Riproporre un brand videoludico di grande spessore, dopo anni di assenza dalla scena internazionale non è mai una scelta facile ed è per questo motivo che un po’ tutti abbiamo guardato con sospetto l’annuncio di ID Software e Bethesda di riportare in vita Doom. Dopo le notizie che ci hanno accompagnato nell’anno precedente all’uscita del gioco però, era impossibile non notare quanto impegno gli sviluppatori ci stessero mettendo per realizzare un prodotto moderno ed in grado di non farci rimpiangere tutte le qualità presenti del primo storico Doom. Detto questo…vi auguriamo una buona lettura del nostro articolo!
Bentornati nuovamente all’inferno:
L’ambientazione è quella marziana, un futuro abbastanza sanguinario nel quale l’umanità ha aperto un varco dimensionale con gli inferi, dal quale orde di demoni sono fuoriuscite per scatenare caos e morte. L’umanità ha capito come imbrigliare tale potere al fine di sfruttarlo a proprio vantaggio.
L’energia che avremo a disposizione proviene da un luogo che prende il nome “il Pozzo” e si chiamata Argent. Dal mondo degli inferi emerge inoltre un sarcofago al cui interno è rinchiuso il corpo di un umano e la sua armatura.
L’origine dell’energia Argent è chiaramente oscura e pericolosa, ben presto i demoni riescono a soggiogare la mente di uno degli scienziati dietro al progetto energetico e convincerlo ad aprire un collegamento continuo tra i due mondi che consente alle creature maligne di invadere le costruzioni dell’umanità ed è qui che entra in campo il nostro super soldato.
Risvegliatosi dal proprio sonno ed emerso dal proprio sarcofago, Doom Marine è pronto a schiacciare di nuovo la feccia demoniaca con la sua fedele Armatura Praetor e il suo BFG 9000. Doom Marine si troverà molte volte a viaggiare tra i due mondi portando a termine diversi obbiettivi imposti dallo scienziato Samuel Hayden e l’intelligenza artificiale della struttura marziana: VEGA. Nonostante la velocità sfrenata che permea tutto il comparto single player, e non solo, si raggiungono senza problemi le dodici ore di gioco a difficoltà normale. Un buon risultato per Doom.
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Rivoglio il mio BFG 9000!
Molte volte succede che un oggetto diventi simbolo di un brand. ID Software lo sa bene ed è per questo che anche in questa versione 2016 di DOOM ritroviamo l’immancabile BFG 9000 e la motosega, due tra le armi iconiche del brand identificative della mole di brutalità, violenza e distruzione che solo questo brand può offrire.
Anche la difficoltà è sopra alla media, il gioco non è altamente punitivo, ma sicuramente morire fatti a pezzi da un demone è più facile del previsto anche in modalità “Fatemi Male”. Se la violenza è la difficoltà sono stati presi importati dal gioco dagli anni ‘90 è bello vedere che Doom vanta una lunga serie di caratteristiche inserite appositamente per svecchiare il prodotto. Ad ogni missione sono avviate una serie di sfide che, se completate, permettono di ottenere punti arma utilizzabili per migliorare le prestazioni dell’arsenale proposto, la crescita del personaggio si riflette inoltre anche sull’armatura Praetor.
All’interno di ciascuna delle mappe proposte nella campagna sono disseminati vari cadaveri di Guardie D’Elite, queste vantano una tuta simile a quella del Doom Marine ed è per questo che parte di essa può essere assorbita dal protagonista per migliorare la propria armatura. La ricerca di questi miglioramenti è quasi sempre nascosta in corridoi e stanze secondarie al sentiero proposto.
L’avventura di Doom è lineare, le missioni prevedono che il protagonista vada dal punto A al punto B e solo una via lo permette.
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Facciamo a pezzi il vicino di casa:
È difficile non ripetere quanto già detto a riguardo del comparto multigiocatore online lo scorso aprile con il provato della beta. Il mood generale è quello degli shooter arena e per quanto la presenza del doppio salto, l’aspetto dell’armatura e le meccaniche di gioco possano far pensare ai classici Halo o Call of Duty, ciò che viene proposto è in realtà molto diverso.
