Intel Core i7 3770K – Ivy Bridge

ivybridgeSeppur in lieve ritardo sulla tabella prestabilita, iniziano con piacere a concretizzarsi e a materializzarsi le prime soluzioni Intel note con il nome di Ivy Bridge. Il nuovo processore, che andremo ad analizzare oggi, appartiene al noto colosso di Santa Clara, e si colloca nella fase di “Tick”, introducendo, tra le altre novità, una nuova tecnologia produttiva a 22nm e per la prima volta, in grado di sfruttare i nuovi transistor Tri-Gate (3D). Nulla di nuovo per quanto concerne il Socket di connessione utilizzato; Ivy Bridge mantiene la piena compatibilità con LGA-1155 e Chipset Serie 6. Nel corso della nostra recensione vi illustreremo e mostreremo in maniera dettagliata le caratteristiche tecniche e prestazionali del nuovo microprocessore Intel Core i7 3770K in abbinamento alla scheda madre Intel Desktop Board DZ77GA-70K. Non ci resta che augurarvi una piacevole lettura!

Intel Core i7 3770K – Ivy Bridge – Recensione di Gianluca Cecca | delly – Voto: 5/5


Introduzione:


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Nel lontano 1968 Robert Noyce e Gordon Moore lasciarono la Fairchild Semiconductor e fondano Intel Corporation. Il terzo dipendente fu AndrewAndyGrove, che diresse l’azienda dal suo arrivo negli anni sessanta fino al suo pensionamento, avvenuto negli anni novanta, facendola diventare una tra le più grandi multinazionali del mondo.

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Inizialmente la produzione si limitava a componenti per memorie e, durante gli anni settanta, l’azienda divenne leader nella produzione di memorie DRAM, SRAM e ROM. Da quando però nel 1971, Marcian Hoff, Federico Faggin, Stanley Mazor e Masatoshi Shima svilupparono il primo microprocessore, l’Intel 4004, gradualmente fino agli anni ottanta la produzione si spostò verso quella dei microprocessori facendo diventare Intel una dei colossi in questo settore.

Nel 1983 toccò al presidente della società, Andy Grove, prendere una delicata decisione, abbandonare la produzione di memorie per focalizzarsi esclusivamente sui microprocessori. Un elemento chiave di questo processo fu sicuramente l’8086 che nel 1982 fu scelto per i PC IBM alla condizione (imposta da IBM) di avere una seconda fonte di produzione. La seconda fonte sarà AMD, che con uno scambio di licenze diviene il secondo fornitore di processori 8088 e 8086 per i PC IBM. Il “problema” dei secondi fornitori sarà sempre presente fino all’avvento del Pentium.

Durante gli anni novanta la Intel Architecture Labs (IAL) fu la maggior responsabile delle innovazioni hardware dei personal computer, fra cui il bus PCI, il bus PCI Express, l’Universal Serial Bus (USB) e le prime architetture per server multiprocessori (SMP).

Il controllo totale del mercato dei processori x86 procurò a Intel negli anni molte cause da parte dell’Antitrust. Attualmente l’azienda controlla l’85% del mercato dei processori 32-bit, unico suo avversario è la Advanced Micro Devices (AMD) con cui Intel ha un accordo dal 1976: ognuna delle due major può usare le tecnologie brevettate dall’avversario senza dover richiederne il consenso.

Intel produce al momento microprocessori, componenti di rete, chipset per schede madri, chip per schede video e molti altri circuiti integrati. Nel settembre del 2007 la società ha acquisito Havok, noto sviluppatore in ambito software per lo sviluppo dell’omonimo motore fisico utilizzato in più di 150 videogiochi.

A oggi Intel Corporation ha il vanto di essere la più grande azienda multinazionale produttrice di semiconduttori, leader indiscusso nel suo segmento di mercato.

Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale a questo indirizzo.

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Ivy Bridge: Principali caratteristiche architetturali


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Con i nuovi microprocessori Ivy Bridge non sono state apportate sostanziali modifiche, in termini prettamente architetturali, anzi, come possiamo osservare dalle immagini che seguiranno, la situazione è rimasta pressoché invariata rispetto al diretto predecessore Sandy Bridge. Il colosso di Santa Clara si è limitato, infatti, ad apportare ottimizzazioni mirate essenzialmente a recuperare qualche punto percentuale nelle prestazioni, senza però stravolgere in maniera netta il progetto iniziale.


Sandy Bridge Die:


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Ivy Bridge Die:


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Come possiamo notare ci troviamo sempre di fronte ad un’architettura Quad Core nativa. L’impiego della nuova tecnologia produttiva a 22nm ha consentito una sensibile riduzione delle dimensioni del Die senza per questo rinunciare all’integrazione di un quantitativo notevolmente superiore di transistor. Ivy Bridge vanta, infatti, numeri impressionanti. In una superficie del Die di soli 160 mm2 (contro i 216 mm2 di Sandy Bridge) integra lo strabiliante quantitativo di 1.4 miliardi di transistor (contro i 995 milioni di Sandy Bridge). La quasi totalità di questi ulteriori “400 milioni di transistor” è quasi esclusivamente finalizzata al potenziamento della GPU integrata con l’obiettivo di offrire miglioramenti significativi nell’esperienza videografica.

I miglioramenti prestazionali dei nuovi microprocessori derivano in parte anche dalla rivoluzionaria struttura tridimensionale dei nuovi transistor Intel, denominata Tri-Gate (3D). Fino a oggi, nei computer, nei server e in altri dispositivi sono stati utilizzati soltanto transistor planari bidimensionali. Con l’aggiunta di una terza dimensione (da qui la denominazione di transistor 3D), è possibile aumentare la densità dei transistor e inserire più funzionalità in ogni millimetro quadrato. I nuovi transistor tridimensionali sono in grado di garantire, inoltre, un miglior flusso degli elettroni, riducendo la resistenza elettrica e quindi di conseguenza il calore sviluppato e i consumi energetici.

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Nel video che vi proponiamo di seguito, Mark T. Bohr (Intel Senior Fellow, Technology and Manufacturing Group Director, Process Architecture and Integration), spiega dettagliatamente i vantaggi derivati dall’impiego della tecnologia Tri-Gate.

Una diretta conseguenza dell’avere consumi energetici più contenuti, resi possibili grazie alla nuova tecnologia produttiva a 22nm e dall’utilizzo dei transistor tridimensionali, risiede nella possibilità di poter incrementare, in tutta sicurezza, la frequenza operativa del processore e della componente grafica integrata. A farlo, in maniera del tutto automatizzata, saranno le tecnologie Intel Turbo Boost 2.0 e Intel HD Graphics Dynamic Frequency, grazie alle quali verranno sfruttate nel migliore dei modi le situazioni di “scarso lavoro” di una o dell’altra componente, in modo da incrementare le performance maggiormente utilizzata.

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Tornando alle caratteristiche architetturali possiamo notare una memoria cache ancora una volta suddivisa su tre livelli. Nel primo (Cache L1) troviamo 64KBytes per ogni core, di tipo associativo, dedicati per metà alla gestione dei dati e per l’altra metà alla gestione delle istruzioni. Il secondo livello (Cache L2) conta 256KBytes per ogni core, sempre di tipo associativo. Il terzo livello (Cache L3) è invece di tipo condiviso, e può contare su un massimo di 8MBytes di memoria. Grazie al supporto alla tecnologia Intel Smart Cache, questa memoria condivisa, può essere allocata dinamicamente a ciascun core del processore e alle unità di elaborazione della GPU integrata, in relazione al carico di lavoro, riducendo quindi le latenze nell’esecuzione dei dati di uso frequente e migliorando di conseguenza le performance.

Pienamente supportato l’intero set d’istruzioni MMX ed EM64T, le estensioni SSE (dalla 1 alla 4.2), le istruzioni VT-x per la virtualizzazione e le nuove istruzioni AES ed AVX. Grazie alla tecnologia Intel Hyper Threading (HT) ogni core fisico viene rilevato dal sistema operativo come due processori logici incrementandone l’efficienza.

Il Memory Controller Integrato (IMC), sempre di tipo Dual-Channel, è stato ulteriormente ottimizzato in maniera da supportare ufficialmente moduli di memoria DDR3 operanti a 1600MHz (PC3-12800), ormai molto diffusi e contraddistinti da un rapporto prezzo/prestazioni molto favorevole. Ovviamente nessuno vieta di utilizzare moduli a frequenze ancora più spinte, procedendo con l’overclock manuale o sfruttando gli eventuali profili X.M.P. dei moduli stessi.

Sempre all’interno del Die trova posto un Controller PCI-Express in grado di gestire un massimo di 16 linee di terza generazione (PCIe Gen3) e, ovviamente, tutta la logica di gestione dell’imput/output verso i componenti esterni montati sulla scheda madre. E’ doveroso ricordare che il nuovo standard Gen3 prevede una bandwidth doppia (fino a 8GT/s) rispetto alla precedente generazione, avremo quindi una situazione del tutto equiparabile a una tradizionale configurazione 16x/16x con PCI-Express di seconda generazione.

