Corsair Force LS SSD 240GB SATA III 6Gb/s (CSSD-F240GBLS) – Test Prestazioni nuovo standard USB 3.1

001-corsair-force-ls-ssd-240gb-copertinaPoco più di due mesi fa abbiamo assistito alla presentazione del tutto ufficiale, del nuovo standard di trasmissione USB 3.1, capace di surclassare in maniera netta quanto offerto dalla precedente generazione. In questo breve lasso di tempo, i maggiori produttori di schede madri hanno arricchito le proprie offerte introducendo prodotti capaci di sfruttarne appieno queste enormi potenzialità. Questo, in abbinamento al sempre più consistente calo dei prezzi delle tradizionali unità allo stato solido Serial ATA, ha senza ombra di dubbio aperto le porte verso la possibilità di avere a disposizione unità di memorizzazione facilmente trasportabili e contraddistinte da prestazioni in lettura e scrittura davvero elevate. Nell’articolo che vi proponiamo quest’oggi andremo ad osservare le prestazioni offerte da un tradizionale SSD, nello specifico un Corsair Force LS da 240GB, sfruttando proprio la nuova interfaccia di trasmissione USB, capace di garantire una larghezza di banda massima teorica pari a ben 10Gb/s. Non ci resta che augurarci che la lettura sia di vostro gradimento!

Corsair Force LS SSD 240GB SATA III 6Gb/s (CSSD-F240GBLS) – Test Prestazioni nuovo standard USB 3.1 – Recensione di Gianluca Cecca | delly.


Introduzione:


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Corsair è un’azienda che a livello mondiale produce componenti innovativi ad alte prestazioni per il mercato dei giochi per PC. E’ specializzata nelle memorie ad altissime prestazioni, alimentatori ultra-efficienti e su altri componenti: i prodotti Corsair sono la scelta di overclockers, appassionati e videogiocatori in tutto il mondo.

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Nata come Corsair Microsystems nel 1994, Corsair originariamente sviluppava moduli cache di livello 2 per gli OEM. Dopo che Intel ha incorporato la cache L2 all’interno del processore con il rilascio della sua famiglia di processori Pentium Pro, Corsair ha spostato la sua attenzione ai moduli DRAM, soprattutto nel mercato dei server.

Nel 2002, Corsair ha iniziato la produzione di moduli DRAM specificamente progettati per rivolgersi agli appassionati di overclock. A partire dalle memorie ad alte prestazioni, Corsair ha ampliato la propria gamma di pluripremiati prodotti includendo alimentatori ultra-efficienti, cabinet, innovativi dissipatori per CPU, velocissime unità a stato solido, e altri componenti chiave del sistema.

Corsair ha sviluppato una infrastruttura globale con operazioni di marketing estese e rapporti con un gran numero di canali di distribuzione. I prodotti Corsair sono venduti ai clienti finali in oltre sessanta paesi del mondo attraverso i principali distributori e rivenditori.

Maggiori informazioni sul sito Corsair.

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Universal Serial Bus (USB) – Nuovo Standard 3.1:


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L’Universal Serial Bus (USB) è presente da parecchi anni nella nostra vita quotidiana. Nato nel lontano 1996, con l’intento di rimpiazzare le ormai vecchie e obsolete porte seriali e parallele, divenne in un primo momento lo standard per il collegamento di mouse, tastiere, stampanti e molti altri dispositivi che non necessitavano di elevate velocità di trasmissione.

Con gli anni venne sempre più perfezionato, proprio sotto l’aspetto delle prestazioni nella trasmissione dei dati. Nel 1998 fu presentata la prima evoluzione, l’USB 1.1, denominato anche “USB Fullspeed”, in grado di incrementare la velocità di trasferimento sino a 12Mbit/s, quasi dieci volte in più rispetto al predecessore.

La vera rivoluzione, però, avvenne solo nel 2000, in seguito alla presentazione dello Standard USB 2.0 Hi-Speed, che consentì di raggiungere una velocità di trasmissione pari a ben 480Mbit/s, ossia “circa” 60MB/s. Questo permise all’USB di diventare il vero e proprio standard per il collegamento di ogni tipo di dispositivo, dai lettori mp3 e fotocamere digitali sino a periferiche di archiviazione portatili, pendrive e caricatori per cellulari.

