AMD FX-8350 Vishera

001-amd-piledrive-fx8350-copertinaDopo circa un anno dal debutto delle prime soluzioni, basate sulla ormai nota e interessante architettura Bulldozer, appartenenti alla famiglia di prodotti AMD FX, ecco che, nella giornata odierna, viene finalmente proposta al pubblico la sua naturale evoluzione, meglio nota con il nome in codice Piledriver. La nuova architettura risolve parte delle lacune presenti nella prima generazione, dimostrandosi migliore sia dal punto di vista prestazionale e sia sul fronte del consumo energetico, potendo contare su un processo produttivo sicuramente più affinato. Nel corso di questa nostra recensione analizzeremo le caratteristiche tecniche e prestazionali del nuovo microprocessore FX-8350, attuale modello top di gamma tra le soluzioni basate su architettura Piledriver. Non ci resta che augurarvi una piacevole lettura!

AMD FX-8350 Vishera – Recensione di Gianluca Cecca | delly – Voto: 4,5/5


Introduzione:


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Advanced Micro Devices o AMD, è una multinazionale americana ormai più che consolidata. La sede principale dell’azienda si trova a Sunnyvale, in California. A oggi è uno dei leader mondiali nella produzione di microprocessori e chipset per il settore consumer, server e workstation. A seguito della fusione con ATI, avvenuta nel 2006, il listino del colosso americano si è arricchito con chip grafici integrati e discreti.

La compagnia possiede anche il 21% di Spansion, un fornitore di chip di memoria flash e il 34% di The Foundry Company (TFC). Nel 2007, AMD si è classificata come undicesima produttrice mondiale di semiconduttori. Attualmente la produzione di chipset e chip grafici AMD è affidata a TSMC, la più importante fonderia taiwanese, mentre la produzione delle sue CPU è in buona parte affidata a GlobalFoundries.                                            

Ulteriori informazioni sono disponibili a questo indirizzo.

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AMD FX- Caratteristiche dei nuovi modelli presentati:


Dopo circa un anno dal debutto della nuova famiglia di microprocessori FX, basati su architettura Bulldozer, frutto di un percorso assai arduo e insidioso, l’azienda americana si appresta a presentare ufficialmente, in data odierna, la sua naturale evoluzione, meglio nota con il nome in codice Piledriver. Con questa nuova incarnazione, il colosso di Sunnyvale, intende rimpiazzare le soluzioni già presenti sul mercato, con prodotti contraddistinti da prestazioni sensibilmente superiori e consumi energetici più contenuti. Quest’ultimo aspetto rappresentava senza ombra di dubbio uno dei punti deboli delle soluzioni Bulldozer, dovuto principalmente ad un processo produttivo non del tutto affinato che, soprattutto in condizione di overclock, portava a consumi energetici a dir poco esagerati. I nuovi microprocessori Piledriver non solo mettono una “pezza” a questo problema, forti di molti mesi di affinamento del processo di produzione, ma includono anche delle migliorie architetturali che, come vedremo nel corso della recensione, ne incrementano le prestazioni velocistiche, rendendoli prodotti sicuramente più appetibili di quanto non lo fossero le soluzioni Bulldozer. Osserviamo ora le principali caratteristiche dei nuovi modelli presentati, raggruppati nella seguente tabella:

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Alla base di tutti questi nuovi processori troviamo la medesima architettura e le stesse tecnologie proprietarie. Così come le precedenti soluzioni, anche questi nuovi modelli sono concepiti per essere impiegati su schede madri Socket AM3+, dotate di chipset AMD Serie 900. Altra caratteristica comune è la presenza di un moltiplicatore di frequenza completamente sbloccato a salire, aspetto che semplifica enormemente la pratica dell’overclocking. Il Memory Controller Integrato (IMC) di tipo Dual-Channel, supporta ufficialmente moduli di memoria DDR3 fino a una frequenza massima di ben 1.866MHz. Le uniche differenze tra i vari modelli riguardano:

  • Numero di moduli attivi (e di conseguenza numero di Core disponibili);
  • Quantitativo di memoria Cache L2 e L3;
  • Frequenza operativa di base;
  • Frequenza massima con tecnologia Turbo Core 3.0;
  • TDP massimo (95W o 125W a seconda del modello);
  • Frequenza predefinita del NB (2.0GHz o 2.2GHz a seconda del modello).

La famiglia di microprocessori FX nasce come naturale completamento della line-up di AMD, affiancandosi alle piattaforme presentate negli scorsi mesi, integrando caratteristiche proprie di processori high-end, volutamente estromesse nei modelli di fascia inferiore.

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Tra queste, vi è una predisposizione nativa all’overclocking, grazie al moltiplicatore sbloccato su tutti i modelli, facendoci capire come l’azienda punti molto al settore “enthusiast”, che è quello più propenso a spremere con sistemi di raffreddamento non convenzionali i propri componenti.

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Tuttavia, i nuovi microprocessori Piledriver sono accreditati di raggiungere frequenze operative elevate anche con l’ausilio di sistemi di raffreddamento tradizionali, quali dissipatori ad aria di buona qualità oppure sistemi a liquido All-In-One. AMD stessa dichiara come semplici da raggiungere, frequenze operative nell’ordine dei 5GHz, a tutto vantaggio delle performance velocistiche.

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Al pari delle precedenti soluzioni FX, basate su architettura Bulldozer, anche questi processori di nuova generazione comprendono quello che AMD definisce “Super Resolution”, che altro non è che la capacità di eseguire videogiochi a risoluzioni oltre i normali standard, offrendo un’esperienza decisamente più coinvolgente e, a detta sempre dei tecnici dell’azienda americana, “sensazionale” riuscendo a sfruttare al 100% un sistema Multi-GPU CrossFireX. Infine, i nuovi processori offrono la possibilità di sfruttare appieno la tecnologia proprietaria “AMD Eyefinity”, che come sappiamo consente di usare monitor multipli in maniera totalmente indipendente, offrendo un’esperienza di gioco fuori dal comune per immersione e livello di dettaglio.

Per concludere, riassumiamo di seguito, i relativi prezzi di commercializzazione dei nuovi modelli AMD:

  • FX-4300: 122$;
  • FX-6300: 132$;
  • FX-8320: 169$;
  • FX-8350: 195$.

