Sapphire Pure Black P67 Hydra

Copertina1Pochi giorni fa abbiamo analizzato la soluzione Sapphire per piattaforma LGA-1366, destinata alla prima generazione di processori Core i7 900 Series, ovvero la Pure Black X58, una scheda madre indirizzata alla fascia enthusiast del mercato e caratterizzata da un’ottima qualità e caratteristiche tecniche all’avanguardia.

Nella recensione odierna, invece, ci occuperemo della proposta dedicata alla nuova piattaforma Intel Sandy Bridge LGA-1155, dotata del nuovo chipset Intel P67 Express.


Introduzione:

Stiamo parlando della Pure Black P67 Hydra. Questo prodotto, come vedremo, riprende la maggior parte delle caratteristiche di rilievo già viste nella Pure Black X58, superando però uno dei principali limiti della piattaforma Sandy Bridge, ossia il ridotto quantitativo di linee PCI-E gestite dal processore. Questo è stato possibile grazie all’adozione del chipset LucidLogix Hydra200, che, fra le altre cose, consente la creazione di configurazioni Multi-GPU avanzate di tipo misto.

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Sapphire Technology LTD, da oltre dieci anni mantiene fede al proprio impegno di fornire prodotti di concezione avanzata ricchi di funzionalità. Grazie al fermo proposito di raggiungere l’eccellenza nei propri prodotti, l’azienda ha ottenuto le certificazioni ISO9001 e ISO14001, a riconoscimento, e garanzia per il cliente,  del costante impegno nel vendere unicamente componenti della migliore qualità. Nel Giugno  del 2001, è diventata un punto di riferimento per le schede grafiche ATI in tutto il mondo, progettando, producendo e distribuendo la gamma più completa. Oltre a questo, l’azienda progetta e produce anche schede madri e alimentatori con certificazione 80Plus.

L’azienda non accetta compromessi sulla qualità costruttiva del prodotto finale. Tutti i suoi prodotti sono sottoposti a un controllo rigoroso da parte degli ingegneri, al fine di garantire un alto livello qualitativo dei propri prodotti. Uno dei suoi punti di forza è la formazione di un team all’avanguardia pronto a elaborare nuove soluzioni tecniche adatte per ogni segmento di mercato.

Ulteriori informazioni le trovate sul sito Sapphire Technology LTD.

{jospagebreak_scroll title=Intel P67 Express Chipset:Caratteristiche Tecniche&heading=Introduzione:}

Intel P67 Express Chipset: Caratteristiche Tecniche

La Sapphire Pure Black P67 Hydra, come intuibile dal nome, adotta il nuovo Chipset Intel P67 Express, espressamente sviluppato per garantire pieno supporto agli ultimi processori Sandy Bridge a 32nm su Socket LGA-1155, destinati a coprire la fascia media del mercato.

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Come vediamo chiaramente dallo schema, il Chipset P67 Express, prevede un’architettura a singolo chip, resa possibile grazie all’integrazione, direttamente all’interno della CPU, sia del Controller PCI-Express e sia del Memory Controller.

Quest’ultimo è di tipo Dual-Channel, certificato per supportare appieno moduli di memoria di tipo DDR3, operanti fino alla frequenza di 1333MHz.

Le linee PCI-Express 2.0, gestite direttamente dal controller integrato nella CPU, sono in totale 16. Sarà quindi possibile realizzare sistemi Multi-VGA (NVIDIA SLI o AMD CrossFireX) in configurazione 8x/8x.

Il P67 è collegato al processore per mezzo di un Link DMI da 20Gb/s, e si occupa di fungere da bridge fra la CPU e i vari controller integrati e non.

Intel ha incluso al suo interno anche un Controller SATA in grado di gestire fino ad un massimo di 6 canali, di cui quattro di tipo SATA 3Gb/s e due SATA di terza generazione a 6Gb/s, pienamente compatibili con le tecnologie RAID di tipo 0, 1, 5 e 10.


Attenzione!!

Intel, poco dopo il lancio della piattaforma Sandy Bridge, ha ufficializzato, a seguito di alcuni controlli di produzione, un problema che coinvolge proprio il controller SATA integrato. Il bug è purtroppo a livello hardware, quindi non risolvibile per mezzo di aggiornamenti software e quant’altro, e interessa alcuni lotti di chipset Cougar Point della serie 6 per Sandy Bridge, vale a dire P67 e H67.

Il problema, stando a quanto dichiarato dalla stessa Intel, affligge i soli canali SATA 3Gb/s e potrebbe portare, nel tempo, ad un progressivo degrado delle prestazioni del controller, con la possibilità di giungere fino alla totale interruzione della comunicazione tra la scheda madre e la periferica connessa.

Intel ha già avviato la produzione di chipset privi di questo problema, che saranno quindi disponibili a breve per i partner. Coloro che hanno già acquistato una scheda madre P67/H67, potranno richiederne la sostituzione con un prodotto revisionato (Step B3) non appena disponibile. Fino a quel momento è stato sconsigliato l’utilizzo dei canali SATA 3Gb/s in favore di quelli a 6Gb/s, non affetti dal bug.

N.B. Siamo stati rassicurati dal fatto che la Sapphire Pure Black P67 Hydra non sia afflitta dal sopra citato bug che affligge i chipset Cougar Point.


