Angelbird SSD2Go PRO 240GB

ssd2go_pro_240gb_copertinaAgli inizi di questo 2013 abbiamo avuto il piacere di introdurre in Italia una giovane e dinamica azienda austriaca, la Angelbird, che si distingue per la produzione di dischi SSD caratterizzati da un design esterno molto elegante e con caratterisitche tecniche tali da offrire al mercato consumer soluzioni destinate al segmento business. Affidabilità, durata nel tempo e sicurezza dei dati sono il denominatore che accomuna tutta la produzione Angelbird. Vi abbiamo già parlato, alcuni mesi fa, di una soluzione SSD esterna con connessione USB 3.0 ed in questa recensione analizzeremo una sua evoluzione, l’Angelbird SSD2Go PRO 240GB. Questo disco esterno, come vedremo, mette a disposizione una porta combinata USB 3.0/eSATAp (6Gb/s) rendendo ancor più flessibile la connettività di questo dispositivo. Non ci resta che augurarci che la lettura sia di vostro gradimento.

Angelbird SSD2go PRO 240GB – Recensione di Edoardo Giampietro | Slime – Voto: 5/5


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Angelbird Technologies GmbH è una società hi-tech con sede nel Vorarlberg che, anche se è la più piccola provincia d’Austria, è nota per essere una regione genitrice di progetti all’avanguardia e di grande innovazione a livello internazionale in molti campi.

La sede dell’azienda si trova nella città di Lustenau, circondata da montagne e vicino al confine con la Svizzera e la Germania. Angelbird è un membro del team di SandForce Driven ™ che sottolinea l’impegno dell’azienda nella realizzazione di prodotti con elevati standard di qualità e prestazioni.

L’attenzione e la cura riposta da Angelbird verso i propri clienti riguarda argomenti come la precisione e la qualità. I chip per computer sono prodotti su dischi circolari chiamati wafer. I chip sul bordo di un wafer hanno meno affidabilità e durata. I chip utilizzati da Angelbird all’interno dei propri dischi, al contrario di molti altri produttori, sono solo i più affidabili del centro del wafer per garantire le migliori prestazioni, qualità e durevolezza nel tempo.

Il team di sviluppo di Angelbird è giovane, esperto e appassionato, con un amore per la qualità, attenzione ai dettagli ed un occhio attento all’ambiente.

Potete trovare maggiori informazioni sul sito del produttore.

{jospagebreak_scroll title=Standard USB 3.0&heading=Introduzione:}


Angelbird SSD2go PRO 240GB: Standard USB 3.0


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L’Universal Serial Bus (USB) è presente da parecchi anni nella nostra vita quotidiana. Nato nel lontano 1996, con l’intento di rimpiazzare le ormai vecchie e obsolete porte seriali e parallele, divenne in un primo momento lo standard per il collegamento di mouse, tastiere, stampanti e molti altri dispositivi che non necessitavano di elevate velocità di trasmissione.

Con gli anni venne sempre più perfezionato, proprio sotto l’aspetto delle prestazioni nella trasmissione dei dati. Nel 1998 fu presentata la prima evoluzione, l’USB 1.1, denominato anche “USB Fullspeed”, in grado di incrementare la velocità di trasferimento sino a 12Mbit/s, quasi dieci volte in più rispetto al predecessore.

La vera rivoluzione, però, avvenne solo nel 2000, in seguito alla presentazione dello Standard USB 2.0 Hi-Speed, che consentì di raggiungere una velocità di trasmissione pari a ben 480Mbit/s “circa 60MB/s”. Questo permise all’USB di diventare il vero e proprio standard per il collegamento di ogni tipo di dispositivo, dai lettori mp3 e fotocamere digitali sino a periferiche di archiviazione portatili, pendrive e caricatori per cellulari.

Con il passare del tempo, e soprattutto con l’evolversi di questi dispositivi, si rese sempre più insistente la necessità di una maggiore velocità di trasmissione, tanto che si è iniziato a pensare ad un nuovo e più veloce standard.

