Lo storage veloce basato sulla tecnologia SSD (Solid State Drive) sta letteralmente conquistando l’interno dei nostri PC, siano essi desktop o portatili ma sul fronte delle periferiche esterne, nonostante l’avvento della tecnologia basata sul veloce protocollo USB 3.0, non si sono visti molti dispositivi in grado di sfruttare a pieno le nuove prestazioni offerte da tale connettività. A colmare questo vuoto è intervenuta un’azienda austriaca molto giovane e dinamica, la Angelbird, che propone una serie di dischi SSD dotati di interfaccia USB 3.0. Nella nostra recensione toccheremo con mano il modello Angelbird SSD2go da 240GB di capacità e ne analizzeremo le prestazioni. Non ci resta che augurarci che la lettura sia di vostro gradimento.
Angelbird Technologies GmbH è una società hi-tech con sede nel Vorarlberg che, anche se è la più piccola provincia d’Austria, è nota per essere una regione genitrice di progetti all’avanguardia e di grande innovazione a livello internazionale in molti campi.
La sede dell’azienda si trova nella città di Lustenau, circondata da montagne e vicino al confine con la Svizzera e la Germania. Angelbird è un membro del team di SandForce Driven ™ che sottolinea l’impegno dell’azienda nella realizzazione di prodotti con elevati standard di qualità e prestazioni.
L’attenzione e la cura riposta da Angelbird verso i propri clienti riguarda argomenti come la precisione e la qualità. I chip per computer sono prodotti su dischi circolari chiamati wafer. I chip sul bordo di un wafer hanno meno affidabilità e durata. I chip utilizzati da Angelbird all’interno dei propri dischi, al contrario di molti altri produttori, sono solo i più affidabili del centro del wafer per garantire le migliori prestazioni, qualità e durevolezza nel tempo.
Il team di sviluppo di Angelbird è giovane, esperto e appassionato, con un amore per la qualità, attenzione ai dettagli ed un occhio attento all’ambiente.
Potete trovare maggiori informazioni sul sito del produttore.
{jospagebreak_scroll title=Standard USB 3.0&heading=Introduzione:}
Angelbird SSD2go 240GB: Standard USB 3.0
L’Universal Serial Bus (USB) è presente da parecchi anni nella nostra vita quotidiana. Nato nel lontano 1996, con l’intento di rimpiazzare le ormai vecchie e obsolete porte seriali e parallele, divenne in un primo momento lo standard per il collegamento di mouse, tastiere, stampanti e molti altri dispositivi che non necessitavano di elevate velocità di trasmissione.
Con gli anni venne sempre più perfezionato, proprio sotto l’aspetto delle prestazioni nella trasmissione dei dati. Nel 1998 fu presentata la prima evoluzione, l’USB 1.1, denominato anche “USB Fullspeed”, in grado di incrementare la velocità di trasferimento sino a 12Mbit/s, quasi dieci volte in più rispetto al predecessore.
La vera rivoluzione, però, avvenne solo nel 2000, in seguito alla presentazione dello Standard USB 2.0 Hi-Speed, che consentì di raggiungere una velocità di trasmissione pari a ben 480Mbit/s “circa 60MB/s”. Questo permise all’USB di diventare il vero e proprio standard per il collegamento di ogni tipo di dispositivo, dai lettori mp3 e fotocamere digitali sino a periferiche di archiviazione portatili, pendrive e caricatori per cellulari.
Con il passare del tempo, e soprattutto con l’evolversi di questi dispositivi, si rese sempre più insistente la necessità di una maggiore velocità di trasmissione, tanto che si è iniziato a pensare ad un nuovo e più veloce standard.
La prima dimostrazione al pubblico del nuovo standard di trasmissione USB 3.0 avvenne all’IDF “Intel Developer Forum”, nel Settembre del 2007. Le specifiche ufficiali furono però rilasciate soltanto nell’Agosto del 2008, mentre i primi prodotti commerciali videro la luce verso la fine dell’anno successivo.