Oltre a quanto detto, il chipset P67 include un sottosistema Audio High Definition, un’interfaccia di rete Gigabit, ulteriori 8 linee PCI-Express 2.0 (la cui gestione è a discrezione del produttore) ed un Controller USB compatibile con lo standard 2.0, in grado di gestire fino a un massimo di 14 porte. La gestione di eventuali connessioni USB 3.0, qualora prevista dal produttore della scheda madre, dovrà quindi essere affidata a controller esterni dedicati.

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Lucid Hydra200 (LT24102) Chipset: Caratteristiche Tecniche

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Prima di analizzare nel dettaglio la scheda madre giunta in redazione, riteniamo doveroso descrivere brevemente le caratteristiche, particolarmente interessanti, del chip Hydra200, che rappresenta l’attuale soluzione top di gamma di LucidLogix Technologies. A differenza del predecessore, Hydra100, questo nuovo chip è prodotto con processo produttivo a 65nm, supporta appieno lo standard PCI Express 2.0 e integra un processore RISC operante a 300MHz. Questo processore, che si occupa di controllare in tempo reale le operazioni di switch del dispositivo, è dotato di 96 Kb di memoria cache, di cui 64 Kb dedicati alle istruzioni e 32 Kb dedicati, invece, ai dati.

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Sono tre i modelli sviluppati da LucidLogix appartenenti alla famiglia Hydra200. Le caratteristiche di base, che riassumiamo nella tabella che segue, sono le medesime. Le uniche differenze risiedono nel TDP, nelle dimensioni del chip e nel numero di linee PCI-E in entrata e in uscita.

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La Sapphire Pure Black P67 Hydra adotta il modello LT24102.

Per maggiori informazioni sui chip Hydra200 visitate pure il sito ufficiale del produttore, a questo indirizzo:

http://www.lucidlogix.com/products_hydra200.html

Grazie alla tecnologia di LugidLogix sarà possibile, quindi, “aggirare” i vincoli finora esistenti durante la creazione di configurazioni Multi-GPU, in particolar modo quelli che impedivano all’utente di affiancare schede grafiche di produttori e modelli differenti.

Sarà, infatti, il chip Hydra200 a occuparsi della gestione del carico di lavoro, suddividendolo tra le schede grafiche presenti nel sistema con il metodo SFR (Split Frame Rendering). Questo avverrà indipendentemente dal loro modello e marca.

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L’utente avrà la possibilità di scegliere fra tre diverse modalità d’uso, che vi elenchiamo e descriviamo brevemente:

N-Mode: permette di affiancare due schede grafiche NVIDIA. A differenza del normale SLi però potremo utilizzare due schede differenti, tra cui anche i modelli che non supportano nativamente lo SLi (ad esempio la GT240 etc.), inoltre non sarà necessario l’impiego del bridge di connessione tra le schede;

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A-Mode: analoga alla modalità N-Mode, ma con schede grafiche ATI. Sarà possibile anche in questo caso affiancare schede differenti. Questo dì per se non rappresenta una novità, poiché la tecnologia AMD già lo consente. La differenza è che in A-Mode potremo affiancare schede di diverse generazioni, come ad esempio una “vecchia” Radeon HD5000 con una nuova Radeon HD6000. Anche in questo caso il bridge di connessione tra le schede non è necessario;

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X-Mode: questa è la modalità sicuramente più interessante, poiché ci permette di affiancare schede grafiche ATI con schede NVIDIA e viceversa, anche in questo caso senza bisogno di alcun tipo di connessione tra le schede. La scheda video “principale”, di cui, quindi, saranno sfruttate maggiormente le caratteristiche (PhysX, CUDA, Stream etc.), sarà quella installata nel 1° Slot PCI-E, sarà poi il chip a gestire il carico di lavoro e a suddividerlo tra le schede.

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Va comunque precisato che sia il corretto funzionamento e sia le performance ottenibili, in tutte queste modalità, dipendono fortemente dal titolo in uso. Qualora questo non sia particolarmente ottimizzato per Hydra, le prestazioni potrebbero non essere brillanti. Inoltre nell’eventualità che il gioco desiderato non sia presente nella lista di compatibilità, la tecnologia Hydra non sarà attivata e quindi si sfrutterà una sola GPU. Dal pannello di controllo del driver Lucid è possibile aggiungere manualmente nuovi titoli, in modo da “forzare” l’attivazione di Hydra. In questo caso però dobbiamo considerare che non sono da escludersi problemi o malfunzionamenti, che potrebbero comunque portare all’utilizzo di una sola GPU con quello specifico titolo.

Nell’immagine seguente vi mostriamo come si presenta il pannello di controllo di Lucid una volta aperto:

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Come possiamo notare abbiamo la possibilità di abilitare un logo, che nel caso venga lanciata un’applicazione compatibile, e che quindi sfrutterà la tecnologia Hydra, verrà mostrato nell’angolo in alto a sinistra dello schermo, indicando anche la modalità in uso.

Oltre a quanto detto finora il chip Hydra200 supporta anche funzionalità multi-monitor avanzate. Indipendentemente dalla modalità in uso (A/N/X-Mode), infatti, ogni scheda grafica installata sarà in grado di gestire da uno a due monitor e permetterà quindi, ad esempio, di divertirsi con il proprio gioco 3D preferito sul primo monitor, e contemporaneamente vedersi un film in HD sul secondo. Anche in questo caso le possibilità sono molteplici, di seguito vi mostriamo qualche esempio:

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Abbiamo eseguito alcune prove di questa interessante tecnologia, nella modalità certamente più interessante, vale a dire l’X-Mode. La scelta delle schede grafiche è caduta su una GeForce GTX580 e una Radeon HD6970, rispettivamente le top di gamma single GPU di NVIDIA e AMD. Abbiamo utilizzato gli ultimi driver a disposizione in versione ufficiale. Nel grafico che segue, i risultati da noi ottenuti:

Come possiamo osservare, non tutti i titoli hanno beneficiato, in maniera tangibile, dell’attivazione della tecnologia HydraLogix, probabilmente poiché non ottimizzati per sfruttarne le potenzialità.

