimasTech.
Le prove sono state condotte con l’obiettivo di analizzare le performance velocistiche della piattaforma MSi nella sua interezza, confrontando i dati che i componenti restituiscono al loro default ed impostando un overclock daily per una macchina da gioco di livello enthusiast.
Per questo motivo ci siamo basati su due differenti livelli d’impostazione del processore/memorie/scheda video, preventivamente testati, al fine di non incorrere in problemi causati dall’instabilità:
– Livello 1: Processore alla frequenza di default di 3.5GHz, Turbo attivo. Memorie impostate ai valori di targa di 2.400MHz con latenze pari a 10-12-12-31-2T. Scheda video a default, bios Normal;
– Livello 2: Processore in overclock alla frequenza di 4.6GHz, impostando moltiplicatore a 46x e mantenendo inalterato il BCLK (100.0MHz). Memorie impostate a 2.666MHz con latenze pari a 11-13-12-31-2T. Scheda video con LN2 bios ed overclock come da tabelle GPU-Z allegate.
Livello 1 Livello 2
N.B.: Specifichiamo che per il comparto memorie l’overclock a 2.666MHz è stato raggiunto conservando il voltaggio a default delle ram, ovvero di 1,65V. La scheda video, con bios settato su LN2 mode eroga 1,21V sulla GPU in luogo dei canonici 1,175V. Le impostazioni del clock table della vga, con voltaggio aumentato, non corrispondo ai valori del bios Normal per cui la base clock è differente, minore nello LN2 mode perchè il MaxBoost possibile è superiore.
I settaggi della scheda video sono stati effettuati con l’utility proprietaria MSi AfterBurner. Di seguito la schermata con i settaggi in overclock per il livello 2. Ricordiamo che non è più possibile aumentare il voltaggio della GPU secondo le direttive Nvidia. Il settaggio da noi utilizzato rappresenta anche il Max overclock che la scheda nelle nostre mani è stata in grado di esprimere stabilmente in tutti i test eseguiti, con il voltaggio bloccato.
Per quanto concerne il processore e le memorie riportiamo un validate a conferma dei valori raggiunti.
Queste le applicazioni interessate, suddivise in tre tipologie differenti:
Prestazioni Rendering e Calcolo:
- Cinebench 11.5 – 64bit;
- POV Ray 3.7 RC3;
- Blender 2.62 – 64bit;
- Fritz Chess Benchmark;
- Euler3D Benchmark v2.2;
- SuperPI 1.5Mod XS;
- WPrime Benchmark v2.09;
- Hexus PiFast;
- SiSoftware Sandra 2013.03.19.29;
- AIDA64 Extreme 2.80.2300;
- MaxxPI² PreView – Single e Multi;
- MaxxMEM² preview – Banda/Latenza e Multi.
Prestazioni Multimedia e Compressione:
- WinRAR 4.20 – 64bit;
- 7-Zip 9.20 – 64bit;
- TrueCrypt 7.1a;
- X264 HD Benchmark v5.0.1;
- 3DMark Vantage;
- 3DMark 11;
- 3DMark Fire Strike;
- Unigine Heaven 4.0;
- Unigine Valley 1.0.
Giochi DirectX11:
- Colin McRae DiRT 3;
- Alien vs Predator;
- F1 2012;
- Lost Planet 2;
- Metro 2033;
- Crysis 2;
- Batman Arkham City;
- Sniper Elite V2.
Ora possiamo analizzare nel dettaglio le prestazioni della Piattaforma MSi.
{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Prima:}
Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Prima:
Cinebench R11.5 – 64bit:
Si tratta di una vera e propria suite di test multi piattaforma in grado di calcolare le capacità prestazionali del vostro computer. Il programma è basato sul software di animazione CINEMA 4D ed è lo strumento perfetto per valutare le performance della CPU e del comparto grafico su svariate piattaforme fra cui Windows e Mac OS X. Cinebench sfrutta le potenzialità del processore centrale del sistema mediante l’utilizzo combinato di calcoli complessi finalizzati al completamento del rendering di un’immagine campione. E’ possibile eseguire il test in modalità “Single”, sfruttando un solo “core”, oppure “Multi”, sfruttando quindi tutti i “core” disponibili.
Nel grafico il punteggio finale del rendering con 1Core/1Thread e fino a 4Core/8Thread.
POV-Ray 3.7 RC3:
POV-Ray è un famosissimo programma per la creazione di immagini tridimensionali. Vanta un motore per RayTracing tra i più avanzati. Sarà possibile creare immagini 3D, geometriche e non, di tipo foto realistico e di altissima qualità. La costruzione dell’immagine si ottiene mediante un linguaggio di programmazione di tipo matematico basato sulla geometria analitica nello spazio.
Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario per portare a termine il rendering di una scena di riferimento (Benchmark.pov), alla risoluzione di 1024×768.
Blender 2.62:
Blender è un famoso programma (completamente Open Source) di modellazione 3D, animazione e rendering. Viene spesso utilizzato anche per il calcolo delle performance dei microprocessori.
Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario al rendering della scena “Flying Squirrel”.
Fritz Chess Benchmark:
Fritz Chess è un interessante software che consente di misurare le performance della CPU basandosi sulla simulazione del gioco degli scacchi. Il programma è in grado di sfruttare appieno fino a otto core.
Nel grafico il risultato complessivo ottenuto (espresso in Kilonodi al secondo).
Euler3D Benchmark v2.2:
Euler3D, basato sulla routine di analisi strutturale STARS Euler3D, è un software di benchmark che misura le prestazioni velocistiche del microprocessore mediante l’esecuzione di calcoli fluidodinamici. Il programma è ottimizzato per sfruttare appieno il multi-threading.
Nel grafico il risultato rilasciato al termine del test integrato, espresso in Hz.
{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Seconda:}
Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Seconda:
SuperPI 1.5Mod XS:
Famoso programma di benchmark che calcola le cifre decimali del PI Greco, mostrando il tempo impiegato. E’ un buon indice delle prestazioni di CPU e RAM.
Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 1M, 8M e 32M.
WPrime Benchmark v2.09:
Al pari del SuperPI, anche il wPrime è un ottimo indicatore delle performance di CPU e RAM, e finalmente in grado di sfruttare tutti i core a disposizione.
Nei grafici il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 32M e del 1024M.
Hexus PiFast:
Famoso programma di benchmark per CPU con principio di funzionamento analogo al SuperPI, ovvero anch’esso basato sul calcolo dei decimali del Pi Greco.
Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al completamento del calcolo standard.
{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Terza:}
Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Terza:
SiSoftware Sandra 2013.03.19.29
Sandra è un tool di benchmark per l´intero sistema Pc, aggiornato per testare le ultime tecnologie disponibili sul mercato. Il software è in grado di assicurare la maggiore compatibilità hardware possibile unita ad un accurato reporting delle prestazioni e delle problematiche del sistema.
Abbiamo eseguito i principali test sulla CPU e sul comparto RAM. A seguire i risultati ottenuti.
AIDA64 Extreme 2.80.2300:
AIDA64 è un famoso programma che ci consente di tenere sotto controllo i punti vitali del nostro computer, quali temperature, voltaggi applicati e prestazioni. Al suo interno, infatti, troviamo numerosi test, utili per misurare, e comparare, le performance registrate dalle varie componenti (CPU, Memorie, HDD etc.).
Nei grafici i risultati riguardanti i benchmark integrati delle RAM e della CPU/FPU.
{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Quarta:}
Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Quarta:
MaxxPI² PreView – Single:
MaxxPI² calcola i numeri decimali di cui è composto il Pi greco. La nuova versione del MaxxPI “single” utilizza per il calcolo dei decimali l’algoritmo di Chudnovsky abbandonando quello di Gauss–Legendre utilizzato nelle versioni precedenti. Per ora MaxxPI è in grado di calcolare fino a 268.435.456 cifre di Pi “256M” ed è pensato per utilizzare un solo thread, tra l’altro nel menu è possibile selezionare il core che si vuole utilizzare per il calcolo. Ricordiamo che il risultato è ottenuto con un uso pesante di MMX/SSEx.
Di seguito uno schema di come viene utilizzata la memoria in MaxxPI²:
Il risultato, con lo scopo di rendere più facile la comparazione dello stesso, viene dato in K/sec. E’ di gran lunga più facile ricordare un unico numero in K/s che dover ricordare un risultato tipo 3min 24sec 456ms. Questo valore K non è altro che il numero di cifre decimali calcolate al secondo.
MaxxPI² PreView – Multi:
MaxxMEM² PreView:
MaxxMEM² è un bench che misura la larghezza di banda di un sottosistema di memoria. MaxxMEM è stato ottimizzato nelle sue routine per fornire i valori teorici più prossimi alla banda massima teorica durante i cicli di lettura/scrittura, questo grazie agli sforzi dei programmatori per eliminare, quasi completamente, la cache in lettura che avrebbe alterato le rilevazioni. Il risultato di tale benchmark è dato in Gigabyte al secondo ed è la media aritmetica tra le prestazioni in lettura e quelle in scrittura.
MaxxMEM² PreView – Banda/Latenza:
In maniera analoga abbiamo utilizzato anche MaxxMEM Multi che fornisce dei risultati della memoria con 3 esecuzioni in simultanea. In questo caso avremo per ogni serie di misure un valore totale suddiviso in tre sottocategorie: Stream, MMX e SSEx. Il risultato è dato sempre in Gigabyte al secondo (GB/sec.), ma rappresenta la media aritmetica tra Stream, MMX e SSEx.
MaxxMEM² PreView – Multi:
{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Prima:}
Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Prima:
WinRAR 4.20 – 64bit:
Famoso programma di compressione con il quale si misura la potenza della CPU nel comprimere un file campione restituendo il valore del dato compresso in KB/s (Rate).