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I nuovi microprocessori Core di terza generazione prevedono anche nuove funzionalità specifiche pensate per garantire la massima sicurezza possibile nella protezione dei dati personali e delle identità. A tale scopo sono state introdotte le tecnologie Intel OS Guard, in grado di offrire protezione da attacchi di “privilege escalation” in cui gli hacker assumono il controllo remoto del sistema di un utente, e Intel Secure Key, un generatore digitale di cifre casuali che crea numeri random per rafforzare gli algoritmi di crittografia. Queste due nuove tecnologie si aggiungono alle precedenti funzioni di sicurezza della piattaforma, quali la tecnologia Intel Identify Protection (Intel IPT) e l’Intel Anti-Theft (Intel AT), grazie alle quali le piattaforme Intel sono tra le più sicure del settore. In abbinamento ai nuovi chipset Intel Serie 7, infatti, i microprocessori Intel dotati di tecnologia Intel IPT consentono di rendere illeggibile parte dello schermo a programmi spyware e grazie alla funzionalità Protected Transaction Display, sarà impedito agli hacker l’ottenimento delle credenziali di login, evitando possibili furti d’identità.

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Come abbiamo più volte sottolineato, buona parte delle ottimizzazioni apportate vede coinvolta la componente grafica integrata. Come per la passata generazione sono previste due varianti, differenziate esclusivamente in relazione alle unità di elaborazione attive. Troviamo, quindi, la nuova Intel HD Graphics 2500, dotata di sole 6 unità di elaborazione, e la nuova Intel HD Graphics 4000, contraddistinta invece dalla presenza di ben 16 unità di elaborazione. Rispetto alla precedente generazione vengono garantite prestazioni grafiche 3D fino a due volte superiori, oltre che pieno supporto alle librerie Microsoft DirectX 11, OpenGL 3.1 e OpenCL 1.1. La frequenza operativa non ha subito variazioni, confermando i 650MHz di base e i 1100/1350MHz in Turbo (una o l’altra frequenza a seconda del modello di microprocessore).

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Notevolmente migliorato anche il supporto Multi-Monitor. Le nuove soluzioni integrate sono, infatti, in grado di supportare fino a ben tre monitor senza la necessità di utilizzare una scheda grafica discreta. Sono presenti i supporti per connessioni VGA, HDMI, Display Port e DVI.

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Tecnologia Intel QuickSync 2.0:


Con Ivy Bridge è stata migliorata notevolmente anche la tecnologia Intel QuickSync, che giunge ora alla sua seconda generazione (2.0). Tale tecnologia sfrutta, come ormai sappiamo, una particolare unità integrata all’interno del controller grafico stesso, dedicata esclusivamente all’accelerazione hardware del transcoding video.

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La particolarità di questo blocco di silicio risiede nelle sue performance. Come ben sappiamo anche AMD e NVIDIA vantano soluzioni di accelerazione dalle analoghe caratteristiche, in grado di sfruttare la potenza messa a disposizione dalle loro GPU nelle fasi di codifica/decodifica video, ma queste non sono però in grado di ottenere performance paragonabili a quelle raggiungibili mediante l’uso del QuickSync di Intel.

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L’unità QuickSync è in grado di accelerare anche la parte di Motion Compensation, particolarmente “pesante” durante il processo di decodifica e il LoopFiltering, facendo registrare prestazioni molto elevate. Il colosso di Santa Clara dichiara performance addirittura doppie rispetto alle soluzioni Sandy Bridge dell’anno passato.

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Abbiamo proceduto alla verifica delle reali prestazioni offerte dalla nuova tecnologia QuickSync 2.0 usando il noto software Cyberlink Media Espresso, giunto alla versione 6.5. Le impostazioni possibili prevedono la scelta tra due “profili” standard, il primo focalizzato sulle pure prestazioni, mentre il secondo sulla qualità.

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Nel grafico che segue il tempo impiegato per il transcoding di un filmato di riferimento (formato .M2TS H.264 1920×1080 @24fps / Durata: 300 secondi), in vari formati di destinazione.

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Come possiamo notare il guadagno, in termini di tempo, è lampante. La tecnologia Intel QuickSync 2.0 consente di risparmiare secondi preziosi durante le operazioni di conversione dei filmati, rispetto alla generazione precedente. Ovviamente è necessario l’utilizzo di un software in grado di sfruttarne appieno le potenzialità, come quello da noi usato ad esempio, prodotto da Cyberlink.

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Intel Z77 Express Chipset: Caratteristiche Tecniche e Novità


Il nuovo chipset Intel Z77 Express è espressamente sviluppato per garantire pieno supporto ai prossimi processori Ivy Bridge a 22nm, previsti al debutto nelle prossime settimane. Al pari del suo diretto predecessore, Z68 Express, il nuovo arrivato consente sia di praticare l’overclock di processore e memorie, sia di sfruttare il controller grafico integrato nel microprocessore, inclusa l’ottima tecnologia di accelerazione hardware Intel QuickSync.

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L’architettura del nuovo Z77 Express è sempre a singolo chip, resa possibile grazie all’integrazione, direttamente all’interno della CPU, sia del Controller PCI-Express e sia del Memory Controller.

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Come vediamo chiaramente dal diagramma a blocchi sopra riportato, quest’ultimo è di tipo Dual-Channel, certificato per supportare appieno moduli di memoria di tipo DDR3, operanti fino alla frequenza massima certificata di 1600MHz.

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I nuovi microprocessori Ivy Bridge introdurranno il supporto nativo a 16 linee PCI-Express 3.0 (Gen3). Sarà quindi possibile, qualora la propria scheda madre preveda degli slot necessari, realizzare sistemi Multi-GPU (NVIDIA SLI o AMD CrossFireX) in configurazione 8x/8x, oppure 8x/4x/4x. Anche se quest’ultima configurazione potrebbe sembrare alquanto “limitante”, è doveroso ricordare che il nuovo standard PCI-Express prevede una bandwidth doppia rispetto alla precedente generazione, avremo quindi una situazione del tutto equiparabile a una tradizionale configurazione 16x/8x/8x con PCI-Express di seconda generazione.

Il chipset è collegato al processore per mezzo di un Link DMI da 20Gb/s, e si occupa di fungere da bridge fra la CPU stessa e i vari controller integrati e non. Intel ha incluso anche un controller Serial ATA in grado di gestire fino a un massimo di 6 canali, di cui quattro di tipo SATA 3Gb/s e due di terza generazione a 6Gb/s, pienamente compatibili con le tecnologie RAID di tipo 0, 1, 5 e 10.

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Oltre a quanto detto, il nuovo Intel Z77 Express, include un sottosistema Audio High Definition, un’interfaccia di rete Gigabit, ulteriori 8 linee PCI-Express 2.0 (la cui gestione è a discrezione del produttore della scheda madre) e un controller USB finalmente in grado di supportare nativamente lo standard di trasmissione USB 3.0 (fino a 4 porte), oltre che il tradizionale USB 2.0 (fino a 14 porte).

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Non saranno più necessari, quindi, controller supplementari di terze parti, se non per aumentare il quantitativo di porte a disposizione.

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Al pari del predecessore, anche il nuovo chipset offre pieno supporto alla tecnologia Intel SRT (Smart Response Technology), che consente di utilizzare un disco SSD (Solid State Disk) quale memoria cache, affiancandolo ad un normale HDD meccanico o ad un volume RAID (di tipo 0, 1, 5 o 10, a patto che sia composto di HDD meccanici tradizionali e non di altre unità SSD ed abbia una capacità complessiva non superiore a 31.5TB) al fine di velocizzare i tempi di accesso e, di conseguenza, le performance complessive.

L’unità SSD, per essere compatibile con questa tecnologia, deve avere una capacità di archiviazione minima pari a 18.6GB. La massima capacità utilizzabile come cache è pari a 64GB e l’eventuale spazio in eccesso, qualora sia impiegato un SSD di capacità maggiore, verrà lasciato a disposizione dell’utente per la normale archiviazione dei dati. Secondo Intel, la dimensione ottimale per l’unità di SSD caching, più che sufficiente per un normale utilizzo del computer, è di 20GB. La tecnologia Smart Response consente all’utente di scegliere tra due differenti modalità di funzionamento:

  • Enhanced: prevede la sincronizzazione e la scrittura parallela tra il disco meccanico e l’unità SSD. In questo modo viene preferita la sicurezza dei dati alle pure prestazioni velocistiche;
  • Maximized: prevede che le operazioni di scrittura avvengano prima sull’unità SSD e in seguito sul disco meccanico. In questo modo si ottengono prestazioni ovviamente superiori, ma aumenta il rischio di perdita accidentale di dati.

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Con il nuovo chipset vengono introdotte anche altre due interessanti tecnologie. Stiamo parlando di Intel Smart Connect, una tecnologia pensata per consentire le tradizionali operazioni di manutenzione e aggiornamento, quali il download degli aggiornamenti del sistema operativo, la ricezione di nuovi messaggi di posta elettronica e le notifiche dei più diffusi social network (Twitter, Facebook ecc.), anche quando il computer si trova in uno stato di sospensione o ibernazione, e Intel Rapid Start, una tecnologia pensata per accelerare il “risveglio” del proprio computer.

