BIOSTAR H610MH D5 – Intel H610 Chipset – LGA-1700


Nell’articolo che vi proponiamo nella giornata odierna andremo ad osservare una delle ultime proposte realizzate dalla taiwanese BIOSTAR, nello specifico la scheda madre H610MH D5, una soluzione entry-level in formato Micro-ATX contraddistinta da interessanti caratteristiche tecniche e funzionalità, perfetta per la realizzazione di sistemi compatti pur senza rinunciare alle prestazioni e alla versatilità. Il prodotto, come intuibile dalla nomenclatura, adotta il PCH H610 Express di Intel, privo di funzionalità dedicate all’overclocking, ma capace di assicurare pieno supporto verso le soluzioni Intel di classe mainstream di dodicesima e di tredicesima generazione con TDP massimo pari a 65W, meglio note, rispettivamente, con i nomi in codice Alder Lake-S e Raptor Lake-S, oltre che moduli di memoria ad elevate prestazioni DDR5 con frequenza di clock massima pari a 2.400MHz (4.800MT/s). Non ci resta che augurarci che la lettura sia di vostro gradimento!

BIOSTAR H610MH D5 – Intel H610 Chipset – LGA-1700 – Recensione di Gianluca Cecca | delly – Voto: 5/5



BIOSTAR Microtech International Corp, più comunemente nota come BIOSTAR, fondata nel 1986, è una delle più affermate aziende taiwanesi specializzate nella produzione di schede madri, video e soluzioni per computer aziendali.

Durante i primi anni, l’azienda si concentrò nella produzione di schede madri con fattore di forma XT, ottenendo un discreto successo. Tuttavia, per mantenere una certa competitività, in un settore in quegli anni in costante crescita, fu necessario investire buona parte del capitale nella progettazione e nello sviluppo di nuovi prodotti, atti a soddisfare qualsiasi tipologia di utenza, anche la più esigente.

BIOSTAR fu tra i primi produttori di schede madri ad introdurre nei suoi prodotti la possibilità di agire sulle frequenze operative e sulle tensioni di alimentazione, ottenendo così la “simpatia” da parte di molti appassionati e overclocker di tutto il mondo. Tra i prodotti di maggior prestigio dell’azienda non possiamo non menzionare la nota linea T-Series, espressamente sviluppata per dare il meglio di sé in condizioni di lavoro estreme.

Nel mese di ottobre del 2008, BIOSTAR entra meritatamente nella Top20 della classifica “Taiwan Global Brand”, con un valore stimato di ben 46 Milioni di dollari. Maggiori informazioni le trovate sul sito web BIOSTAR.

[nextpage title=”PCH Intel Serie 600: Principali Caratteristiche Tecniche e Novità”]


Come di consueto, in concomitanza con il debutto di una nuova architettura Core, è abitudine di Intel presentare anche una nuova linea di PCH, in questo caso appartenenti alla Serie 600 ed espressamente pensati per offrire pieno supporto verso i nuovissimi microprocessori di dodicesima generazione, meglio noti con il nome in codice “Alder Lake” e sviluppati con l’avanzato processo produttivo a 10 nanometri denominato Intel 7.

Se con le passate generazione eravamo abituati ad assistere ad interventi marginali a livello architetturale e leggeri aumenti della frequenza di clock resi possibili dall’affinamento del processo produttivo, in quest’occasione ci troviamo dinanzi ad un cambiamento del tutto radicale, nel quale per la prima volta in ambito desktop, l’azienda americana va a proporre un’architettura di tipo ibrido ad elevate prestazioni, ovvero contraddistinta dalla presenza di core di diverso tipo all’interno della medesima CPU.

Oltre a questo debuttano tutta una serie di tecnologie atte a rendere la nuovissima piattaforma mainstream di Intel un vero e proprio punto di riferimento, in quanto a completezza e innovazione. Ci riferiamo, ovviamente, al pieno supporto verso il nuovissimo standard PCI-Express Gen 5.0, capace di assicurare una bandwidth doppia rispetto a quanto offerto dalla quarta generazione, oltre che ai nuovissimi moduli di memoria ad elevate prestazioni DDR5.

Appare quindi innegabile che, a differenza di quanto avvenuto più volte in passato, l’introduzione di un nuovo socket di connessione ha rappresentato in quest’occasione un passo del tutto obbligato, al fine di assicurare la corretta alimentazione e il pieno supporto verso queste ultime e innovative soluzioni. Si passa quindi dal socket LGA-1200 al nuovissimo socket LGA-1700, contraddistinto da dimensioni sensibilmente superiori e da un formato rettangolare.

Tuttavia, nonostante il nuovo socket di connessione sia oltre 7mm più lungo rispetto al precedente (la larghezza al contrario è invariata), il miglior sfruttamento dello spazio messo a disposizione dal meccanismo di ritenzione consente di mantenere ingombri pressoché simili. Grazie a questo aspetto, numerose soluzioni di raffreddamento da tempo sul mercato possono essere facilmente adattate per l’utilizzo sulla nuova piattaforma.

Tornando ai nuovi PCH, come di consueto, appare ancora una volta più che buona la differenziazione in relazione alle caratteristiche e alle funzionalità offerte, spaziando da modelli meno completi e di conseguenza più economici, come il B660, l’H610 e l’H670, indubbiamente idonei all’utilizzo in soluzioni a basso costo e di più ridotte dimensioni, fino ad arrivare ai modelli più avanzato, i top di gamma Q670 e Z690, pensati per la realizzazione di soluzioni rivolte ad un’utenza più esigente che necessita di maggiori funzionalità, come il supporto all’overclocking, a configurazioni Multi-GPU o alla realizzazione di sistemi commerciali basati su piattaforma vPro.

Facendo un rapido confronto con il precedente modello di punta di pari fascia, ovvero il PCH Z590 Express, le novità introdotte non possono essere definite sostanziali, ma sicuramente più che tangibili. Per quanto riguarda le funzionalità di rete viene previsto il supporto Ethernet opzionale da 2.5Gbps e Wi-Fi 6E integrato (802.11ax). Tra le varie funzionalità esclusive viene ad esempio mantenuto il pieno supporto alle soluzioni Intel Optane, basate sull’innovativa tecnologia di memoria 3D XPoint, sviluppata dal colosso di Santa Clara in stretta collaborazione con Micron con l’obiettivo di combinare i punti di forza delle prestanti memorie NAND Flash con quelli tipici delle più tradizionali SDRAM.

In questa maniera sarà possibile la realizzazione di soluzioni contraddistinte da una capacità di archiviazione ben più elevata rispetto agli standard attuali, pur senza rinunciare alla bassa latenza, notevoli prestazioni velocistiche e soprattutto a costi sensibilmente inferiori. Nel diagramma che segue vi mostriamo la struttura del nuovo modello di punta della linea, per l’appunto lo Z690 Express:

Come vediamo dal diagramma della nuova piattaforma, i nuovi microprocessori mantengono un Memory Controller Integrato (IMC) di tipo Dual Channel, prevedendo però una sostanziale novità, vale a dire il pieno supporto verso i nuovissimi moduli di memoria ad elevate prestazioni DDR5. Il supporto verso i “vecchi” moduli di memoria DDR4 viene mantenuto, ma non troveremo schede madri in grado di ospitare entrambe le tipologie di memoria, o l’una o l’altra. Sarà quindi necessario prestare attenzione durante la scelta della scheda madre, leggendo con attenzione la tipologia di memoria supportata. Nel caso delle DDR4 la massima frequenza certificata raggiunge quota 3.200MHz, assicurando una bandwith massima teorica pari a 51.2GB/s, mentre per le nuove soluzioni DDR5 è prevista la certificazione per una frequenza massima di 4.800MHz, che corrispondono ad una bandwidth di ben 76.8GB/s.