Con il passare del tempo, e soprattutto con l’evolversi di questi dispositivi, si rese sempre più insistente la necessità di una maggiore velocità di trasmissione, tanto che si è iniziato a pensare ad un nuovo e più veloce standard.

La prima dimostrazione al pubblico della terza generazione dello standard di trasmissione USB, denominata per l’appunto USB 3.0, avvenne all’IDF “Intel Developer Forum” nel settembre del 2007. Le specifiche ufficiali furono però rilasciate soltanto nell’agosto del 2008, mentre i primi prodotti commerciali videro la luce verso la fine dell’anno successivo.

Come avvenuto in precedenza, anche questo nuovo standard mantiene la piena retro-compatibilità verso le precedenti generazioni USB 2.0, 1.1 e 1.0. I nuovi dispositivi, infatti, sono in grado di trasferire dati in quattro modalità differenti: LowSpeed “fino a 1.5Mbit/s”, FullSpeed “fino a 12Mbit/s”, HighSpeed “fino a 480Mbit/s” ed infine SuperSpeed “fino a 4.8Gb/s”.

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A differenza dei predecessori il nuovo standard USB 3.0 è di tipo “Dual Simplex”, ossia consente di trasmettere e ricevere dati contemporaneamente, sfruttando due canali separati ad alta velocità, in modo da raggiungere l’incredibile velocità di trasferimento di 4.8Gb/s “circa 600MB/s” contro i 480Mb/s “circa 60MB/s” del precedente USB 2.0.

Per consentire il supporto al SuperSpeed e mantenere al tempo stesso la retro-compatibilità con i vecchi standard, si sono rese necessarie alcune modifiche al connettore. Come vedremo nelle immagini sottostanti, rispetto all’USB 2.0, questo è stato reso più profondo al fine di ospitare cinque nuovi punti di contatto. In questa maniera un qualsiasi cavo standard, di vecchia generazione, lavorerà sempre e solo per come progettato e non entrerà mai in contatto con questi nuovi punti.

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Con questo nuovo standard, inoltre, sono state ridefinite anche le specifiche energetiche. Ora, una singola porta è in grado di erogare sino a 900mAh, per un quantitativo massimo di sei periferiche condivise. A paragone il vecchio standard USB 2.0 permetteva di fornire soltanto 500mAh per porta e un massimo di cinque periferiche condivise. Esiste quindi la possibilità che un dispositivo USB 3.0 presenti problemi di malfunzionamento se collegato a normali porte USB 2.0, proprio a causa della limitazione energetica. E’ consigliabile, quindi, verificare che l’assorbimento della periferica USB 3.0 in uso sia inferiore o equivalente ai 500mAh erogati dal vecchio standard, prima di procedere al collegamento.

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Nel corso del 2013, sempre a causa di una crescente necessità di poter contare su una maggiore velocità di trasmissione dati, furono presentate le specifiche ufficiali di quello che sarà il successore dello standard USB di terza generazione, ovvero l’USB 3.1.

Ancora una volta il passo in avanti appare indubbiamente notevole. Tuttavia, è doveroso precisare che questa nuova generazione si presenta in ben due varianti, denominate nello specifico USB 3.1 Gen.1 ed USB 3.1 Gen.2. La differenza tra le due riguarda esclusivamente la velocità di trasferimento massima raggiungibile, del tutto simile a quella della precedente generazione (5.0Gb/s – 625MB/s) nel caso del USB 3.1 Gen.1, che quindi mantiene il termine identificativo SuperSpeed, mentre addirittura doppia nel caso del più prestante USB 3.1 Gen.2, pari a ben 10Gb/s (o più comprensibilmente 1.250MB/s). Per questa variante è stato, di conseguenza, introdotto un nuovo termine identificativo, nello specifico SuperSpeedPlus.

Con quest’ultima generazione il trasferimento dei dati non è solamente più veloce, ma è soprattutto decisamente più efficiente grazie ad una nuova modalità di codifica a 128/132-bit, contro i soli 8/10-bit degli standard precedenti. Questo significa che, nelle precedenti generazioni, per ogni 8-bit di dati trasmessi occorrevano 10-bit complessivi per compensare e correggere eventuali errori, con conseguente riduzione della larghezza di banda disponibile e, di conseguenza, della velocità di trasferimento massima effettiva, per via di un overhead del protocollo particolarmente elevato, pari al 25%. Un valore del genere, unito al controllo del flusso nel collegamento, alla struttura dei pacchetti e al relativo framing degli stessi da parte del software, penalizza in maniera significativa la velocità di trasferimento effettiva dei dati. Se prendiamo come esempio lo standard USB 3.0, infatti, possiamo notare che seppur sia accreditato per una velocità massima di ben 600MB/s difficilmente lo abbiamo visto superare quota 400MB/s effettivi, anche con le più prestanti periferiche disponibili unite ai più efficienti protocolli, come il UAS (USB Attached SCSI), proprio a causa dei suddetti motivi.