7-Zip 9.20 – 64bit:
Noto programma di compressione/decompressione che al suo interno integra un Tool per la misura delle prestazioni della macchina. Anche in questo caso saranno riportati nel grafico quanti KB/s il sistema, e in particolar modo la CPU, sia in grado di comprimere/decomprimere.
TrueCrypt Encryption Benchmark 7.1a:
TrueCrypt è un noto programma open-source per la crittazione “on-the-fly” di interi dischi rigidi o partizioni. Gli algoritmi supportati sono l’AES, il Serpent e il Twofish. È possibile però usarli in cascata (avendo così maggiore sicurezza), ad esempio: AES-Twofish, AES-Twofish-Serpent, Serpent-AES, Serpent-Twofish-AES e Twofish-Serpent.
Dalla versione 7.0 è stato introdotto il supporto per l’accelerazione hardware per la cifratura e decifratura AES, utilizzando le apposite istruzioni di cui sono dotate le ultime CPU di Intel e AMD.
Nei grafici i risultati dei benchmark integrati nel programma.
X264 HD Benchmark v5.0.1:
Famoso Codec x264 grazie con il quale è possibile testare la potenza della propria CPU. Il suo funzionamento è basato sulla misurazione delle performance in termini di codifica video usando un filmato campione da trasformare in formato x264. In questa nuova versione viene codificato un video a risoluzione FullHD per cui i risultati non sono confrontabili con la precedente versione.
{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Seconda:}
Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Seconda:
3DMark Vantage:
Il nuovo benchmark richiederà obbligatoriamente la presenza nel sistema sia di una scheda video con supporto alle API DirectX 10.
Il benchmark si compone di 4 distinti test, 2 incentrati sulla GPU e 2 sulla CPU. E’ possibile scegliere tra quattro preset configurati da Futuremark, caratterizzati da un livello di carico di lavoro differente così da meglio riprodurre lo scenario tipico di utilizzo del proprio sistema a seconda del tipo di configurazione Hardware in uso.
3DMark Vantage introduce per la prima volta il concetto di preset; mentre nelle versioni precedenti vi era una singola configurazione, il nuovo software consente di impostare la configurazione Entry, Performance, High e Extreme.
I test sono stati eseguiti sfruttando il preset High. Nel grafico il punteggio complessivo ottenuto e il singolo punteggio riferito alla CPU.
3DMark 11:
Il nuovo benchmark richiederà obbligatoriamente la presenza nel sistema sia di una scheda video con supporto alle API DirectX 11. Secondo la software house Futuremark, i test sulla tessellation, l’illuminazione volumetrica e altri effetti usati nei giochi moderni rendono il benchmark moderno e indicativo sulle prestazioni “reali” delle schede video. La versione Basic Edition (gratuita) permette di fare tutti i test con l’impostazione “Performance Preset”. C’è un test, chiamato Audio Visual Demo, eseguibile alla risoluzione massima 720p. La versione Basic consente di pubblicare online un solo risultato. Non è possibile modificare la risoluzione e altri parametri del benchmark. 3DMark 11 Advanced Edition non ha invece alcun tipo di limitazione.
Il nuovo benchmark si compone di sei test, i primi quattro con il compito di analizzare le performance del comparto grafico, con vari livelli di tessellazione e illuminazione. Il quinto test non sfrutta la tecnologia NVIDIA PhysX, bensì la potenza di elaborazione del processore centrale. Il sesto e ultimo test consiste, invece, in una scena precalcolata in cui viene sfruttata sia la CPU, per i calcoli fisici, e sia la scheda grafica.
I test sono stati eseguiti in DirectX 11 sfruttando il preset Extreme. Nel grafico il punteggio complessivo ottenuto e i risultati di Physics e Combined.
3DMark Fire Strike:
La nuova versione del famoso software è senza dubbio la più potente e flessibile mai sviluppata da Futuremark. Per la prima volta viene proposto un programma multipiattaforma, capace di eseguire analisi comparative su sistemi operativi Windows, Windows RT, Android ed iOS. Le prestazioni velocistiche del proprio sistema possono essere osservate sfruttando tre nuovi ed inediti Preset: Ice Storm, Cloud Gate e Fire Strike. Il primo, Ice Storm, sfrutta le funzionalità delle librerie DirectX 9.0 ed è sviluppato appositamente per dispositivi mobile, quali tablet e smartphone senza comunque trascurare i computer entry level. Il secondo, Cloud Ice è pensato per l’utilizzo con sistemi più prestanti, come ad esempio notebook e computer di fascia media, grazie al supporto DirectX 10. Infine l’ultimo preset, denominato Fire Strike, è pensato per l’analisi dei moderni sistemi di fascia alta, contraddistinti da processori di ultima generazione e comparti grafici di assoluto livello con pieno supporto DirectX 11.
I nostri test sono stati eseguiti proprio in DirectX 11, sfruttando il preset Fire Strike Extreme. Nel grafico il punteggio complessivo ottenuto e i singoli risultati Graphics e Physics.