La prima dimostrazione al pubblico del nuovo standard di trasmissione USB 3.0 avvenne all’IDF “Intel Developer Forum”, nel Settembre del 2007. Le specifiche ufficiali furono però rilasciate soltanto nell’Agosto del 2008, mentre i primi prodotti commerciali videro la luce verso la fine dell’anno successivo.

Come avvenuto in precedenza, il nuovo standard mantiene la retro-compatibilità verso le precedenti generazioni USB 2.0, 1.1 e 1.0. I nuovi dispositivi, infatti, sono in grado di trasferire dati in quattro modalità differenti: LowSpeed “fino a 1.5Mbit/s”, FullSpeed “fino a 12Mbit/s”, HighSpeed “fino a 480Mbit/s” e SuperSpeed “fino a 4.8Gb/s”.

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A differenza dei predecessori, il nuovo standard USB 3.0, è di tipo “Dual Simplex”, ossia consente di trasmettere e ricevere dati contemporaneamente, sfruttando due canali separati ad alta velocità, in modo da raggiungere l’incredibile velocità di trasferimento di 4.8Gb/s “circa 600MB/s” contro i 480Mb/s “circa 60MB/s” del precedente USB 2.0.

Per consentire il supporto al SuperSpeed e mantenere al tempo stesso la retro-compatibilità con i vecchi standard, si sono rese necessarie alcune modifiche al connettore. Come vediamo dall’immagine sottostante, rispetto all’USB 2.0, questo è stato reso più profondo al fine di ospitare cinque nuovi punti di contatto. In questo modo un qualsiasi cavo standard, di vecchia generazione, lavorerà come progettato e non entrerà mai in contatto con questi nuovi contatti.

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Con il nuovo standard sono state ridefinite anche le specifiche energetiche. Ora, una singola porta è in grado di erogare sino a 900mAh, per un quantitativo massimo di sei periferiche condivise. A paragone il vecchio standard USB 2.0 permetteva di fornire soltanto 500mAh per porta e un massimo di cinque periferiche condivise. Esiste quindi la possibilità che un dispositivo USB 3.0 presenti problemi di malfunzionamento se collegato a normali porte USB 2.0, proprio a causa della limitazione energetica. E’ consigliabile, quindi, verificare che l’assorbimento della nostra periferica USB 3.0 sia inferiore o equivalente ai 500mAh erogati dal vecchio standard, prima di procedere al collegamento.

Dopo questa breve parentesi sul nuovo standard di trasmissione USB 3.0, andiamo ad analizzare il prodotto in prova.

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Angelbird SSD2go PRO 240GB: Caratteristiche Tecniche


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La serie SSD2go PRO è prodotta in quattro diversi tagli, nello specifico con capacità di 60/120/240/480 GB, tutti basati sul controller LSi SandForce SF2281, utilizzano NAND Flash di tipo MLC (Multi Level Cell) e sono dotati di intefaccia USB 3.0/eSATAp (6 Gb/s). Di seguito riportiamo le caratteristiche tecniche e prestazionali come dichiarate dal produttore.

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In questa unità è presente una soluzione di alimentazione basata su un circuito di alimentazione particolare, chiamato In-drive UPS, che integra un doppio sistema di protezione che da una parte provvede a proteggere il disco da eventuali sovraccarichi di corrente o da danni causabili da energia elettrostatica e dall’altro accumula energia (da quì la sigla UPS) per poter fornire fino a quattro secondi di alimentazione al disco per consentire lo svuotamento del buffer in caso di mancata alimentazione. Questo rappresenta senz’altro un plus degno di nota che finora non abbiamo mai trovato in alcun disco dei vari competitor che abbiamo avuto modo di analizzare.

Ed ora diamo uno sguardo da vicino all’unità SSD.