Importante novità anche per quanto riguarda il Controller PCI-Express integrato nel microprocessore, sempre in grado di gestire un massimo di 20 linee PCI-Express, ma 16 delle quali, questa volta, sono conformi al nuovo standard Gen 5.0, e quindi capaci di assicurare una banda doppia rispetto alla precedente generazione (32GT/s contro 16GT/s). Sarà quindi possibile, qualora la propria scheda madre preveda degli slot necessari, realizzare sistemi Multi-GPU (NVIDIA SLI o AMD CrossFireX) in configurazione x8/x8, oppure un eventuale futura unità allo stato solido ad elevate prestazioni compatibile.

Il PCH è sempre collegato al microprocessore per mezzo di un Link DMI (Direct Media Interface) che si occupa di fungere da bridge fra la CPU stessa e i vari controller integrati e non. Con il nuovo DMI 4.0 vengono sfruttate ben otto linee PCI-Express 3.0 al fine di incrementare ulteriormente l’efficienza eliminando qualsiasi collo di bottiglia. Ne consegue una banda raddoppiata rispetto alla passata generazione, raggiungendo quota 16GT/s.

Oltre a quanto detto, il nuovo Intel Z690 Chipset, include un sottosistema Audio High Definition, un’interfaccia di rete Gigabit e niente meno che ulteriori 28 linee PCI-Express, di cui 16 di tipo Gen 3.0 e 12 di tipo Gen 4.0, la cui gestione è completa discrezione del produttore della scheda madre. Appare innegabile una flessibilità indubbiamente maggiore rispetto al passato e sarà di conseguenza del tutto lecito attendersi soluzioni provviste di molteplici interfacce di collegamento M.2 PCI-Express oppure SATA Express, anche in configurazione mista, a supporto delle più prestanti unità di SSD di nuova generazione presenti sul mercato.

La gestione delle connessioni video (ora fino a quattro display indipendenti) è ancora completamente a carico del microprocessore e non più del PCH stesso come avveniva nei modelli precedenti alla serie 9. Mantenuto il pieno supporto non soltanto alla risoluzione 4K UHD, ma anche all’HDR (High Dynamic Range) ed alla profondità colore a 10bit.

I nuovi PCH della Serie 600 sono in grado di garantire il supporto nativo verso lo standard Thunderbolt 4 tramite connessione USB Type-C, vantando la piena compatibilità verso tutte le specifiche del protocollo USB4. Rispetto alla passata generazione non viene incrementata la velocità di trasferimento (come al contrario avvenuto dalla seconda alla terza generazione), restando ancorati a quota 40Gb/s, ma verrà potenziato l’intero ecosistema, offrendo per la prima volta dock provvisti di ben quattro porte Thunderbolt e definendo uno standard universale per quanto riguarda il cavo, per il quale è prevista una lunghezza massima di 2 metri. Ricordiamo che lo standard Thunderbolt consente, tramite una singola connessione USB Type-C, il passaggio di dati, video e alimentazione.

Specifiche del genere appaiono più che sufficienti per gestire, ad esempio, una soluzione grafica discreta esterna (molto in voga in ambito mobile, al fine di espandere le potenzialità del comparto grafico integrato) oppure una coppia di monitor con pannelli 4K a 60Hz. Valori di tutto rispetto anche sotto il profilo energetico, con possibilità di alimentare periferiche esterne fino a ben 100W di potenza, includendo funzionalità di ricarica veloce.

Concludiamo con l’ultima, ma non meno importante, caratteristica confermata anche in questi nuovi PCH. Ci riferiamo alla tecnologia di protezione Intel Device Protection with Boot Guard, pensata per garantire la massima protezione durante la fase di avvio del sistema.

[nextpage title=”BIOSTAR H610MH D5: Confezione e Bundle”]


La scheda madre H610MH D5 di BIOSTAR è giunta in redazione all’interno della confezione originale prevista dal noto produttore taiwanese, molto robusta e ben realizzata. Il materiale di cui è costituita, infatti, appare molto resistente e difficile da schiacciare, per cui rappresenta un’ottima protezione per il contenuto.

Esteticamente troviamo una colorazione di base nera con finitura superficiale semi-lucida e grafica molto accattivante color argento, a tal punto che riteniamo improbabile che possa passare inosservata sugli scaffali da esposizione.

Gli elementi grafici non rappresentano solo un fattore meramente estetico ma offrono il quadro completo delle funzionalità della scheda madre fornendo al possibile acquirente già l’opportunità di valutare se il prodotto possa soddisfare le proprie esigenze.

La parte frontale della confezione è dominata dalla nomenclatura della serie di appartenenza del prodotto, la famiglia di schede madri H610M, soluzioni entry-level espressamente rivolte a tutti coloro che intendono realizzare sistemi compatti e versatili, contenendo la spesa finale pur senza rinunciare alla qualità e all’affidabilità. Sempre nella parte anteriore della confezione, e precisamente in basso, possiamo notare una serie di informazioni circa le principali caratteristiche del prodotto, tra le quali citiamo l’adozione del chipset H610 Express, a garanzia della massima compatibilità con tutti i recenti microprocessori Intel Core di dodicesima e tredicesima generazione, basati rispettivamente su architettura Alder Lake-S e Raptor Lake-S, e contraddistinti dall’utilizzo del socket di connessione LGA-1700.

Posteriormente ritroviamo la nomenclatura della scheda madre e le principali icone rappresentative delle tecnologie supportate, questa volta però con maggiori dettagli. Non mancano, ad esempio, riferimenti, sul pieno supporto verso lo standard PCI-Express Gen 4.0, in grado di assicurare una velocità di trasferimento massima di ben 16GT/s, al fine di soddisfare appieno le richieste delle più recenti soluzioni grafiche discrete. Troviamo anche dettagli sulla presenza di un connettore M.2 PCI-Express, questa volta limitato allo standard PCIe di terza generazione per via del chipset impiegato.

Nella parte bassa sono state previste le informazioni di contatto aziendali, una serie di QR Code che, se scansionati rimanderanno alle pagine web ufficiali, così da ottenere maggiori informazioni sul prodotto. Non molto distanti possiamo osservare i principali loghi delle certificazioni ottenute.

Lateralmente viene riproposto il marchio aziendale e la nomenclatura completa del prodotto, nello specifico il modello H610MH D5, contraddistinto dal pieno supporto verso i più recenti moduli di memoria ad elevate prestazioni DDR5. Sulla fascia inferiore è possibile osservare una piccola etichetta adesiva riportante tutti i vari codici identificativi e seriali della scheda madre.

Aprendo la confezione notiamo che, come di consueto, l’interno è diviso in due comodi scomparti. In quello superiore è presente tutto il materiale fornito in dotazione, mentre in quello inferiore è collocata la scheda madre, opportunamente riposta all’interno di una tradizionale busta in materiale plastico antistatico, ed adagiata su di un foglio realizzato in foam, così da evitarne qualsiasi potenziale danneggiamento derivante da colpi o cadute accidentali durante la fase di trasporto.

Il bundle fornito in dotazione è così composto:


  • 1 x Manuale d’istruzioni per l’installazione e l’uso;
  • 1 x DVD contenente driver e utility;
  • 2 x Cavi SATA-III (6Gb/s) di buona qualità;
  • 1 x Clip fissaggio unità M.2;
  • 1 x Mascherina I/O Shield.