La maggiore efficienza dell’ultimo standard USB 3.1 consente di ridurre drasticamente l’overhead ad un valore quantificabile entro il 4%, sfruttando quindi la quasi totalità della generosa larghezza di banda a disposizione. Siamo abbastanza convinti che man mano che le periferiche conformi al nuovo standard si diffonderanno e soprattutto saranno maggiormente in grado di sfruttarne le potenzialità, sarà possibile raggiungere velocità medie non molto distanti dai 1.000MB/s effettivi, insomma un passo in avanti davvero notevole!

Nella tabella sottostante andiamo a riassumere le principali caratteristiche delle più significative revisioni dello standard di trasferimento USB.

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Un altro aspetto importante riguarda la retro-compatibilità, ancora una volta mantenuta. Sarà quindi possibile collegare una nuova periferica USB 3.1 ad una porta conforme alle precedenti specifiche e viceversa. Nel primo caso, ovviamente, lo scotto da pagare sarà una sensibile riduzione delle prestazioni effettive.

Con il nuovo standard USB 3.1, inoltre, è stata introdotta una nuova tipologia di connettore, denominato Type-C di tipo “reversibile”, ovvero inseribile nell’apposita porta senza più badare al verso. Con tutta probabilità questa nuova tipologia verrà per lo più utilizzata, per ovvi motivi, nei dispositivi di ridotte dimensioni, quali cellulari, tablet, portatili e unità di storage esterne, oltre che a bordo delle più recenti schede madri per sistemi desktop, in abbinamento alle più tradizionali porte Type-A.

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Questa nuova versione del connettore, inoltre, è l’unica ad implementare due nuovi pin, necessari per il pieno supporto al VBUS a 12V e 20V. Lo standard USB 3.1 è in grado di supportare ben cinque diversi profili per la ricarica dei dispositivi collegati, che vi elenchiamo di seguito:

  • Profilo 1: 5V a 2.0A (10 W);
  • Profilo 2: 5V a 2.0A (10 W), 12V a 1.5A (18 W);
  • Profilo 3: 5V a 2.0A (10 W), 12V a 3A (36 W);
  • Profilo 4: 5V a 2.0A (10 W), 12V, 20V a 3A (18 W, 60 W);
  • Profilo 5: 5V a 2.0A (10 W), 12V, 20V a 5A (60 W, 100 W).

Dopo questa breve parentesi sul nuovo standard di trasmissione USB 3.1, andiamo ad analizzare il prodotto in prova.

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Corsair Force LS SSD 240GB – Presentazione del prodotto – Parte 1:


Per la stesura di questo nostro articolo la nota azienda americana Corsair ci ha fornito un’unità allo stato solido (SSD) appartenente alla famiglia di prodotti Force LS e caratterizzata da una capacità di archiviazione di 240GB. Il prodotto è giunto in redazione all’interno della confezione originale prevista dal produttore, ovvero una piccola ma robusta scatola in cartoncino con finitura superficiale lucida, decisamente curata e dallo stile elegante e ricercato.

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La parte anteriore è dominata da una foto del disco SSD contenuto all’interno. Non mancano, ovviamente, ulteriori dettagli, quali il marchio aziendale, l’indicazione del modello, il tipo di interfaccia utilizzato e lo spessore del disco, pari ad appena 7mm. Questo prodotto è di conseguenza idoneo per l’installazione all’interno di sistemi di dimensioni contenute, quali notebook e netbook nonché i moderni ultrabook o box esterni.

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Posteriormente sono indicate le principali feature di questa serie di SSD, tradotte nelle principali lingue dei paesi dove il prodotto viene esportato. E’ presente un’etichetta con i codici identificativi del prodotto ed una piccola asola da dove è possibile verificare il seriale ed il codice prodotto.