{jospagebreak_scroll title=Uno sguardo da vicino – Parte 1}


Angelbird SSD2go PRO 240GB: Uno sguardo da vicino – Parte 1


Il case dell’Angelbird SSD2go PRO 240GB, come da tradizione del produttore, è realizzato completamente in alluminio e ricavato dal pieno con una lavorazione in CNC. Il produttore mette a disposizione dell’utente finale la possibilità di personalizzare il prodotto che sta acquistando scegliendo la colorazione della parte frontale e di quella posteriore. La scelta del colore non influenza il prezzo finale del prodotto ed è un plus che Angelbird offre per consentire di avere un drive personalizzato secondo i propri gusti ed esigenze. 

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Il modello che il produttore ci ha inviato è di pre-produzione ed è realizzato con colorazione completamente nera, senza dubbio una soluzione molto elegante e raffinata. La finitura è opaca e liscia, la colorazione perfetta in ogni punto e l’assemblaggio dei due semigusci risulta assolutamente eccellente.

Sulla parte frontale sono presenti delle serigrafie con il logo aziendale Angelbird e la serie di appartenenza del disco. L’aspetto risulta lineare, semplice ed elegante. Con l’unità vengono forniti due cavi, uno USB 3.0 ed uno eSATAp che prevede l’alimentazione del disco attraverso una connessione USB.

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Come si può facilmente intuire, le dimensioni e gli ingombri esterni dell’unità risultano maggiori rispetto ad un tradizionale SSD per la presenza della parte elettronica deputata alla conversione dal protocollo SATA a quello USB 3.0 ma sono molto simili a quelle di unità esterne con HDD meccanici.

Per quanto riguarda lo spessore ed il peso questa unità risulta vincente rispetto a soluzioni dotate di HDD meccanico divenendo la massima espressione della portabilità; dopo averla messa in tasca è difficile accorgersi di portarla con se. Lateralmente, su uno dei lati corti, è presente l’interfaccia combo USB 3.0 di tipo A/eSATAp per la connessione al PC. Nelle sue immediate vicinanze, all’interno di un piccolo foro nel case, è presente il LED diagnostico che segnala il funzionamento del disco durante le fasi di lettura e scrittura.

Per passare dalla modalità USB 3.0 a quella eSATAp bisogna agire su un minuscolo switch posizionato di fianco alla porta combo. Nella versione finale destinata alla vendita sarà presente una serigrafia che riporterà la simbologia per distinguere la posizione USB da quella eSATAp.

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Nella parte posteriore è presente un’altra serigrafia riportante i dati identificativi del prodottore, il sito web di riferimento, il numero seriale del disco e i loghi di tutte le certificazioni/standard adottati.

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Ed ora passiamo ad aprire il case del disco SSD per meglio osservare la componentistica interna.

{jospagebreak_scroll title=Uno sguardo da vicino – Parte 2}


Angelbird SSD2go PRO 240GB: Uno sguardo da vicino – Parte 2


Aprire il case dell’Angelbird SSD2go 240GB è un’operazione molto semplice, basta svitare le quattro viti di tipo torx sulla faccia posteriore e sfilare il coperchio. E’ immediatamente visibile la pregevole lavorazione in CNC dal pieno del coperchio posteriore e la presenza di due pad termici posizionati in corrispondenza del controller SandForce e sul chipset di gestione dell’interfaccia SATA/USB 3.0.

Con questo tipo di lavorazione la Angelbird è riuscita a diminuire lo spessore dei pad termici favorendo notevolmente la dissipazione temica. La rimozione della scheda dal semiguscio opposto svela anche in questo caso una eccelsa lavorazione in CNC e la presenza di un pad termico che sovrasta il gruppo delle otto NAND Flash.

Le lavorazioni eseguite e la cura nella disposizione dei pad termici, nonchè la tipologia di componentistica adottata, sono la testimonianza dell’attenzione che l’azienda riserva agli utenti finali, realizzando un prodotto unico nel suo genere.

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Il PCB è di tipo multistrato a doppia faccia con componenti installati su entrambi i lati, Da una parte è presente il controller LSi SandForce SF2281 e su quella posteriore i chip di nand flash a servizio del controller. Il layout generale è ordinato con saldature prive di sbavature o residui e realizzate con ottima fattura.