Scopriamo ora quali sono le principali specifiche tecniche dichiarate dal produttore.

[nextpage title=”BIOSTAR H610MH D5: Specifiche Tecniche”]


BIOSTAR è un’azienda molto attiva sotto il profilo della ricerca di nuove tecnologie da implementare nei propri prodotti e riesce a spesso a proporre soluzioni innovative ed uniche nel loro genere, sia sotto il profilo prettamente hardware che in quello software.

Non fa eccezione la scheda madre H610MH D5, una soluzione in formato Micro-ATX dedicata a tutti coloro che intendono realizzare un sistema compatto e versatile, contenendo la spesa finale pur senza rinunciare alla qualità e all’affidabilità. Alla base, come intuibile, troviamo il rodato chipset Intel H610 Express e Socket LGA-1700, appositamente pensati per assicurare la piena compatibilità verso i microprocessori Core di dodicesima e di tredicesima generazione, meglio noti agli appassionati, rispettivamente, con i nomi in codice Alder Lake e Raptor Lake.

Come ormai noto, l’IMC (Integrated Memory Controller) di questi microprocessori è pienamente in grado di operare sia in abbinamento con i nuovissimi moduli DDR5 ad elevate prestazioni, e sia con tutte le precedenti, e pur sempre validissime, soluzioni DDR4. La scelta di una o dell’altra tipologia di memoria sarà quindi a discrezione del produttore della scheda madre. Il modello in esame, contraddistinto dal suffisso “D5” nella nomenclatura, offre supporto verso i più recenti moduli di memoria DDR5. Il chipset impiegato assicura il pieno supporto a configurazioni Dual-Channel con un singolo slot per canale (1SPC), consentendo l’installazione di un massimo di 64GB di memoria (facendo uso di moduli da 32GB ciascuno), con frequenza massima pari a 2.400MHz (4.800MT/s) e pieno supporto alla tecnologia XMP di Intel e relativi profili preimpostati nell’SPD dei moduli stessi.

La scheda madre messa a punto dal produttore taiwanese appare abbastanza completa, offrendo pieno supporto alla maggior parte dei più moderni standard sul mercato. Non manca, ad esempio, la compatibilità con gli standard USB 3.2 Gen1 e SATA III 6Gb/s per una migliore gestione di dispositivi di archiviazione, nonché la possibilità di collegare unità SSD di ultima generazione, dotate di interfaccia M.2 PCI-Express di tipo M-Key, su bus PCIe Gen 3.0 x4 al fine di garantire una bandwith massima pari a ben 32Gb/s. Per quanto riguarda lo slot di espansione PCI-Express principale è al contrario previsto il pieno supporto verso il più recente standard Gen 4.0, capace di assicurare una bandwith raddoppiata rispetto alla generazione precedente, pari a ben 64Gb/s.

Non manca un buon comparto audio integrato, basato sul noto e collaudato Codec Realtek ALC897, capace di assicurare un suono chiaro e cristallino, mentre si ascolta musica o durante una sessione di gioco.

Nulla da eccepire nemmeno per quanto riguarda il comparto di rete, per il quale è stata prevista l’adozione di un’interfaccia di tipo Gigabit Ethernet basata sul validissimo controller Intel i219-V. Riportiamo un riassunto delle specifiche tecniche della H610MH D5 così come dichiarate dal produttore:

Le caratteristiche tecniche dichiarate mostrano la volontà dell’azienda di dare vita ad un prodotto estremamente versatile e completo, indubbiamente idoneo alla realizzazione di un sistema stabile ed affidabile. La lista completa delle CPU attualmente supportate la trovate qui, mentre il QLV delle Memorie RAM è disponibile qui. La scheda è ovviamente pronta per supportare senza problemi il sistema operativo Microsoft Windows 11.


BIOSTAR H610MH D5 – Layout


Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale dedicato a questo prodotto, raggiungibile al seguente indirizzo. Ora siamo pronti per andare ad analizzare in dettaglio questa nuova proposta di BIOSTAR.

[nextpage title=”BIOSTAR H610MH D5: La scheda”]


Iniziamo la nostra esplorazione della H610MH D5 osservando e toccando con mano il PCB. Per prima cosa dobbiamo ammettere che la sensazione tattile restituita è di ottima costruzione e solidità, con un buon grado di rigidità. Questo aspetto eviterà torsioni del PCB stesso, soprattutto se sottoposto a lunghi periodi di utilizzo in condizioni ambientali sfavorevoli o di stress, garantendo longevità e stabilità nel tempo.

La colorazione di base del PCB nera, in abbinamento ad un’intrigante grafica bianca dona alla scheda un aspetto davvero molto accattivante e certamente capace di attirare l’attenzione sin dal primo sguardo. Nessuna sorpresa per ciò che riguarda il Form-Factor, pienamente conforme allo standard Micro-ATX con dimensioni pari a 23.6 cm x 20.8 cm.

Sul lato posteriore non sono presenti elementi di rilievo, escludendo ovviamente il backplate del meccanismo di ritenzione del processore che, come spesso accade, è di produzione Foxconn.

Come vediamo il layout appare pulito e ordinato, con componenti posti con criterio nello spazio a disposizione. La distribuzione dei principali elementi è infatti davvero ben organizzata e certamente frutto di uno studio approfondito da parte degli ingegneri del marchio. In posizione centrale spicca il socket di connessione LGA-1700, in grado di assicurare pieno supporto verso tutte le soluzioni Core di dodicesima e di tredicesima generazione (queste ultime previo opportuno aggiornamento del BIOS) con TDP massimo pari a 65W, meglio note agli appassionati, rispettivamente, con i nomi in codice Alder Lake e Raptor Lake, sviluppate con l’avanzato processo produttivo a 10 nanometri denominato Intel 7.

La zona nelle immediate vicinanze appare abbastanza ordinata e libera. Anche in considerazione dell’utilizzo, da parte del produttore, di componentistica discreta a basso profilo, riteniamo improbabile che si possano riscontrare potenziali fastidi durante la fase di installazione del sistema di raffreddamento dedicato al microprocessore, indipendentemente dalla tipologia dello stesso (aria o liquido, incluse le varie soluzioni All-in-One).

Il meccanismo di fissaggio del processore, prodotto come anticipato da Foxconn, si basa sulla medesima logica di apertura/chiusura già osservata nelle soluzioni delle passate generazioni. La differenza in termini di interasse tra i fori è del tutto minima, al punto che la maggior parte dei sistemi di dissipazione del calore già presenti sul mercato e provvisti di certificazione LGA-115x/LGA-1200 sarà facilmente adattabile e utilizzabile anche su questa nuova piattaforma con ottimi risultati. La maggior parte dei produttori, infatti, ha messo a punto KIT di adattamento specifici per le proprie soluzioni di raffreddamento, disponibili sia a pagamento (solitamente pochi euro) o a titolo completamente gratuito fornendo le dovute prove di acquisto in fase di richiesta, oltre che, ovviamente, nuovi modelli nativamente compatibili con il socket di connessione LGA-1700.

La scheda madre, nonostante la mancanza di funzionalità specifiche dedicate all’overclocking, adotta ugualmente una circuiteria di alimentazione digitale abbastanza robusta, da 8+1+1 Fasi (CPU Vcore + VCCGT + VCCAUX*), espressamente progettata per garantire un’ottima stabilità e durevolezza nel tempo. Gli stadi di alimentazione, infatti, prevedono componenti discreti di qualità, tra cui condensatori elettrolitici polimerici in alluminio taiwanesi AP-CON AR5K Silver, certificati per un MTBF pari a ben 5.000 ore e caratterizzati da un ESR estremamente basso, e induttanze ben dimensionate.