Consigliamo quindi di verificare con regolarità, al seguente indirizzo, la presenza di eventuali aggiornamenti software, in modo da sfruttare sempre al meglio questa interessante tecnologia.

http://www.lucidlogix.com/driverdownloads.html

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Confezione e Bundle

La Pure Black P67 Hydra è giunta in redazione all’interno della confezione originale prevista dal produttore. Questa ha un design moderno e curato in cui predominano i colori argento e nero. Nella parte frontale, trovano posto il nome del prodotto e alcune tra le caratteristiche di maggiore importanza, quali la presenza di un controller Bluetooth On-Board, il supporto alle tecnologie Multi-GPU, grazie all’adozione del Chipset Lucid Hydra200, e agli standard USB 3.0 e Serial ATA 3 a 6Gb/s. Nella parte posteriore, invece, troviamo una descrizione un po’ più approfondita delle varie caratteristiche oltre che l’elenco dettagliato del contenuto.

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Una volta aperta la confezione troviamo il bundle fornito, non particolarmente ricco, composto da:

  • 1x CD-Rom Driver e Software;
  • 1x Manuale d’Istruzioni;
  • 6x Cavetti SATA;
  • 1x Mascherina Posteriore I/O.

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{jospagebreak_scroll title=La Scheda:}

La Scheda

La Pure Black P67 Hydra appare solida e ben costruita. Il Form-Factor è conforme allo Standard ATX (30.5×22.5cm) e i colori predominanti sono il nero e il blu, che conferiscono al prodotto una certa eleganza unita ad una buona dose di aggressività.

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Come vediamo il layout è molto pulito e ben ordinato. Possiamo notare il nuovo Socket LGA-1155, in grado di ospitare tutti i nuovi processori Intel i3, i5 e i7 Sandy Bridge. La zona socket è molto ordinata e libera, caratteristica che facilita l’impiego di dissipatori voluminosi oppure, in caso di overclock estremi, la coibentazione. Il meccanismo di fissaggio del processore è di produzione LOTES e il processo di cromatura al quale è stato sottoposto, contribuisce ad accrescere il livello qualitativo globale del prodotto.

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La circuiteria di alimentazione, impiegata da Sapphire, è composta di 6 Fasi dedicate alla CPU, 2 Fasi dedicate al VTT e 3 Fasi dedicate alle RAM. Le componenti utilizzate sono di ottima qualità, così da garantire un elevato livello di affidabilità, precisione e durata nel tempo, anche in condizioni di funzionamento fuori specifica. Togliendo il dissipatore è possibile ammirare il perfetto ordine con cui sono stati disposti.

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Il dissipatore è completamente in alluminio e di generose dimensioni, fissato alla piastra mediante l’uso di viti, ben più sicure delle tradizionali clip di plastica. Il contatto è garantito dall’utilizzo di un comune pad termico.

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Spostandoci verso destra troviamo i quattro slot per memorie di tipo DDR3 con supporto Dual-Channel, in grado di ospitare moduli con frequenze di 800/1066/1333/1600(OC)/1866(OC)/2133(OC). Il quantitativo massimo di memoria installabile è pari a 16GB.

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In prossimità degli slot per le memorie troviamo anche il connettore di alimentazione ATX 24 Poli, la Batteria Tampone, in posizione alquanto insolita e i Punti di lettura per tenere sotto controllo le tensioni operative reali di tutti i componenti vitali.

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Le possibilità di espansione sono garantite da due slot PCI tradizionali, di colore nero, e ben quattro slot PCI-Express 2.0, di tipo 16x meccanico. Di questi soltanto i primi tre di colore blu sono dedicati alle schede grafiche, in configurazione 16x/8x/8x, mentre il quarto slot, di colore grigio, è limitato ad un segnale elettrico 4x, e può essere utilizzato ad esempio per l’installazione di controller audio o dischi.

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La gestione di configurazioni Multi-GPU avanzate è gestita, come anticipato, dal chipset Hydra200 di LucidLogix. Nello specifico la scelta è caduta sul modello LT24102, in grado di gestire oltre due schede grafiche in parallelo, anche di tipo misto. Il chipset è localizzato tra il primo e il secondo slot PCI-Express 16x, ed è sormontato da un buon dissipatore di calore, fissato anch’esso alla piastra mediante viti.

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La scheda dispone anche di un connettore di alimentazione supplementare di tipo Molex, utile in caso di configurazione Multi-GPU particolarmente “esose” in termini energetici.

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Scendendo verso il basso notiamo la presenza di ben sette porte Serial ATA, di cui sei ruotate in modo da facilitare l’inserimento dei cavi e migliorare il “cable management”. La differente colorazione consente di identificarne il tipo. Le tre di colore nero sono di tipo tradizionale SATA2 a 3Gb/s, mentre le quattro porte di colore rosso, sono conformi allo standard di terza generazione SATA3 a 6Gb/s. La loro gestione è affidata al chipset Intel P67 Express e al controller aggiuntivo 88E9128 di Marvell. Ricordiamo che sono tutte configurabili in modalità singolo disco o RAID.