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Dopo aver aperto la confezione notiamo come il prodotto risulti ben protetto all’interno di un blister di plastica semirigida trasparente, opportunamente sagomata, al fine di impedire qualsiasi tipo di danneggiamento dell’unità in fase di trasporto.

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Lo chassis del Corsair Force LS 240GB è realizzato in lamiera di alluminio stampata con una colorazione nera opaca sia nella parte anteriore che in quella posteriore.

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Corsair Force LS SSD 240GB – Presentazione del prodotto – Parte 2:


La finitura superficiale è satinata e l’unica nota di colore è data dall’etichetta identificativa posta sul lato frontale. L’aspetto risulta semplice ed elegante. 

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Le dimensioni e gli ingombri esterni dell’unità permettono a coloro che volessero effettuare un upgrade al proprio notebook, netbook o ultrabook di installare il disco SSD senza alcun problema andando a sostituire direttamente l’unità di storage preinstallata, di solito posizionata in un apposito vano accessibile dall’esterno dello chassis. L’impiego della lamiera di alluminio, che rende l’unità veramente molto leggera, insieme ad uno spessore di soli 7 mm, rappresentano un palese invito alla sua installazione all’interno di un ultrabook, categoria di computer portatili che ha come denominatore la parsimonia nel peso e nelle dimensioni.

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Nella parte posteriore, come da consuetudine nelle ultime produzioni Corsair, notiamo la presenza di nottolini filettati che sicuramente sono i punti di fissaggio della scheda interna. E’ raro trovare questo tipo di soluzione in altri SSD ed è un segno della cura che l’azienda riserva nella produzione dei propri componenti. Ai lati possiamo notare la presenza di un paio di sigilli adesivi, che rendono impossibile l’apertura dell’unità senza inevitabilmente causare la decadenza della garanzia.

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L’interfaccia di collegamento è conforme allo standard Serial ATA, i connettori sono caratterizzati da un posizionamento e allineamento standard. L’unità supporta appieno lo standard Serial ATA III a 6Gb/s, garantendo comunque la piena retro-compatibilità.

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Per potervi mostrare la componentistica adottata non ci potevamo certo sottrarre all’apertura dello chassis, procedura che risulta davvero molto semplice. E’ sufficiente, infatti, svitare le quattro viti di fissaggio poste ai lati dell’unità ed, ovviamente, rimuovere i suddetti sigilli adesivi di garanzia.

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La rimozione della scheda interna è possibile dopo aver tolto le quattro viti che la fissano al coperchio inferiore. Il PCB, di colore blu, è di tipo multistrato a doppia faccia, con uno spessore tale da restituire un’ottima rigidità. Sono presenti componenti montati su entrambe le facce e i sedici chip chip di NAND Flash di tipo Toggle, otto da un lato e otto dall’altro, sono assemblati in esatta corrispondenza tra di loro. Il layout generale è molto pulito ed ordinato, le saldature non presentano sbavature e sono di ottima fattura.

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Sulla faccia anteriore del PCB è presente il controller Phison PS3108-S8-I. Questo controller, di ultima generazione, realizzato su Socket BGA 324-Pin, è prodotto con processo litografico a 55nm, ed è in grado di offrire supporto verso le tecnologie Trim (nei sistemi operativi che ne fanno uso) e Garbage Collection avanzato. Una gestione di questo tipo consente, tra le altre cose, di poter utilizzare questo SSD in configurazione Raid 0. Troviamo, inoltre, un circuito integrato BCH dedicato alla correzione degli errori (ECC), capace di garantire una verifica a 72bit/1KB, oltre che funzionalità avanzate come l’End-to-end Data Path Protection e un Wear Levelling statico e dinamico espressamente pensato per preservare le prestazioni anche in seguito ad usi particolarmente intensivi dell’unità. Le operazioni di GC, per l’ottimizzazione dei dati salvati, vengono attivate durante gli stati di idle dell’unità. Riportiamo uno schema in cui sono riassunte le principali caratteristiche tecniche.

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A sostegno del controller, per l’esecuzione delle operazioni di Caching, Wear Levelling e di Garbage Collection (GC), è presente un chip da 512 MB di ram DDR3 prodotto da Nanya, con sigla NT5CB256M16CP-DI, operante a 1.333MHz e contraddistinto da un package di tipo WBGA 96-ball.

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Sul Corsair Force LS da 240GB sono installati sedici moduli di NAND Flash MLC (Multi Level Cell) di produzione Toshiba, riportanti la serigrafia “TT57G2LAKA”.