*Ricordiamo che in questa piattaforma, il circuito VCCAUX va di fatto a sostituire i precedenti VCCSA (System Agent) e VCCIO (Input/Output), assicurando la corretta alimentazione sia al controller PCI-Express che al controller di memoria integrati nel microprocessore.

Ogni singola fase prevede un Driver IC ed una serie di MOSFET di buona qualità. Il produttore ha scelto di affidarsi, per quanto riguarda questi ultimi, alla taiwanese SinoPower, adottando una coppia di SM4364 (60A) ed un singolo SM4377 (50A), rispettivamente per quanto riguarda il Low-Side e l’High-Side.

La gestione delle fasi è affidata ad un controller di ultima generazione prodotto da Richtek Technology, precisamente il modello RT3628AE Double Output PWM Controller, pienamente conforme alle specifiche Intel IMVP9.1 e capace di assicurare un eccellente livello di accuratezza unitamente ad una ridotta perdita di potenza.

Per soddisfare nel migliore dei modi la richiesta energetica dei microprocessori Core di dodicesima e di tredicesima generazione, fino ad un TDP massimo pari a 65W, è stato previsto un connettore di alimentazione supplementare a 12v di tipo 8-Pin EPS.

Spostandoci verso destra troviamo la coppia di slot per memorie di tipo DDR5 con supporto Dual-Channel e Intel XMP 3.0, in grado di ospitare moduli non-ECC con frequenza fino a 2.400MHz (4.800MT/s). Il quantitativo massimo di memoria installabile è pari a 64GB, aspetto che sottintende la piena compatibilità con i più recenti moduli di memoria da ben 32GB.

In prossimità degli slot per le memorie troviamo anche il connettore di alimentazione ATX 24 Poli, parte della circuiteria dedicata alla corretta alimentazione dei moduli, ed un header per la gestione di una coppia di porte USB 3.2 Gen1 (5Gbps) supplementari.

Le possibilità di espansione sono per ovvie ragioni limitate, oltre che dal fattore di forma ridotto, che limita lo spazio a disposizione, anche dal chipset utilizzato, che non prevede tutte le funzionalità dei modelli di fascia superiore. Troviamo comunque uno slot PCI-Express Gen 4.0 x16 (ovviamente retro-compatibile con lo standard di terza generazione) ed uno slot PCI-Express Gen 3.0 x1, utile per l’installazione ad esempio di schede audio dedicate o eventuali controller supplementari.

Gli slot appaiono ben spaziati al fine di consentire l’installazione di un’eventuale scheda grafica discreta in maniera idonea al mantenimento di buone temperature di esercizio.

[nextpage title=”BIOSTAR H610MH D5: La scheda – Parte Prima”]


Nell’area in basso a destra sono presenti quattro porte Serial ATA, la cui gestione è affidata al PCH H610 Express.

Tutte le connessioni presenti sono conformi allo standard Serial ATA di terza generazione a 6Gb/s e implementano il pieno supporto verso la tecnologia Intel Rapid Storage 19.

Per l’identificazione immediata di eventuali problemi di funzionamento il produttore ha previsto un utile Debug LED, con LED dedicati ad ogni singolo comparto (CPU, DRAM, VGA e BOOT).

Così come la maggior parte delle soluzioni di ultima generazione anche la H610MH D5 prevede connessioni di tipo M.2 PCI-Express, compatibili con tutte le unità SSD di nuova generazione con form-factor NGFF (Next Generation Form Factor) M-Key fino a 80mm di lunghezza. Nello specifico la scheda dispone di un connettore su bus PCI-Express 3.0 x4, capace di assicurare una bandwidth di ben 32Gb/s, e gestito nativamente dal chipset.

Sono pienamente supportate, ovviamente, le più recenti e prestanti unità SSD basate su protocollo NVM Express (NVMe), anche se configurate come dischi di avvio principali.

La gestione dell’audio è affidata al rodato Codec Realtek ALC897, capace di offrire supporto Audio HD a 8 canali, Input/Output su S/PDIF a 16/20/24bit e frequenze di campionamento fino a 192kHz. Grazie alle migliori tecnologie proprietarie vengono offerti all’utente tutti gli strumenti necessari per attuare una serie di miglioramenti sulla qualità della riproduzione, al fine di ottenere un suono chiaro e cristallino in qualsiasi ambito di utilizzo, dall’ascolto dei propri brani musicali preferiti, alle più impegnative sessioni di gioco. Per eliminare qualsiasi tipo d’interferenza elettromagnetica (EMI) è stato completamente isolato il circuito audio dagli altri circuiti sulla scheda madre.

Non distante osserviamo il chip dedicato al monitoraggio di tutte le risorse hardware e del controllo delle ventole connesse alla scheda madre, precisamente un ITE IT8613E.

La scheda dispone di un’interfaccia di rete Gigabit Ethernet (10/100/1000 Mb/s) basata su controller Intel. Nello specifico troviamo un rodato i219-V, capace di assicurare prestazioni ottimali grazie ad un utilizzo veramente molto limitato del processore centrale durante il normale funzionamento e risultare pienamente compatibile con le specifiche IEEE 802.3u per 10/100Mbps Ethernet e IEEE 802.3ab per i 1000Mbps Ethernet e 802.3az Energy Efficient Ethernet.

Buono il quantitativo di porte USB 3.2 Gen1x1 (5Gbps) presenti, quattro porte, delle quali due direttamente accessibili nel pannello posteriore I/O, ed ulteriori due sfruttabili utilizzando l’apposito header on-board. La loro gestione è affidata esclusivamente al PCH H610 Express di Intel che, grazie ad un TDP particolarmente contenuto, pari ad appena 6W, non necessita di soluzioni di raffreddamento attive. Il produttore ha infatti previsto un dissipatore di calore in alluminio di dimensioni relativamente contenute.

Completiamo la descrizione della scheda madre mostrandovi un’immagine del pannello posteriore I/O, davvero molto completo, comprendente:


  • 1 x Porta PS/2 Combo;
  • 1 x Uscita video VGA D-SUB;
  • 2 x Uscite video HDMI;
  • 2 x Porte USB 3.2 Gen1x1 (5Gbps) Type-A (colore blu);
  • 4 x Porte USB 2.0 Type-A (colore nero);
  • 1 x Porta LAN RJ45;
  • 3 x Uscite Audio Jack.

Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale dedicato a questo prodotto, raggiungibile cliccando qui.

[nextpage title=”BIOSTAR H610MH D5: Uno sguardo al BIOS”]


La H610MH D5 adotta un BIOS UEFI (Unified Extensible Firmware Interface) di ultima generazione, davvero molto semplice e intuitivo, denominato dall’azienda “UEFI BIOS Utility”. Le nostre prove sono state condotte utilizzando l’ultima versione ufficiale disponibile sul sito web del produttore (O706) nel momento della stesura di questo nostro articolo, molto stabile e priva di particolari problematiche che avrebbero potuto in qualche maniera comprometterne gli esiti.