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AMD Piledriver – Uno sguardo alla nuova architettura:


Così come la precedente architettura Bulldozer, anche la nuova nata dell’azienda americana, nota con il nome in codice Piledriver, si presenta davvero molto complessa. In una superficie complessiva del die di circa 315mm2 sono stati integrati circa 1.2 Miliardi di Transistor, veramente notevole. L’obiettivo finale è quello di ottenere un microprocessore dalle caratteristiche ben bilanciate, sia in termini di prestazioni velocistiche e sia in termini di costo finale.

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Uno degli aspetti fondamentali che accomunano la nuova architettura con la precedente riguarda quello che l’azienda definisce “Modulo”, che altro non è se non la fusione vera e propria tra due singoli core fisici che si trovano a condividere parte delle loro risorse. Ogni singolo modulo, infatti, è in grado di gestire due thread in maniera indipendente, grazie alla presenza di una coppia di unità di elaborazione Integer e una singola unità di elaborazione Floating Point condivisa. Tale approccio è principalmente dettato dal fatto che un tradizionale processore, negli applicativi d’uso comune, si trova a eseguire con più frequenza elaborazioni di tipo Integer. Questo consente, a un modulo Piledriver, di avvicinarsi davvero molto a due core fisici completi, almeno nella maggior parte delle situazioni.

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L’unità Floating Point condivisa è stata completamente ridisegnata per l’occasione, in modo tale da supportare tutte le principali istruzioni ISA fino alle SSE 4.2, le AES, oltre alle nuove istruzioni AVX (Advanced Vector Extension), introdotte anche dalla controparte Intel con l’architettura Sandy/Ivy Bridge, FMA3 (Fused Multiply-Add 3) e F16C (Floating Point 16bit Convert). Grazie a una coppia di blocchi FMAC a 128bit, la nuova FPU è in grado di operare contemporaneamente su due istruzioni a 128 bit per core, oppure, sfruttandoli in parallelo, su una singola istruzione a 256 bit per ogni singolo modulo.

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La potenziata unità di Front-End sfrutta ora un decoder a quattro vie che consente a ogni modulo di Piledriver di decodificare fino a quattro istruzioni per ogni ciclo di clock, una in più rispetto a quanto era capace l’architettura alla base dei vecchi Phenom II. Sono presenti, inoltre, tre scheduler indipendenti, dei quali due abbinati alla coppia di unità Integer, e uno abbinato all’unità Floating Point condivisa.

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L’allungata pipeline interna alle unità di Integer, da una parte rende possibile il raggiungimento di frequenze operative molto superiori, dall’altra implica però una forte dipendenza con le unità di Branch Prediction. Si è reso quindi necessario, da parte degli ingegneri AMD, un duro lavoro di rinnovo e potenziamento, al fine di migliorarne l’efficienza rispetto alla precedente architettura Bulldozer. Troviamo, inoltre una più capiente Instruction Window, così da processare le istruzioni in maniera più efficiente.

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Per quanto concerne la Cache, ogni modulo di Bulldozer prevede un primo livello (Cache L1), di tipo associativo a due vie, ampio 64KBytes, dedicato alle istruzioni, posto a monte dell’unità di fetch. Una seconda porzione di Cache di primo livello, sempre di tipo associativo ma a quattro vie, da 16KBytes, dedicata questa volta ai dati, è affiancata a ogni unità Integer. Troviamo poi un secondo livello (Cache L2) associativo a sedici vie, ampio 2MBytes, condiviso tra i due “pseudo core” che compongono il modulo. Infine è previsto un terzo livello (Cache L3), di ben 8MBytes, di tipo associativo a sessantaquattro vie, condiviso fra tutti i core che compongono il processore.

Il Memory Controller Integrato (IMC) è sempre di tipo Dual Channel e offre ufficialmente supporto a moduli DDR3 con frequenze di funzionamento fino a ben 1.866MHz. Sempre all’interno del die del processore troviamo ben quattro link Hyper-Transport di tipo 16-bit/16-bit in ricezione e trasmissione.

{jospagebreak_scroll title=Tecnologia AMD Turbo Core 3.0:}


Tecnologia AMD Turbo Core 3.0:


In occasione della presentazione degli ultimi microprocessori AMD FX, basati su architettura Bulldozer, avevamo avuto modo di osservare attentamente l’evoluzione della tecnologia proprietaria Turbo Core, capace di garantire un discreto boost prestazionale negli scenari di uso comune. La meccanica di funzionamento di questa tecnologia è molto semplice e sfrutta la percentuale di utilizzo dei core a disposizione, da parte dell’applicazione in esecuzione, per l’ottimizzazione della frequenza operativa finale. Nei nuovi microprocessori, basati su architettura Piledriver, questa tecnologia è stata ulteriormente perfezionata, giungendo così alla sua terza generazione. La regolazione della frequenza di clock varia in maniera del tutto dinamica, non più in base a calcoli prefissati, ma bensì in seguito a rilevazioni effettuate in tempo reale. Questo nuovo approccio, secondo AMD, è in grado di garantire una maggiore efficacia e reattività. Osserviamo ora gli effetti della tecnologia AMD Turbo Core 3.0 sulle frequenze operative, nei quattro nuovi modelli presentati:

Come possiamo vedere gli incrementi, in termini di frequenza, sono abbastanza significativi. Almeno sulla carta pare quasi del tutto certo che questa tecnologia dovrebbe garantire un discreto boost prestazionale, specialmente con tutte quelle applicazioni fortemente single threaded o comunque non particolarmente impegnative a livello di core utilizzati. Noi di HW Legend abbiamo deciso di verificare la bontà di questa tecnologia con il microprocessore in nostro possesso, un AMD FX-8350. Nei grafici che seguono riassumiamo tutti i risultati ottenuti:

Come possiamo chiaramente osservare dai nostri test, la tecnologia Turbo Core 3.0 di AMD, si comporta in maniera buona, riuscendo ad implementare miglioramenti, in tutti gli applicativi da noi utilizzati. Non possiamo che ritenerci soddisfatti degli aumenti ottenuti, se pur sensibili, raggiunti grazie all’ausilio di tale tecnologia.