Unigine Heaven Benchmark v4.0:
Unigine ha aggiornato il suo benchmark DirectX 11, che permette agli utenti di provare la propria scheda video con le nuove librerie grafiche. Basato su motore Unigine, il benchmark Heaven v4.0 supporta schede video DirectX 11, DX 10, 9, OpenGL e il 3D Vision Surround di Nvidia. Tra le novità la possibilità di avere a disposizione dei preset per avere delle performance paragonabili immediatamente tra gli utenti.
I test sono stati condotti utilizzando il preset Extreme con risoluzione FullHD (1920×1080).
Nel grafico i risultati ottenuti, espressi sotto forma di Score finale e di FPS medi.
Unigine Valley Benchmark v1.0:
Il nuovo UNIGINE Valley è stato sviluppato dagli stessi programmatori del noto e apprezzato benchmark HEAVEN. Questo nuovo test sarà in grado di sfruttare al massimo tutta la potenza della vostra scheda video. Il benchmark riproduce in maniera dettagliata una valle piena di boschi, che saprà attirare l’attenzione dell’utente, grazie ad una fedeltà elevata della vegetazione e degli agenti atmosferici che interaggiscono su di essa. Il benchmark riprende in parte il motore utilizzato in Heaven sfruttando al massimo un ambiente dinamico molto vasto e dettagliato. E’ possibile inoltre osservare in tempo reale le prestazioni della scheda video, la sua temperatura e la relativa frequenza di funzionamento.
I test sono stati condotti utilizzando il preset Extreme con risoluzione FullHD (1920×1080).
Nel grafico i risultati ottenuti, espressi sotto forma di Score finale e di FPS medi.
{jospagebreak_scroll title=Giochi – DX11 – Parte 1:}
Giochi – DX11 – Parte 1:
Colin McRae DiRT 3:
Il rally diventa uno sport estremo e ancora più adrenalinico con Colin McRae DiRT 3: nuove corse con appassionanti testa a testa, tracciati dal realismo impressionante ed eventi speciali in stadi e circuiti spettacolari. Dal Kenia al Michigan, dalla Norvegia a Monte Carlo, conquista il mondo delle corse fuoristrada!.…Il gioco supporta le DirectX11.
Alien vs Predator:
La prima sensazione è di disorientamento: l’Alien ha visione grandangolare e può cadere da altezze indicibili senza il minimo danno ma, soprattutto, può camminare (e correre) sulle pareti e ciò cambia sensibilmente il modo in cui affrontare i quadri. All’inizio non è facile muoversi con scioltezza e rapidità passando da una parete verticale ad un soffitto come se nulla fosse; dopo pochi minuti iniziamo “a prenderci gusto”…Ecco un marine, un colpo di artigli in corsa ed il marine è morto. Facile. Ecco un altro marine, ci vede, gli corriamo incontro, ha il lanciafiamme. Bruciamo assieme.Ed ora il Predator.
I test sono stati condotti usando i seguenti settaggi:
{jospagebreak_scroll title=Giochi – DX11 – Parte 2:}
Giochi – DX11 – Parte 2:
F1 2012:
Ultimo capitolo sviluppato dai ragazzi di Codemasters con licenza ufficiale FIA. Dato il via, ci troveremo di fronte alla possibilità di avviare diverse modalità di gioco. La più importante è ovviamente la carriera, ma per chi non vuole tuffarsi sin da subito in un’avventura lunga tre, cinque o sette stagioni, c’è la possibilità di affrontare una gara veloce (solo gran premio), effettuare prove a tempo, tuffarci in un week-end di gara (dalle prove libere del venerdì al gran premio della domenica) o avviare il gioco in multiplayer. Ovviamente il titolo è incentrato sulla carriera e la differenza nel tempo (tre, cinque o sette anni ) è data dalla volontà di approdare sin da subito in team più o meno importanti, minore sarà la carriera, maggiori saranno le possibilità di entrare da subito nei top team come Ferrari, McLaren o Red Bull – se si sceglie invece la carriera da sette anni, ci troveremo a dover fare la gavetta partendo da team come Lotus, HRT e Toro Rosso. Il gioco supporta le DirectX 11.