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In prossimità delle porte Serial ATA troviamo lo Speaker Integrato. Segnaliamo che la Pure Black P67 Hydra non dispone di porte Parallel ATA. Sarà quindi impossibile l’impiego di unità ottiche o dischi meno recenti.

Notiamo che il chipset Intel P67 Express è ricoperto da un dissipatore di calore in alluminio, con un’appariscente lamella metallica riportante il modello della scheda.

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Sempre nella parte bassa della scheda trovano posto i vari connettori per ventole e porte USB 2.0 e IEE1394 supplementari, i pulsanti Power, Reset, Clear CMOS, molto comodi nell’eventualità che la scheda sia utilizzata, ad esempio, su un banchetto da test, un utile Display a Segmenti LED, che oltre a segnalare eventuali problemi durante il funzionamento della macchina, visualizza la temperatura del processore in tempo reale, ed infine, uno Switch per la selezione dell’EEPROM BIOS, utile per recuperare la scheda madre in caso di errori di programmazione in fase di update o di corruzione dati del BIOS primario. La scheda, infatti, dispone di due EEPROM, una direttamente saldata al PCB e l’altra di tipo estraibile.

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La gestione dell’audio è affidata al chip Realtek ALC892, che offre supporto HD-Audio a 8 canali. In prossimità del chip troviamo i connettori supplementari per il collegamento sul pannello frontale del case e per l’SPDIF.

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L’interfaccia di rete Gigabit Ethernet è gestita da un controller prodotto da Marvell, precisamente il modello 88E8057, su bus PCIe per garantire piena banda a disposizione.

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Le due connessioni USB 3.0, poste nel pannello posteriore I/O sono gestite dall’ormai noto controller NEC D720200F1, senz’altro tra i più utilizzati dai vari produttori di schede madri.

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La scheda dispone anche di un controller Bluetooth 2.1 + EDR, prodotto da Atheros, precisamente il modello AR3011.

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Il pannello posteriore I/O è molto ricco, troviamo infatti:

  • 1x Porta PS/2 per tastiera e mouse;
  • 8x Porte USB 2.0;
  • 2x Porte USB 3.0;
  • 1x Porta Combo USB 2.0 / E-Sata;
  • 1x Uscita SPDIF Ottica;
  • 1x Uscita SPDIF Coassiale;
  • 1x Ricevitore Bluetooth;
  • 6x HD Audio Jack;
  • 1x RJ-45 LAN Port;
  • 1x Porta IEEE 1394.

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Per ulteriori informazioni visitate il sito ufficiale dedicata a questo prodotto:

http://www.sapphiretech.com/presentation/product/?leg=&psn=000102&pid=1046

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Uno sguardo al BIOS:

La Sapphire Pure Black P67 adotta un BIOS EFI 2.0 (Extensible Firmware Interface) di ultima generazione, prodotto da American Megatreands. La sua interfaccia è di tipo classico, meno accattivante di quella a cui ci hanno abituato la maggior parte dei produttori di schede madri basate su Intel P67, ma comunque molto chiara e di facile comprensione. Le varie sezioni sono accessibili con semplicità attraverso un menu posto nella parte superiore della schermata. Lo scorrimento tra le pagine, e i vari parametri, avviene tramite tastiera.

Ma ora andiamo a descrivere brevemente il significato delle varie sezioni, partendo dalla prima, denominata ”Main”, mostrata non appena si accede al BIOS, premendo il tasto F2.

In questa sezione troviamo varie informazioni sulla versione del BIOS presente, sul tipo di accesso in uso (utente o amministratore), sul quantitativo e frequenza della memoria di sistema, oltre che l’impostazione di Data e Ora.

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La seconda, identificata come “Performance” è senza ombra di dubbio quella più interessante, poiché ci consente di mettere mano a tutti i parametri vitali del sistema, quali Frequenze di funzionamento, Moltiplicatori, Voltaggi e Timings Memorie. Come vedremo dalle immagini, tutti i vari parametri sono ben ordinati e di facile comprensione, suddivisi in tre sotto-sezioni (CPU Configuration, Memory Configuration e Voltage Configuration).

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Entrando in CPU Configuration avremo a disposizione i parametri più importanti riguardanti il processore, quali la regolazione della frequenza di BCLK e del moltiplicatore, l’abilitazione dell’Intel Speedstep Technology, che permette la regolazione automatica della frequenza operativa del processore in relazione al carico di lavoro, l’attivazione delle funzionalità di risparmio energetico (C6 State), dell’Internal PLL, indispensabile per ottenere buoni risultati in overclock con processori Step B2, e l’impostazione avanzata della modalità Turbo Mode.

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In Memory Configuration, come facilmente intuibile, avremo accesso a tutti i parametri delle memorie di sistema, quindi frequenza di lavoro (impostabile per mezzo di moltiplicatori), latenze e profili X.M.P.

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L’ultima sotto-sezione, ma non meno importante delle precedenti, è identificata come Voltage Configuration. Al suo interno sarà possibile regolare, con estrema precisione, la tensione di alimentazione di tutte le componenti vitali del sistema.