Risulta ben visibile, sempre sulla faccia posteriore, il circuito UPS CAP-XX (HZ202), un super capacitore ad alta potenza e a bassa impedenza progettato per accumulare corrente per fornire circa quattro secondi di alimentazione in caso di mancanza improvvisa di energia per completare le operazioni di scrittura e salvaguardare i dati contenuti sul disco. Il suo compito è anche quello di filtrare e stabilizzare la tensione di alimentazione del disco.

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InDrive UPS

Passiamo ora ad analizzare la componentistica interna.

{jospagebreak_scroll title=Componentistica interna}


Angelbird SSD2go PRO 240GB: Componentistica interna


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Sulla faccia anteriore del PCB è presente il controller SandForce SF-2281 dotato di nuove tecnologie di gestione dei dati racchiuse sotto il nome di DuraClass Technology.

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I controller SandForce della precedente generazione utilizzavano la tecnolgia di over-provisioning che provvedeva ad assegnare una parte della NAND flash per l’immagazzinamento dei dati e la rimanente parte riservata per la gestione dell’unità e per lo spazio di buffer cache.

La nuova generazione di controller SF-22xx usa ancora questa tecnologia ma SandForce, in virtù dell’adozione della nuova tecnologia DuraWrite, sostiene che a seguito di una migliorata gestione dei processi di scrittura, il livello di resistenza complessivo dello SSD è aumentato. In questo scenario il controller provvede a fornire un ulteriore spazio di memorizzazione aggiuntivo se la capacità residua non dovesse essere tale per permettere il completamento di un ciclo di scrittura.

Solo nei dischi che avranno destinazione nel mercato Enterprise l’over-provisioning sarà presente in modo consistente per permettere una maggiore affidabilità dei dati e per sostenere meglio i maggiori cicli di pulizia che questo ambito di utilizzo richiede. I controller della serie SF-22xx forniscono una migliore protezione dei dati, includendo l’innovativa tecnologia RAISE (Redundant Array of Indipendent Silicon Elements).

Questa tecnologia fornisce un grado di protezione e affidabilità ai livelli di un raid 5 di dischi tradizionali ma con l’estremo vantaggio di non dover scrivere dati di parità. Da non trascurare che nella  tecnologia DuraClass sono integrate anche funzioni che permettono di salvaguardare i dati mediante il protocollo di sicurezza Trusted Computing Group (TCG) OPAL con crittografia a 256 bit AES e consente una doppia cifratura della password di protezione dell’unità.

Il processo è totalmente trasparente all’utente ed evita l’estrazione dei dati anche accedendo direttamente alla singola unità di memoria. Un altro vantaggio della nuova architettura SF-22xx risiede nella capacità di tenere i dati registrati interamente sulla NAND grid eliminando di fatto la necessità di avere un modulo di DRAM da utilizzare come cache buffer.

Il risultato è un trasferimento dei dati più veloce ed un design della scheda più efficiente e compatto. Maggiori informazioni sul controller SandForce sono disponibili nella pagina ufficiale del produttore.

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Sull’Angelbird SSD2go PRO 240GB sono installati otto moduli di NAND Flash MLC di produzione Micron riportanti la sigla IKA12 NW296. Queste memorie sono prodotte con processo litografico a 25nm con un package TSOP a 48 pin con all’interno quattro Die, hanno interfaccia asincrona ed una densità di 256Gb (32GB), una tensione di alimentazione di 3,3V e sono accreditate di una durata di 3.000 cicli di lettura/scrittura. Nei drive destinati al mercato consumer generalmente viene assegnato un livello di over-provisioning pari al 7% e quindi dispositivi da 256GB, come il nostro Angelbird SSD2go PRO 240GB, avranno come spazio disponibile al salvataggio dei dati una capacità di 240GB.

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La disponibilità della connessione USB 3.0/eSATAp (6gb/s) è resa possibile attraverso l’utilizzo di un PCB secondario su cui è installato un chipset bridge USB 3.0/SATA III di produzione ASMedia, nello specifico si tratta del modello ASM 1053, con  pieno supporto alle specifiche UAS (USB Attached SCSI), e di uno switch SATA sempre di ASMedia modello ASM 1456.