Una volta effettuato l’accesso, premendo come di consueto il tasto “CANC”, ci troviamo subito di fronte ad un’interfaccia molto accattivante. I numerosi parametri a disposizione sono disposti in maniera del tutto ordinata, rendendo ancora più semplice ed intuibile la gestione del BIOS. Nel lato sinistro è presente una fascia sempre in primo piano, comprendente alcune informazioni circa le componenti principali del sistema, quali il microprocessore e la memoria RAM (Frequenza e Tensione di alimentazione), la temperatura in tempo reale, la data e l’ora. Il menù superiore è diviso in sette macro-sezioni che nello specifico sono:


  • Main;
  • Advanced;
  • Chipset;
  • Boot;
  • Security;
  • Tweaker;
  • Save & Exit.

Nella sezione Main sono disponibili le informazioni relative al nostro sistema come versione del BIOS installata, il tipo e il quantitativo di memoria complessiva e gli eventuali X.M.P. presenti e l’impostazione della lingua.

Nelle sezioni Advanced e Chipset troviamo, in maniera del tutto ordinata, varie sotto-sezioni, che ci consentono di mettere mano, ad esempio, alle varie impostazioni della CPU (attivazione/disattivazione dei Core integrati, personalizzazione dei vari C-State, istruzioni etc.) e relativa componente grafica integrata (attivazione/disattivazione, selezione del quantitativo di memoria dedicato), del Serial ATA e del risparmio energetico, oltre attivare/disattivare le varie periferiche integrate (controller USB, SATA, LAN, Audio etc.), le impostazioni avanzate del CSM (Compatibility Support Module), oltre che un completo PC Health Status, dove è possibile controllare le temperature del processore e della scheda madre, la velocità delle ventole e le principali tensioni di alimentazione.

La sezione Boot è dedicata alle impostazioni delle periferiche da cui desideriamo avviare il nostro pc, oltre che delle varie funzionalità previste dalle recenti edizioni dei sistemi operativi Microsoft, quali ad esempio il Fast Boot ed il pieno supporto alle modalità UEFI.

Nella sezione Security possiamo impostare le password per l’accesso al BIOS in maniera tale da evitare interventi indesiderati sul nostro hardware e abilitare la funzione Secure Boot di Windows 8/8.1 o 10/11.

[nextpage title=”BIOSTAR H610MH D5: Uno sguardo al BIOS – Parte Prima”]


La sezione Tweaker è senza dubbio quella di maggiore interesse per gli appassionati. Al suo interno, infatti, trovano posto tutti i principali parametri di funzionamento della macchina, quali frequenze, tensioni di alimentazione, latenze delle memorie e molto altro ancora.

Come vedremo dalle immagini che seguiranno, il BIOS messo a punto dall’azienda taiwanese appare veramente completo seppur non siano previste, nel modello in esame, funzionalità specifiche dedicate all’overclock delle componenti.

Il Base Clock (BCLK), ad esempio, non sarà regolabile manualmente, ma risulterà fissato ai 100MHz di targa. Tra le funzionalità disponibili troviamo la possibilità di impostare una frequenza operativa in offset qualora vengano sfruttate le istruzioni AVX. Gli applicativi in grado di far uso massiccio di questo particolare set di istruzioni, infatti, sono notoriamente in grado di generare un elevato carico di lavoro sul microprocessore, spesso causando instabilità anche in overclock apparentemente rock-solid. Grazie alla funzionalità AVX Offset sarà possibile evitare l’insorgere di questo genere di problematiche, semplicemente prevedendo una riduzione automatica della frequenza operativa del microprocessore rispetto a quella massima prevista per l’utilizzo normale del sistema.

Questa funzione, nonché moltissime altre, tra le quali le impostazioni avanzate delle tecnologie Hyper-Threading (HT), SpeedStep, EIST, C-State, CPU Over Temperature Protection, Thermal Velocity Boost (TVB) e Turbo Boost è inclusa nell’utilissima e ricca sotto-sezione “CPU Power Management”. Le opzioni avanzate dedicate al comparto di memoria sono molteplici e consentono un’ottimizzazione del tutto accurata, con possibilità di mettere mano alle varie latenze (Primarie, Secondarie etc.).

Infine, nella sezione Exit saremo in grado di applicare definitivamente le modifiche apportate all’interno del BIOS, oppure uscire senza salvare nulla o ancora ripristinare i parametri di default.

Il BIOS messo a punto da BIOSTAR ci è sembrato molto stabile e più che adeguato a sfruttare le potenzialità della scheda in esame in modo più che soddisfacente. Durante l’utilizzo non abbiamo riscontrato problematiche più o meno importanti.

Vi consigliamo di controllare con regolarità la presenza di eventuali aggiornamenti BIOS a questo indirizzo.

[nextpage title=”Sistema di Prova e Metodologia di Test”]


Tutti i test eseguiti sono stati ripetuti per ben tre volte, al fine di verificare la veridicità dei risultati. L’hardware è stato montato su di un banchetto di produzione DimasTech.

Nella tabella che segue vi mostriamo il sistema di prova utilizzato per i test di questa nuova scheda madre:

Data l’assenza di funzionalità dedicate all’overclocking ci siamo limitati ad effettuare le nostre prove mantenendoci fedeli alle specifiche di riferimento di Intel per quanto riguarda il microprocessore e i principali parametri operativi (Memoria RAM e tensioni di alimentazione). Di conseguenza abbiamo lasciato attiva la tecnologia proprietaria Turbo Boost e rispettato quella che è la massima frequenza certificata per il comparto di memoria in abbinamento ad un microprocessore Raptor Lake-S e a moduli Single Rank in configurazione 1 DPC (singolo modulo per canale) su scheda madre 1 SPC (singolo slot per canale), ovvero 2.400MHz (4.800MT/s.


  • Default: Intel Core i9 13400F (Default) / Turbo Boost Abilitato / RAM 2.400MHz (4.800MT/s) 38-38-38-84-2T (XMP);

La scheda grafica utilizzata, una INNO3D GeForce RTX 4060 Twin X2, è stata mantenuta entro le specifiche previste dal produttore (1.830MHz/2.125MHz/2.460MHz). I driver utilizzati sono gli NVIDIA Game Ready 536.67, provvisti di certificazione WHQL.

Il sistema operativo, Microsoft Windows 11 Pro X64, è da intendersi privo di qualsiasi ottimizzazione particolare, ma comprensivo di tutti gli aggiornamenti rilasciati fino al giorno della stesura di questo articolo (Versione 22H2 – build 22621.1992).

Queste le applicazioni interessate, suddivise in quattro tipologie differenti:


Prestazioni Rendering e Calcolo


  • Cinebench R15 64bit;
  • Cinebench R20 64bit;
  • Cinebench R23 64bit;
  • POV Ray 3.7 64bit;
  • V-Ray Benchmark 5.02.00 64bit;
  • Indigo Benchmark 4.4.15 64bit;
  • Corona Benchmark 10 64bit;
  • Blender 3.5.1 64bit;
  • Euler3D Benchmark v2.2;
  • Fritz Chess Benchmark v4.3;
  • WPrime Benchmark v2.11;
  • SiSoftware Sandra Lite (31.119);
  • PYPrime 2.0;
  • AIDA64 Extreme 6.90.6500.

Prestazioni Multimedia, Produttività e Compressione


  • WinRAR 6.22 64bit;
  • 7-Zip 23.01 64bit;
  • VeraCrypt 1.25.9;
  • HWBOT RealBench 2.44;
  • HWBOT X265 Benchmark 2.3.0;
  • UL 3DMark 11 Advanced Edition v1.0.179;
  • UL 3DMark Advanced Edition v2.26.8113;
  • UL PCMark 10 Professional Edition v2.1.2600 64bit;
  • UL Procyon Professional Edition v2.5.829 64bit;
  • Unigine2 Superposition Benchmark v1.1.