{jospagebreak_scroll title=AMD FX-8350 Eight-Core – Uno sguardo da vicino:}


AMD FX-8350 Eight-Core – Uno sguardo da vicino:


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Il nuovo modello di punta della famiglia FX, così come il suo predecessore, è commercializzato all’interno di un’accattivante scatola di metallo, veramente molto curata e gradevole alla vista, i cui colori predominanti sono il nero e il rosso. Frontalmente troviamo l’immagine del processore con il nuovo logo “AMD FX Unlocked Processor” sull’IHS (Integrated Heat Spreader). Sui lati sono riportati vari dettagli circa le caratteristiche di rilievo del nuovo processore, quali la sua predisposizione al multitasking pesante e ai videogiochi di ultima generazione.

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Il nuovo processore si presenta esteticamente identico ai precedenti modelli, richiedendo una scheda madre dotata del Socket AM3+ (conosciuto anche come AM3b) e di un chipset Serie 900, appositamente presentati dall’azienda americana in occasione della presentazione dei microprocessori Bulldozer.

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L’ultima versione del noto software CPU-Z rileva correttamente tutte le caratteristiche del nuovo processore, compreso il ricco set d’istruzioni supportate.

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{jospagebreak_scroll title=Chipset AMD Serie 900 – Caratteristiche Tecniche:}


Chipset AMD Serie 900 – Caratteristiche Tecniche:


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I nuovi microprocessori, basati su architettura Piledriver, sono perfettamente supportati da tutti i chipset serie 900, presentati poco più di un anno fa, in occasione del debutto di Bulldozer. La linea si compone di tre diversi modelli, classificati principalmente in relazione al numero di linee PCI-Express disponibili.

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Il chipset AMD 990FX sarà alla base dei prodotti top di gamma e consentirà la gestione di ben 42 linee PCI Express 2.0, con supporto Multi-GPU AMD CrossFireX ed NVIDIA SLI fino a quattro schede grafiche in parallelo in modalità x8. A completare la nuova linea troviamo i modelli AMD 990X, in grado di gestire fino a 26 linee PCI Express 2.0, con supporto Multi-GPU fino a due schede grafiche in parallelo, e la versione base, AMD 970, destinata all’impiego in prodotti economici, priva di supporto verso le tecnologie Multi-GPU.

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Una delle principali novità introdotte con questa nuova linea di chipset è senza dubbio il supporto alla tecnologia NVIDIA SLI, da tempo assente nelle piattaforme del colosso di Sunnyvale. Le restanti caratteristiche tecniche poco di discostano da quelle dei predecessori serie 800; tra le migliorie più significative segnaliamo il supporto a moduli di memoria DDR3 fino ad una frequenza massima certificata di ben 1866MHz e ovviamente il supporto ufficiale ai nuovi microprocessori AMD FX, basati su architettura Bulldozer. A patto di possedere uno di questi microprocessori si riuscirà, inoltre, a sfruttare un’altra delle nuove caratteristiche dei chipset, ovvero il supporto all’Hyper Transport 3.1, in grado di garantire una velocità di trasferimento fino a 6.4GT/s, contro i 5.2GT/s del precedente HT 3.0.

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Anche il nuovo southbridge SB950, connesso al chipset tramite l’A-Link Express III (un bus che garantisce una banda passante bidirezionale tra i due chip fino a 4GB/s), non presenta particolari novità rispetto al predecessore (SB850), anzi appare praticamente identico, nome a parte. Non possiamo negare che ci saremmo aspettati, per lo meno, un supporto nativo verso lo standard di trasmissione USB 3.0, analogamente a quanto visto nella piattaforma AMD Llano, ma ancora una volta saranno necessari controller dedicati di terze parti. Pienamente supportati, invece, gli standard USB 1.1 (2 Porte), USB 2.0 (ben 14 Porte) e Serial ATA III a 6Gb/s (ben 6 Porte) con supporto RAID 0, 1, 5 e 10. Il nuovo southbridge gestisce, inoltre, un’interfaccia di rete Gigabit Ethernet, ulteriori quattro linee PCI Express 2.0 1x, delle connessioni tradizionali PCI e PATA, oltre che un sottosistema HD Audio.

{jospagebreak_scroll title=Sistema di Prova e Metodologia di Test:}


Sistema di Prova e Metodologia di Test:


Le nostre prove sono state condotte con l’obiettivo di analizzare le performance velocistiche del nuovo microprocessore di fascia alta AMD FX-8350, basato su architettura Piledriver. Nella tabella che segue riassumiamo le principali caratteristiche della configurazione da noi impiegata:

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Tutti i test eseguiti sono stati ripetuti per ben tre volte, al fine di verificare la veridicità dei risultati. L’hardware è stato montato su di un banchetto di produzione DimasTech.

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La scheda video adottata per le prove è una Sapphire Radeon HD6970 2GB GDDR5 mantenuta entro le specifiche (880/1375). I driver usati sono gli AMD Catalyst 12.8 dotati di certificazione WHQL, gli ultimi disponibili al momento delle prove. Queste le applicazioni interessate, suddivise in tre tipologie differenti:


Prestazioni Rendering e Calcolo:


  • Cinebench 11.5 – 64bit;
  • POV Ray 3.7 RC3;
  • Blender 2.62 – 64bit;
  • Fritz Chess Benchmark;
  • Euler3D Benchmark v2.2;
  • SuperPI 1.5Mod XS;
  • WPrime Benchmark v1.55;
  • Hexus PiFast;
  • SiSoftware Sandra 2012.10.18.74;
  • AIDA64 Extreme 2.60.2100.

Prestazioni Multimedia e Compressione:


  • WinRAR 4.20 – 64bit;
  • 7-Zip 9.20 – 64bit;
  • TrueCrypt 7.1;
  • X264 HD Benchmark v4.0;
  • PCMark 2005
  • 3DMark 2006;
  • 3DMark Vantage;
  • 3DMark 11.

Prestazioni Giochi:


  • Far Cry 2 – DX10;
  • Lost Planet 2 – DX11;
  • Alien vs Predator – DX11;
  • Metro 2033 – DX11.

Ora siamo pronti per andare ad analizzare in maniera dettagliata le prestazioni offerte dalla nuova CPU AMD FX-8350 Vishera.