I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:
Lost Planet 2:
Lost Planet 2 è il seguito dello sparatutto in terza persona sviluppato e prodotto dalla Capcom. Basato sul motore grafico aggiornato MT-Framework 2.0 è ambientato 10 anni prima delle vicende di Lost Planet Extreme Condition.Teatro delle azioni sarà ancora una volta l’inquietante pianeta E.D.N. III, il cui glaciale paesaggio ha lasciato spazio ad intricate giungle con tanto di vegetazione e clima tropicale. La battaglia dei valorosi coloni contro i terribili Akrid continuerà a insanguinare le terre del travagliato corpo celeste…
I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:
{jospagebreak_scroll title=Giochi – DX11 – Parte 3:}
Giochi – DX11 – Parte 3:
Metro 2033:
Mosca, anno 2033. In seguito ad una catastrofe nucleare, i sopravvissuti sono costretti a vivere nelle metropolitane della capitale russa, organizzati in stazioni simili a città stato. In quest’ultime si respira un’atmosfera opprimente e angosciante. Il buio cela molte insidie, tra le quali la frequente possibilità di imbattersi in mostruose creature che popolano le stazioni. La minaccia principale è rappresentata dai Tetri, definiti come i nuovi homines, “vincitori della battaglia per la sopravvivenza”, e destinati ad ereditare la Terra.Il personaggio interpretato dal giocatore è Artyom, cresciuto in una stazione della metropolitana situata sotto i quartieri più a nord di Mosca. All’arrivo di un misterioso amico del proprio patrigno, di nome Hunter, si viene incaricati segretamente di portare un messaggio di vitale importanza ad una grande stazione, chiamata Polis, spiegando la minaccia dei Tetri. Inizia così il viaggio del proprio personaggio, pieno di insidie, durante il quale incrontreremo le più mostruose creature derivate dalle radiazioni, banditi, criminali e rangers.
I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:
Crysis 2:
Il mondo è stato devastato da una serie di cataclismi climatici e la società è sull’orlo del totale disfacimento. Gli alieni sono tornati, con una forza d’invasione al completo, e il loro obiettivo è niente meno che la totale distruzione dell’umanità. Un processo a cui dare inizio strappando il cuore della città più famosa della Terra.
A New York, terrificanti invasori spaziali si aggirano per le strade e una piaga da incubo falcia milioni di abitanti con brutale ed epidemica velocità. La città è nel caos, le sue strade e i suoi palazzi sono ridotti a cumuli di macerie fumanti. È una New York come non l’avete mai vista. Né le forze dell’ordine paramilitari, né la potenza della macchina da guerra degli USA possono resistere agli invasori. Tutti coloro che hanno scelto di non fuggire sono condannati. La semplice sopravvivenza in questo uragano di morte richiede l’uso di tecnologie ben superiori a quelle mai viste da un soldato moderno.
Un uomo sta per ereditare tale tecnologia: è la tuta da combattimento del futuro, la Nanosuit 2. Con essa, questo singolo super soldato si opporrà alla distruzione dell’umanità, nella giungla urbana nota come New York City.
I test sono stati condotti con il benchmark tool “Adrenaline 1.0.1.13” usando i seguenti settaggi:
{jospagebreak_scroll title=Giochi – DX11 – Parte 4:}
Giochi – DX11 – Parte 4:
Batman Arkham City:
Similarmente a Batman: Arkham Asylum il gioco offre una modalità a giocatore singolo con specifiche caratteristiche da detective. Sebbene siano stati confermati in un primo momento elementi multiplayer, Rocksteady ha poi annunciato di aver abbandonato l’idea di sviluppare una modalità di gioco multigiocatore, per potersi concentrare unicamente su quella a giocatore singolo che rappresenta la colonna portante dell’esperienza di gioco. Ambientato ad Arkham City, gli sviluppatori non hanno implementato modalità di guida dei veicoli, ma le novità non mancano. Oltre al perfezionamento della grafica, delle animazioni e del già acclamato sistema di combattimento FreeFlow Combat, la natura aperta dello scenario ospiterà un numero maggiore di sfide e, per la prima volta, delle vere e proprie missioni secondarie che amplieranno la trama del gioco e l’esperienza di Gameplay. In più il gameplay degli spostamenti è stato reso più intuitivo per permettere al giocatore di immedesimarsi nella figura di Batman e lanciarsi tra i palazzi fatiscenti della città in modo assolutamente spettacolare. In più il gioco introduce nuovi gadget, nuove mosse e la possibilità di interrogare i criminali che si affrontano per ottenere delle informazioni. Sefton Hill dei Rocksteady Studios ha affermato che tra i miglioramenti rispetto al precedente capitolo, Arkham City risulta essere cinque volte più grande. La durata del gioco è intorno alle 20 ore divise in 15 per la campagna principale e 5 per missioni secondarie. In Batman Arkham City è presente Catwoman come personaggio giocabile sia in missioni create ad-hoc che nelle sfide.
I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:
Sniper Elite V2:
Sniper Elite V2 è uno sparatutto in terza persona con una predilezione per le meccaniche stealth, e sprona il giocatore a effettuare eliminazioni silenziose e a rimanere nell’ombra, piuttosto che sfidare i nemici a viso aperto. L’arsenale a disposizione include una gamma piuttosto ridotta di fucili da cecchino, pistole silenziate, mitragliatrici e granate. Una delle novità introdotte da Rebellion nel gioco è la X-Ray Kill Cam, una visuale ravvicinata che si attiva quando il giocatore mette a segno un colpo particolarmente spettacolare. La telecamera segue il proiettile nel corso di un bullet time che mostra la penetrazione dello stesso nelle carni del nemico, perforando eventualmente ossa e organi interni.