Con questa nuova piattaforma sono stati introdotti alcuni nuovi acronimi per indicare la funzione di alcuni parametri. Troviamo, ad esempio, il “CPU IO Voltage” ed il “SA Voltage”. Il primo non è altro che il vecchio VTT/VQPI, ovvero la tensione applicata all’IMC Integrato nel processore. Il secondo, invece, fa riferimento al System Agent interno, e serve sostanzialmente, a fornire un quantitativo maggiore di alimentazione all’IMC Integrato e al controller PCI-Express.

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Passiamo ora alla terza sezione, denominata “Advanced”. Al suo interno troviamo elencate, in maniera del tutto ordinata, varie sotto-sezioni, che ci consentono di mettere mano alla configurazione delle linee PCI, della CPU, del Serial ATA, del risparmio energetico, oltre attivare/disattivare le varie periferiche integrate, quali ad esempio Controller USB 3.0, Gigabit LAN, IE1394, HD Audio e Bluetooth.

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Il sottomenù “PC Health Status” è veramente molto completo e permette di monitorare lo stato vitale del sistema, mostrando le temperature di CPU, dei Regolatori di Tensioni e della scheda madre, oltre che le varie tensioni di alimentazione (VCore, VDIMM, VTT, NB etc.). Sarà possibile, inoltre, programmare il funzionamento di quattro ventole tachimetriche, collegate alla scheda, in modo da trovare il giusto compromesso tra temperature e rumorosità.

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La quarta sezione, “Chipset”, permette di accedere ad alcuni parametri di NB e SB. Sarà possibile accedere alle impostazioni delle porte PCI-Express, allo stato di popolamento degli slot RAM, all’abilitazione/disabilitazione delle istruzioni VT-D e dell’HPET (High Precision Event Timer).

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Infine, le ultime tre sezioni, ovvero “Boot”, nella quale sarà possibile accedere alle impostazioni relative all’avvio della macchina, alle priorità delle varie periferiche e alla loro sequenza, “Security”, nella quale potremo inserire una Password per impedire l’accesso al BIOS e/o al Computer e agire sui livelli di accesso, ed “Save & Exit”, nella quale ci viene offerta la possibilità di salvare le modifiche finora fatte, oppure al contrario di uscire senza salvare o ripristinare le impostazioni predefinite.

Consigliamo ai possessori di questa scheda madre di verificare con regolarità, sul sito web del produttore, l’eventuale rilascio di nuove e migliorate versioni del BIOS.

http://www.sapphiretech.com/presentation/downloads/download_index_01.aspx?psn=0006

{jospagebreak_scroll title=Sistema di Prova e Metodologia di Test:}

Sistema di Prova e Metodologia di Test:

Nella tabella che segue vi mostriamo il sistema di prova utilizzato per i test di questa scheda madre:

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Tutti i test eseguiti sono stati ripetuti per ben tre volte, al fine di verificare la veridicità dei risultati. L’hardware è stato montato su di un banchetto di produzione DimasTech.

Le prove sono state condotte con l’obiettivo di analizzare le performance velocistiche della nuova piattaforma Intel, oltre che le potenzialità di overclock della scheda madre in oggetto.

Per questo motivo ci siamo basati su tre differenti livelli di overclock del processore/memorie, preventivamente testati, al fine di non incorrere in problemi causati dall’instabilità:

  • Livello 1: Processore alla frequenza di default di 3.4GHz, funzionalità Turbo attivata. Memorie impostate a 1333MHz con latenze pari a 9-9-9-24-1T.
  • Livello 2: Processore in overclock alla frequenza di 4.0GHz, impostando moltiplicatore a 40x e mantenendo inalterato il BCLK (100.0MHz). Memorie impostate a 1600MHz con latenze pari a 6-8-6-24-1T.
  • Livello 3: Processore overcloccato alla frequenza di 4.6GHz, impostando il moltiplicatore a 46x e mantenendo inalterato il BCLK (100.0MHz). Memorie impostate a 2133MHz con latenze pari a 8-9-8-24-1T.

Queste le applicazioni interessate, suddivise in tre tipologie differenti:

Prestazioni Rendering e Calcolo:

  • Cinebench 11.5 64bit;
  • POV Ray 3.6;
  • Blender 2.55b 64bit;
  • SuperPI 1.5Mod XS;
  • WPrime 1.55;
  • AIDA64 Extreme Edition.

Prestazioni Multimedia e Compressione:

  • WinRAR 4.0 Beta6 64bit;
  • 7-Zip 9.20 64bit;
  • X264 HD Benchmark 3.18;
  • PCMark 2005;
  • 3DMark 2006;
  • 3DMark Vantage;
  • 3DMark 11;

Prestazioni Giochi:

  • FarCry 2 – DX10;
  • Lost Planet 2 – DX11;
  • Resident Evil 5 – DX10;
  • Alien vs Predator – DX11.

Durante tutte le prove la scheda grafica è stata mantenuta alle frequenze di default (940/4600). Il sistema operativo è da intendersi privo di qualunque ottimizzazione particolare.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Rendering e Calcolo:}

Prestazioni Rendering e Calcolo:

Cinebench R11.5:

Maxon Cinebench R11.5 esegue test delle prestazioni mediante l’utilizzo combinato di calcoli matematici complessi. Il primo test riguarda le OpenGL, gli altri test effettuano il rendering di un’immagine, prima utilizzando un solo core del processore e successivamente tutti i core disponibili.

Nel grafico il punteggio finale del rendering con 1Core/1Thread e con 4Core/8Thread.