Come avvenuto in precedenza, il nuovo standard mantiene la retro-compatibilità verso le precedenti generazioni USB 2.0, 1.1 e 1.0. I nuovi dispositivi, infatti, sono in grado di trasferire dati in quattro modalità differenti: LowSpeed “fino a 1.5Mbit/s”, FullSpeed “fino a 12Mbit/s”, HighSpeed “fino a 480Mbit/s” e SuperSpeed “fino a 4.8Gb/s”.
A differenza dei predecessori, il nuovo standard USB 3.0, è di tipo “Dual Simplex”, ossia consente di trasmettere e ricevere dati contemporaneamente, sfruttando due canali separati ad alta velocità, in modo da raggiungere l’incredibile velocità di trasferimento di 4.8Gb/s “circa 600MB/s” contro i 480Mb/s “circa 60MB/s” del precedente USB 2.0.
Per consentire il supporto al SuperSpeed e mantenere al tempo stesso la retro-compatibilità con i vecchi standard, si sono rese necessarie alcune modifiche al connettore. Come vediamo dall’immagine sottostante, rispetto all’USB 2.0, questo è stato reso più profondo al fine di ospitare cinque nuovi punti di contatto. In questo modo un qualsiasi cavo standard, di vecchia generazione, lavorerà come progettato e non entrerà mai in contatto con questi nuovi contatti.
Con il nuovo standard sono state ridefinite anche le specifiche energetiche. Ora, una singola porta è in grado di erogare sino a 900mAh, per un quantitativo massimo di sei periferiche condivise. A paragone il vecchio standard USB 2.0 permetteva di fornire soltanto 500mAh per porta e un massimo di cinque periferiche condivise. Esiste quindi la possibilità che un dispositivo USB 3.0 presenti problemi di malfunzionamento se collegato a normali porte USB 2.0, proprio a causa della limitazione energetica. E’ consigliabile, quindi, verificare che l’assorbimento della nostra periferica USB 3.0 sia inferiore o equivalente ai 500mAh erogati dal vecchio standard, prima di procedere al collegamento.
Dopo questa breve parentesi sul nuovo standard di trasmissione USB 3.0, andiamo ad analizzare il prodotto in prova.
{jospagebreak_scroll title=Caratteristiche Tecniche}
Angelbird SSD2go 240GB: Caratteristiche Tecniche
La serie SSD2go è prodotta in tre diversi tagli, nello specifico con capacità di 120/240/480 GB, tutti basati sul controller LSi SandForce SF2281, utilizzano NAND Flash di tipo MLC (Multi Level Cell) e sono dotati di intefaccia USB 3.0. Di seguito riportiamo le caratteristiche tecniche e prestazionali come dichiarati dal produttore.
Una caratteristica tecnica che riteniamo molto intrigante è l’inserimento di un circuito di alimentazione particolare, chiamato In-drive UPS, che provvede a proteggere il disco da eventuali sovraccarichi di corrente o da danni causabili da energia elettrostatica. Tale circuito provvede, inoltre, ad accumulare energia (da quì la sigla UPS) per poter fornire fino a quattro secondi di alimentazione al disco per consentire lo svuotamento del buffer in caso di mancata alimentazione. Questo rappresenta senz’altro un plus degno di nota.
Potete trovare la pagina ufficiale del prodotto cliccando quì.
Ed ora diamo uno sguardo da vicino all’unità SSD.
{jospagebreak_scroll title=Uno sguardo da vicino – Parte 1}
Angelbird SSD2go 240GB: Uno sguardo da vicino – Parte 1
Il case dell’Angelbird SSD2go 240GB è realizzato completamente in alluminio ed il produttore consente, in fase di ordine sul proprio sito web, di scegliere la colorazione della parte frontale e di quella posteriore. La scelta del colore non comporta un aggravio dei costi ma permette di avere un drive veramente personalizzato secondo i propri gusti ed esigenze. Potete vedere in tempo reale le varie combinazioni possibili seguendo questo link.
Il modello che il produttore ci ha inviato è di pre-produzione ed è realizzato con la parte frontale in colore turchese e quella posteriore gialla, senza dubbio una combinazione che difficilmente passerà inosservata. La finitura è opaca e liscia e le tinte utilizzate sono con fondo metallizzato. Sulla parte frontale sono presenti delle serigrafie con il logo aziendale Angelbird e la serie di appartenenza del disco. L’aspetto risulta lineare, semplice ed elegante e gli assemblaggi sono perfetti.