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{jospagebreak_scroll title=Crystal Disk Info e Capacità del disco}


Angelbird SSD2go PRO 240GB: Crystal Disk info e Capacità del disco


Con l’ausilio del software Crystal Disk Info riusciamo ad estrapolare delle informazioni sul nostro Angelbird SSD2go PRO 240GB. In particolare sulle funzioni supportate, sullo stato di efficienza del disco, sul tipo di interfaccia utilizzata e sulla versione di firmware. La nostra unità è giunta con a bordo il firmware 2.54, che è l’unica release alla data di stesura di questa recensione.

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Con la funzione di windows Proprietà, attivata cliccando con destra mouse sul nostro disco rigido, andiamo a verificare la capienza del nostro SSD. A tal proposito è d’uopo specificare che i sistemi operativi Windows utilizzano una misurazione di capienza diversa dai produttori. Questi ultimi misurano la capacità dei loro dischi in miliardi di byte mentre Windows continua a leggere le capacità usando una notazione antecedente a quelle stabilite nel dicembre 1998 dallo IEC, per cui i valori sono:


  • Un kilobyte (kio) = 2^10 bytes = 1024 bytes
  • Un Megabyte (Mio) = 2^20 bytes = 1024 kio = 1 048 576 bytes
  • Un Gigabyte (Gio) = 2^30 bytes = 1024 Mio = 1 073 741 824 bytes
  • Un Terabyte (Tio) = 2^40 bytes = 1024 Gio = 1 099 511 627 776 bytes

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Quindi, in considerazione della tabella sopra esposta, la capienza calcolata dal s.o. approssimata per difetto deriva dal seguente calcolo:

  • 240.054.693.888 bytes / 1.073.741.824 bytes = 223,568 GB -> 223 GB

Passiamo ora alle prove sintetiche dell’Angelbird SSD2go PRO 240GB.

{jospagebreak_scroll title=Sistema di prova e Metodologia di Test}


Angelbird SSD2go PRO 240GB: Sistema di prova e Metodologia di Test


Per il sistema di prova ci siamo avvalsi di una scheda madre dotata di chipset Intel Z77 Express, di produzione ASRock, in particolare è stato scelto il modello Z77 Extreme 6, con BIOS aggiornato all’ultima versione disponibile al momento delle prove.  

Come processore abbiamo usato il modello di punta Intel appartenente alla famiglia Ivy Bridge, precisamente il Core i7 3770K, con moltiplicatore sbloccato. La frequenza di funzionamento è stata fissata a 4.600MHz, impostando il moltiplicatore a 46x e mantenendo il BCLK in specifica (100MHz). Per il raffreddamento ci siamo affidati ad un sistema a liquido Corsair H100.

Per il comparto memorie la scelta è ricaduta su un kit prodotto da G.Skill, appartenente alla serie TridentX, modello F3-2400C10D-8GTX, da 8GB di capacità assoluta. Sia la frequenza e sia le latenze sono state impostate ai valori di targa, vale a dire 2400MHz 10-12-12-31 con una tensione di alimentazione pari a 1.65v.

Un riassunto della configurazione di prova la trovate nella tabella sottostante:

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Per poter sfruttare a pieno le doti velocistiche di un disco SSD connesso alla porta USB 3.0 bisogna attivare il protocollo Turbo per superare il limite imposto dall’interfaccia sulla dimensione dei blocchi trasferibili, ovvero di 64KB/s. Il protocollo turbo è insito nell’interfaccia USB 3.0 ed è attivabile tramite utility fornite dai produttori di schede madri. Nel nostro caso abbiamo utilizzato il XFast USB di ASRock. Dopo la prima attivazione del protocollo Turbo l’utility chiede di disinserire e poi reinserire il disco per completare il processo. In seguito, per il passaggio dalla modalità normale a quella Turbo non sarà più necessario disconnettere e riconnettere il disco. Con il protocollo Turbo la dimensione dei blocchi trasmessi può divenire grande fino a 2MB/s accorpando più blocchi da 64KB, aumentando considerevolmente la velocità di trasferimento dei dati.