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Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Prima:


Cinebench R11.5 – 64bit:


Si tratta di una vera e propria suite di test multi piattaforma in grado di calcolare le capacità prestazionali del vostro computer. Il programma è basato sul software di animazione CINEMA 4D ed è lo strumento perfetto per valutare le performance della CPU e del comparto grafico su svariate piattaforme fra cui Windows e Mac OS X. Cinebench sfrutta le potenzialità del processore centrale del sistema mediante l’utilizzo combinato di calcoli complessi finalizzati al completamento del rendering di un’immagine campione. E’ possibile eseguire il test in modalità “Single”, sfruttando un solo “core”, oppure “Multi”, sfruttando quindi tutti i “core” disponibili.

Nel grafico il punteggio finale del rendering.


POV-Ray 3.7 RC3:


POV-Ray è un famosissimo programma per la creazione di immagini tridimensionali. Vanta un motore per RayTracing tra i più avanzati. Sarà possibile creare immagini 3D, geometriche e non, di tipo foto realistico e di altissima qualità. La costruzione dell’immagine si ottiene mediante un linguaggio di programmazione di tipo matematico basato sulla geometria analitica nello spazio.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario per portare a termine il rendering di una scena di riferimento (Benchmark.pov), alla risoluzione di 1024×768.


Blender 2.62:


Blender è un famoso programma (completamente Open Source) di modellazione 3D, animazione e rendering. Viene spesso utilizzato anche per il calcolo delle performance dei microprocessori.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario al rendering della scena “Flying Squirrel”.


Fritz Chess Benchmark:


Fritz Chess è un interessante software che consente di misurare le performance della CPU basandosi sulla simulazione del gioco degli scacchi. Il programma è in grado di sfruttare appieno fino a otto core.

Nel grafico il risultato complessivo ottenuto (espresso in Kilonodi al secondo).


Euler3D Benchmark v2.2:


Euler3D, basato sulla routine di analisi strutturale STARS Euler3D, è un software di benchmark che misura le prestazioni velocistiche del microprocessore mediante l’esecuzione di calcoli fluidodinamici. Il programma è ottimizzato per sfruttare appieno il multi-threading.

Nel grafico il risultato rilasciato al termine del test integrato, espresso in Hz.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Seconda:}


Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Seconda:


SuperPI 1.5Mod XS:


Famoso programma di benchmark che calcola le cifre decimali del PI Greco, mostrando il tempo impiegato. E’ un buon indice delle prestazioni di CPU e RAM.

Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 1M, 8M e 32M.


WPrime Benchmark v1.55:


Al pari del SuperPI, anche il wPrime è un ottimo indicatore delle performance di CPU e RAM, e finalmente in grado di sfruttare tutti i core a disposizione.

Nei grafici il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 32M e del 1024M.


Hexus PiFast:


Famoso programma di benchmark per CPU con principio di funzionamento analogo al SuperPI, ovvero anch’esso basato sul calcolo dei decimali del Pi Greco.

Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al completamento del calcolo standard.

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Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Terza:


SiSoftware Sandra 2012.10.18.74:


Sandra è un tool di benchmark per l´intero sistema Pc, aggiornato per testare le ultime tecnologie disponibili sul mercato. Il software è in grado di assicurare la maggiore compatibilità hardware possibile unita ad un accurato reporting delle prestazioni e delle problematiche del sistema.

Abbiamo eseguito i principali test sulla CPU e sul comparto RAM. A seguire i risultati ottenuti.


AIDA64 Extreme 2.60.2100:


AIDA64 è un famoso programma che ci consente di tenere sotto controllo i punti vitali del nostro computer, quali temperature, voltaggi applicati e prestazioni. Al suo interno, infatti, troviamo numerosi test, utili per misurare, e comparare, le performance registrate dalle varie componenti (CPU, Memorie, HDD etc.).

Nei grafici i risultati riguardanti i benchmark integrati delle RAM e della CPU/FPU.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Prima:}


Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Prima:


WinRAR 4.20 – 64bit:


Famoso programma di compressione con il quale si misura la potenza della CPU nel comprimere un file campione restituendo il valore del dato compresso in KB/s (Rate).


7-Zip 9.20 – 64bit:


Noto programma di compressione/decompressione che al suo interno integra un Tool per la misura delle prestazioni della macchina. Anche in questo caso saranno riportati nel grafico quanti KB/s il sistema, e in particolar modo la CPU, sia in grado di comprimere/decomprimere.


TrueCrypt Encryption Benchmark 7.1:


TrueCrypt è un noto programma open-source per la crittazione “on-the-fly” di interi dischi rigidi o partizioni. Gli algoritmi supportati sono l’AES, il Serpent e il Twofish. È possibile però usarli in cascata (avendo così maggiore sicurezza), ad esempio: AES-Twofish, AES-Twofish-Serpent, Serpent-AES, Serpent-Twofish-AES e Twofish-Serpent.

Dalla versione 7.0 è stato introdotto il supporto per l’accelerazione hardware per la cifratura e decifratura AES, utilizzando le apposite istruzioni di cui sono dotate le ultime CPU di Intel e AMD.

Nei grafici i risultati dei benchmark integrati nel programma.


X264 HD Benchmark v4.0:


Famoso Codec x264 grazie con il quale è possibile testare la potenza della propria CPU. Il suo funzionamento è basato sulla misurazione delle performance in termini di codifica video usando un filmato campione da trasformare in formato x264.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Seconda:}


Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Seconda:


PCMark 2005:


Famoso benchmark di Futuremark in grado di calcolare le performance generali del sistema o dei singoli reparti (cpu, memoria, hard disk ecc.).

Nel grafico che segue il risultato complessivo ottenuto e quello relativo alla sola CPU Suite.