{jospagebreak_scroll title=Tecnologia Lucid Virtu Universal MVP – Parte Prima:}


Tecnologia Lucid Virtu Universal MVP – Parte Prima:


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Il nuovo software Lucid Virtu Universal MVP si presenta come una naturale evoluzione dell’ormai nota tecnologia Lucid Virtu, in grado di porsi tra il driver video e il sistema operativo, con lo scopo di reindirizzare le chiamate verso la GPU più adatta allo svolgimento dell’operazione.

In questo modo sarà possibile affiancare al controller grafico integrato una soluzione discreta, in maniera da sfruttare appieno le peculiarità di entrambe soltanto quando necessario e in modo del tutto trasparente.

Questo si traduce, ovviamente, in minori consumi durante il normale utilizzo della macchina, in quanto per la semplice navigazione sul web, la riproduzione di contenuti multimediali e quant’altro verrà impiegata esclusivamente la GPU integrata nel processore Intel, che come sappiamo è più che adeguata allo scopo.

Qualora servirà, invece, maggiore potenza di calcolo, come ad esempio durante l’esecuzione di applicativi o videogiochi 3D, la chiamata non sarà reindirizzata verso la GPU integrata ma bensì verso la GPU discreta, sicuramente contraddistinta da performance più elevate.

Un altro vantaggio è quello di poter sfruttare la tecnologia Intel QuickSync anche se nel sistema è installata una scheda grafica discreta. Qualora venga eseguito un qualsiasi applicativo in grado di sfruttare la tecnologia di accelerazione hardware Intel, questo verrà automaticamente gestito dalla GPU integrata.

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Il nuovo interessante Virtu Universal MVP introduce due innovative tecnologie, denominate HyperFormance e Virtual Vsync, finalizzate ad incrementare le prestazioni nei titoli più diffusi e a migliorare la resa grafica delle immagini minimizzando il fastidioso fenomeno del “Tearing” dovuto alla sovrapposizione dei frame qualora il frame rate sia superiore alla frequenza di refresh del monitor “solitamente 60Hz”. La causa di questo fastidioso fenomeno è semplicissima; se la scheda grafica è molto potente, capace quindi di superare agevolmente, in termini di FPS, la frequenza di refresh del monitor, quest’ultimo si troverà ancora occupato a visualizzare un frame, nello stesso momento in cui la GPU gli invia i successivi in rapida successione.

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La soluzione a questo problema è l’attivazione del Vsync nel pannello dei driver grafici, o nelle opzioni del gioco in uso; questa indispensabile funzionalità consente di porre un “limite” al frame rate in relazione alla frequenza di refresh del proprio monitor, evitando che si verifichi, quindi, tale sovrapposizione. Appare ovvio che in questo modo le potenzialità delle potenti schede grafiche di ultima generazione non saranno mai sfruttate appieno, o almeno così è stato fino all’introduzione della tecnologia Virtual Vsync.

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Grazie all’uso combinato della soluzione grafica integrata nel processore e della tradizionale scheda grafica discreta, infatti, quest’ultima può “sprigionare” tutta la sua potenza, in quanto sarà compito dell’integrata l’impedire una sovrapposizione dei frame, eliminando qualsiasi distorsione delle immagini. Virtualmente, quindi, la scheda grafica è in grado di generare più frame, aumentando sensibilmente anche il tempo di risposta.

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Tecnologia Lucid Virtu Universal MVP – Parte Seconda:


Procedura per una corretta configurazione di Lucid Virtu:


1) Per prima cosa dobbiamo munirci di una scheda madre certificata, come ad esempio la maggior parte dei nuovi prodotti dotati di chipset Intel Z77 Express. Teniamo a precisare che la tecnologia Lucid MVP funziona correttamente anche sulle precedenti mainboard dotate di chipset Z68/H67 e H61;

2) Nel BIOS della scheda madre è necessario impostare l’uscita video predefinita sulla grafica integrata oppure sulla soluzione discreta, in base alla modalità che vogliamo utilizzare:

– i-Mode: questa modalità comporta una leggera perdita di prestazioni nei giochi 3D. Consente comunque di sfruttare tutte le nuove funzionalità della tecnologia MVP (HyperFormance e Virtual Vsync), le funzionalità speciali della soluzione integrata (es. Intel QuickSync), senza rinunciare al risparmio energetico quando non è utilizzato nessun gioco 3D. Per sfruttare questa modalità il display dev’essere collegato all’uscita video presente sulla scheda madre, e nel BIOS dev’essere impostata l’IGP come soluzione predefinita;

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– d-Mode: la modalità d-mode è pensata per ottenere performance 3D senza compromessi, sfruttando appieno le potenzialità della soluzione grafica discreta installata nel sistema, senza però rinunciare alle nuove funzionalità dell’MVP (HyperFormance e Virtual Vsync) e alle funzionalità speciali dell’integrata (es. Intel QuickSync). Questa modalità non include funzionalità di risparmio energetico. Per sfruttarla il display dev’essere collegato all’uscita video della vga discreta e nel BIOS dev’essere impostata la discreta come soluzione predefinita e, se previsto, dev’essere attivo il supporto multi monitor. 

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3) Scelta la modalità preferita è sufficiente procedere con l’installazione dei driver di entrambe le soluzioni grafiche presenti (Integrata e Discreta);

4) Una volta portata a termine l’operazione è possibile installare il software Lucid Virtu Universal MVPDOWNLOAD 32bitDOWNLOAD 64bit“;

5) Completata anche questa procedura d’installazione avremo accesso al pannello di controllo Virtu MVP. L’interfaccia è veramente molto semplice e intuibile, il pannello si compone di quattro sezioni distinte:

– Main: In questa prima schermata avremo la possibilità di attivare o disattivare la tecnologia Virtu MVP, semplicemente cliccando sull’apposito pulsante in alto a sinistra, reimpostare le impostazioni predefinite e abilitare il Logo MVP in uno dei quattro angoli dello schermo, qualora venga eseguita un’applicazione in grado di sfruttarne le funzionalità.

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– Performance: In questa seconda schermata è possibile attivare o disattivare, semplicemente cliccando sugli appositi pulsanti, le tecnologie HyperFormance e Virtual Vsync.

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– Application: in questa schermata viene mostrata la lista di tutte le applicazioni in grado di sfruttare correttamente la tecnologia Lucid Virtu MVP. Tramite segno di spunta avremo la possibilità di scegliere la modalità operativa (i-Mode oppure d-Mode) e abilitare o meno l’HyperFormance per ogni singola applicazione. Qualora una particolare applicazione o gioco non sia nell’elenco, neppure con l’ultima versione del software installata, sarà possibile aggiungerla manualmente cliccando sul tasto in basso “Add” e selezionando il rispettivo eseguibile. In questa maniera, per così dire “forzata”, non è garantito il corretto sfruttamento della tecnologia, è quindi a rischio e pericolo dell’utente.

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– About: quest’ultima schermata ha come unico scopo quello di informare l’utilizzatore sulla versione del software correntemente installata nel sistema. Nell’eventualità che non venga subito rilevata la licenza d’uso del software è presente il pulsante “Activate” per procedere con l’attivazione manuale (necessaria connessione ad internet).

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Per maggiori informazioni consultate il sito web LucidLogix. Altre interessanti informazioni su Lucid Virtu li potete trovare inoltre sul nostro forum qui.

{jospagebreak_scroll title=Tecnologia Lucid Virtu Universal MVP – Prestazioni:}


Tecnologia Lucid Virtu Universal MVP – Prestazioni:


Nella tabella che segue riassumiamo i dettagli della configurazione di prova impiegata per la verifica del corretto funzionamento di questa nuova tecnologia:

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Di seguito i risultati ottenuti in alcuni benchmark sintetici e giochi:


3DMark Vantage Advanced:



3DMark 11 Advanced:



Alien vs Predator:



Lost Planet 2:



Considerazioni sulle prove:


Come possiamo vedere dalle prove appena effettuate, la nuova tecnologia Virtu Universal MVP garantisce un discreto aumento delle prestazioni, in maniera del tutto semplice e apparentemente senza “effetti collaterali”. In tutte le prove svolte, infatti, non abbiamo riscontrato alcun malfunzionamento né difetto grafico a schermo. Dobbiamo tuttavia precisare che tutti gli applicativi da noi utilizzati rientravano nella lista di compatibilità, non abbiamo dovuto forzare nulla, quindi, per consentire il pieno sfruttamento della nuova tecnologia di LucidLogix.