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Queste memorie adottano un package TSOP, sono prodotte con processo litografico a 19nm, hanno un’interfaccia sincrona, una densità di 128Gb (16GB) e sono accreditate per una durata di ben 3.000 cicli di lettura/scrittura. Al loro interno sono presenti due die da 8GB ciascuno.

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Crystal Disk Info e Capacità del disco:


Con l’ausilio del software Crystal Disk Info 6.6.0 riusciamo ad estrapolare numerose informazioni sul disco Corsair Force LS 240GB, in particolare sulle funzioni supportate (TRIM, NCQ, APM, S.M.A.R.T.), sullo stato di efficienza del disco, sul tipo di interfaccia utilizzata e sulla versione del firmware presente. L’unità è giunta in redazione con già a bordo la versione più recente resa disponibile, vale a dire la SAFC01.3.

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Con la funzione di Windows “Proprietà”, accessibile semplicemente cliccando con il tasto destro mouse sul nostro disco rigido, andiamo a verificare la capienza del nostro SSD. A tal proposito è opportuno specificare che i sistemi operativi Windows utilizzano una misurazione di capienza diversa dai vari produttori. Questi ultimi misurano la capacità dei loro dischi in miliardi di byte mentre Windows continua a leggere le capacità usando una notazione antecedente a quelle stabilite nel dicembre 1998 dallo IEC, per cui i valori sono:


  • Un kilobyte (ko) = 210 bytes = 1024 bytes;
  • Un Megabyte (Mo) = 220 bytes = 1024 ko = 1 048 576 bytes;
  • Un Gigabyte (Go) = 230 bytes = 1024 Mo = 1 073 741 824 bytes;
  • Un Terabyte (To) = 240 bytes = 1024 Go = 1 099 511 627 776 bytes.

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Quindi, in considerazione della tabella sopra esposta, la capienza calcolata dal sistema operativo, approssimata per difetto, deriva dal seguente calcolo:

  • 240.054.693.888 bytes / 1.073.741.824 bytes = 223,568 GB -> 223 GB.

Passiamo ora alla descrizione del sistema di prova e della metodologia di test adottata per i nostri test sul disco.

{jospagebreak_scroll title=Sistema di Prova e Metodologia di Test:}


Sistema di Prova e Metodologia di Test:


Per il sistema di prova ci siamo avvalsi di una scheda madre dotata di PCH Intel Z170, prodotta da ASRock, in particolare è stata scelta la nuova Z170 OC Formula. Questo modello dispone della nuovissima interfaccia di trasmissione USB 3.1, capace di garantire un livello prestazionale molto più elevato rispetto alla generazione precedente, grazie ad una larghezza di banda massima teorica di ben 10Gb/s.

La scheda è provvista di una coppia di porte (Type-A + Type-C), direttamente accessibili nel pannello posteriore I/O ed entrambe gestite dal nuovissimo controller ASM1142 di ASMedia.

Per le nostre prove abbiamo collegato l’unità SSD di Corsair alla porta Type-A sfruttando un pratico adattatore “USB 3.1 – Serial-ATA” marchiato Startech.com, precisamente il nuovo modello USB312SAT3CB, provvisto di certificazione USB 3.1 Gen.2 a 10Gb/s.

Al fine di osservare meglio le prestazioni offerte da questo nuovo standard di trasmissione abbiamo effettuato ulteriori prove collegando il nostro SSD anche ad una tradizionale porta USB 3.0 gestita in maniera nativa da parte del nuovo PCH Intel Z170 Express.

Precisiamo, inoltre, che i test sono anche stati effettuati utilizzando il protocollo UAS (USB Attached SCSI), capace di sfruttare maggiormente il potenziale offerto dalla connessione USB 3.0, rispetto al più tradizione protocollo USB BOT (acronimo di Bulk-only-transport).

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Come processore è stato scelto un modello Intel appartenente alla recente famiglia Skylake, precisamente il Core i7 6700K. La frequenza di funzionamento è stata fissata a 4.500MHz, semplicemente impostando il moltiplicatore a 45x senza mettere mano alla frequenza del BCLK (100MHz).