3DMark 2006:


Il 3DMark06 è un programma di stress test principalmente per schede video, ma anche dell’intero PC. Infatti oltre a misurare le prestazioni del proprio computer con un punteggio finale, può essere utilizzato anche per controllare le temperature del sistema e per testare la stabilità in generale, anche a seguito di un overclock! La nuova versione deriva dal diretto predecessore e necessita di un hardware di ultima generazione per poter essere quanto più obiettivo possibile nel metro di giudizio (per esempio evitando frequenti swapping del disco durante le fasi di test ed andandone ad inficiare i risultati) . La maggior parte dei test grafici sono stati ripresi dal 3DMark05 ed ulteriormente potenziati in quanto a gravosità di elaborazione e nuove funzionalità implementate. La principale differenza con la passata edizione sta nell’importanza conferita alla potenza di elaborazione del processore. Questo si basa sulla consapevolezza che la potenza delle GPU sta crescendo nel recente periodo con un passo più lungo di quello delle CPU, per cui con maggiore frequenza troviamo applicazioni CPU limited. Inoltre vi è da considerare quanto importante sta divenendo la CPU per l’elaborazione degli algoritmi della fisica dei corpi, della logica di gioco, dell’intelligenza artificiale, ecc.. Da qui la necessità di introdurre un doppio test specificatamente incentrato su questa tipologia di calcoli. Il punteggio del 3DMark06 è quindi il risultato della considerazione di GPU e CPU assieme e tende a valutare più come una piattaforma di calcolo sopporti un gioco futuro che a confrontare sottosistemi grafici tra loro. Altra differenza sta nella risoluzione usata come standard dal test (1280×1024 anziché 1024×768) e nella maggiore importanza conferita allo SM3.0, che secondo la casa sarà sempre più adoperato dai programmatori nei prossimi titoli ludici. Il 3DMark06 arriva con un doppio test centrato sullo SM2.0 e altrettanti test sullo SM3.0 e sull’HDR (High Dynamic Range).

Il test è stato eseguito alla risoluzione nativa di 1280*1024 in DirectX 9.0c, è considerato sia il risultato complessivo sia il punteggio riferito alla singola CPU.


3DMark Vantage:


Il nuovo benchmark richiederà obbligatoriamente la presenza nel sistema sia di una scheda video con supporto alle API DirectX 10.

Il benchmark si compone di 4 distinti test, 2 incentrati sulla GPU e 2 sulla CPU. E’ possibile scegliere tra quattro preset configurati da Futuremark, caratterizzati da un livello di carico di lavoro differente così da meglio riprodurre lo scenario tipico di utilizzo del proprio sistema a seconda del tipo di configurazione Hardware in uso.

3DMark Vantage introduce per la prima volta il concetto di preset; mentre nelle versioni precedenti vi era una singola configurazione, il nuovo software consente di impostare la configurazione Entry, Performance, High e Extreme.

I test sono stati eseguiti sfruttando il preset Performance. Nel grafico il punteggio complessivo ottenuto e il singolo punteggio riferito alla CPU.


3DMark 11:


Il nuovo benchmark richiederà obbligatoriamente la presenza nel sistema sia di una scheda video con supporto alle API DirectX 11. Secondo la software houseFuturemark, i test sulla tessellation, l’illuminazione volumetrica e altri effetti usati nei giochi moderni rendono il benchmark moderno e indicativo sulle prestazioni “reali” delle schede video. La versione Basic Edition (gratuita) permette di fare tutti i test con l’impostazione “Performance Preset”. C’è un test, chiamato Audio Visual Demo, eseguibile alla risoluzione massima 720p. La versione Basic consente di pubblicare online un solo risultato. Non è possibile modificare la risoluzione e altri parametri del benchmark. 3DMark 11 Advanced Edition non ha invece alcun tipo di limitazione.

Il nuovo benchmark si compone di sei test, i primi quattro con il compito di analizzare le performance del comparto grafico, con vari livelli di tessellazione e illuminazione. Il quinto test non sfrutta la tecnologia NVIDIA PhysX, bensì la potenza di elaborazione del processore centrale. Il sesto e ultimo test consiste, invece, in una scena precalcolata in cui viene sfruttata sia la CPU, per i calcoli fisici, e sia la scheda grafica.

I test sono stati eseguiti in DirectX 11 sfruttando il preset Performance. Nel grafico il punteggio complessivo ottenuto e i risultati di Physics e Combined.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Giochi – Parte Prima:}


Prestazioni Giochi – Parte Prima:


FarCry 2 – DX10:


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FarCry è uno sparatutto in prima persona sviluppato da Crytek e pubblicato da Ubisoft. Il giocatore vestirà i panni dell’ex membro delle forze speciali dell’esercito statunitense Jack Carver. Far Cry è passato però alla storia soprattutto grazie al suo motore grafico, il CryENGINE sviluppato da CryTek. All’epoca della sua uscita, infatti, la grafica di Far Cry era quanto di meglio si fosse mai visto, capace di riprodurre la vegetazione e, soprattutto, l’acqua, con una qualità al limite del fotorealismo. Le isole su cui ogni livello era ambientato erano gigantesche, ed il giocatore godeva di una libertà quasi assoluta, potendole esplorare come preferiva. Anche i nemici erano, all’epoca, i più intelligenti mai visti in uno sparatutto: per la prima volta gli avversari controllati dal computer non partivano alla carica come dei pazzi suicidi, e per la prima volta si vedevano nemici che tentavano di aggirare il giocatore e prenderlo alle spalle, e spesso ci riuscivano.

Il test è stato effettuato con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:

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Lost Planet 2 – DX11:


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Lost Planet 2 è il seguito dello sparatutto in terza persona sviluppato e prodotto dalla Capcom. Basato sul motore grafico aggiornato MT-Framework 2.0 è ambientato 10 anni prima delle vicende di Lost Planet Extreme Condition.Teatro delle azioni sarà ancora una volta l’inquietante pianeta E.D.N. III, il cui glaciale paesaggio ha lasciato spazio ad intricate giungle con tanto di vegetazione e clima tropicale. La battaglia dei valorosi coloni contro i terribili Akrid continuerà a insanguinare le terre del travagliato corpo celeste.

Il test è stato effettuato con il benchmark integrato, in modalità “Test B”, usando i seguenti settaggi:

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{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Giochi – Parte Seconda:}


Prestazioni Giochi – Parte Seconda:


Alien vs Predator – DX11:


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La prima sensazione è di disorientamento: l’Alien ha visione grandangolare e può cadere da altezze indicibili senza il minimo danno ma, soprattutto, può camminare (e correre) sulle pareti e ciò cambia sensibilmente il modo in cui affrontare i quadri. All’inizio non è facile muoversi con scioltezza e rapidità passando da una parete verticale ad un soffitto come se nulla fosse; dopo pochi minuti iniziamo “a prenderci gusto”…Ecco un marine, un colpo di artigli in corsa ed il marine è morto. Facile. Ecco un altro marine, ci vede, gli corriamo incontro, ha il lanciafiamme. Bruciamo assieme….