{jospagebreak_scroll title=Caratteristiche Tecniche Intel DZ77GA-70K:}


Caratteristiche Tecniche Intel DZ77GA-70K:


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La motherboard DZ77GA-70K è il nuovissimo prodotto Extreme Series di Intel, che supporta pienamente i processori desktop Intel Core i7 per socket 1155 in grado di offrire impressionanti prestazioni in overclock. Progettata con il chip Z77 Express di Intel supporta in pieno i moduli di memoria Dual channel di tipo DDR3. Per offrire migliori prestazioni di gioco è possibile sfruttare al massimo l’enome potenza in grado di garantire in modalità CrossFireX e SLI. La motherboard DZ77GA-70K, grazie alla tecnologia Lucid Virtu MVP, permette di risparmiare potenza offrendo buone prestazioni. Di seguito trovate tutte le caratteristiche tecniche della motherboard:


Caratteristiche Tecniche Intel DZ77GA-70K:


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Le caratteristiche tecniche dichiarate da Intel rispecchiano a pieno la volontà del produttore di realizzare una scheda madre performante e con componenti di qualità. Le novità stilistiche e funzionali rendono il prodotto unico nel suo genere. Le specifiche risultano allineate rispetto ai prodotti concorrenti presenti ad oggi sul mercato con la stessa fascia di prezzo. La scheda madre Intel supporta pienamente le nuove CPU Intel Ivy Bridge.

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Intel DZ77GA-70K Extreme Series – Parte Prima:


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La prima scheda madre basata sul nuovo chipset Intel Z77 Express a vedere la luce è, come di consueto, la soluzione proprietaria dell’azienda di Santa Clara, appartenente alla linea di prodotti Extreme Series. La nuova Desktop Board DZ77GA-70K, basata su un fattore di forma standard ATX, è caratterizzata da un “look” abbastanza aggressivo, oltre che dalla presenza di funzionalità avanzate per l’overclocking.

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La scheda è giunta nella nostra redazione nella confezione originale prevista dall’azienda americana, molto curata e ricca di informazioni. Le dimensioni relativamente contenute non devono trarre in inganno; la scheda risulta ben protetta da qualsiasi eventuale urto in fase di trasporto.

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Capovolgendo la confezione troviamo ulteriori dettagli sulle caratteristiche tecniche della scheda madre, l’elenco del contenuto della confezione e relativo software fornito. Sui lati, oltre ad alcune informazioni sui modelli di microprocessori supportati e il chipset adottato, troviamo un dettaglio circa la durata della garanzia del prodotto, in questo caso di ben 3 anni.

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Una volta estratta dalla confezione possiamo ammirare la scheda in tutto il suo splendore. Il fattore di forma è conforme allo Standard ATX (30.5 x 24.5 cm), non ci saranno quindi problemi di compatibilità con la maggior parte dei case in commercio. La nuova Desktop Board DZ77GA-70K è contraddistinta da un “look” particolarmente accattivante, il PCB interamente di colore nero ben si abbina alle componenti plastiche e metalliche di colore blu, risultando veramente molto gradevole alla vista.

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Come possiamo osservare il layout appare pulito e ordinato, tutti i componenti sono posti con criterio nello spazio a disposizione. In posizione centrale spicca il nuovo Socket LGA-1155, in grado di ospitare tutti i microprocessori Sandy Bridge e Ivy Bridge.

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Di seguito vi postiamo il diagramma a blocchi delle principali aree della motherboard Intel.

Diagramma

La zona circostante non è particolarmente libera, ma non ci dovrebbero comunque essere problemi anche nell’eventualità che venga installato un dissipatore per CPU abbastanza voluminoso. Il meccanismo di fissaggio del processore è prodotto interamente da Foxconn.

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La circuiteria di alimentazione a 10 Fasi DrMos prevede una componentistica di ottima qualità al fine di garantire elevata precisione, affidabilità e durata nel tempo, anche in condizioni di lavoro fuori specifica. Per soddisfare nel migliore dei modi la richiesta energetica del processore è presente un connettore di alimentazione 12v a 8-Pin.

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Come vediamo, per garantire la corretta dissipazione del calore delle componenti “calde” sono impiegati dei dissipatori passivi in alluminio di generose dimensioni, che oltre a svolgere egregiamente il loro compito, sono anche molto gradevoli alla vista. Degno di nota il “look” del dissipatore posto sul chipset Z77 Express.

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{jospagebreak_scroll title=Intel DZ77GA-70K Extreme Series – Parte Seconda:}


Intel DZ77GA-70K Extreme Series – Parte Seconda:


La scheda supporta moduli DDR3 non-ECC in configurazione Dual-Channel, fino a una frequenza massima ufficiale di 1600MHz (DDR3-12800). Il quantitativo massimo di memoria installabile è pari a ben 32GB, utilizzando moduli da 8GB ciascuno, nei quattro slot a disposizione. Pienamente supportato il nuovo standard Intel Extreme Memory Profile 1.3 (X.M.P.), per l’ottimizzazione automatica dei moduli.

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In prossimità degli slot per le memorie troviamo anche il connettore di alimentazione ATX 24 Poli, parte della circuiteria necessaria alla loro corretta alimentazione e dei comodi pulsanti Power & Reset, utili nell’eventualità che la scheda sia utilizzata, ad esempio, su un banchetto da test.

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Buone anche le possibilità di espansione offerte dalla scheda. Troviamo, infatti, una coppia di slot PCI-Express 3.0 16x con pieno supporto verso le tecnologie Multi-GPU di NVIDIA e AMD (SLI e CrossFireX). Nell’eventualità che vengano installate due schede grafiche in parallelo, queste opereranno con segnale elettrico 8x/8x. Grazie al pieno supporto verso il nuovo standard PCIe Gen3, la banda a disposizione risulta raddoppiata rispetto al passato, garantendo una situazione del tutto equiparabile ad una configurazione 16x/16x Gen2. La Desktop Board DZ77GA-70K dispone, inoltre, di una coppia di slot PCI-Express 2.0 1x, uno slot PCI-Express 2.0 4x e due slot PCI tradizionali, tutti gestiti direttamente dal PCH Intel Z77 Express.

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La scheda è dotata, inoltre, di un bridge PLX PEX-8606 in grado di gestire fino a 6 linee PCI-Express 2.0 nell’eventualità che siano connesse più periferiche alla medesima connessione gestita dal PCH.

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Scendendo verso il basso notiamo la presenza di ben 8 porte Serial ATA, tutte ruotate in modo da facilitare l’inserimento dei cavi e migliorare il “cable management”. La differente colorazione consente di identificarne la tipologia e il controller incaricato della loro gestione. Il PCH Z77 Express si occupa della gestione di quattro porte SATA II 3Gb/s (di colore nero) e di due porte SATA III 6Gb/s (di colore blu). Ricordiamo che sono pienamente supportate le tecnologie RAID 0, 1, 5 e 10, oltre che la tecnologia Intel Smart Response (SRT). Le restanti due porte SATA III 6Gb/s (di colore grigio) sono gestite da un controller supplementare Marvel 88SE9772. In prossimità delle porte Serial ATA possiamo notare un comodo Debug Display LED a segmenti che consente l’identificazione immediata di eventuali problemi di funzionamento della macchina.

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Intel DZ77GA-70K Extreme Series – Parte Terza:


Sempre nella parte bassa della scheda trovano posto vari connettori per FAN, Audio, USB 2.0, USB 3.0, IEEE1394 e COM supplementari e il pannello con i collegamenti alle funzioni del case. Ricordiamo che in dotazione viene fornito un comodo pannello frontale (standard 3.5”) dotato di due porte USB 3.0.

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La batteria tampone, invece, è posta in una posizione abbastanza “insolita” anche se tranquillamente accessibile, appena sopra il primo slot PCI-Express.

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La gestione dell’audio è affidata al chip Realtek ALC898, con pieno supporto HD-Audio a 8 canali.

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Le due interfacce di rete Gigabit Ethernet a disposizione sono gestite da controller di produzione Intel. Per la precisione la scheda adotta i modelli WG82579LM e WG82574L, contraddistinti da un utilizzo veramente limitato del processore centrale durante il normale funzionamento.

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La nuova Desktop Board DZ77GA-70K dispone di un totale di ben otto connessioni USB 3.0. Quattro di queste sono poste direttamente nel pannello posteriore I/O della scheda, mentre ulteriori quattro connessioni sono sfruttabili utilizzando la coppia di header on-board. Come abbiamo osservato durante l’analisi del nuovo PCH Intel Z77 Express, questi è in grado di gestire un massimo di quattro connessioni USB 3.0. Per poter raddoppiare questo quantitativo, infatti, Intel ha adottato una coppia di HUB GL3520M, prodotti dalla Genesis Logic.

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Il pannello posteriore I/O dell’Intel Desktop Board DZ77GA-70K è abbastanza completo, troviamo infatti:

  • 1x Porta PS/2 per Tastiera/Mouse;
  • 2x Porte USB 2.0 High Current Charging (colore giallo);
  • 1x Porta IEEE-1394;
  • 2x Porte USB 2.0 (colore nero);
  • 1x Porta eSATA (colore rosso);
  • 1x Switch “Back to BIOS”;
  • 4x Porte USB 3.0 (colore blu);
  • 1x Uscita HDMI;
  • 1x Uscita SPDIF Ottica;
  • 6x HD Audio Jack;
  • 2x RJ-45 LAN Port.