Prestazioni Giochi


  • Assassin’s Creed Valhalla – DX12;
  • F1 2022 – DX12;
  • Shadow of the Tomb Raider – DX12;
  • Watch Dogs: Legion – DX12.

Prestazioni Controller (USB 3.2 Gen1x1 / SATA III 6Gb/s / M.2 PCIe Gen3x4)


  • Crystal Disk Mark 8.0.4c;
  • ATTO Disk Benchmark 3.05.

Ora siamo pronti per andare ad osservare i risultati da noi ottenuti.

[nextpage title=”Prestazioni Rendering e Calcolo”]

Cinebench R15, R20 e R23 sono una vera e propria suite di test multi piattaforma in grado di calcolare le capacità prestazionali del vostro computer. Il programma è basato sul software di animazione CINEMA 4D ed è lo strumento perfetto per valutare le performance della CPU e del comparto grafico su svariate piattaforme fra cui Windows e Mac OS X.

Cinebench sfrutta le potenzialità del processore centrale del sistema mediante l’utilizzo combinato di calcoli complessi finalizzati al completamento del rendering di un’immagine campione. È possibile eseguire il test in modalità “Single”, sfruttando un solo “core”, oppure “Multi”, sfruttando quindi tutti i “core” disponibili.

Nel grafico il punteggio finale del rendering con 1Core/1Thread e fino a 10Core/16Thread.

POV-Ray è un famosissimo programma per la creazione di immagini tridimensionali. Vanta un motore per RayTracing tra i più avanzati. Sarà possibile creare immagini 3D, geometriche e non, di tipo foto realistico e di altissima qualità. La costruzione dell’immagine si ottiene mediante un linguaggio di programmazione di tipo matematico basato sulla geometria analitica nello spazio.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario per portare a termine il rendering della scena di riferimento “Benchmark.pov”, a risoluzione Full-HD (1920×1080) e filtro AA 0.3.

V-Ray Next Benchmark è un tool completamente gratuito per la misura delle performance velocistiche del proprio hardware nel rendering con V-Ray. È disponibile gratuitamente, previa registrazione su chaosgroup.com e verrà eseguito senza requisiti di licenza come applicazione autonoma.

Il programma prevede la possibilità di eseguire rendering di raytrace sfruttando la CPU oppure la/e schede grafiche presenti. V-Ray è uno dei principali raytracers al mondo e viene utilizzato in molte industrie in fase di architettura e progettazione automobilistica. È stato utilizzato anche in oltre 150 immagini cinematografiche e numerose serie televisive episodiche. Ha inoltre vinto un premio Oscar per il conseguimento scientifico e tecnico nel 2017.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario al rendering della scena di riferimento, eseguita con impostazioni predefinite.

Indigo Bench è un’applicazione di benchmark standalone basata sul motore di rendering avanzato di Indigo 4, utile per misurare le prestazioni delle moderne CPU e GPU. Grazie all’utilizzo di OpenCL standard del settore, è supportata un’ampia varietà di GPU di NVIDIA, AMD e Intel. Il programma è completamente gratuito e può essere utilizzato senza una licenza Indigo su Windows, Mac e Linux.

Nel grafico lo score ottenuto in seguito al completamento del rendering di entrambe le scene di riferimento previste, eseguito con impostazioni predefinite.

Corona Benchmark è un tool completamente gratuito per la misura delle performance velocistiche del proprio microprocessore nel rendering fotorealistico di una scena di riferimento. Nonostante la sua giovane età, Corona è diventato un renderer pronto per la produzione ed in grado di creare risultati di qualità elevata.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario al completamente dell’elaborazione, eseguita con impostazioni predefinite.

Blender è un famoso programma (completamente Open Source) di modellazione 3D, animazione e rendering. Viene spesso utilizzato anche per il calcolo delle performance dei microprocessori.

Nel grafico il tempo (in Secondi) necessario al rendering della scena di riferimento “BMW Benchmark”, eseguita con impostazioni predefinite.

Euler3D, basato sulla routine di analisi strutturale STARS Euler3D, è un software di benchmark che misura le prestazioni velocistiche del microprocessore mediante l’esecuzione di calcoli fluidodinamici. Il programma è ottimizzato per sfruttare appieno il multi-threading.

Nel grafico il risultato rilasciato al termine del test integrato, espresso in Hz.

[nextpage title=”Prestazioni Rendering e Calcolo – Parte Prima”]

Fritz Chess è un interessante software che consente di misurare le performance della CPU basandosi sulla simulazione del gioco degli scacchi. Il programma è in grado di sfruttare appieno fino a otto core.

Nel grafico il risultato complessivo ottenuto (espresso in Kilonodi al secondo).

wPrime Benchmark al pari del SuperPI, anche il wPrime è un ottimo indicatore delle performance di CPU e RAM, e finalmente in grado di sfruttare tutti i core a disposizione.

Nei grafici il tempo impiegato (in Secondi) al calcolo del 32M e del 1024M.

Sandra è un tool di benchmark per l’intero sistema PC, aggiornato per testare le ultime tecnologie disponibili sul mercato. Il software è in grado di assicurare la maggiore compatibilità hardware possibile unita ad un accurato reporting delle prestazioni e delle problematiche del sistema.

Abbiamo eseguito i principali test sulla CPU e sul comparto RAM, a seguire i risultati ottenuti.

PYPrime 2 è un valido programma di benchmarking completamente open-source, basato su Python e pensato per la misura delle performance del proprio PC con prevalenza su quello che è il comparto di memoria (RAM), più che il microprocessore in sé. Di conseguenza, per l’ottenimento dei migliori risultati, sarà necessario spingere sulla frequenza di clock delle proprie RAM e ottimizzarne al meglio le latenze.

Nel grafico che segue il tempo impiegato, espresso in “secondi”, per l’esecuzione del benchmark in modalità “2B”:

AIDA64 è un famoso programma che ci consente di tenere sotto controllo i punti vitali del nostro computer, quali temperature, voltaggi applicati e prestazioni. Al suo interno, infatti, troviamo numerosi test, utili per misurare, e comparare, le performance registrate dalle varie componenti (CPU, Memorie, HDD etc.).

Nei grafici i risultati riguardanti i benchmark integrati delle RAM e della CPU/FPU.

[nextpage title=”Prestazioni Multimedia e Compressione”]

WinRAR è un famoso programma di compressione con il quale si misura la potenza della CPU nel comprimere un file campione restituendo il valore del dato compresso in KB/s (Rate).

WinRAR è inoltre una delle poche applicazioni in grado di creare e modificare gli archivi RAR (file con l’estensione . rar), che sono codificati con un algoritmo di compressione proprietario.

Oltre a queste funzioni include anche la funzione di riparazione, backup avanzato e conversione degli archivi, crittografia cifrata e compatibilità su ogni sistema operativo. È in grado di integrarsi con software antivirus, ed è disponibile in 42 lingue.

7-Zip è un noto programma di compressione/decompressione che al suo interno integra un Tool per la misura delle prestazioni della macchina. Anche in questo caso saranno riportati nel grafico quanti KB/s il sistema, e in particolar modo la CPU, sia in grado di comprimere/decomprimere.