L’Agente segreto Karl Fairburne è un infiltrato nella Berlino del 1945, un cecchino dell’Alleanza paracadutato dietro le linee nemiche durante la battaglia, negli ultimi giorni di Guerra. La nuova missione che deve portare a termine, denominata Operation Paperclip, ha lo scopo di reclutare alcuni degli scienziati nazisti per metterli al servizio degli Stati Uniti…
{jospagebreak_scroll title=Considerazioni sui Test:}
Piattaforma MSi: Considerazioni sui Test
La sessione dei test, come evidenziato dal numero degli stessi, è stata molto lunga e molto utile per stressare i componenti per un lungo periodo di tempo continuato. La MSi Z77 MPower e le memorie Avexir Core Series MPower hanno dimostrato una stabilità ed un’affidabilità estreme. I dissipatori della scheda madre e delle memorie sono rimasti praticamente freddi per tutta la durata dei test, segno che anche un overclock quale quello da noi impostato è gestibile con notevole scioltezza. I test effettuati specificatamente sulla MSi GTX 680 Lightning hanno evidenziato un ottimo potenziale della scheda video ed una gestione agevole di una numerosa quantità di filtri a risoluzioni elevate. Un vero peccato la limitazione del voltaggio che in schede grafiche di questa caratura rappresentano una limitazione davvero enorme dell’alto potenziale che sono in grado di esprimere. Come sempre la nostra analisi non si ferma quì e abbiamo monitorato il comportamento reale della scheda durante l’utilizzo rieseguendo l’intera batteria di test lasciando in background l’utility GPU-Z con attivi i sensori per rilevare i valori massimi dei singoli parametri vitali della scheda.
Game (Livello 1) Test sintetici (Livello 1)
Game (Livello 2) Test sintetici (Livello 2)
Dai grafici si evince che la frequenza di boost si spinge al di sopra da quella massima teorica (fino a 1.280,3MHz) e che le temperature massime sono davvero basse, considerando che abbiamo utilizzato il profilo delle ventole in AUTO proprio per valutare il comportamento del sistema dissipante della Lightning. Fattore molto importante; sia i giochi che i test riescono ad impegnare il massimo TDP assorbito al 77,2% per i primi e al 87,7% per i secondi, segno inequivocabile dell’estrema qualità della sezione di alimentazione. Ribadiamo il nostro disappunto per il bloccaggio dei voltaggi in schede come la Lightning dove una certa libertà di azione, fino a livelli umani, garantirebbe un’esperienza di utilizzo davvero unica.
{jospagebreak_scroll title=MSi GTX 680 Lightning: Temperature e Consumi}
MSi GTX 680 Lightning: Temperature e Consumi
Temperature
Il sistema di dissipazione della MSi GTX 680 Lightning si è dimostrato di ottimo livello, eccellente. Le ventole e il gruppo dissipante svolgono egregiamente il loro lavoro e silenziosamente fino ad un regime di rotazione del 55-60% e sono in grado di mantenere nella norma le temperature di esercizio, anche dopo svariate ore di utilizzo intenso della scheda, sia a default che in condizione di overclock daily. Solo dopo aver superato la soglia del 70% di regime di rotazione inizia a scemare il comfort acustico ma nulla di fastidioso. La buona notizia è che difficilmente in uso daily e in overclock a frequenze “umane”, si raggiungeranno tali regimi.
Di seguito le temperature medie in Idle e in Full-Load (Gaming/Bench e Stress) registrate durante le prove, con gestione automatica delle ventole, in condizioni default e overclock:
Ricordiamo che tutto l’hardware è installato su un banchetto da test DimasTech e che la temperatura ambiente, durante le misurazioni, era di circa 18,5°C.
Consumi
La MSi GTX 680 Lightning ha espresso consumi in linea con prodotti similari, confermando la bontà del nuovo processo produttivo delle GPU Nvidia.
Di seguito vi mostriamo i consumi del sistema di prova completo, misurati direttamente alla presa di corrente. Le misurazioni sono state ripetute più volte, nel grafico la media delle letture nelle seguenti condizioni:
- Idle;
- Full-Load Gaming/Bench;
- Full-Load Stress.