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Molto ricca anche la dotazione accessoria fornita con questa scheda madre, troviamo infatti:

  • 1x Manuale d’istruzioni;
  • 1x Mascherina posteriore I/O;
  • 1x Bridge rigido NVIDIA SLI 2-Way;
  • 1x DVD-ROM Driver e Software;
  • 1x Mouse Pad Extreme Series;
  • 1x Intel Centrino Advanced-N 6205 Wireless Adapter;
  • 1x Modulo Bluetooth 2.1;
  • 1x Frontalino 3.5” USB 3.0 (2 Porte) Extreme Series.

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Osserviamo ora come si presenta il BIOS della Desktop Board DZ77GA-70K.

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Nuovo Visual BIOS – Parte Prima:


BdSoftware

L’esclusivo BIOS UEFI (Unified Extensible Firmware Interface) di questa scheda madre è denominato dall’azienda americana “Visual BIOS”. Per prima cosa dobbiamo precisare che durante tutte le nostre prove non abbiamo riscontrato particolari problematiche a esso imputabili, seppur si tratti di una delle prime versioni rilasciate.

Una volta effettuato l’accesso, premendo il tasto F2, ci troviamo subito di fronte ad un interfaccia veramente molto accattivante e moderna, in pieno stile “Extreme Board”. Sarà possibile utilizzare il mouse per scorrere tra le numerose sezioni e impostazioni al pari di un moderno sistema operativo.

La prima schermata mostrata è una sorta di versione “semplificata” del Visual BIOS, in grado di offrire accesso alle funzioni diciamo essenziali, quali le impostazioni delle periferiche di Boot, le funzionalità di Monitoring e varie informazioni sulle frequenze operative di CPU, RAM e GPU Integrata.

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Cliccando sul pulsante in alto a destra “Advanced Setup” sarà possibile accedere a una modalità, appunto avanzata, decisamente più completa e del tutto ordinata. L’accesso alle varie sezioni avviene tramite menù superiore. La prima sezione, mostrata immediatamente dopo l’accesso, è denominata “Main” e racchiude al suo interno varie informazioni, fra cui alcuni dettagli sulla scheda madre, sul processore installato e sulla configurazione del comparto RAM, oltre che l’impostazione di data e ora. Sempre da questa pagina abbiamo la possibilità di scegliere la sezione predefinita da mostrare non appena si accede al BIOS.

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La seconda sezione, denominata “Devices & Peripherals” include, in maniera del tutto ordinata, varie sotto-sezioni, che ci consentono di mettere mano, ad esempio, alle varie impostazioni del Serial ATA, all’attivazione/disattivazione delle varie periferiche integrate (quali ad esempio controller USB, Audio, LAN, IEEE1394), oltre che le impostazioni avanzate della grafica integrata nel microprocessore.

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{jospagebreak_scroll title=Nuovo Visual BIOS – Parte Seconda:}


Nuovo Visual BIOS – Parte Seconda:


La terza sezione, denominata “Cooling”, comprende tutto il necessario per monitorare in tempo reale tutti i parametri vitali della macchina (Temperature, Tensioni di Alimentazione etc.), offrendo anche la possibilità di impostare profili personalizzati per le ventole collegate alla scheda madre.

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La quarta sezione, denominata “Performance” è quella che senz’altro interesserà di più agli appassionati. Al suo interno, infatti, trovano posto tutti i principali parametri di funzionamento della macchina, quali frequenze, tensioni di alimentazione, latenze delle memorie e molto altro ancora. I parametri a disposizione sono numerosi e di facile interpretazione. Per chi ha già avuto modo di provare una piattaforma Sandy Bridge, basata sui chipset Serie 6, ritroverà i medesimi acronimi ad identificare la funzione di alcuni parametri importanti. . Troviamo sempre il “CPU I/O Voltage o Processor I/O Voltage”, che altro non è che il vecchio VTT/VQPI, ossia la tensione applicata all’IMC integrato nel processore, e il “System Agent Voltage o SA Voltage”, che serve sostanzialmente a fornire una maggiore quantità di alimentazione all’IMC e al controller PCI-Express integrati.

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Proseguendo con la nostra breve analisi del BIOS raggiungiamo la quinta sezione, denominata “Security”, nella quale potremo procedere all’impostazione delle varie password per impedire l’accesso al BIOS e/o al Computer e dischi fissi, in modo da proteggere i propri dati sensibili. Sempre in questa sezione avremo modo di agire sulla funzionalità di “Chassis Intrusion” e altri parametri, tra cui le tecnologie di virtualizzazione (Intel Virtualization Technology e Intel VT-d).

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La quinta sezione è chiamata “Power” e comprende, come prevedibile, tutti i parametri per la gestione dei risparmi energetici. Avremo accesso alle impostazioni della tecnologia Intel Dynamic Power, che comprende tutte le funzioni di risparmio avanzate, quali l’Enhanced Intel SpeedStep e l’impostazione dei C-State. Sempre in questa sezione sarà possibile abilitare o disabilitare le nuove tecnologie Intel Smart Connect e Intel Rapid Start, introdotte proprio con il nuovo PCH Z77 Express.

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Infine, le ultime due sezioni, ovvero “Boot”, nella quale sarà possibile accedere alle impostazioni relative all’avvio della macchina, alle priorità delle varie periferiche e alla loro sequenza ed “Exit”, nella quale ci viene offerta la possibilità di applicare le modifiche finora apportate, oppure al contrario di uscire senza salvare o ripristinare le impostazioni predefinite. E’ possibile anche salvare le impostazioni sotto forma di pratici profili, che potranno essere ricaricati in ogni momento senza il bisogno di reinserire tutto manualmente.

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{jospagebreak_scroll title=Software Intel Extreme Tuning Utility 3.1 (XTU):}


Software Intel Extreme Tuning Utility 3.1 (XTU):


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In concomitanza con il lancio dei nuovi microprocessori Ivy Bridge viene aggiornata anche l’utility Intel Extreme Tuning (XTU) alla versione 3.1. Questo pratico programma racchiude al suo interno tutte le principali funzionalità di controllo della macchina in un’interfaccia utente semplice e intuitiva. Sarà possibile ottimizzare il proprio sistema, monitorarne i parametri vitali e verificarne la stabilità, senza la necessità di utilizzare numerosi software o accedere al BIOS del sistema. Le modifiche apportate alle impostazioni, a meno che non siano particolarmente “delicate” da richiedere un riavvio del computer, verranno infatti applicate direttamente da sistema operativo.

Osserviamo ora nello specifico come si presenta la nuova versione del programma, una volta installata ed avviata.

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Come possiamo vedere le varie sezioni sono facilmente accessibili tramite menù laterale, posto in alto a sinistra della schermata principale dell’Extreme Tuning Utility. In basso viene riportato un grafico in tempo reale della frequenza operativa e dello stato di utilizzo del processore. Nella prima sezione, denominata “System Information”, vengono mostrati i principali dettagli del proprio sistema, quali caratteristiche del processore, della scheda grafica, del comparto memoria RAM, della scheda madre e del sistema operativo in uso.

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Entrando nella seconda sezione, denominata “Manual Tuning”, abbiamo accesso ad un considerevole quantitativo di parametri riguardanti il Processore, come ad esempio le funzioni avanzate della tecnologia Turbo Boost e la regolazione del BCLK/Reference Clock Ratio. Ovviamente questi parametri sono abbastanza “delicati” e richiederanno quindi di un riavvio del computer per essere applicati, qualora modificati dall’utente.

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Come anticipato il programma comprende la possibilità di verificare la stabilità. Accedendo alla sezione “Stress Test”, infatti, è possibile selezionare il componente da mettere sotto stress (CPU o Memoria) e impostare manualmente la durata dell’operazione di verifica. Per proseguire basterà premere il pulsante “Start Testing” ed attendere il completamento. Se tutto andrà a buon fine verrà mostrato il messaggio di successo “Test Passed”.

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Infine troviamo la possibilità di salvare le nostre impostazioni in comodi profili, ovviamente con possibilità di ricaricarli quando desiderato, senza dover reimpostare tutto manualmente una seconda volta.

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{jospagebreak_scroll title=Sistema di Prova e Metodologia di Test:}


Sistema di Prova e Metodologia di Test:


Le nostre prove sono state condotte con l’obiettivo di analizzare le performance velocistiche del nuovo microprocessore top di gamma LGA-1155 Intel Core i7 3770K. Nella tabella che segue una descrizione dettagliata della piattaforma impiegata per l’esecuzione delle nostre prove:

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Tutti i test eseguiti sono stati ripetuti per ben tre volte, al fine di verificare la veridicità dei risultati. L’hardware è stato montato su di un banchetto di produzione DimasTech.

Le prove sono state condotte con l’obiettivo di analizzare le performance velocistiche della nuova piattaforma Intel LGA-1155, oltre che le potenzialità di overclock della scheda madre in oggetto.

La scheda video adottata per le prove è una Sapphire Radeon HD6970 mantenuta entro le specifiche (880/1375). I driver usati sono gli ultimi AMD Catalyst 12.4 dotati di certificazione WHQL.

Nei grafici abbiamo inserito anche i risultati ottenuti sfruttando la grafica integrata nel microprocessore, la Intel HD Graphics 4000, mantenuta anch’essa entro le specifiche. I driver utilizzati sono gli ultimi GFX-15.26.8.64.2696.