Per il comparto memorie la scelta è ricaduta su un kit G.Skill Trident-Z F4-3200C16D-16GTZB da 16GB di capacità assoluta. Sia la frequenza e sia le latenze sono state impostate ai valori di targa, vale a dire 3.200MHz 16-18-18-38 con tensione di alimentazione massima di 1.35v. Un riassunto della configurazione di prova la trovare nella tabella sottostante.

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Tutti i test eseguiti sono stati ripetuti per ben tre volte, al fine di verificare la veridicità dei risultati, nei grafici la media dei valori registrati. L’hardware è stato montato su di un banchetto di produzione DimasTech. Il sistema operativo, Microsoft Windows 10 Pro, è da intendersi privo di qualsiasi ottimizzazione particolare.


Benchmark Sintetici:


  • AS SSD Benchmark v1.8.5636.37293;
  • Crystal Disk Mark X64 v5.1.0;
  • ATTO Disk Benchmark v2.47;
  • Anvil’s Storage Utilities 1.1.0 (2014).

N.B.: Durante tutta l’esecuzione dei test NON abbiamo mai eseguito un Secure Erase, quindi tutti i dati sono relativi al disco durante un normale utilizzo. Dopo aver tolto il disco dalla confezione è stata eseguita la prima batteria di test ed in seguito è stata rieseguita per tre volte iniziando a valutarne i dati, prendendo come risultato quello più vicino alla media dei rilevamenti.

{jospagebreak_scroll title=Benchmark Sintetici – AS SSD Benchmark:}


Benchmark Sintetici – AS SSD Benchmark:


AS SSD Benchmark consente di effettuare svariate misurazioni sulla nostra unità di archiviazione (SSD, Hard Disk interno/esterno, PenDrive USB, ecc.) sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale.

A test ultimato viene riportata la velocità della nostra unità in MB al secondo. Oltre al test dei 4k, viene effettuato anche un test lettura/scrittura Multi-Thread 4k, per simulare il più possibile la velocità di avvio del sistema operativo o di installazione di un programma.


Standard Benchmark


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Copy Benchmark


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ASSSD-Access-Scrittura

ASSSD-Copy-Bench-Durata

ASSSD-Copy-Bench-Speed

ASSSD-IOPS-Lettura

ASSSD-IOPS-Scrittura

ASSSD-MB-Lettura

ASSSD-MB-Scrittura

Il test AS SSD si basa sull’utilizzo di dati non comprimibili ed è uno dei più ostici nel settore degli SSD. I risultati ottenuti non fanno che confermare le ottime potenzialità del nuovo standard di trasmissione USB 3.1, grazie al quale il nostro SSD Corsair Force LS da 240GB riesce a registrare valori in lettura e scrittura non molto distanti da quelli ottenibili collegando l’unità ad una tradizionale porta Serial ATA, pari a oltre 525MB/s in lettura e 300MB/s in scrittura sequenziale.

Altrettanto buone sono le prestazioni ottenute collegando il drive ad una porta USB 3.0 gestita dal PCH Intel Z170 Express, sfruttando il più efficiente protocollo UAS (USB Attached SCSI) anziché il classico USB BOT che, come vediamo nei grafici riepilogativi, non riesce a tenere il passo, con prestazioni che non riescono a superare la soglia dei 250MB/s.

Buoni i tempi di accesso registrati, sia per quanto riguarda l’utilizzo del nuovo standard USB 3.1 e sia per il precedente USB 3.0 con protocollo UAS.

{jospagebreak_scroll title=Benchmark Sintetici – Crystal Disk Mark:}


Benchmark Sintetici – Crystal Disk Mark:


Crystal Disk Mark è senza dubbio uno dei migliori benchmark per dischi rigidi, chiavette USB e unità SSD (Solid State Disk). Il programma effettuerà automaticamente una serie di misurazioni sull’unità selezionata, sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale, riportando alla fine la velocità espressa in MB al secondo (MB/s). Molto utile per confrontare in pochi secondi la differenza di prestazioni tra diverse periferiche di memorizzazione.

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Il Crystal Disk Mark mette senza dubbio in evidenza le qualità dell’unità allo stato solido in uso. Osservando i risultati ottenuti notiamo ancora una volta le ottime potenzialità messe a disposizione dal nuovo standard di trasmissione. Collegando il drive alla porta USB 3.1 presente sulla nostra scheda madre (ASRock Z170 OC Formula), infatti, raggiungiamo prestazioni velocistiche in lettura e scrittura sequenziale prossime a quelle ottenibili con una connessione Serial ATA, pari ad oltre 560MB/s in lettura e 330MB/s in scrittura.