{jospagebreak_scroll title=Conclusioni:}
Piattaforma MSi: Conclusioni
MSi, azienda leader nella produzione e commercializzazione di componenti per PC, ci ha dato la possibilità di testare e valutare un’intera piattaforma che costituisce ad oggi il top della produzione del marchio, dedicata alla fascia di utenza Enthusiast che non rinuncia a nulla in termini di massime prestazioni e che difficilmente scende a compromessi. Proprio per questo motivo, spesso, questo tipo di utenza è solita acquistare il meglio da ogni singola casa produttrice e poi assembla un PC con caratteristiche molto eterogenee. C’è quindi da chiedersi se l’affidarsi ad una singola casa può essere una mossa vincente. Dopo aver testato per giorni la piattaforma MSi, composta da una motherboard MSi Z77 MPower, una scheda video MSi GTX 680 Lightning e memorie Avexir Core Series MPower ci sentiamo di dare il nostro più che favorevole consenso. Esprimiamo un giudizio complessivo sulla piattaforma e vi forniremo una valutazione componente per componente. La nostra valutazione complessiva è la seguente:
![]() | Prestazioni: | ![]() |
Rapporto Qualità/Prezzo: | ![]() | |
Stabilità/Overclock: | ![]() | |
Giudizio Complessivo: | ![]() | |
MSi Z77 MPower
La MSi Z77 MPower annuncia la sua vocazione a prestazioni di assoluto livello già nella veste grafica con cui viene proposta la confezione. I colori sgargianti ed una grafica graffiante sono i segni distintivi di un prodotto che nasce per offrire prestazioni al top di categoria. Come tradizione del marchio la confezione è ricca di informazioni, molto complete e facilmente fruibili dall’eventuale utente che la osserva da uno scaffale espositivo. Già nel maneggiarla, fuori dalla confezione, se ne apprezzano il layout molto pulito e l’ottima realizzazione in termini di componenti impiegati e di rigidità del PCB. La sua tempra forte viene evidenziata dalla presenza di componenti discreti Military Class III di alta qualità come condensatori allo stato solido di produzione giapponese e induttanze blindate con core in ferrite, una garanzia assoluta di stabilità, efficienza e durevolezza nel tempo. Anche la dotazione accessoria, molto completa, pone questa motherboard su di un livello elevato.
Durante tutte le fasi di test e nei svariati giorni in cui abbiamo avuto il piacere di usarla, la scheda madre ha avuto un comportamento sempre ineccepibile mostrando un’estrema stabilità e solidità. I dissipatori passivi presenti sulle fasi di alimentazione e sul chipset sono rimasti sempre praticamente freddi, testimoniando che anche in regime di overclock daily la motherboard ha ancora risorse in abbondanza da poter elargire. Non abbiamo mai registrato blocchi o freeze del sistema, la Z77 MPower si è sempre riavviata senza problemi, anche quando abbiamo tentato settaggi particolari. Sicuramente lodevole la presenza di un doppio bios che mette l’utente al riparo da eventuali danni legati ad un flash sbagliato. Il bios 17.6, l’ultimo disponibile in fase di test, si è dimostrato molto stabile e maturo. Dai punti di lettura abbiamo riscontrato che il drop dei voltaggi, rispetto a quelli settati nel bios, sono davvero contenuti. Ottimo lavoro MSi!
La scheda madre è disponibile ad un prezzo medio di 180€ IVA compresa che reputiamo davvero ottimo in relazione a quanto offerto.
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Rapporto Qualità/Prezzo: | ![]() | |
Stabilità/Overclock: | ![]() | |
Giudizio Complessivo: | ![]() | |
Pro:
- Ottima scelta dei componenti;
- Ottimo layout e qualità costruttiva;
- Punti di lettura delle tensioni;
- Dual bios;
- Stabilità operativa durante tutte le sessioni di test;
- Ottime prestazioni complessive in ogni ambito;
- Ottima dotazione accessoria;
- Ottima disponibilità di connessioni;
- BIOS completo, ricco di parametri, maturo e stabile;
- Supporto alle tecnologie Multi-GPU NVIDIA SLI e AMD CrossFireX.
Contro:
- Nulla da segnalare.
Avexir Core Series MPower
Avexir è un’azienda giovane e dinamica che produce memorie di alto livello, costituite da elementi di qualità eccellente e che spesso riescono a garantire margini di overclock elevati rispetto ai dati di targa. Le Avexir Core Series MPower rappresentano il giusto trait d’union con la MSi Z77 MPower, sia per ciò che concerne l’aspetto puramente estetico ma soprattutto per il più gratificante aspetto prestazionale. Esse sono dotate di un’illuminazione con fascia led superiore che le rendono sicuramente un must per gli appassionati di modding.
Il kit messo a nostra disposizione, composto da due moduli da 4GB ognuno per un totale di 8GB, dispone di una frequenza operativa di base di 2.400MHz con timing di 10-12-12-31-2T con un voltaggio di 1,65V. Durante il corso delle nostre prove abbiamo portato la frequenza operativa a 2.666MHz lasciando invariato il voltaggio di 1,65V e portando i timing a 11-13-12-31-2T. Il risultato è stato sbalorditivo, un overclock del 11% conservando il voltaggio di default! E abbiamo utilizzato questo settaggio per i test e in daily per svariati giorni, avendo come risultato una piena ed eccellente stabilità del sistema. I dissipatori sono rimasti praticamente sempre freddi, anche senza utilizzare una ventilazione aggiuntiva. Siamo rimasti molto soddisfatti dal comportamento di queste memorie.
Il kit di memorie è disponibile ad un prezzo medio di 82€ IVA compresa che reputiamo davvero ottimo in relazione alle prestazioni espresse.