Le dimensioni e gli ingombri esterni dell’unità sono chiaramente maggiori rispetto ad un tradizionale SSD per via della presenza dell’elettronica di conversione dal protocollo SATA a quello USB 3.0 ma sono in linea con unità esterne con HDD meccanici. Invece per quanto riguarda lo spessore ed il peso questa unità vince il confronto con quelle dotate di HDD meccanico diventando giocoforza la massima espressione della portabilità. Inserito in un taschino della giacca non ci si accorge di portarlo con se. Lateralmente, su uno dei lati corti, è presente l’interfaccia USB 3.0 di tipo A per la connessione al PC. Nelle sue immediate vicinanze, all’interno di un piccolo foro nel case, è presente il LED diagnostico che segnala il funzionamento del disco durante le fasi di lettura e scrittura.
Nella parte posteriore è presente un’altra serigrafia riportante i dati identificativi del prodottore, il numero seriale del disco e i loghi di tutte le certificazioni/standard adottati. Quando il colore scelto è su tinte chiare sarebbe auspicabile una stampa in colori più scuri per meglio evidenziare i dati riportati.
Ed ora passiamo ad aprire il case del disco SSD per meglio osservare la componentistica interna.
{jospagebreak_scroll title=Uno sguardo da vicino – Parte 2}
Angelbird SSD2go 240GB: Uno sguardo da vicino – Parte 2
L’apertura del case dell’Angelbird SSD2go 240GB è molto semplice, basta svitare le sei viti di tipo torx sulla faccia posteriore e sfilare il coperchio. Rileviamo la presenza di due pad termici, uno in corrispondenza del controller SandForce ed uno sul chipset di gestione dell’interfaccia SATA/USB 3.0. Dopo aver rimosso la scheda dal semiguscio turchese, svitando altre quattro viti, rileviamo la presenza di un pad termico che abbraccia il gruppo delle otto NAND Flash. Di alta qualità la lavorazione in CNC eseguita all’interno del guscio turchese per l’ottenimento dei giusti spazi per l’assemblaggio dell’elettronica interna. Il produttore ci ha informato che tale lavorazione sarà presente anche nel coperchio inferiore, nei modelli in vendita, onde diminuire lo spessore dei pad termici e al contempo aumentare la dissipazione termica.
Il PCB è di tipo multistrato a doppia faccia, infatti troviamo componenti montati su entrambi i lati e ci rendiamo subito conto che sono presenti otto chip di NAND Flash, assemblati tutti da un lato. Il layout generale è ordinato con saldature prive di sbavature o residui e realizzate con ottima fattura. Sulla parte frontale è posizionato il controller LSi SandForce SF2281 e su quella posteriore i chip di nand flash a servizio del controller. Risulta ben visibile, sempre sulla faccia posteriore, il circuito UPS CAP-XX (HZ202), un super capacitore ad alta potenza e a bassa impedenza progettato per accumulare corrente per fornire circa quattro secondi di alimentazione in caso di mancanza improvvisa di energia per completare le operazioni di scrittura e salvaguardare i dati contenuti sul disco. Il suo compito è anche quello di filtrare e stabilizzare la tensione di alimentazione del disco.
Passiamo ora ad analizzare la componentistica interna.
{jospagebreak_scroll title=Componentistica interna}
Angelbird SSD2go 240GB: Componentistica interna
Sulla faccia anteriore del PCB è presente il controller SandForce SF-2281 dotato di nuove tecnologie di gestione dei dati racchiuse sotto il nome di DuraClass Technology.