VeraCrypt è un programma applicativo open-source usato per la cifratura “on-the-fly” (OTFE). Può creare un disco virtuale crittografato mediante l’utilizzo di un file o crittografare un’intera partizione oppure, su Windows, l’intero hard disk con un’autenticazione all’avvio. Secondo gli sviluppatori con le versioni più recenti del programma sono stati apportati miglioramenti riguardanti la sicurezza e risolti problemi emersi dall’audit esterno realizzato sul codice del precedente TrueCrypt.

Nei grafici i risultati dei benchmark integrati nel programma.

HWBOT Realbench è un software di benchmark recentemente introdotto sul noto sito HWBOT, completamente gratuito e basato sull’ormai rodato Realbench di ASUS. Il programma, sviluppato in collaborazione con i migliori professionisti dell’overclock, sfrutta applicazioni Open Source e semplici ma efficaci script per misurare le prestazioni reali del sistema e fornire un punteggio imparziale dovuto solamente alla potenza di calcolo effettiva.

Il programma sfrutta, inoltre, le più recenti istruzioni come SSE4, AVX e DXVA, ed è presente anche un test “burn in” per verificare l’affidabilità della macchina sotto stress prolungato, molto utile appunto per verificare la stabilità in condizione di overclocking. I numerosi software open-source adottati, tra cui Blender, Handbrake, GIMP e LuxMark supportano le più recenti estensioni per sfruttare al meglio le CPU di nuova generazione.

[nextpage title=”Prestazioni Multimedia e Compressione – Parte Prima”]

La penultima versione del famoso software richiederà obbligatoriamente la presenza nel sistema sia di una scheda video con supporto alle API DirectX 11. Secondo Futuremark, i test sulla tessellation, l’illuminazione volumetrica e altri effetti usati nei giochi moderni rendono il benchmark moderno e indicativo sulle prestazioni “reali” delle schede video. La versione Basic Edition (gratuita) permette di fare tutti i test con l’impostazione “Performance Preset”. C’è un test, chiamato Audio Visual Demo, eseguibile alla risoluzione massima 720p. La versione Basic consente di pubblicare online un solo risultato. Non è possibile modificare la risoluzione e altri parametri del benchmark. 3DMark 11 Advanced Edition non ha invece alcun tipo di limitazione.

Il benchmark si compone di sei test, i primi quattro con il compito di analizzare le performance del comparto grafico, con vari livelli di tessellazione e illuminazione. Il quinto test non sfrutta la tecnologia NVIDIA PhysX, bensì la potenza di elaborazione del processore centrale. Il sesto e ultimo test consiste, invece, in una scena precalcolata in cui viene sfruttata sia la CPU, per i calcoli fisici, e sia la scheda grafica.

I test sono stati eseguiti in DirectX 11 sfruttando il preset Performance. Nel grafico il punteggio complessivo ottenuto e i risultati di Physics e Combined.

La nuova versione del famoso software è senza dubbio la più potente e flessibile mai sviluppata da Futuremark (attualmente UL Benchmarks). Per la prima volta viene proposto un programma multipiattaforma, capace di eseguire analisi comparative su sistemi operativi Windows, Windows RT, Android e iOS. Le prestazioni velocistiche del proprio sistema possono essere osservate sfruttando nuovi ed inediti Preset: Ice Storm, Cloud Gate, Sky Diver, Fire Strike, Time Spy, Port Royal e Speed Way.

Il primo, Ice Storm, sfrutta le funzionalità delle librerie DirectX 9.0 ed è sviluppato appositamente per dispositivi mobile, quali Tablet e Smartphone senza comunque trascurare i computer di fascia bassa. Il secondo, Cloud Gate è pensato per l’utilizzo con sistemi più prestanti, come ad esempio notebook e computer di fascia media, grazie al supporto DirectX 10. Il terzo, Sky Diver, fa da complemento offrendo un punto di riferimento ideale per laptop da gioco e PC di fascia medio-alta con supporto DirectX 11. Infine, gli ultimi preset, denominati Fire Strike, Time Spy, Port Royal e Speed Way, sono pensati per l’analisi dei moderni sistemi di fascia alta, contraddistinti da processori di ultima generazione e comparti grafici di assoluto livello con pieno supporto DirectX 11 (Fire Strike), DirectX 12 (Time Spy) e DirectX 12 & DirectX Raytracing (Port Royal e Speed Way).

I nostri test sono stati eseguiti sfruttando i preset Fire Strike (Normal, Extreme ed Ultra), Time Spy (Normal ed Extreme), Port Royal ed ovviamente il nuovissimo Speed Way. Nei grafici il punteggio complessivo ottenuto.

PCMark è un’ormai noto programma di benchmarking e test del sistema sviluppato da UL Benchmarks, in grado di fornire una precisa indicazione di quelle che sono le reali prestazioni del proprio sistema o dei singoli reparti (CPU, Memoria RAM, Storage etc.).

Per le nostre prove ci siamo affidati all’ultima versione del programma (PCMark 10 Professional v2.1.2556), in maniera da poter offrire un quadro il più possibile preciso delle prestazioni del sistema in esame. Nei grafici riportiamo il risultato complessivo ottenuto (PCMark Score) e quello delle singole tipologie di test: Essentials, Productivity e Digital Content Creation.

Procyon è il nuovo e potente software di benchmarking sviluppato da UL Benchmarks, espressamente pensato per l’utenza professionale (industria, imprese, vendita al dettaglio) e la stampa. Il programma si compone di diversi benchmark integrati, ognuno con caratteristiche differenti ma ben integrato in un’interfaccia e set di funzionalità comuni. Ogni benchmark è progettato per un caso d’uso specifico e utilizza applicazioni reali ove possibile. L’azienda sta lavorando a stretto contatto con diversi partner del settore al fine di garantire che ogni serie di test integrati in Procyon sia accurata, pertinente e imparziale.

Per le nostre prove ci siamo affidati all’ultima versione del programma gentilmente fornitaci dall’azienda (Procyon Professional v2.1.657), in maniera da poter offrire un quadro il più possibile preciso delle prestazioni del sistema in esame.

Nei grafici riportiamo il risultato complessivo ottenuto sfruttando la suite Office Productivity Benchmark che, come facilmente intuibile, utilizza le applicazioni di Microsoft Office (nel nostro caso la versione 2021) per misurare le prestazioni offerte dal PC per scopi di produttività d’ufficio. Il benchmark si basa su attività rilevanti e del mondo reale che utilizzano Microsoft Word, Excel, PowerPoint e Outlook, combinando l’importanza di testare le prestazioni con le stesse app che gli impiegati usano quotidianamente con la comodità di un test standardizzato ed in grado di produrre risultati coerenti e ripetibili.

Direttamente dagli sviluppatori degli apprezzati Heaven e Valley, e seppur con un leggero ritardo sulla tabella di marcia, ecco che finalmente vede la luce il nuovo software di benchmark Superposition, basato sul potente motore grafico di nuova generazione Unigine 2, capace di spremere all’inverosimile anche le più prestanti soluzioni grafiche sul mercato.

Come di consueto sono previsti vari profili predefiniti, che consentiranno di ottenere risultati, in termini prettamente prestazionali, facilmente confrontabili. Rispetto al passato è stato implementato un database online, nel quale verranno raccolti i risultati ottenuti dagli utenti e poter quindi fare confronti su ben più larga scala.

Oltre a questo sono state introdotte nuove modalità, a cominciare da una simulazione interattiva dell’ambiente, denominata “Game”, alla possibilità di sfruttare i più moderni visori per realtà virtuale, come Oculus Rift e HTC Vive. Viene inoltre offerta la possibilità di verificare la piena stabilità del proprio comparto grafico, grazie allo “Stress Test” integrato (esclusiva della versione Advanced del programma).