Otto mappe diverse sono distribuite in altrettante modalità di gioco: dal classico deathmatch a squadre alle più peculiare Congelamento dove non si muore, ma si viene congelati e i propri compagni possono aiutare gli alleati a ritornare in partita.
Come nel più classico degli FPS è possibile creare la propria dotazione, ovvero scegliere quale armi portare sul campo. Non esiste alcuna distinzione tra arma pesante e leggera, addio pistolina inutile, benvenuta combo di Hellshot e Minigun. Oltre alle bocche da fuoco iniziali in giro per la mappa spawnano anche armi “OP”, come la motosega o il BFG, che se raccolte possono rendere la strada della vittoria decisamente più accessibile.
All’interno delle arene vengono anche rilasciati potenziamenti a tempo in grado di quadruplicare i danni inflitti e aumentare la nostra velocità di movimento – come già visto nella campagna single player – e rune in grado di trasformare il proprio Doom Marine in un vero e proprio demone a scelta tra: il Revenant, il Barone Infernale, il Mancubus ed il Predatore.
Il multiplayer di Doom in definitiva non è accessibile fin dall’inizio ma sicuramente è divertente. L’assenza di una minimappa non aiuta a tenere traccia dei movimenti degli avversari e molto spesso si viene sorpresi alle spalle, questo può risultare frustrante le prime volte ma con il tempo ci si fa l’abitudine.
{jospagebreak_scroll title=Te ce meno duro!}
Te ce meno duro!
ID Software ha offerto un prodotto finale che fa dei 60fps una garanzia, il frame rate è assolutamente granitico e non cala neanche nelle situazioni più concitate compromettendo a volte però il caricamento di qualche texture, aspetto sul quale si può ampiamente sorvolare. Abbiamo testato il titolo su Xbox One, ma nonostante sia una console tanto discussa per la sua poca potenza hardware è impossibile non rimanere piacevolmente sorpresi dalla maestria grafica proposta.
Anche il comparto sonoro è notevole già a partire dalla musica che ci accoglie nel menù principale, aggressiva e ricca di energia. L’unica pecca non sta nel comparto tecnico in sé ma nel mezzo con la quale si gioca a Doom per quanto riguarda PlayStation 4 e Xbox One. Per quanto sia comodo il pad, risulta decisamente più semplice farlo con una tastiera. L’unico modo per risolvere questo problema sarebbe quello di collegare mouse e tastiera alla console.
Snapmap è un ricco editor di mappe multigiocatore accessibile fin da subito a chiunque metta mano sul titolo. In questo sono presenti numerosi livelli e mappe pre realizzate e vuote, riempibili di qualsivoglia oggetto animato, inanimato e interagibile con il giocatore. Una modalità davvero imperdibile per chi apprezza il game design e vuole cimentarsi nella realizzazione della propria arena.
{jospagebreak_scroll title=Conclusioni:}
Conclusioni:
Doom è un reboot fatto decisamente bene. ID Software ha saputo ricreare perfettamente la frenesia e la brutalità che hanno fatto grande il brand, inserendo numerosi elementi attuali che hanno reso il titolo più attuale che mai. La grafica delizierà anche gli occhi più esigenti con un frame rate stabile a 60 frame per secondo anche nelle situazioni più concitate. Chiunque sia alla ricerca delle emozioni provate con i primi due capitoli della serie può essere sicuro che sarà ben felice di giocare a questo titolo!
Pro:
- Frame rate costente;
- Grafica ottima anche su console;
- Gameplay divertente e frenetico;
- L’editor di mappe SnapMap è decisamente ricco;
- Il multiplayer offrire ore di divertimento.
Contro:
- Il multiplayer è sbilanciato.
Voto Finale: 9/10.
Matteo Bruno – kingdomgame.it