Leggermente più limitati, ma pur sempre di buon livello, i valori ottenuti in USB 3.0 con protocollo UAS (USB Attached SCSI), circa 445MB/s in lettura e poco più di 330MB/s in scrittura. Ancora non particolarmente brillanti le prestazioni ottenute sfruttando il tradizionale protocollo BOT, con il quale il Corsair Force LS si ferma a valori non molto distanti dai 250MB/s.

{jospagebreak_scroll title=Benchmark Sintetici – ATTO Disk Benchmark:}


Benchmark Sintetici – ATTO Disk Benchmark:


ATTO Disk Benchmark è un programma molto semplice da utilizzare che consente di effettuare una serie di misurazioni sull’unità selezionata, che sia un disco rigido, una PenDrive oppure un SSD, al fine di verificarne le performance.

E’ sufficiente eseguire il programma, scegliere il drive da testare e cliccare sul pulsante“Start”. ATTO comincerà a misurare le prestazioni del disco con file di dimensioni diverse, da molto piccoli a molto grandi (sia lettura che in scrittura).


Standard Benchmark


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ATTO-Lettura

ATTO-Scrittura

In questo test viene evidenziata l’utilità della memoria cache a servizio del controller Phison di ultima generazione impiegato da Corsair sul Force LS da 240GB. Lo standard di trasmissione USB 3.1 Gen.2 riesce ancora una volta a garantire le migliori prestazioni velocistiche, sia in lettura che in scrittura, raggiungendo valori non molto distanti da quelli ottenibili collegando il drive in una tradizionale porta Serial ATA a 6Gb/s, pari a poco meno di 570MB/s in lettura e 335MB/s in scrittura.

Collegando il Corsair Force LS in una classica USB 3.0, nel nostro caso gestita in maniera nativa dal nuovo PCH Intel Z170 Express, notiamo prestazioni del tutto simili in scrittura (superiori ai 330MB/s), mentre sensibilmente inferiori in lettura, dove l’unità si stabilizza a valori di poco superiori ai 460MB/s. Questi risultati sono ovviamente ottenuti utilizzando il protocollo UAS (USB Attached SCSI), capace di sfruttare in maniera ottimale tutto il potenziale offerto dallo standard USB 3.0. Facendo uso del più tradizionale protocollo BOT otteniamo ancora una volta valori nettamente inferiori.

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Benchmark Sintetici – Anvil’s Storage Utilities:


Anvil’s Storage Utilities è un software scritto da un giovane ed intraprendente programmatore norvegese, molto semplice da utilizzare ed è un potente strumento progettato al fine di fornire un mezzo di valutazione delle prestazioni dei Solid State Drive o Hard Disk Drive.

Per l’esecuzione dei nostri test ci siamo basati sulle impostazioni di default, ovvero quelle selezionate all’installazione del software, con una base di dati comprimibili e non comprimibili.

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Anvils-Access-IOPS-Lettura

Anvils-Access-IOPS-Scrittura

Anvils-Access-Time-Lettura

Anvils-Access-Time-Scrittura

Anvils-Access-Transfer-Lettura

Anvils-Access-Transfer-Scrittura

Anche questo programma mette senza dubbio in evidenza le qualità dell’unità allo stato solido in uso, nonché le potenzialità del nuovo standard di trasmissione USB 3.1, che ancora una volta registra i migliori risultati e non fa sentire la mancanza di una tradizionale connessione Serial ATA. Sia in lettura che in scrittura sequenziale, infatti, vengono agevolmente superati, rispettivamente, i 500MB/s e i 310MB/s. Anche questa volta le prestazioni in USB 3.0 utilizzando il protocollo UAS risultato sensibilmente inferiori per lo più in lettura, dove l’unità si avvicina ai 425MB/s.

Nella scrittura, al contrario, le prestazioni appaiono abbastanza simili, oltrepassando anche in questa occasione i 310MB/s. Come di consueto limitate le performance ottenute con protocollo BOT, con il quale il drive mostra evidenti limitazioni, soprattutto nel trattamento di file di ridotte dimensioni. Buoni anche questa volta i tempi di accesso registrati, sia per quanto riguarda l’utilizzo del nuovo standard USB 3.1 e sia per il precedente USB 3.0 con protocollo UAS.