I controller SandForce della precedente generazione utilizzavano la tecnolgia di over-provisioning che provvedeva ad assegnare una parte della NAND flash per l’immagazzinamento dei dati e la rimanente parte riservata per la gestione dell’unità e per lo spazio di buffer cache. La nuova generazione di controller SF-22xx usa ancora questa tecnologia ma SandForce, in virtù dell’adozione della nuova tecnologia DuraWrite, sostiene che a seguito di una migliorata gestione dei processi di scrittura, il livello di resistenza complessivo dello SSD è aumentato. In questo scenario il controller provvede a fornire un ulteriore spazio di memorizzazione aggiuntivo se la capacità residua non dovesse essere tale per permettere il completamento di un ciclo di scrittura. Solo nei dischi che avranno destinazione nel mercato Enterprise l’over-provisioning sarà presente in modo consistente per permettere una maggiore affidabilità dei dati e per sostenere meglio i maggiori cicli di pulizia che questo ambito di utilizzo richiede. I controller della serie SF-22xx forniscono una migliore protezione dei dati, includendo l’innovativa tecnologia RAISE (Redundant Array of Indipendent Silicon Elements). Questa tecnologia fornisce un grado di protezione e affidabilità ai livelli di un raid 5 di dischi tradizionali ma con l’estremo vantaggio di non dover scrivere dati di parità. Da non trascurare che nella tecnologia DuraClass sono integrate anche funzioni che permettono di salvaguardare i dati mediante il protocollo di sicurezza Trusted Computing Group (TCG) OPAL con crittografia a 256 bit AES e consente una doppia cifratura della password di protezione dell’unità. Il processo è totalmente trasparente all’utente ed evita l’estrazione dei dati anche accedendo direttamente alla singola unità di memoria. Un altro vantaggio della nuova architettura SF-22xx risiede nella capacità di tenere i dati registrati interamente sulla NAND grid eliminando di fatto la necessità di avere un modulo di DRAM da utilizzare come cache buffer. Il risultato è un trasferimento dei dati più veloce ed un design della scheda più efficiente e compatto. Maggiori informazioni sul controller SandForce sono disponibili nella pagina ufficiale del produttore.
Sull’Angelbird SSD2go 240GB sono installati otto moduli di NAND Flash MLC di produzione Micron riportanti la sigla IKA12 NW296. Queste memorie sono prodotte con processo litografico a 25nm con un package TSOP a 48 pin con all’interno quattro Die, hanno interfaccia asincrona ed una densità di 256Gb (32GB), una tensione di alimentazione di 3,3V e sono accreditate di una durata di 3.000 cicli di lettura/scrittura. Nei drive destinati al mercato consumer generalmente viene assegnato un livello di over-provisioning pari al 7% e quindi dispositivi da 256GB, come il nostro Angelbird SSD2go 240GB, avranno come spazio disponibile al salvataggio dei dati una capacità di 240GB.
La disponibilità della connessione USB 3.0 è resa possibile attraverso l’utilizzo di un PCB secondario su cui è installato un chipset bridge USB 3.0/SATA III di produzione ASMedia, nello specifico si tratta del modello ASM 1053, con pieno supporto alle specifiche UAS (USB Attached SCSI).
{jospagebreak_scroll title=Crystal Disk Info e Capacità del disco}
Angelbird SSD2go 240GB: Crystal Disk info e Capacità del disco
Con l’ausilio del software Crystal Disk Info riusciamo ad estrapolare delle informazioni sul nostro Angelbird SSD2go 240GB. In particolare sulle funzioni supportate, sullo stato di efficienza del disco, sul tipo di interfaccia utilizzata e sulla versione di firmware. La nostra unità è giunta con a bordo il firmware 2.54, che è l’unica release alla data di stesura di questa recensione.
Con la funzione di windows Proprietà, attivata cliccando con destra mouse sul nostro disco rigido, andiamo a verificare la capienza del nostro SSD. A tal proposito è d’uopo specificare che i sistemi operativi Windows utilizzano una misurazione di capienza diversa dai produttori. Questi ultimi misurano la capacità dei loro dischi in miliardi di byte mentre Windows continua a leggere le capacità usando una notazione antecedente a quelle stabilite nel dicembre 1998 dallo IEC, per cui i valori sono:
- Un kilobyte (kio) = 2^10 bytes = 1024 bytes
- Un Megabyte (Mio) = 2^20 bytes = 1024 kio = 1 048 576 bytes
- Un Gigabyte (Gio) = 2^30 bytes = 1024 Mio = 1 073 741 824 bytes
- Un Terabyte (Tio) = 2^40 bytes = 1024 Gio = 1 099 511 627 776 bytes
Quindi, in considerazione della tabella sopra esposta, la capienza calcolata dal s.o. approssimata per difetto deriva dal seguente calcolo:
- 240.054.693.888 bytes / 1.073.741.824 bytes = 223,568 GB -> 223 GB
Passiamo ora alle prove sintetiche dell’Angelbird SSD2go 240GB.