POV-Ray 3.6:

POV Ray è un programma per creare immagini tridimensionali. Vanta un motore per Ray Tracing tra i più avanzati. Sarà possibile creare immagini 3D, geometriche e non, di tipo foto realistico e di altissima qualità. La costruzione dell’immagine si ottiene mediante un linguaggio di programmazione di tipo matematico basato sulla geometria analitica nello spazio.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario al rendering della scena “Balcony.POV” alla risoluzione di 1600×1200 senza AntiAliasing.

Blender 2.55b:

Blender è un famoso programma (completamente Open Source) di modellazione 3D, animazione e rendering. Viene spesso utilizzato anche per il calcolo delle performance dei microprocessori.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario al rendering della scena “Flying Squirrel”.

SuperPI 1.5Mod XS:

Famoso programma di benchmark che calcola le cifre decimali del PI Greco, mostrando il tempo impiegato. E’ un buon indice delle prestazioni di CPU e RAM.

Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 1M, 8M e 32M.

WPrime 1.55:

Al pari del SuperPI, anche il WPrime è un ottimo indicatore delle performance di CPU e RAM, e finalmente in grado di sfruttare tutti i core a disposizione.

Nel grafico il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 32M e del 1024M.

AIDA64 Extreme Edition:

AIDA64 è un famoso programma che ci consente di tenere sotto controllo i punti vitali del nostro computer, quali temperature, voltaggi applicati e prestazioni. Al suo interno, infatti, troviamo numerosi test, utili per misurare, e comparare, le performance registrate dalle varie componenti (CPU, Memorie, HDD etc.).

Nel grafico i risultati riguardanti la Banda Passante delle Memorie e la loro Latenza.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Multimedia e Compressione:}

Prestazioni Multimedia e Compressione:

WinRAR 4.0 Beta6 64bit:

Famoso programma di compressione con il quale si misura la potenza della CPU nel comprimere un file campione restituendo il valore del dato compresso in KB/s (Rate).

7-Zip 9.20 64bit:

Noto programma di compressione/decompressione che al suo interno integra un Tool per la misura delle prestazioni della macchina. Anche in questo caso saranno riportati nel grafico quanti KB/s il sistema, e in particolar modo la CPU, sia in grado di comprimere/decomprimere.

X264 HD Benchmark 3.18:

Famoso Codec x264 grazie con il quale è possibile testare la potenza della propria CPU. Il suo funzionamento è basato sulla misurazione delle performance in termini di codifica video usando un filmato campione da trasformare in formato x264.

PCMark 2005:

Penultima versione del famoso benchmark di Futuremark, in grado di calcolare le performance generali del sistema, o dei singoli reparti (cpu, memoria, hard disk ecc.).

Nel grafico che segue il risultato complessivo ottenuto nelle Suite System e CPU.

3DMark 2006:

Il 3DMark06 è un programma di stress test principalmente per schede video, ma anche dell’intero PC. Infatti oltre a misurare le prestazioni del proprio computer con un punteggio finale, può essere utilizzato anche per controllare le temperature del sistema e per testare la stabilità in generale, anche a seguito di un overclock! La nuova versione deriva dal diretto predecessore e necessita di un hardware di ultima generazione per poter essere quanto più obiettivo possibile nel metro di giudizio (per esempio evitando frequenti swapping del disco durante le fasi di test ed andandone ad inficiare i risultati) . La maggior parte dei test grafici sono stati ripresi dal 3DMark05 ed ulteriormente potenziati in quanto a gravosità di elaborazione e nuove funzionalità implementate. La principale differenza con la passata edizione sta nell’importanza conferita alla potenza di elaborazione del processore. Questo si basa sulla consapevolezza che la potenza delle GPU sta crescendo nel recente periodo con un passo più lungo di quello delle CPU, per cui con maggiore frequenza troviamo applicazioni CPU limited. Inoltre vi è da considerare quanto importante sta divenendo la CPU per l’elaborazione degli algoritmi della fisica dei corpi, della logica di gioco, dell’intelligenza artificiale, ecc.. Da qui la necessità di introdurre un doppio test specificatamente incentrato su questa tipologia di calcoli. Il punteggio del 3DMark06 è quindi il risultato della considerazione di GPU e CPU assieme e tende a valutare più come una piattaforma di calcolo sopporti un gioco futuro che a confrontare sottosistemi grafici tra loro. Altra differenza sta nella risoluzione usata come standard dal test (1280×1024 anziché 1024×768) e nella maggiore importanza conferita allo SM3.0, che secondo la casa sarà sempre più adoperato dai programmatori nei prossimi titoli ludici. Il 3DMark06 arriva con un doppio test centrato sullo SM2.0 e altrettanti test sullo SM3.0 e sull’HDR (High Dynamic Range).

Il test è stato eseguito alla risoluzione nativa di 1280*1024 in DirectX 9.0c, è considerato sia il risultato complessivo sia il punteggio riferito alla singola CPU.

3DMark Vantage:

Il nuovo benchmark richiederà obbligatoriamente la presenza nel sistema sia di una scheda video con supporto alle API DirectX 10.

Il benchmark si compone di 4 distinti test, 2 incentrati sulla GPU e 2 sulla CPU. E’ possibile scegliere tra quattro preset configurati da Futuremark, caratterizzati da un livello di carico di lavoro differente così da meglio riprodurre lo scenario tipico di utilizzo del proprio sistema a seconda del tipo di configurazione Hardware in uso.