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Il protocollo Turbo può essere attivato anche manualmente su quelle motherboard che non dispongono di utility proprietarie seguendo questa guida disponibile dal sito Microsoft. Specifichiamo che il metodo manuale non funziona su tutti i chipset USB 3.0 e che ci si potrebbe trovare di fronte all’impossibilità della sua attivazione. Una soluzione a queste problematiche risiede nell’utilizzo del protocollo UAS (USB Attached SCSI) che sarà disponibile su tutti i prossimi chipset USB 3.0 (in realtà alcune revisioni recenti di alcuni produttori sono già compatibili) ma che allo stato attuale è supportato solo con il sistema operativo Windows 8. Non sono disponibili informazioni certe che possano far pensare che Microsoft renderà presto disponibile questa feature anche in Windows 7.

Il sistema operativo utilizzato, Microsoft Windows8 PRO 64bit, è da intendersi privo di qualsiasi ottimizzazione particolare. I test sono stati svolti sia con l’utilizzo di interfaccia USB 3.0 che quella eSATAp. La nostra scheda madre non è dotata di porta eSATAp (6Gb/s) per cui i test sono stati eseguiti su una porta Intel SATAIII (6Gb/s) collegata tramite bracket PCI esterno eSATA. Il disco è stato alimentato tramite porta USB.


Per verificare le prestazioni dell’unità ci siamo avvalsi dei seguenti software:


  • AS SSD Benchmark 1.7.4739.38088;
  • Crystal Disk Mark 3.0.2 x64;
  • ATTO Disk Benchmark 2.47;
  • Anvil’s Storage Utilities1.0.51 RC6.

N.B. Durante tutta l’esecuzione dei test NON abbiamo mai eseguito un Secure Erase, quindi tutti i dati sono relativi al disco durante un normale utilizzo. Dopo aver tolto il disco dalla confezione è stata eseguita la prima batteria di test ed in seguito è stata rieseguita per tre volte iniziando a valutarne i dati, prendendo come risultato quello più vicino alla media dei rilevamenti.

{jospagebreak_scroll title= Benchmark Sintetici: AS SSD Benchmark}


Benchmark Sintetici: AS SSD Benchmark


AS SSD Benchmark consente di effettuare svariate misurazioni sulla nostra unità di archiviazione (SSD, Hard Disk interno/esterno, PenDrive USB, ecc.) sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale.

A test ultimato viene riportata la velocità della nostra unità in MB al secondo. Oltre al test dei 4k,viene effettuato anche un test lettura/scrittura Multi-Thread 4k, per simulare il più possibile la velocità di avvio del sistema operativo o di installazione di un programma. Abbiamo inoltre eseguito i test per la determinazione delle IOPS in vari ambiti.

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USB 3.0

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eSATAp

In seguito abbiamo eseguito i benchmark di compressione e copia.

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USB 3.0                                                            eSATAp

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USB 3.0                                                           eSATAp


Considerazioni:


Il disco Angelbird ha espresso doti velocistiche molto elevate saturando sia la banda disponibile con la connessione eSATAp che quella dell’interfaccia USB 3.0. Quest’ultima, grazie all’implementazione dell’opzione Turbo che riesce a spremere fino all’ultimo KB/s disponibile di questo standard, regala prestazioni molto simili ad un disco collegato direttamente al controller interno del pc. Come abbiamo avuto già occasione di dire in recensioni precedenti il limite della connessione USB 3.0 risiede nella gestione di file di piccole dimensioni e, anche se non esageratamente, le prestazioni sui file 4K con accessi casuali ne risentono. Il test AS SSD utilizza una base di dati non comprimibili, ambiente notoriamente ostico all’architettura SandForce, ma i risultati conseguiti dall’Angelbird SSD2go PRO 240GB sono al vertice e ci soddisfano pienamente.