{jospagebreak_scroll title=Sistema di prova e Metodologia di Test}
Angelbird SSD2go 240GB: Sistema di prova e Metodologia di Test
Per il sistema di prova ci siamo avvalsi di una scheda madre dotata di chipset Intel Z77 Express, di produzione ASRock, in particolare è stato scelto il modello Z77 Extreme 6, con BIOS aggiornato all’ultima versione disponibile al momento delle prove.
Come processore abbiamo usato il modello di punta Intel appartenente alla nuova famiglia Ivy Bridge, precisamente il Core i7 3770K, con moltiplicatore sbloccato. La frequenza di funzionamento è stata fissata a 4.600MHz, impostando il moltiplicatore a 46x e mantenendo il BCLK in specifica (100MHz). Per il raffreddamento ci siamo affidati ad un sistema a liquido Corsair H100.
Per il comparto memorie la scelta è ricaduta su un kit prodotto da G.Skill, appartenente alla serie TridentX, modello F3-2400C10D-8GTX, da 8GB di capacità assoluta. Sia la frequenza e sia le latenze sono state impostate ai valori di targa, vale a dire 2400MHz 10-12-12-31 con una tensione di alimentazione pari a 1.65v.
Un riassunto della configurazione di prova la trovate nella tabella sottostante:
Per poter sfruttare a pieno le doti velocistiche di un disco SSD connesso alla porta USB 3.0 bisogna attivare il protocollo Turbo per superare il limite imposto dall’interfaccia sulla dimensione dei blocchi trasferibili, ovvero di 64KB/s. Il protocollo turbo è insito nell’interfaccia USB 3.0 ed è attivabile tramite utility fornite dai produttori di schede madri. Nel nostro caso abbiamo utilizzato il XFast USB di ASRock. Dopo la prima attivazione del protocollo Turbo l’utility chiede di disinserire e poi reinserire il disco per completare il processo. In seguito, per il passaggio dalla modalità normale a quella Turbo non sarà più necessario disconnettere e riconnettere il disco. Con il protocollo Turbo la dimensione dei blocchi trasmessi può divenire grande fino a 2MB/s accorpando più blocchi da 64KB, aumentando considerevolmente la velocità di trasferimento dei dati.
Il protocollo Turbo può essere attivato anche manualmente su quelle motherboard che non dispongono di utility proprietarie seguendo questa guida disponibile dal sito Microsoft. Specifichiamo che il metodo manuale non funziona su tutti i chipset USB 3.0 e che ci si potrebbe trovare di fronte all’impossibilità della sua attivazione. Una soluzione a queste problematiche risiederà nell’utilizzo del protocollo UAS (USB Attached SCSI) che sarà disponibile su tutti i prossimi chipset USB 3.0 (in realtà alcune revisioni recenti di alcuni produttori sono già compatibili) ma che allo stato attuale è supportato solo con il sistema operativo Windows 8. Non sono disponibili informazioni certe che possano far pensare che Microsoft renderà presto disponibile questa feature anche in Windows 7.
Il sistema operativo utilizzato, Microsoft Windows7 Ultimate X64 Service Pack1, è da intendersi privo di qualsiasi ottimizzazione particolare.
Per verificare le prestazioni dell’unità ci siamo avvalsi dei seguenti software:
- AS SSD Benchmark 1.7.4739.38088;
- Crystal Disk Mark 3.0.2 x64;
- ATTO Disk Benchmark 2.47;
- HD-Tune Pro 5.00.
N.B. Durante tutta l’esecuzione dei test NON abbiamo mai eseguito un Secure Erase, quindi tutti i dati sono relativi al disco durante un normale utilizzo. Dopo aver tolto il disco dalla confezione è stata eseguita la prima batteria di test ed in seguito è stata rieseguita per tre volte iniziando a valutarne i dati, prendendo come risultato quello più vicino alla media dei rilevamenti.