Il test è stato effettuato con il Benchmark Tool, usando i seguenti settaggi:

Immagine_5_-_Alien_vs_Predator


Metro 2033 – DX11:


Metro_2033ok

Mosca, anno 2033. In seguito ad una catastrofe nucleare, i sopravvissuti sono costretti a vivere nelle metropolitane della capitale russa, organizzati in stazioni simili a città stato. In quest’ultime si respira un’atmosfera opprimente e angosciante. Il buio cela molte insidie, tra le quali la frequente possibilità di imbattersi in mostruose creature che popolano le stazioni. La minaccia principale è rappresentata dai Tetri, definiti come i nuovi homines, “vincitori della battaglia per la sopravvivenza”, e destinati ad ereditare la Terra.Il personaggio interpretato dal giocatore è Artyom, cresciuto in una stazione della metropolitana situata sotto i quartieri più a nord di Mosca. All’arrivo di un misterioso amico del proprio patrigno, di nome Hunter, si viene incaricati segretamente di portare un messaggio di vitale importanza ad una grande stazione, chiamata Polis, spiegando la minaccia dei Tetri. Inizia così il viaggio del proprio personaggio, pieno di insidie, durante il quale incrontreremo le più mostruose creature derivate dalle radiazioni, banditi, criminali e rangers.

I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:

Immagine_6_-_Metro_2033

{jospagebreak_scroll title=Analisi scalabilità al variare della frequenza CPU:}


Analisi scalabilità al variare della frequenza CPU:


Le prove sono finalizzate a osservare la scalabilità delle prestazioni all’aumentare della frequenza operativa del processore. Tutte le frequenze sono ottenute mantenendo il reference bus in specifica (200MHz) e aumentando semplicemente il moltiplicatore, da un minimo di 17x (3400MHz) fino a un massimo di 24.5x (4900MHz). Le memorie sono state fissate a 1600MHz con latenze pari a 9-9-9-24-1T. Tutte le funzionalità di risparmio energetico sono disattivate, così come la tecnologia AMD Turbo Core 3.0. Osserviamo i risultati:


Cinebench R11.5:



Euler3D Benchmark v2.2:



WPrime Benchmark v2.09:



WinRAR 4.20 – 64bit:



X264 HD Benchmark v4.0:



Considerazioni:


Dalle prove effettuate appare evidente una certa linearità nell’aumento delle prestazioni al variare della frequenza operativa del processore. Non possiamo che confermare le parole dell’azienda americana riguardo alla spiccata propensione all’overclocking dei nuovi FX, riuscendo a spingerci, in tutta tranquillità, in prossimità dei 5GHz, con tutti i moduli abilitati, utilizzando un sistema di raffreddamento AMD Liquid CPU Cooling System, sviluppato in collaborazione con la nota azienda Asetek.

All-In-One

In quasi tutti i test le prestazioni aumentano in maniera sensibile e, in alcuni casi, in misura del tutto equiparabile all’aumento della frequenza operativa. Il beneficio maggiore sembra trarlo il software x264HD Benchmark v4.0, in cui l’aumento della frequenza operativa porta ad un “boost” prestazionale veramente notevole.

{jospagebreak_scroll title=Analisi scalabilità al variare della frequenza NB:}


Analisi scalabilità al variare della frequenza NB:


Le prove sono finalizzate a osservare la scalabilità delle prestazioni all’aumentare della frequenza operativa del Northbridge. Abbiamo aumentato la frequenza del NB da un minimo di 2000MHz fino a un massimo di 2800MHz, mantenendo in specifica il reference bus (200MHz). Le memorie sono state fissate a 1600MHz con latenze pari a 9-9-9-24-1T. Tutte le funzionalità di risparmio energetico sono disattivate. Osserviamo i risultati:


Cinebench R11.5:



Euler3D Benchmark v2.2:



WPrime Benchmark v2.09:



WinRAR 4.20 – 64bit:



X264 HD Benchmark v4.0:



Considerazioni:


Anche in questo caso, dalle prove effettuate, assistiamo a un aumento tutto sommato lineare delle prestazioni, soprattutto fino alla frequenza di 2600MHz. Ovviamente il guadagno è in misura nettamente più contenuta rispetto a quanto osservato nell’analisi precedente, in cui a variare era la frequenza del processore, certamente più influente che non quella del Northbridge.

{jospagebreak_scroll title=Analisi prestazioni al variare della frequenza RAM:}


Analisi prestazioni al variare della frequenza RAM:


Le prove sono finalizzate a osservare i benefici derivanti dall’aumento della frequenza delle memorie RAM, ovviamente mantenendo costanti le latenze. Il processore è stato impostato a 4200MHz, semplicemente aumentando il moltiplicatore (21x) e mantenendo il reference bus in specifica (200MHz). Le latenze delle memorie sono state fissate a 9-9-9-24-1T. Osserviamo i risultati:


AIDA64 Extreme 2.60.2100:



Cinebench R11.5:



Blender 2.62:



WinRAR 4.20 – 64bit:



X264 HD Benchmark v4.0:



Alien vs Predator:



Lost Planet 2:



Considerazioni:


Come notiamo dai risultati, i miglioramenti più apprezzabili, derivati dall’incremento della frequenza delle memorie RAM, si osservano con i benchmark sintetici, quali ad esempio AIDA64, nel quale viene registrato un netto aumento della bandwidth a disposizione. Negli scenari di utilizzo tipico il vantaggio tende a essere decisamente più contenuto e difficilmente percepibile ad occhio, soprattutto utilizzando moduli al di sopra dei 1600MHz. Nei giochi non si nota praticamente alcun beneficio tangibile derivato dall’aumento della frequenza delle RAM, come prevedibile del resto.

{jospagebreak_scroll title=Analisi prestazioni ottimizzando le latenze:}


Analisi prestazioni ottimizzando le latenze:


Le prove sono finalizzate a osservare i benefici derivanti dall’ottimizzazione delle latenze delle memorie, mantenendo le stesse a una frequenza fissa di 1333MHz. Il processore è stato impostato a 4200MHz, semplicemente aumentando il moltiplicatore (21x) e mantenendo il reference bus in specifica (200MHz). Osserviamo i risultati:


AIDA64 Extreme 2.60.2100:



Cinebench R11.5:



Blender 2.62:



WinRAR 4.20 – 64bit:



X264 HD Benchmark v4.0:



Alien vs Predator:



Lost Planet 2:



Considerazioni:


L’ottimizzazione delle latenze, come vediamo, influisce senz’altro in misura inferiore sulle performance complessive, rispetto all’aumento della frequenza operativa. In quasi tutti gli applicativi testati non vi è un margine di miglioramento tale da portarci a preferire l’una o l’altra impostazione, le differenze sono talmente contenute da risultare praticamente impercettibili, sembrando derivate più dalla normale variabilità tra un test e l’altro che non dall’effettiva ottimizzazione delle latenze.