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Benchmark Reali – Trasferimento di file:


Oltre che con i tradizionali benchmark sintetici abbiamo deciso di osservare il vantaggio del nuovo standard di trasmissione USB 3.1 anche in uno scenario di utilizzo reale e certamente più frequente, ovvero il trasferimento di file sequenziale.

Per farlo abbiamo utilizzato due diversi pacchetti di file, opportunamente preparati per l’occasione. Il primo, composto esclusivamente da filmati, per un peso totale di circa 50GB (composto da 116 file suddivisi in 26 cartelle), mentre il secondo, composto esclusivamente da file musicali, per un totale di circa 10GB (2.000 file suddivisi in 121 cartelle).

Nei grafici che seguono andremo a riportare il tempo, espresso in secondi, impiegato per portare a termine il trasferimento di questi pacchetti dal drive USB verso un SSD interno Serial ATA (anche in questo caso un Corsair Force LS da 240GB) e viceversa.

Trasferimento-File-Lettura

Trasferimento-File-Scrittura

È altresì innegabile che in un mondo sempre più frenetico come il nostro, lo scarso tempo a disposizione è senza dubbio uno dei problemi con cui bene o male tutti prima o poi dobbiamo fare i conti. Di conseguenza, risparmiare anche pochi secondi nel portare a termine le operazioni più comuni e frequenti, come il normale trasferimento di file, non può che essere cosa gradita.

Lo spostamento dei pacchetti di file di riferimento dal nostro SSD Serial ATA verso il drive esterno connesso alla porta USB 3.1 (gestita dal controller ASMedia ASM1142 implementato sulla scheda madre) necessita di 34 secondi e 158 secondi, rispettivamente per la serie di file musicali e quella contenente filmati.

Lo spostamento opposto, ovvero dal drive USB 3.1 verso l’SSD Serial ATA è come prevedibile leggermente più rapida, impiegando 28 secondi per il pacchetto contenente filmati e 149 secondi per quello composto da file musicali. Non molto differenti i tempi impiegati collegando il drive in USB 3.0 con protocollo UAS, segno che siamo prossimi alle massime potenzialità del disco utilizzato (Corsair Force LS 240GB). Sensibilmente maggiori, invece, i tempi necessari al completamento dell’operazione collegando il drive in USB 3.0 con protocollo BOT classico.

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Conclusioni:


Quest’oggi vi abbiamo voluto proporre un articolo un po’ particolare, mostrandovi una soluzione indubbiamente interessante per poter sfruttare la nuova interfaccia di trasmissione USB 3.1, presente ormai sulla maggior parte delle recenti schede madri per sistemi desktop.

Il costo sempre più contenuto delle unità allo stato solido tradizionali Serial ATA, unito alla facile reperibilità delle più disparate tipologie di adattatori, infatti, rende sempre più allettante la possibilità di avere a disposizione unità di memorizzazione facilmente trasportabili e contraddistinte da prestazioni in lettura e scrittura davvero elevate.

Le potenzialità messe a disposizione dal nuovo standard di trasmissione sono, come visto, indubbiamente notevoli e permettono di sfruttare nel migliore dei modi le qualità delle unità SSD. Con il nostro drive Corsair Force LS da 240GB, infatti, abbiamo raggiunto valori non molto distanti da quelli ottenibili facendo uso di una tradizionale porta Serial ATA.

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Nonostante i valori ottenuti siano già di per sé più che soddisfacenti è doveroso precisare che l’USB 3.1 Gen.2 è in grado di garantire velocità di trasferimento ancor più elevate. Come abbiamo osservato nel corso di alcuni nostri articoli precedenti, infatti, facendo uso di una soluzione proprietaria messa a punto dal noto produttore taiwanese ASRock (1352 USB 3.1 RAID Card) siamo riusciti a raggiungere velocità sequenziali prossime agli 800MB/s sia in lettura che in scrittura, utilizzando due unità SSD in configurazione RAID 0.

Dopotutto la maggiore efficienza del nuovo standard consente di ridurre drasticamente l’overhead addirittura al di sotto del 5%, permettendo di sfruttare quasi pienamente l’elevata larghezza di banda a disposizione, pari a ben 10Gbps.


Si ringrazia 056-corsair-vengeance-lpx-ddr4-logo_finale per il sample fornitoci per la stesura di questo nostro articolo.

Gianluca Cecca – delly – Admin di HW Legend

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