3DMark Vantage introduce per la prima volta il concetto di preset; mentre nelle versioni precedenti vi era una singola configurazione, il nuovo software consente di impostare la configurazione Entry, Performance, High e Extreme.

I test sono stati eseguiti sfruttando i seguenti preset: Entry, Performance e High. Nel grafico il punteggio complessivo ottenuto e il singolo punteggio riferito alla CPU.

3DMark 11:

Il nuovo benchmark richiederà obbligatoriamente la presenza nel sistema sia di una scheda video con supporto alle API DirectX 11. Secondo la software house Futuremark, i test sulla tessellation, l’illuminazione volumetrica e altri effetti usati nei giochi moderni rendono il benchmark moderno e indicativo sulle prestazioni “reali” delle schede video. La versione Basic Edition (gratuita) permette di fare tutti i test con l’impostazione “Performance Preset”. C’è un test, chiamato Audio Visual Demo, eseguibile alla risoluzione massima 720p. La versione Basic consente di pubblicare online un solo risultato. Non è possibile modificare la risoluzione e altri parametri del benchmark. 3DMark 11 Advanced Edition non ha invece alcun tipo di limitazione.

Il nuovo benchmark si compone di sei test, i primi quattro con il compito di analizzare le performance del comparto grafico, con vari livelli di tessellazione e illuminazione. Il quinto test non sfrutta la tecnologia NVIDIA PhysX, bensì la potenza di elaborazione del processore centrale. Il sesto e ultimo test consiste, invece, in una scena precalcolata in cui viene sfruttata sia la CPU, per i calcoli fisici, e sia la scheda grafica.

I test sono stati eseguiti in DirectX 11 nelle modalità Entry, Performance e Extreme.

{jospagebreak_scroll title=Prestazioni Giochi:}

Prestazioni Giochi:

FarCry 2:

Far Cry è uno sparatutto in prima persona sviluppato da Crytek e pubblicato da Ubisoft. Il giocatore vestirà i panni dell’ex membro delle forze speciali dell’esercito statunitense Jack Carver. Far Cry è passato però alla storia soprattutto grazie al suo motore grafico, il CryENGINE sviluppato da CryTek. All’epoca della sua uscita, infatti, la grafica di Far Cry era quanto di meglio si fosse mai visto, capace di riprodurre la vegetazione e, soprattutto, l’acqua, con una qualità al limite del fotorealismo. Le isole su cui ogni livello era ambientato erano gigantesche, ed il giocatore godeva di una libertà quasi assoluta, potendole esplorare come preferiva. Anche i nemici erano, all’epoca, i più intelligenti mai visti in uno sparatutto: per la prima volta gli avversari controllati dal computer non partivano alla carica come dei pazzi suicidi, e per la prima volta si vedevano nemici che tentavano di aggirare il giocatore e prenderlo alle spalle, e spesso ci riuscivano…

Le prove sono state effettuate con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:

Immagine_2

Lost Planet 2:

Lost Planet 2 è il seguito dello sparatutto in terza persona sviluppato e prodotto dalla Capcom. Basato sul motore grafico aggiornato MT-Framework 2.0 è ambientato 10 anni prima delle vicende di Lost Planet Extreme Condition. Teatro delle azioni sarà ancora una volta l’inquietante pianeta E.D.N. III, il cui glaciale paesaggio ha lasciato spazio ad intricate giungle con tanto di vegetazione e clima tropicale. La battaglia dei valorosi coloni contro i terribili Akrid continuerà a insanguinare le terre del travagliato corpo celeste…

Le prove sono state effettuate con il benchmark integrato (Test  B) usando i seguenti settaggi:

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Resident Evil 5:

La storia è ambientata circa 10 anni dopo i famosi accadimenti di Raccon City del primo episodio. Chris Redfield non è più membro della S.T.A.R.S. ma di una nuova organizzazione chiamata BSAA, e i suoi scopi non sono del tutto chiari, tanto che il personaggio in un primo momento sembra ambiguo, non si riesce a capire se combatta per il “bene” o per il “male”. L’azione prende piede in un paesaggio africano, un villaggio sorto in mezzo al deserto, dove il nostro eroe Chris si troverà ad indagare sui fatti misteriosi che vi sono accaduti. Appena arrivato, vi troverete ad avere a che fare con zombie dalla capacità intellettiva indubbiamente superiore rispetto agli altri mostri….. Il gioco supporta le DirectX 10.

Le prove sono state condotte usando il benchmark integrato (Test Fisso) con i seguenti settaggi:

Immagine_4

Aliens vs Predator:

La prima sensazione è di disorientamento: l’Alien ha visione grandangolare e può cadere da altezze indicibili senza il minimo danno ma, soprattutto, può camminare (e correre) sulle pareti e ciò cambia sensibilmente il modo in cui affrontare i quadri. All’inizio non è facile muoversi con scioltezza e rapidità passando da una parete verticale ad un soffitto come se nulla fosse; dopo pochi minuti iniziamo “a prenderci gusto”…Ecco un marine, un colpo di artigli in corsa ed il marine è morto. Facile. Ecco un altro marine, ci vede, gli corriamo incontro, ha il lanciafiamme. Bruciamo assieme. Ed ora il Predator……

Le prove sono state condotte usando i seguenti settaggi:

Immagine_5

{jospagebreak_scroll title=Overclock:}

Overclock:

La Pure Black P67 Hydra si è comportata abbastanza bene anche sul fronte overclock. Con il BIOS originariamente presente nel sample in nostro possesso (versione 036), abbiamo riscontrato alcuni problemi, soprattutto in fase di avvio, che ci obbligavano necessariamente a procedere con Clear CMOS, per avere modo di entrare nuovamente nel BIOS e modificare le impostazioni. Aggiornando all’ultima versione disponibile sul sito del produttore, la 058, la situazione è leggermente migliorata, ma siamo ancora lontani dalla “perfezione”.