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Queste le applicazioni interessate, suddivise in tre tipologie differenti:


Prestazioni Rendering e Calcolo:


  • Cinebench 11.5 – 64bit;
  • POV-Ray 3.7 RC3;
  • Blender 2.62 – 64bit;
  • Fritz Chess Benchmark;
  • Euler3D Benchmark v2.2;
  • SuperPI 1.5Mod XS;
  • WPrime Benchmark v1.55;
  • Hexus PiFast;
  • PassMark Performance Test 7 – 64bit (Build 1025);
  • SiSoftware Sandra 2012.01.18.10;
  • AIDA64 Extreme 2.30.1900.

Prestazioni Multimedia e Compressione:


  • WinRAR 4.01 – 64bit;
  • 7-Zip 9.20 – 64bit;
  • TrueCrypt 7.1;
  • X264 HD Benchmark v4.0;
  • PCMark 2005;
  • 3DMark 2006;
  • 3DMark Vantage;
  • 3DMark 11.

Prestazioni Giochi:


  • FarCry 2 – DX10;
  • Lost Planet 2 – DX11;
  • Alien vs Predator – DX11;
  • Metro 2033 – DX11.

Ora siamo pronti per analizzare le prestazioni offerte dalla nuova piattaforma Intel Ivy Bridge.

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Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Prima:


Cinebench R11.5 – 64bit:


Si tratta di una vera e propria suite di test multi piattaforma in grado di calcolare le capacità prestazionali del vostro computer. Il programma è basato sul software di animazione CINEMA 4D ed è lo strumento perfetto per valutare le performance della CPU e del comparto grafico su svariate piattaforme fra cui Windows e Mac OS X. Cinebench sfrutta le potenzialità del processore centrale del sistema mediante l’utilizzo combinato di calcoli complessi finalizzati al completamento del rendering di un’immagine campione. E’ possibile eseguire il test in modalità “Single”, sfruttando un solo “core”, oppure “Multi”, sfruttando quindi tutti i “core” disponibili.

Nel grafico il punteggio finale del rendering con 1Core/1Thread e fino a 4Core/8Thread.


POV-Ray 3.7 RC3:


POV-Ray è un famosissimo programma per la creazione di immagini tridimensionali. Vanta un motore per RayTracing tra i più avanzati. Sarà possibile creare immagini 3D, geometriche e non, di tipo foto realistico e di altissima qualità. La costruzione dell’immagine si ottiene mediante un linguaggio di programmazione di tipo matematico basato sulla geometria analitica nello spazio.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario per portare a termine il rendering di una scena di riferimento (Benchmark.pov), alla risoluzione di 1024×768.


Blender 2.62 – 64bit:


Blender è un famoso programma (completamente Open Source) di modellazione 3D, animazione e rendering. Viene spesso utilizzato anche per il calcolo delle performance dei microprocessori.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario al rendering della scena “Flying Squirrel”.


Fritz Chess Benchmark:


Fritz Chess è un interessante software che consente di misurare le performance della CPU basandosi sulla simulazione del gioco degli scacchi. Il programma è in grado di sfruttare appieno fino a otto core.

Nel grafico il risultato complessivo ottenuto (espresso in Kilonodi al secondo).


Euler3D Benchmark v2.2:


Euler3D, basato sulla routine di analisi strutturale STARS Euler3D, è un software di benchmark che misura le prestazioni velocistiche del microprocessore mediante l’esecuzione di calcoli fluidodinamici. Il programma è ottimizzato per sfruttare appieno il multi-threading.

Nel grafico il risultato rilasciato al termine del test integrato, espresso in Hz.

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Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Seconda:


SuperPI 1.5Mod XS:


Famoso programma di benchmark che calcola le cifre decimali del PI Greco, mostrando il tempo impiegato. E’ un buon indice delle prestazioni di CPU e RAM.

Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 1M, 8M e 32M.


WPrime Benchmark v1.55:


Al pari del SuperPI, anche il wPrime è un ottimo indicatore delle performance di CPU e RAM, e finalmente in grado di sfruttare tutti i core a disposizione.

Nei grafici il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 32M e del 1024M.


Hexus PiFast:


Famoso programma di benchmark per CPU con principio di funzionamento analogo al SuperPI, ovvero anch’esso basato sul calcolo dei decimali del Pi Greco.

Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al completamento del calcolo standard.


PassMark Performance Test 7 – 64bit (Build 1025):


PassMark PerformanceTest è un completo set di utility per effettuare test di rendimento sul tuo computer. L’interfaccia è semplice e intuitiva, il programma si mostra pratico per chi vuol capire facilmente il livello di prestazioni di un singolo componente o dell’intero PC in uso.

Nel grafico che segue il risultato complessivo ottenuto nell’esecuzione della suite CPU Mark.


{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Terza:}


Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Terza:


SiSoftware Sandra 2012.01.18.10:


Sandra è un tool di benchmark per l´intero sistema Pc, aggiornato per testare le ultime tecnologie disponibili sul mercato. Il software è in grado di assicurare la maggiore compatibilità hardware possibile unita ad un accurato reporting delle prestazioni e delle problematiche del sistema.

Abbiamo eseguito i principali test sulla CPU e sul comparto RAM. A seguire i risultati ottenuti.


AIDA64 Extreme 2.30.1900:


AIDA64 è un famoso programma che ci consente di tenere sotto controllo i punti vitali del nostro computer, quali temperature, voltaggi applicati e prestazioni. Al suo interno, infatti, troviamo numerosi test, utili per misurare, e comparare, le performance registrate dalle varie componenti (CPU, Memorie, HDD etc.).

Nei grafici i risultati riguardanti i benchmark integrati delle RAM e della CPU/FPU.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Prima:}


Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Prima:


WinRAR 4.01 – 64bit:


Famoso programma di compressione con il quale si misura la potenza della CPU nel comprimere un file campione restituendo il valore del dato compresso in KB/s (Rate).


7-Zip 9.20 – 64bit:


Noto programma di compressione/decompressione che al suo interno integra un Tool per la misura delle prestazioni della macchina. Anche in questo caso saranno riportati nel grafico quanti KB/s il sistema, e in particolar modo la CPU, sia in grado di comprimere/decomprimere.


TrueCrypt 7.1:


TrueCrypt è un noto programma open-source per la crittazione “on-the-fly” di interi dischi rigidi o partizioni. Gli algoritmi supportati sono l’AES, il Serpent e il Twofish. È possibile però usarli in cascata (avendo così maggiore sicurezza), ad esempio: AES-Twofish, AES-Twofish-Serpent, Serpent-AES, Serpent-Twofish-AES e Twofish-Serpent.

Dalla versione 7.0 è stato introdotto il supporto per l’accelerazione hardware per la cifratura e decifratura AES, utilizzando le apposite istruzioni di cui sono dotate le ultime CPU di Intel e AMD.

Nei grafici i risultati dei benchmark integrati nel programma.


X264 HD Benchmark v4.0:


Famoso Codec x264 grazie con il quale è possibile testare la potenza della propria CPU. Il suo funzionamento è basato sulla misurazione delle performance in termini di codifica video usando un filmato campione da trasformare in formato x264.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Seconda:}


Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Seconda:


PCMark 2005:


Famoso benchmark di Futuremark in grado di calcolare le performance generali del sistema o dei singoli reparti (cpu, memoria, hard disk ecc.). Nel grafico che segue il risultato complessivo ottenuto e quello relativo alla sola CPU Suite.


3DMark 2006:


Il 3DMark06 è un programma di stress test principalmente per schede video, ma anche dell’intero PC. Infatti oltre a misurare le prestazioni del proprio computer con un punteggio finale, può essere utilizzato anche per controllare le temperature del sistema e per testare la stabilità in generale, anche a seguito di un overclock! La nuova versione deriva dal diretto predecessore e necessita di un hardware di ultima generazione per poter essere quanto più obiettivo possibile nel metro di giudizio (per esempio evitando frequenti swapping del disco durante le fasi di test ed andandone ad inficiare i risultati) . La maggior parte dei test grafici sono stati ripresi dal 3DMark05 ed ulteriormente potenziati in quanto a gravosità di elaborazione e nuove funzionalità implementate. La principale differenza con la passata edizione sta nell’importanza conferita alla potenza di elaborazione del processore. Questo si basa sulla consapevolezza che la potenza delle GPU sta crescendo nel recente periodo con un passo più lungo di quello delle CPU, per cui con maggiore frequenza troviamo applicazioni CPU limited. Inoltre vi è da considerare quanto importante sta divenendo la CPU per l’elaborazione degli algoritmi della fisica dei corpi, della logica di gioco, dell’intelligenza artificiale, ecc.. Da qui la necessità di introdurre un doppio test specificatamente incentrato su questa tipologia di calcoli. Il punteggio del 3DMark06 è quindi il risultato della considerazione di GPU e CPU assieme e tende a valutare più come una piattaforma di calcolo sopporti un gioco futuro che a confrontare sottosistemi grafici tra loro. Altra differenza sta nella risoluzione usata come standard dal test (1280×1024 anziché 1024×768) e nella maggiore importanza conferita allo SM3.0, che secondo la casa sarà sempre più adoperato dai programmatori nei prossimi titoli ludici. Il 3DMark06 arriva con un doppio test centrato sullo SM2.0 e altrettanti test sullo SM3.0 e sull’HDR (High Dynamic Range).