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Giudizio Complessivo: | ![]() | |
Pro:
- Dissipatore in alluminio performante e dalla grafica accattivante;
- Eccellenti prestazioni generali;
- Ottima propensione all’overclock;
- Supporto ai profili Intel XMP 1.3;
- Ottime temperature di esercizio;
- Garanzia limitata a vita;
- Ottimo rapporto qualità/prezzo.
Contro:
- Nulla da segnalare.
MSi GTX 680 Lightning
Il mercato delle schede video di fascia enthusiast è da tempo concentrato sul campo dei videogiochi e nel mondo dell’overclock estremo, dove i principali produttori profondono enormi sforzi nell’ambito della ricerca e della progettazione per garantire, evoluzione dopo evoluzione, che i propri prodotti siano sempre la massima espressione di prestazioni e di tecnologia avanzata. L’architettura Kepler ha sicuramente dato il proprio contributo più che positivo. La MSi GTX 680 Lightning rappresenta il top di produzione di casa MSi ed in essa ritroviamo gli altissimi standard che caratterizzano da sempre la prestigiosa serie Lightning; un layout custom per quanto riguarda il sistema di dissipazione ed il PCB, una sezione di alimentazione che adotta la pluripremiata serie di componenti discreti Military ClassIII insieme al GPU Reactor ed una qualità assoluta negli assemblaggi.
Il sistema di dissipazione TwinFrozr, giunto alla sua quarta evoluzione, è stato ulteriormente migliorato nell’efficienza e nella silenziosità soddisfacendo le esigenze degli utenti che desiderano un pc altamente prestante ma silenzioso. Esso implementa anche una funzione “antipolvere” che per i primi trenta secondi dall’accensione del sistema inverte il senso di rotazione delle ventole creando un effetto “aspirapolvere”, pulendo le alette del corpo dissipante consentendo di non pregiudicarne l’efficienza a causa di cumuli di polvere. Abbiamo verificato che la funzione è davvero efficace.
Dopo aver smontato la vga, come nostra consuetudine, abbiamo avuto la conferma dell’estrema cura profusa dalla casa produttrice nella realizzazione di ogni singolo particolare ed è immediatamente rilevabile la componentistica discreta utilizzata. L’adozione di un’alimentazione della GPU a otto fasi più altre tre dedicate alle memorie realizzate con componenti della pregiata serie “Military Class III“, l’utilizzo di condensatori allo stato solido di produzione giapponese insieme ad induttanze blindate con core in ferrite, costituiscono l’impegno di MSi verso l’acquirente per garantire stabilità e prestazioni elevate unite ad una longevità per lunghe sessioni di gioco e di overclock. Il PCB della scheda ha un layout molto pulito ed ordinato e le saldature sono di ottima fattura.
Dai test sintetici e dall’utilizzo in ambito game abbiamo dedotto che la tecnologia GPU Boost, con limiti minori utilizzando il bios LN2 di cui la scheda è dotata, conferisce una grande agilità tra risoluzioni video elevate e quantità di filtri applicati. La GPU cerca di massimizzare le prestazioni in modo totalmente automatico e quindi l’utente avrà sempre a disposizione la massima potenza disponibile rispettando i valori di massimo TDP. La scheda da noi testata ha raggiunto stabilmente le frequenze di 1.090 MHz sulla GPU (boost di 1.280,3MHz) e di 7.200MHz sulle memorie, valori ben al di sopra delle specifiche dei componenti utilizzati. Aggiungiamo che siamo certi che la scheda, se non fosse limitata dal blocco del votaggio sulla GPU, avrebbe ancora un notevole margine di guadagno in overclock, soprattutto utilizzando sistemi di raffreddamento estremi. Proprio questo limite ci fa esprimere un voto più basso per il discorso prestazionale. Chi compra una scheda del genere vuole avere a disposizione un margine di utilizzo superiore ad una qualsiasi scheda reference in circolazione e non essere costretto a ricorrere a mezzi software “alternativi” per ottenerli.
La scheda video è disponibile a un prezzo medio di circa 550€, cifra giustificata dalle caratteristiche tecniche e dalle performance velocistiche offerte da questo prodotto, ai vertici della categoria.
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Stabilità/Overclock: | ![]() | |
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Pro:
- Prestazioni elevate, ai vertici della categoria;
- Adozione di alimentazione a 11 fasi (8+3) con componenti discreti di classe militare;
- Layout generale della scheda ordinato e pulito;
- Componentistica discreta utilizzata di ottima qualità;
- Adozione di design non reference per il dissipatore, molto prestante;
- Silenziosità durante l’utilizzo;
- Ottime tecnologie supportate;
- Basse temperature di esercizio;
- Ottimo comportamento in overclock;
- Consumi contenuti in relazione alla tipologia di scheda.
Contro:
- Voltaggio bloccato sulla GPU, un limite evidente per questa ottima scheda.
Si ringrazia per i sample forniti.
Edoardo Giampietro – Slime – Admin di HW Legend