{jospagebreak_scroll title=Analisi dei Consumi:}


Analisi dei Consumi:


Andamento dei Consumi in condizione di Overclock:


Le prove che seguono sono finalizzate a osservare l’andamento dei consumi complessivi del sistema di prova, direttamente alla presa di corrente, al variare della frequenza operativa del processore. Tutte le frequenze sono ottenute mantenendo il reference bus in specifica (200MHz) e aumentando semplicemente il moltiplicatore, da un minimo di 17x (3400MHz) fino a un massimo di 24.5x (4900MHz). Abbiamo lasciato impostare automaticamente alla scheda madre la tensione di alimentazione del processore, in relazione alla frequenza operativa. Le memorie sono state fissate a 1600MHz con latenze pari a 9-9-9-24-1T. Tutte le funzionalità di risparmio energetico sono disattivate, così come la tecnologia AMD Turbo Core 3.0. Le misurazioni sono state ripetute più volte, nel grafico la media delle letture nella seguente condizione:

  • Full-Load eseguendo un wPrime Benchmark 1.55 (1024M).

Il nuovo microprocessore AMD FX-8350 è stato messo a diretto confronto con il suo predecessore, basato su architettura Bulldozer, vale a dire l’AMD FX-8150. In questa maniera è possibile osservare con più precisione l’impatto derivante dall’affinamento del processo produttivo.

Sempre a titolo di confronto riportiamo un grafico con le misurazioni di altre due piattaforme di prova complete, una dotata di Intel Core i7 2600K, installato su una scheda madre ASUS Maximus IV Extreme P67, e una dotata di Intel Core i7 3960X Extreme Edition, installato su una scheda madre Intel DX79SI Extreme Series X79. Anche per queste due piattaforme vale la stessa metodologia di prova, ossia BCLK in specifica (100MHz) e semplice variazione del moltiplicatore (da 34x a 49x).


Considerazioni:


Dai grafici riassuntivo delle misurazioni possiamo notare come le due soluzioni Intel facciano registrare senza ombra di dubbio i valori più contenuti, in termini di consumo complessivo del sistema. La piattaforma di prova dotata di Intel Core i7 2600K è quella che mostra la maggiore linearità all’aumentare della frequenza operativa. Il nuovo processore AMD FX-8350 mostra un andamento decisamente più lineare del suo diretto predecessore, che a frequenze superiori ai 4200MHz “esplodeva” letteralmente, superando di oltre 200W i consumi del Core i7 2600K e di quasi 100W quelli di un Core i7 3960X EE. Il nuovo FX appare invece del tutto equiparabile al modello di punta Sandy Bridge-E, dimostrando che l’affinamento del processo produttivo è di fondamentale importanza e, con tutta probabilità, era la principale causa dei consumi spropositati di Bulldozer in condizione di overclocking.


Consumi configurazione di prova in specifica:


Per finire abbiamo misurato i consumi del sistema di prova completo, direttamente alla presa di corrente, in condizioni di default. Le misurazioni sono state ripetute più volte, nel grafico la media delle letture nelle seguenti condizioni:

  • Idle con funzionalità di risparmio energetico attivate;
  • Idle con funzionalità di risparmio energetico disattivate;
  • Full-Load eseguendo il programma Cinebench R11.5;
  • Full-Load eseguendo i test CPU del 3DMark Vantage;
  • Full-Load Stress eseguendo 10 cicli di LinX (aggiornato con le ultime librerie disponibili).

{jospagebreak_scroll title=Temperature Rilevate:}


Temperature Rilevate:


Il sistema di raffreddamento utilizzato per le prove, un AMD Liquid CPU Cooling System, sviluppato in collaborazione con la nota azienda Asetek, si è ben comportato durante tutte le nostre sessioni di prova, mantenendo temperature di esercizio particolarmente contenute. I punti di forza di questo kit a liquido “al-in-one” sono senz’altro la facilità di installazione, la totale assenza di manutenzione e la silenziosità.

Asetek_AMD_Liquid_CPU_Cooling_System

A riguardo è doveroso precisare che la pompa, integrata nel blocco principale, è praticamente inudibile e le ventole, se mantenute impostando il profilo “Silent” nel pratico software ChillControl V, non sono mai risultate fastidiose. Durante le nostre misurazioni abbiamo testato anche il profilo “Extreme” in modo da valutare quanto influisca un maggiore flusso d’aria sul radiatore. Ovviamente non è soluzione consigliabile per un uso giornaliero, in quanto particolarmente rumorosa. Nel grafico che segue riportiamo le temperature rilevate nelle seguenti condizioni:

  • Idle con funzionalità di risparmio energetico attivate;
  • Full-Load eseguendo varie sessioni del programma x264 HD Benchmark v4.0;
  • Full-Load eseguendo 3 loop di Crysis Warhead (Avalance Map);
  • Full-Load Stress eseguendo 10 cicli di LinX (aggiornato con le ultime librerie disponibili).

La temperatura indicata è riferita al core più caldo ed è una media tra tutte le rilevazioni nelle singole prove effettuate.

Anche da un punto di vista prettamente legato alle temperature, la nuova CPU FX-8350 Vishera di AMD si è ben comportata. Ricordiamo che abbiamo usato un sistema di raffreddamento a liquido di tipo all-in-one.

{jospagebreak_scroll title=Software AMD Overdrive:}


Software AMD Overdrive:


Il pratico software AMD Overdrive racchiude al suo interno tutte le principali funzionalità di controllo della macchina, in un’interfaccia utente semplice e intuitiva, che ricorda per certi versi quella tradizionale dei driver video AMD Catalyst. Sarà possibile ottimizzare il proprio sistema, monitorarne i parametri vitali e verificarne la stabilità, senza la necessità di utilizzare numerosi software o accedere al BIOS del sistema. Le modifiche apportate alle impostazioni, a meno che non siano particolarmente “delicate” da richiedere un riavvio del computer, verranno infatti applicate direttamente da sistema operativo. Osserviamo ora nello specifico come si presenta l’ultima versione del programma (la 4.2.3), una volta installata ed avviata.