Il test è stato eseguito alla risoluzione nativa di 1280*1024 in DirectX 9.0c, è considerato sia il risultato complessivo sia il punteggio riferito alla singola CPU.


3DMark Vantage:


Il nuovo benchmark richiederà obbligatoriamente la presenza nel sistema sia di una scheda video con supporto alle API DirectX 10.

Il benchmark si compone di 4 distinti test, 2 incentrati sulla GPU e 2 sulla CPU. E’ possibile scegliere tra quattro preset configurati da Futuremark, caratterizzati da un livello di carico di lavoro differente così da meglio riprodurre lo scenario tipico di utilizzo del proprio sistema a seconda del tipo di configurazione Hardware in uso.

3DMark Vantage introduce per la prima volta il concetto di preset; mentre nelle versioni precedenti vi era una singola configurazione, il nuovo software consente di impostare la configurazione Entry, Performance, High e Extreme.

I test sono stati eseguiti sfruttando il preset Performance. Nel grafico il punteggio complessivo ottenuto e il singolo punteggio riferito alla CPU.


3DMark 11:


Il nuovo benchmark richiederà obbligatoriamente la presenza nel sistema sia di una scheda video con supporto alle API DirectX 11. Secondo la software houseFuturemark, i test sulla tessellation, l’illuminazione volumetrica e altri effetti usati nei giochi moderni rendono il benchmark moderno e indicativo sulle prestazioni “reali” delle schede video. La versione Basic Edition (gratuita) permette di fare tutti i test con l’impostazione “Performance Preset”. C’è un test, chiamato Audio Visual Demo, eseguibile alla risoluzione massima 720p. La versione Basic consente di pubblicare online un solo risultato. Non è possibile modificare la risoluzione e altri parametri del benchmark. 3DMark 11 Advanced Edition non ha invece alcun tipo di limitazione.

Il nuovo benchmark si compone di sei test, i primi quattro con il compito di analizzare le performance del comparto grafico, con vari livelli di tessellazione e illuminazione. Il quinto test non sfrutta la tecnologia NVIDIA PhysX, bensì la potenza di elaborazione del processore centrale. Il sesto e ultimo test consiste, invece, in una scena precalcolata in cui viene sfruttata sia la CPU, per i calcoli fisici, e sia la scheda grafica.

I test sono stati eseguiti in DirectX 11 sfruttando il preset Performance. Nel grafico il punteggio complessivo ottenuto e i risultati di Physics e Combined.

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Prestazioni Giochi – Parte Prima:


FarCry 2 – DX10:


farcry2

FarCry è uno sparatutto in prima persona sviluppato da Crytek e pubblicato da Ubisoft. Il giocatore vestirà i panni dell’ex membro delle forze speciali dell’esercito statunitense Jack Carver. Far Cry è passato però alla storia soprattutto grazie al suo motore grafico, il CryENGINE sviluppato da CryTek. All’epoca della sua uscita, infatti, la grafica di Far Cry era quanto di meglio si fosse mai visto, capace di riprodurre la vegetazione e, soprattutto, l’acqua, con una qualità al limite del fotorealismo. Le isole su cui ogni livello era ambientato erano gigantesche, ed il giocatore godeva di una libertà quasi assoluta, potendole esplorare come preferiva. Anche i nemici erano, all’epoca, i più intelligenti mai visti in uno sparatutto: per la prima volta gli avversari controllati dal computer non partivano alla carica come dei pazzi suicidi, e per la prima volta si vedevano nemici che tentavano di aggirare il giocatore e prenderlo alle spalle, e spesso ci riuscivano.

Il test è stato effettuato con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:

Immagine_3_-_Farcry_2


Lost Planet 2 – DX11:


LostPlanet2ok

Lost Planet 2 è il seguito dello sparatutto in terza persona sviluppato e prodotto dalla Capcom. Basato sul motore grafico aggiornato MT-Framework 2.0 è ambientato 10 anni prima delle vicende di Lost Planet Extreme Condition.Teatro delle azioni sarà ancora una volta l’inquietante pianeta E.D.N. III, il cui glaciale paesaggio ha lasciato spazio ad intricate giungle con tanto di vegetazione e clima tropicale. La battaglia dei valorosi coloni contro i terribili Akrid continuerà a insanguinare le terre del travagliato corpo celeste.

Il test è stato effettuato con il benchmark integrato, in modalità “Test B”, usando i seguenti settaggi:

Immagine_4_-_Lost_Planet_2

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Prestazioni Giochi – Parte Seconda:


Alien vs Predator – DX11:


alien-vs-predator

La prima sensazione è di disorientamento: l’Alien ha visione grandangolare e può cadere da altezze indicibili senza il minimo danno ma, soprattutto, può camminare (e correre) sulle pareti e ciò cambia sensibilmente il modo in cui affrontare i quadri. All’inizio non è facile muoversi con scioltezza e rapidità passando da una parete verticale ad un soffitto come se nulla fosse; dopo pochi minuti iniziamo “a prenderci gusto”…Ecco un marine, un colpo di artigli in corsa ed il marine è morto. Facile. Ecco un altro marine, ci vede, gli corriamo incontro, ha il lanciafiamme. Bruciamo assieme….

Il test è stato effettuato con il Benchmark Tool, usando i seguenti settaggi:

Immagine_5_-_Alien_vs_Predator


Metro 2033 – DX11:


Metro_2033ok

Mosca, anno 2033. In seguito ad una catastrofe nucleare, i sopravvissuti sono costretti a vivere nelle metropolitane della capitale russa, organizzati in stazioni simili a città stato. In quest’ultime si respira un’atmosfera opprimente e angosciante. Il buio cela molte insidie, tra le quali la frequente possibilità di imbattersi in mostruose creature che popolano le stazioni. La minaccia principale è rappresentata dai Tetri, definiti come i nuovi homines, “vincitori della battaglia per la sopravvivenza”, e destinati ad ereditare la Terra.Il personaggio interpretato dal giocatore è Artyom, cresciuto in una stazione della metropolitana situata sotto i quartieri più a nord di Mosca. All’arrivo di un misterioso amico del proprio patrigno, di nome Hunter, si viene incaricati segretamente di portare un messaggio di vitale importanza ad una grande stazione, chiamata Polis, spiegando la minaccia dei Tetri.

Inizia così il viaggio del proprio personaggio, pieno di insidie, durante il quale incrontreremo le più mostruose creature derivate dalle radiazioni, banditi, criminali e rangers…

I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:

Immagine_6_-_Metro_2033

{jospagebreak_scroll title=Intel Core i7 3770K – Overclock:}


Intel Core i7 3770K – Overclock:


Inutile dire che questi nuovi microprocessori Ivy Bridge promettono una buona dose di divertimento per tutti gli appassionati dell’overclock. Come abbiamo potuto osservare, nel corso delle settimane passate, molti overclocker, utilizzando sistemi di raffreddamento estremi, hanno letteralmente frantumato decine e decine di vecchi record. Basta poco per accorgersi che questi nuovi microprocessori si pongono su un piano completamente diverso rispetto alle precedenti soluzioni Sandy Bridge.

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L’azienda americana ha apportato alcune modifiche in Ivy Bridge, finalizzate proprio a consentire un maggiore margine di overclock. La più importante riguarda senza dubbio il limite massimo impostabile per quanto concerne il moltiplicatore di frequenza; con Ivy Bridge tale limite è fissato a ben 63x, contro i 59x previsti da Sandy Bridge. Le potenzialità in overclock del BCLK (Base Clock) del nuovo PCH Z77 Express sono pressoché identiche a quelle dei predecessori P67 e Z68 Express. Ciò significa che nella migliore delle ipotesi, partendo dai classici 100MHz di default, potranno essere raggiunti i 107/108MHz in maniera stabile.

Inutile dire che con un margine così “risicato” l’unica via per incrementare maggiormente la frequenza operativa del processore è agire direttamente sul moltiplicatore, ovviamente a patto di possedere un processore “serie K”, completamente sbloccato. Con i normali processori “non K” le possibilità di overclock si limitano, infatti, a poche centinaia di MHz rispetto alla frequenza nominale, derivati in parte dal piccolo margine di azione sul BCLK ed in parte dalla possibilità di sfruttare i pochi bin in più di moltiplicatore messi a disposizione dal Turbo Boost.

Abbiamo deciso di toccare con mano le potenzialità del nuovo processore Intel Core i7 3770K in abbinamento alla scheda madre Intel Desktop Board DZ77GA-70K, in nostro possesso. Per quanto riguarda il sistema di raffreddamento ci siamo affidati a un impianto a liquido refrigerato dotato di componenti di buona qualità (WB Ybris Eclipse, Pompa Sanso PD31, WaterChiller Homemade 1HP).