{jospagebreak_scroll title= Benchmark Sintetici: AS SSD Benchmark}
Benchmark Sintetici: AS SSD Benchmark
AS SSD Benchmark consente di effettuare svariate misurazioni sulla nostra unità di archiviazione (SSD, Hard Disk interno/esterno, PenDrive USB, ecc.) sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale.
A test ultimato viene riportata la velocità della nostra unità in MB al secondo. Oltre al test dei 4k,viene effettuato anche un test lettura/scrittura Multi-Thread 4k, per simulare il più possibile la velocità di avvio del sistema operativo o di installazione di un programma. Abbiamo inoltre eseguito i test per la determinazione delle IOPS in vari ambiti.
In seguito abbiamo eseguito i benchmark di compressione e copia.
Considerazioni:
L’unità ha espresso ottime doti velocistiche e, grazie all’implementazione dell’opzione Turbo sull’interfaccia USB 3.0, riesce a far esprimere il vero potenziale ad una tecnologia altrimenti poco sfruttata. Il vero limite della connessione USB 3.0 risiede nella gestione di file di piccole dimensioni e per questo le prestazioni sui file 4K con accessi casuali ne risentono, anche se non in maniera esagerata. Considerando che il test AS SSD utilizza una base test con dati non comprimibili, settore notoriamente ostico all’architettura SandForce, i risultati conseguiti dall’Angelbird SSD2go 240GB ci soddisfano pienamente.
{jospagebreak_scroll title= Benchmark Sintetici: Crystal Disk Mark}
Benchmark Sintetici: Crystal Disk Mark
Crystal Disk Mark è senza dubbio uno dei migliori benchmark per dischi rigidi, chiavette USB e unità SSD (Solid State Disk). Il programma effettuerà automaticamente una serie di misurazioni sull’unità selezionata,sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale, riportando alla fine la velocità espressa in MB al secondo (MB/s). Molto utile per confrontare in pochi secondi la differenza di prestazioni tra diverse periferiche di memorizzazione.
Dati comprimibili Dati non comprimibili
Considerazioni:
Il Crystal Disk Mark evidenzia quanto già dimostrato nel precedente test, ovvero che nella suite di test basata su dati di tipo non comprimibili l’unità esprime risultati di ottimo livello che migliorano con l’utilizzo di dati di tipo comprimibile, come nella migliore tradizione di SSD dotati di controller LSi SandForce. Anche in questo test le prestazioni sui file di piccole dimensioni con accessi casuali risentono dei limiti dell’interfaccia USB 3.0 ma risultano in definitiva molto buoni. L’Angelbird SSD2go 240GB non delude sotto il profilo delle prestazioni.
{jospagebreak_scroll title= Benchmark Sintetici: ATTO Disk Benchmark}
Benchmark Sintetici: ATTO Disk Benchmark
ATTO Disk Benchmark è un programma molto semplice da utilizzare che consente di effettuare una serie di misurazioni sull’unità selezionata, che sia un disco rigido, una PenDrive oppure un SSD, al fine di verificarne le performance.
E’ sufficiente eseguire il programma, scegliere il drive da testare e cliccare sul pulsante“Start”. ATTO comincerà a misurare le prestazioni del disco con file di dimensioni diverse, da molto piccoli a molto grandi (sia lettura che in scrittura).
Considerazioni:
I questo test ha maggiore evidenza il lavoro svolto dall’attivazione del protocollo Turbo sull’interfaccia USB 3.0, ovvero quello di impacchettare un insieme di dati di piccole dimensioni e di trasferirli in blocchi più grandi. La maggiore evidenza di questo comportamento si palesa nelle fasi di scrittura dove l’unità Angelbird SSD2go 240GB raggiunge praticamente subito la massima velocità di trasferimento, indipendentemente dalla dimensione dei file campione utilizzati. Le prestazioni ottenute sia in lettura che in scrittura sono di ottimo livello confermando i dati dichiarati dal produttore.
{jospagebreak_scroll title= Benchmark Sintetici: HD Tune Pro}
Benchmark Sintetici: HD Tune Pro
HD-Tune Pro è uno strumento per l’analisi del disco rigido che include funzioni per il benchmark, la cancellazione sicura dei file e la visualizzazione delle cartelle. Il benchmark sintetico ci permette di calcolare le prestazioni dei dischi fissi. E’ possibile misurare il transfer rate e il tempo di accesso ai dati casuali.