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Come possiamo vedere le varie sezioni sono facilmente accessibili tramite menù laterale, posto nella parte sinistra della schermata principale dell’AMD Overdrive. A destra viene riportato uno status monitor in tempo reale della frequenza operativa, del moltiplicatore e della tensione di alimentazione di ogni singolo core del processore. La prima sezione, denominata “Monitor di Stato”, è dedicata al controllo dei principali parametri di funzionamento del sistema, quali temperature d’esercizio, frequenze operative, moltiplicatori, tensioni di alimentazione e percentuale di utilizzo. Entrando nel sotto-menù “Registrazione” è possibile, inoltre, avviare un campionamento delle varie rilevazioni, con possibilità di salvare il tutto sottoforma di file di testo.

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Entrando nella seconda sezione, denominata “Controllo Prestazioni”, abbiamo accesso ad un considerevole quantitativo di parametri, suddivisi con ordine in varie sotto-sezioni. Nella prima, denominata “Clock/Tensione”, avremo modo di agire sui principali moltiplicatori di frequenza, sui livelli d’intervento della tecnologia AMD Turbo Core, oltre che sulle tensioni di alimentazione più importanti. La seconda, denominata semplicemente “Memoria” permette di mettere mano a tutti i più importanti parametri di funzionamento delle memorie RAM installate. Ovviamente la modifica di alcuni parametri abbastanza “delicati” richiederà il riavvio del computer per essere applicata.

Sempre in questa sezione ci viene offerta la possibilità di misurare le prestazioni velocistice del nostro sistema, sfruttando una serie di benchmark integrati. Sarà possibile, inoltre, verificare la stabilità della macchina, avviando una serie di “Stress Test” della durata completamente personalizzabile tramite apposita slide.

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Infine troviamo una comoda funzionalità di overclocking automatico, chiamata appunto “AutoClock” che permetterà, agli utenti meno smaliziati, di migliorare le prestazioni del computer senza bisogno di “impazzire” tra mille parametri di configurazione.

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Dopo aver utilizzato per diverso tempo software AMD Overdrive, possiamo affermare che, il programma aggiornato alla sua ultima versione ad oggi disponibile, si è rivelato maturo, semplice da usare e in grado di settare in maniera rapida tutte le principali impostazioni necessarie per ottimizzare al meglio il proprio sistema AMD. La stabilità risultata eccellente e le modifiche apportate, se non risultano particolarmente “delicate” da richiedere un riavvio del computer, verranno applicate direttamente da sistema operativo. In conclusioni, siamo rimasti molto soddisfatti da questo interessante programma. Vi consigliamo di controllare con regolarità la presenza di eventuali aggiornamenti a questo indirizzo.

{jospagebreak_scroll title=Conclusioni:}


Conclusioni:


hw-legend-gold


Prestazioni/Overclock:quattro_mezzo
Consumi/Temperature:quattro_mezzo
Rapporto Qualità/Prezzo:quattro_mezzo
Giudizio Complessivo:quattro_mezzo

Eccoci giunti alla parte sicuramente più impegnativa del nostro articolo, è arrivato il momento di tirare le somme sulla nostra esperienza con il nuovo processore di punta della linea AMD FX, basato su architettura Piledriver, frutto di molti mesi di lavoro da parte degli ingegneri dell’azienda di Sunnyvale.

AMD_FX-8350_Visher

Iniziamo subito col dire che, alla luce delle prove svolte, siamo rimasti abbastanza soddisfatti dal comportamento del nuovo FX-8350. Il passo in avanti rispetto al suo diretto predecessore, basato su architettura Bulldozer, vuoi per le varie migliorie architetturali introdotte, vuoi per le maggiore frequenza operativa che lo contraddistingue, è senza dubbio evidente, confermando appieno quelle che erano le promesse dell’azienda americana a riguardo.

Tuttavia, a migliorare non sono soltanto le pure prestazioni velocistiche ma, come prevedibile, anche i consumi energetici, grazie all’ovvio affinamento del processo di produzione a 32 nanometri, da parte di Global Foundries. Se in occasione della presentazione di Bulldozer avevamo osservato un andamento a dire poco “anomalo” dei consumi, soprattutto in condizione di overclock, con il nuovo FX la situazione sembra essere tornata alla normalità, ponendo il nuovo arrivato allo stesso livello della proposta concorrente Sandy Bridge-E.

Molto buone le potenzialità di overclocking offerte, a conferma delle dichiarazioni della stessa AMD. Con il sample in nostro possesso siamo riusciti a raggiungere senza troppe difficoltà, ed in piena stabilità, una frequenza operativa prossima ai 5GHz, mantenendo abilitati tutti i moduli e utilizzando un sistema di raffreddamento di tipo convenzionale (AMD Liquid CPU Cooling System).

Nel corso della nostra recensione ci siamo soffermati sull’impatto della frequenza operativa del processore, osservando un andamento molto lineare a tutto vantaggio delle prestazioni registrate nei vari applicativi testati. Inutile dire che questo aspetto non va affatto sottovalutato, anzi, merita di essere visto come un valore aggiunto nell’acquisto di uno di questi nuovi prodotti, anche per via della notevole semplicità con cui è possibile raggiungere tali frequenze senza rinunciare alla piena stabilità operativa. Tutte le nuove soluzioni AMD FX, basate su architettura Piledriver, saranno disponibili sul mercato italiano a partire dalla giornata odierna.


Pro:


  • Architettura Piledriver a 8 Core (4 Moduli attivi);
  • Buon incremento prestazionale rispetto a Bulldozer;
  • Moltiplicatore completamente sbloccato;
  • Ottima predisposizione all’overclock;
  • Nuove istruzioni supportate rispetto a Bulldozer (FMA3, F16C);
  • Tecnologia AMD Turbo Core 3.0;
  • Buone temperature d’esercizio;
  • Consumi più contenuti rispetto a Bulldozer.

Contro:


  • Nulla da segnalare.

Si ringrazia 002-amd-apu-a8-3870k-logo-azienda per il sample fornitoci.

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Gianluca Cecca – delly – Admin di HW Legend

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