{jospagebreak_scroll title= Benchmark Sintetici: Crystal Disk Mark}


Benchmark Sintetici: Crystal Disk Mark


Crystal Disk Mark è senza dubbio uno dei migliori benchmark per dischi rigidi, chiavette USB e unità SSD (Solid State Disk). Il programma effettuerà automaticamente una serie di misurazioni sull’unità selezionata,sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale, riportando alla fine la velocità espressa in MB al secondo (MB/s). Molto utile per confrontare in pochi secondi la differenza di prestazioni tra diverse periferiche di memorizzazione.

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     Dati comprimibili USB 3.0                  Dati non comprimibili USB 3.0

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    Dati comprimibili eSATAp                   Dati non comprimibili eSATAp


Considerazioni:


Il Crystal Disk Mark conferma sostanzialmente i dati ottenuti con la suite di test precedenti evidenziando risultati di ottimo livello in ogni comparto, specie quando vengono utilizzati dati di tipo comprimibile. Altra conferma è quella che otteniamo osservando le prestazioni sui file di piccole dimensioni con accessi casuali che risentono dei limiti dell’interfaccia USB 3.0 ma che risultano comunque di buon livello. L’Angelbird SSD2go PRO 240GB non delude sotto il profilo delle prestazioni.

{jospagebreak_scroll title= Benchmark Sintetici: ATTO Disk Benchmark}


Benchmark Sintetici: ATTO Disk Benchmark


ATTO Disk Benchmark è un programma molto semplice da utilizzare che consente di effettuare una serie di misurazioni sull’unità selezionata, che sia un disco rigido, una PenDrive oppure un SSD, al fine di verificarne le performance.

E’ sufficiente eseguire il programma, scegliere il drive da testare e cliccare sul pulsante“Start”. ATTO comincerà a misurare le prestazioni del disco con file di dimensioni diverse, da molto piccoli a molto grandi (sia lettura che in scrittura).

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USB 3.0                                          eSATAp


Considerazioni:


In questo test il lavoro svolto dall’attivazione del protocollo Turbo sull’interfaccia USB 3.0 mostra la grande potenzialità di questa unità SSD. La connessione eSATAp, confermando in pieno le prestazioni dichiarate dal produttore sia per quanto riguarda le operazioni in scrittura che quelle in lettura, evidenzia prestazioni eccellenti. L’Angelbird SSD2go PRO 240GB esprime di nuovo prestazioni di ottimo livello, al vertice della categoria.

{jospagebreak_scroll title= Benchmark Sintetici: Anvil’s Sotrage Utilities}


Benchmark Sintetici: Anvil’s Storage Utilities


Anvil’s Storage Utilities è un software scritto da un giovane ed intraprendente programmatore norvegese, molto semplice da utilizzare ed è un potente strumento progettato al fine di fornire un mezzo di valutazione delle prestazioni dei Solid State Drive o Hard Disk Drive.

Per l’esecuzione dei nostri test ci siamo basati sulle impostazioni di default, ovvero quelle selezionate all’installazione del software. I test sono stati eseguiti su una base di dati non comprimibili.

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USB 3.0                                               eSATAp


Considerazioni:


Alla stessa stregua dei risultati ottenuti con la suite AS-SSD anche in questo test il disco Angelbird ha espresso prestazioni degne di nota saturando la banda disponibile con entrambe le interfacce. Interessanti anche il numero di operazioni di I/O eseguite al secondo che, nonostante le limitazioni imposte dalle interfacce esterne, sono di ottimo livello. Anche in questo test il trattamento di file di piccole dimensioni utilizzando l’interfaccia USB 3.0 risente di qualche rallentamento ma nulla di eclatante. I risultati conseguiti dall’Angelbird SSD2go PRO 240GB continuano ad essere fonte di piena soddisfazione.