Nelle prove che seguono, vi mostriamo i risultati ottenuti nei vari benchmark in lettura inclusi in questo programma. I risultati sono espressi, a seconda del test, in MB/s oppure in IOPS (operazioni input e output al secondo).
Test in lettura
Test in scrittura
Considerazioni:
Nei test di lettura e scrittura eseguiti sull’Angelbird SSD2go 240GB è possibile osservare come il protocollo Turbo attivato sull’interfaccia USB 3.0 influenzi positivamente il trasferimento dei dati rendendolo molto lineare e privo di picchi, restituendo ottime prestazioni velocistiche. Il disco esprime buoni risultati anche nel comparto delle operazioni I/O al secondo e nei tempi di accesso, sia nei trasferimenti sequenziali che casuali.
{jospagebreak_scroll title= Conclusioni:}
Angelbird SSD2go 240GB: Conclusioni
Prestazioni: | ![]() |
Qualità costruttiva/Funzionalità | ![]() |
Rapporto prezzo/prestazioni: | ![]() |
Giudizio complessivo: | ![]() |
La Angelbird è una giovane e dinamica azienda austriaca che entra nel mercato delle unità a disco di tipo SSD (Solid State Drive) proponendo soluzioni di storage particolari ed indirizzate sia al segmento consumer che a quello business. E’ il caso dell’Angelbird SSD2go 240GB, oggetto della nostra recensione, che offre feature e caratteristiche tecniche esclusive, come la possibilità di personalizzare la colorazione del case e la dotazione di un circuito particolare chiamato In-drive UPS per la salvaguardia del disco e dei dati in caso di mancanza improvvisa dell’alimentazione primaria.
Angelbird, quale membro del team SandForce Driven ™, ha affidato il compito di Storage Processor al largamente diffuso SandForce SF2281 di LSI abbinando delle NAND Flash con interfaccia asincrona di produzione Micron. Questo connubio ha espresso prestazioni di prim’ordine ed una stabilità di funzionamento eccezionale.
I test sintetici hanno mostrato prestazioni di ottimo livello, in linea con i dati dichiarati dal produttore. Questa periferica è in grado di saturare la banda messa a disposizione del protocollo USB 3.0 in molte circostanze ed è impagabile la sensazione di poter trasferire su un disco esterno i nostri dati alla stessa velocità (o quasi) di un disco montato all’interno del nostro PC. Galvanizzati da questa caratteristica abbiamo utilizzato il disco anche in regime daily, spostandoci sopra una grande mole di dati di tutte le tipologie e dimensioni, dai file multimediali a quelli di carattere prettamente office. Il risultato è un comportamento davvero instancabile del disco con temperature di funzionamento davvero basse, considerando che il case è rimasto sempre praticamente tiepido anche dopo lunghe sessioni di utilizzo. I protocolli implementati nel firmware del disco permettono l’esecuzione della funzione Auto-Trim per l’ottimizzazione delle performance che garantisce un pieno recupero prestazionale, quando si scrivono e cancellano molti file, senza avere come conseguenza un decadimento marcato delle prestazioni che si è attestato intorno al 2-3%.
Il prezzo di acquisto della versione da noi recensita, come riportato sul sito del produttore, è di 419,90 euro IVA compresa che riteniamo sensibilmente alto anche in considerazione delle feature particolari di cui è dotato. Un ritocco verso il basso renderebbe sicuramente il prodotto più appetibile.
Pro:
- Ottima qualità costruttiva;
- Supporto Auto-Trim;
- Ottima stabilità operativa;
- Ottime prestazioni in ogni ambito di utilizzo;
- Scocca in alluminio molto elegante e robusta;
- Presenza di un circuito In-drive UPS per la salvaguardia del disco e dei dati;
- Feature e caratteristiche tecniche particolari.
Contro:
- Prezzo da ritoccare verso il basso.
Si ringrazia per il sample fornitoci.
Edoardo Giampietro – Slime – Admin HW Legend