Dopotutto non potevamo certo pretendere la perfezione già dalla prima release del BIOS, ma sapere che si è comunque sulla buona strada fa molto piacere.

Passiamo ora alle nostre prove. La ricerca della massima frequenza di BCLK, ci ha condotto sino a un buon 104.75MHz, valore in linea con la maggior parte dei prodotti concorrenti dotati del medesimo chipset.

Non sono stati necessari settaggi particolari, le tensioni sono state quasi lasciate a default all’interno del BIOS, siccome, seppur incrementandole non abbiamo riscontrato miglioramenti rilevanti. In queste condizioni il sistema si è dimostrato pienamente stabile e in grado di chiudere senza alcun problema qualsiasi benchmark sintetico o gioco.

FOTO_P67_-_082

A dimostrazione del risultato raggiunto vi mostriamo il validate di CPU-Z. Precisiamo che la tensione riportata dal programma non è corretta.

FOTO_P67_-_083

Validate.

La massima frequenza raggiunta stabilmente dal nostro processore, servendoci di un semplice dissipatore ad aria (Arctic Freezer 7 Pro), è stata di circa 5.200MHz, impostando il moltiplicatore a 52x. Consideriamo questo risultato decisamente buono, poiché in queste condizioni siamo riusciti a chiudere qualsiasi benchmark che abbiamo provato ad eseguire, il tutto con buone temperature.

Di seguito gli screen di alcune prove svolte:

FOTO_P67_-_084    FOTO_P67_-_085

A dimostrazione del risultato raggiunto vi mostriamo il validate di CPU-Z. Precisiamo che la tensione riportata dal programma non è corretta.

FOTO_P67_-_086

Validate.

Infine ricordiamo che, Sapphire, nella dotazione di questa scheda, fornisce una comoda utility, di nome TriXX, attraverso la quale sarà possibile monitorare i parametri principali di funzionamento, e regolare manualmente le varie impostazioni di frequenze e tensioni, direttamente all’interno del sistema operativo. Il programma una volta eseguito, si presenta molto ordinato e di semplice gestione.

FOTO_P67_-_087

{jospagebreak_scroll title=Conclusioni:}

Conclusioni:

hw-legend-silver

Prestazioni/Overclock:quattro_mezzo
Rapporto Qualità/Prezzo:quattro_mezzo
Rumorosità/Consumi:cinque
Giudizio Complessivo:cinque

Sapphire, con questa Pure Black P67 Hydra, ha dimostrato di essere pienamente in grado di “sfornare” un prodotto di assoluto livello, e dalle ottime potenzialità. La scheda è veramente ben progettata, a cominciare dal layout e dai componenti impiegati, sino ad arrivare alle varie feature “extra”, quali i punti di lettura dei voltaggi, il doppio BIOS, il Bluetooth Integrato e il supporto alle recenti tecnologie USB 3.0 e SATA3 a 6Gb/s.

L’adozione del chip LucidLogix Hydra200 consente di sopperire all’unico vero punto debole della nuova architettura Intel Sandy Bridge, ovvero il limitato quantitativo di linee PCI-Express gestite dal processore.

Con la tecnologia proprietaria HydraLogix, sarà possibile, inoltre, oltrepassare qualsiasi “vincolo” nella configurazione di sistemi dotati di più schede grafiche operanti in parallelo. Non saremo limitati, infatti, ai classici SLI e CrossFireX, ma potremo addirittura affiancare le soluzioni di entrambe le aziende, in una modalità mista, denominata X-Mode. Come abbiamo avuto modo di osservare, nel corso della recensione, le performance ottenibili sfruttando questa interessante tecnologia sono fortemente dipendenti dal titolo in uso e dal livello di ottimizzazione dei driver.

Le prestazioni, anche in overclock, sono molto convincenti, e perfettamente in linea con quelle registrate dai prodotti concorrenti dotati del medesimo chipset.

Il BIOS, al momento il vero e unico punto debole di questo prodotto, è ancora abbastanza “acerbo”, ma è certamente destinato a maturare col tempo, di questo siamo abbastanza fiduciosi, dopotutto questa è la prima vera “prova” dell’azienda sulla nuova piattaforma Sandy Bridge.

La Pure Black P67 Hydra, è proposta al pubblico ad un prezzo medio di circa 230€ Iva Compresa, cifra certamente non delle più basse, ma comunque giustificata dalle caratteristiche tecniche e dalle potenzialità del prodotto.

Pro:

  • Ottima scelta dei componenti;
  • Ottimo layout e qualità costruttiva;
  • Doppio BIOS;
  • Ottime prestazioni, anche in overclock;
  • Supporto MultiGPU avanzato grazie al chip LucidLogix Hydra200;
  • Presenza di Punti di Lettura on-board;
  • Modulo Bluetooth Integrato;

Contro:

  • BIOS ancora “acerbo”.

Si ringrazia Sapphire per il sample fornitoci.

Staff di HW Legend

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