Iniziamo subito col dire che il BIOS della scheda madre Intel, nonostante sia una delle prime versioni rilasciate, non ci ha creato alcun problema di sorta. Al suo interno è possibile effettuare un overclock del tutto automatico sfruttando la funzione “Overclocking Assistant”. Noi però abbiamo preferito procedere manualmente nell’inserimento dei vari parametri. Senza problemi di sorta siamo giunti a una frequenza operativa di ben 4900MHz, mantenendo attivati tutti i core e la tecnologia Hyper Threading, con un vcore di circa 1.47v. Le memorie RAM le abbiamo impostate ai valori di targa, vale a dire 2133MHz con latenze 9-11-9-27-1T a 1.65v.

In queste condizioni il sistema è risultato stabile e reattivo, con temperature sempre entro la norma anche durante l’esecuzione di prove particolarmente “pesanti”. Per saggiare le prestazioni offerte abbiamo eseguito alcuni software tipici. Di seguito vi mostriamo alcuni screen dei risultati ottenuti:

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{jospagebreak_scroll title=Consumi e temperature:}


Consumi e temperature:


Temperature Rilevate:


Da un po’ di tempo circola la voce che i nuovi microprocessori Ivy Bridge siano sensibilmente più “caldi” dei predecessori. Alcuni attribuirono la causa di questo “problema” alla pasta termica utilizzata tra il Die e l’IHS (Integrated Heat Spreader) del processore stesso. Molti utenti in tutto il mondo hanno quindi pensato di rimuovere completamente l’IHS, così da permettere un contatto diretto tra il Die ed il sistema di dissipazione utilizzato. Se in alcuni casi si è effettivamente registrata una diminuzione delle temperature di esercizio (sempre comunque di non molti gradi centigradi), in altri la situazione è addirittura peggiorata.

Sconsigliamo quindi ai nostri lettori di procedere con la rimozione dell’IHS, che oltre ad invalidare la garanzia del processore, potrebbe essere rischiosa (il Die è molto delicato e una minima scheggiatura potrebbe rendere inutilizzabile la CPU) e non portare ai risultati sperati.

Torniamo ora alle nostre prove. Come abbiamo già precisato, ci siamo avvalsi di un sistema di raffreddamento a liquido refrigerato. Nelle nostre condizioni, quindi, registriamo temperature sotto carico che difficilmente potranno essere comparate con chi utilizza invece un impianto tradizionale. Per rendere confrontabili le rilevazioni, quindi, abbiamo deciso di impostare manualmente la temperatura del liquido qualche grado sopra alla temperatura ambientale (pari a 22°C al momento delle prove). Direttamente da termostato abbiamo provveduto a fissare la temperatura del liquido a 25°C (+/- 1°C).

Nel grafico che segue riportiamo le temperature rilevate nelle seguenti condizioni:

  • Idle con funzionalità di risparmio energetico attivate;
  • Full-Load eseguendo varie sessioni del programma x264HD Benchmark v4.0;
  • Full-Load eseguendo 3 loop di Crysis Warhead (Avalance Map);
  • Full-Load Stress eseguendo 10 cicli di LinX (aggiornato con le ultime librerie disponibili).

La temperatura indicata è riferita al core più caldo ed è una media tra tutte le rilevazioni nelle singole prove effettuate.



Consumi Rilevati:


Per finire abbiamo misurato i consumi del sistema di prova completo, direttamente alla presa di corrente. Le misurazioni sono state ripetute più volte, nel grafico la media delle letture nelle seguenti condizioni:

  • Idle con funzionalità di risparmio energetico attivate;
  • Idle con funzionalità di risparmio energetico disattivate;
  • Full-Load eseguendo il programma Cinebench R11.5;
  • Full-Load eseguendo i test CPU del 3DMark Vantage;
  • Full-Load Stress eseguendo 10 cicli di LinX (aggiornato con le ultime librerie disponibili).

{jospagebreak_scroll title=Conclusioni:}


Conclusioni:


Inutile dire che siamo rimasti piacevolmente colpiti da Ivy Bridge. Il nuovo modello di punta della famiglia, il Core i7 3770K, ha il vanto di essere il primo microprocessore sviluppato con la nuova tecnologia produttiva a 22 nanometri e con l’impiego dei rivoluzionari transistor tridimensionali (Tri-Gate).

Ovviamente le novità introdotte non si limitano a questi due aspetti; il nuovo arrivato integra anche un controller PCI-Express di terza generazione (Gen3) in grado di gestire un massimo di 16 linee, e una GPU capace di prestazioni più che dignitose (Intel HD Graphics 4000) con supporto DirectX 11, OpenGL 3.1 e OpenCL 1.1. Grazie alla rinnovata tecnologia QuickSync, giunta alla sua seconda generazione (2.0), i nuovi microprocessori Ivy Bridge sono in grado di raddoppiare le prestazioni dei precedenti Sandy Bridge, nel transcoding video.

In quanto a prestazioni complessive pure, come abbiamo potuto osservare dalle prove, il Core i7 3770K si pone quasi sempre sopra al Core i7 2600K, ma come prevedibile, non al punto da rendere netto questo distacco. Superfluo, quindi, un eventuale upgrade, se si dispone già un processore Sandy Bridgeserie K”, se non al limite per ridurre, eventualmente, il consumo energetico del proprio computer. Nel caso che ci si accinga, invece, ad assemblare un computer ex-novo, l’acquisto di Ivy Bridge diventa decisamente più sensato e consigliabile.

La scheda madre Intel Desktop Board DZ77GA-70K, dotata del nuovo chipset Intel Z77 Express si è ben comportata durante le nostre sessioni di prova, seppur con un primo BIOS rilasciato, permettendoci di ottenere ottimi risultati anche in overclock. Buona parte del merito va senz’altro alla circuiteria di alimentazione DrMos di ottima qualità.

Veramente accattivante e intuitiva la nuova interfaccia “Intel Visual BIOS”; le numerose impostazioni disponibili sono ben ordinate e del tutto comprensibili, anche per chi non ha molta dimestichezza con i BIOS.

Buone le possibilità di espansione offerte. Sono pienamente supportate le tecnologie Multi-GPU AMD CrossFireX e NVIDIA SLI, fino a un massimo di due schede grafiche in parallelo, operanti, in tale configurazione, con segnale 8x/8x elettrico. Ricordiamo che il nuovo standard PCIe Gen3, supportato nativamente da Ivy Bridge, è in grado di garantire una banda doppia rispetto alla precedente generazione.

Il PCH Z77 Express è dotato di caratteristiche abbastanza simili ai chipset di serie 6. La novità più importante riguarda senza dubbio il supporto nativo verso lo standard di trasmissione USB 3.0, aspetto che finalmente rende del tutto superfluo l’utilizzo di controller di terze parti.

Il nuovo Core i7 3770K è disponibile sul mercato italiano a un prezzo medio di circa 310€ IVA Compresa, cifra congrua con le prestazioni e le caratteristiche tecniche di questo microprocessore.

La scheda madre Intel DZ77GA-70K, invece, viene commercializzata ad un prezzo medio di circa 250€ IVA Compresa, cifra non molto contenuta a dire il vero, ma in parte giustificata dall’ottima fattura del prodotto e dalla dotazione accessoria abbastanza ricca.


Valutazione Intel Core i7 3770K Ivy Bridge:


hw-legend-platinum


Prestazioni/Overclock:cinque
Rapporto Qualità/Prezzo:cinque
Temperature/Consumi:quattro_mezzo
Giudizio Complessivo:cinque

Pro:


  • Prestazioni elevate in ogni frangente;
  • Ottima predisposizione all’overclock;
  • Moltiplicatore completamente sbloccato;
  • Architettura Core di terza generazione;
  • Primo microprocessore a 22nm con transistor Tri-Gate;
  • Controller PCI-Express Gen3 Integrato;
  • GPU Integrata Intel HD Graphics 4000 con supporto DirectX 11;
  • Migliorata tecnologia QuickSync 2.0;
  • Ottime tecnologie supportate (Intel Hyper Threading, Turbo Boost 2.0 etc.);
  • Consumi contenuti.

Contro:


  • Temperature leggermente alte.

Valutazione Intel Desktop Board DZ77GA-70K LGA-1155:


hw-legend-platinum


Prestazioni/Overclock:cinque
Dotazione accessori:cinque
Layout/Componenti:cinque
Giudizio Complessivo:cinque

Pro:


  • Ottima scelta dei componenti;
  • Ottimo layout e qualità costruttiva;
  • Circuiteria di alimentazione DrMos di ottima qualità;
  • Ottime prestazioni in overclock;
  • Intel Visual BIOS molto completo e intuitivo;
  • Bundle molto ricco;
  • Supporto nativo all’interfaccia di trasmissione USB 3.0;
  • Dual Intel Gigabit LAN;
  • Modulo Bluetooth e WiFi;
  • Supporto Multi-GPU AMD CrossFireX & NVIDIA SLI;
  • Presenza di pulsanti Power & Reset on-board.

Contro:


  • Niente da segnalare.

Si ringrazia intel-sandy-bridge-e-logo-azienda per aver fornito la piattaforma di test.

Seguite il thread ufficiale sul noatro forum.

 

Gianluca Cecca – delly – Staff di HW Legend

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