{jospagebreak_scroll title=Conclusioni:}


Angelbird SSD2Go PRO 240GB: Conclusioni


hw-legend-platinumPrestazioni:
cinque

Funzionalità:

cinque
Qualità costruttiva
cinque
Giudizio Complessivo:cinque

La Angelbird, giovane e dinamica azienda austriaca, continua a stupirci più che positivamente con l’evoluzione di un prodotto già di per se molto particolare, che ingloba tutta la filosofia del produttore ovvero quella di offrire un prodotto al mercato consumer con caratteristiche e funzionalità normalmente riservate al mercato business. L’Angelbird SSD2go PRO 240GB, oggetto della nostra recensione, è la naturale evoluzione del SSD2Go che mette ora a disposizione una porta combo USB 3.0/eSATAp (6 Gb/s) per offrire il massimo della flessibilità nella scelta della connettività. La dotazione di un circuito particolare chiamato In-drive UPS per la salvaguardia del disco e dei dati in caso di mancanza improvvisa dell’alimentazione primaria chiudono un quadro descrittivo di caratteristiche tecniche di prim’ordine. Sicuramente un elemento degno di nota è costituito dal fatto che ogni singola unità è assemblata a mano e testata prima della commercializzazione.

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Angelbird, quale membro del team SandForce Driven ™, ha affidato il compito di Storage Processor al largamente diffuso SandForce SF2281 di LSI abbinando delle NAND Flash con interfaccia asincrona di produzione Micron. Questo connubio continua a garantire prestazioni di prim’ordine ed una stabilità di funzionamento eccezionale.

Come di consueto abbiamo sottoposto il disco ad una batteria di test sintetici i quali hanno restituito risultati di ottimo livello confermando i dati dichiarati dal produttore. Questa periferica è pienamente compatibile con il protocollo UASP (USB Attached SCSI Protocol) e la modalità Turbo dell’interfaccia USB 3.0 ed è in grado di saturare la banda messa a disposizione dal protocollo USB 3.0 in molte circostanze.

Durante l’utilizzo daily a cui abbiamo sottoposto il disco non siamo riusciti ad apprezzare una marcata differenza tra l’unità SSD installata nel nostro PC e il SSD2Go PRO 240GB collegato alla porta USB 3.0, la sensazione è sempre stata quella di avere in realtà due dischi connessi al controller SATA della scheda madre. Anche le prove svolte utilizzando la connessione eSATAp a disposizione, con la nostra motherboard, hanno restituito risultati esaltanti. Come nelle prove del SSD2Go testato in una precedente recensione, abbiamo fatto transitare sul disco una grande mole di dati di tutte le tipologie e dimensioni, dai file multimediali a quelli di carattere prettamente office. Anche in questo caso l’unità SSD si è dimostrata instancabile e con temperature di esercizio davvero basse nonostante il caldo estivo.

Il case è rimasto praticamente tiepido anche dopo lunghe sessioni di utilizzo. I protocolli implementati nel firmware del disco permettono l’esecuzione della funzione Auto-Trim per l’ottimizzazione delle performance che garantisce un pieno recupero prestazionale, quando si scrivono e cancellano molti file, senza avere come conseguenza un decadimento marcato delle prestazioni che si è attestato intorno al 2-3%.

Il prezzo di acquisto della versione da noi recensita non è ancora disponibile. Vi aggiorneremo quando il produttore inserirà il prodotto definitivamente a listino. è di 440.92 Euro iva esclusa.


Pro:


  • Ottima qualità costruttiva;
  • Ogni singola unità è assemblata a mano e testata prima della commercializzazione;
  • Supporto Auto-Trim, anche su piattaforme MAC;
  • Doppia connettività USB 3.0 / eSATAp 6Gb/s;
  • Ottima stabilità operativa;
  • Ottime prestazioni in ogni ambito di utilizzo;
  • Scocca in alluminio molto elegante e robusta;
  • Lavorazione in CNC del case strabiliante;
  • Presenza di un circuito In-drive UPS per la salvaguardia del disco e dei dati;
  • Temperature operative basse;
  • Feature e caratteristiche tecniche particolari.

Contro:


  • Nulla da segnalare.

Si ringrazia AB_logo_RGB_150 per il sample fornitoci.

Edoardo Giampietro – Slime – Admin HW Legend

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