I test sono stati condotti utilizzando i preset 720p Low, 1080p Extreme e 4K Optimized. Nel grafico i risultati ottenuti, espressi sotto forma di Score finale e di FPS medi.

[nextpage title=”Prestazioni Giochi”]

Assassin’s Creed: Valhalla è un videogioco sviluppato da Ubisoft Montreal e pubblicato da Ubisoft. È il dodicesimo capitolo della saga principale di Assassin’s Creed, sequel di Assassin’s Creed: Odyssey, pubblicato nel 2018.

Un anno dopo aver rivissuto le memorie della Misthios, Layla Hassan si trova nel New England per indagare su due eventi apparentemente non correlati: il progressivo rinforzo del campo geomagnetico (fenomeno che causa un’eterna aurora boreale) e il ritrovamento del corpo di un guerriero vichingo del IX secolo, risalente a ben due secoli prima della presenza norrena in America.

Nonostante sia ancora turbata dalla morte di Victoria Bibeau, e sebbene senta un forte influsso proveniente dal Bastone di Hermes, Layla decide di rivivere attraverso l’Animus le memorie del guerriero vichingo, coadiuvata dai due Assassini Shaun Hastings e Rebecca Crane….

Il gioco, presentato lo scorso mese di novembre su PC, è in grado di sfruttare le API DirectX 12. I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:



F1 22 (o anche Formula 1 2022) è un videogioco di guida sviluppato da Codemasters, ed uscito il primo luglio 2022. È il secondo capitolo della serie distribuito da EA Sports, dopo aver acquisito Codemasters a metà febbraio 2021. È basato sul campionato mondiale di Formula 1 2022 e sui campionati di Formula 2 2022 e 2021.

Il gioco, presentato lo scorso mese di giugno su PC, è in grado di sfruttare le API DirectX 12, oltre che il ray-tracing tramite API DirectX Raytracing (DXR) e la tecnologia Deep Learning Super-Sampling (DLSS) di NVIDIA.

I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:


Circa due mesi dopo la sua precedente avventura, Lara Croft e il suo amico Jonah sono nuovamente sulle tracce della Trinità. Seguendo gli indizi lasciati dal padre di Lara, i due arrivano a Cozumel, in Messico, per spiare il capo della cellula locale, il dottor Pedro Dominguez; durante una spedizione in una tomba già visitata dall’organizzazione, Lara scopre alcune notizie circa una misteriosa città nascosta.

Successivamente, camuffandosi con gli abiti tipici per il dia de los muertos, Lara riesce a seguire gli adepti della Trinità, scoprendo così che Dominguez è addirittura il capo dell’organizzazione e che è sulle tracce di una misteriosa reliquia nascosta in un tempio non ancora localizzato. Vivi momenti di pura azione, conquista nuovi luoghi ostili, combatti usando tattiche di guerriglia ed esplora tombe mortali in questa evoluzione del genere action survival.

L’ultimo capitolo della saga (il settimo in ordine cronologico), presentato lo scorso mese di settembre su PC, è sviluppato dalla Crystal Dynamics e distribuito da Square Enix ed è in grado di sfruttare le ultime DirectX 12, oltre che il ray-tracing delle ombre tramite API DirectX Raytracing (DXR) e la tecnologia Deep Learning Super-Sampling (DLSS) di NVIDIA.

I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:


Watch Dogs: Legion è un videogioco di genere action-adventure sviluppato da Ubisoft Toronto e distribuito da Ubisoft il 29 ottobre 2020 su Microsoft Windows, PlayStation 4, Xbox One e Google Stadia, il 10 novembre su Xbox Series X e S, ed il 12 novembre su PlayStation 5. È il terzo capitolo della serie Watch Dogs e sequel di Watch Dogs 2.

Nel 2026, grazie a un sistema di sorveglianza avanzato noto come ctOS, il gruppo hacker londinese DedSec ha preso il controllo del Regno Unito nell’atto di combattere la Albion, società di sicurezza privata, il quale, influenzando il governo, ha creato uno stato autoritario. Per affrontarli, il gruppo potrà reclutare ogni cittadino di Londra, ognuno con le proprie capacità, problematiche e esperienze. Assoldandoli all’interno del DedSec per liberare la città, ogni personaggio nel gioco avrà le proprie abilità e fornirà un’influenza dinamica alla narrativa del gioco man mano che la storia avanzerà…

Il gioco è in grado di sfruttare le ultime DirectX 12, oltre che il ray-tracing dei riflessi tramite API DirectX Raytracing (DXR) e la tecnologia Deep Learning Super-Sampling (DLSS) di NVIDIA.

I test sono stati condotti con il benchmark integrato usando i seguenti settaggi:


[nextpage title=”BIOSTAR Z690A Valkyrie: Prestazioni Controller”]


Prestazioni Controller SATA III 6Gb/s (Intel H610 Express)


Crystal Disk Mark è senza dubbio uno dei migliori benchmark per dischi rigidi, chiavette USB e unità SSD (Solid State Disk). Esso risulta molto utile per confrontare in pochi secondi la differenza di prestazioni tra diverse periferiche di memorizzazione.

Il programma effettuerà automaticamente una serie di misurazioni sull’unità selezionata, sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale, riportando alla fine la velocità espressa in MB al secondo (MB/s).




ATTO Disk Benchmark è un programma molto semplice da utilizzare che consente di effettuare una serie di misurazioni sull’unità selezionata, che sia un disco rigido, una PenDrive oppure un SSD, al fine di verificarne le performance.

È sufficiente eseguire il programma, scegliere il drive da testare e cliccare sul pulsante “Start”. ATTO comincerà a misurare le prestazioni del disco con file di dimensioni diverse, da molto piccoli a molto grandi (sia lettura che in scrittura).




Come possiamo notare dai grafici riepilogativi le prestazioni offerte dal controller integrato nel PCH Intel H610 Express sono di ottimo livello, perfettamente in grado di sfruttare appieno l’unità SSD utilizzata per le nostre prove (Samsung SSD 750 EVO da 500GB).

Non segnaliamo sostanziali differenze rispetto ai risultati ottenuti con l’unità installata su precedenti schede madri testate provviste di PCH di fascia mainstream (Serie 600 e 700). Come di consueto i driver da noi utilizzati sono gli ultimi resi disponibili dal produttore.


Prestazioni M.2 PCI-Express Gen 3.0 x4 (Intel H610 Express PCH)


Crystal Disk Mark è senza dubbio uno dei migliori benchmark per dischi rigidi, chiavette USB e unità SSD (Solid State Disk). Esso risulta molto utile per confrontare in pochi secondi la differenza di prestazioni tra diverse periferiche di memorizzazione.

Il programma effettuerà automaticamente una serie di misurazioni sull’unità selezionata, sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale, riportando alla fine la velocità espressa in MB al secondo (MB/s).




ATTO Disk Benchmark è un programma molto semplice da utilizzare che consente di effettuare una serie di misurazioni sull’unità selezionata, che sia un disco rigido, una PenDrive oppure un SSD, al fine di verificarne le performance.

È sufficiente eseguire il programma, scegliere il drive da testare e cliccare sul pulsante “Start”. ATTO comincerà a misurare le prestazioni del disco con file di dimensioni diverse, da molto piccoli a molto grandi (sia lettura che in scrittura).




La presenza, ormai sulla maggior parte delle recenti schede madri, delle nuove interfacce di collegamento M.2 PCI-Express sta certamente contribuendo alla rapida diffusione di nuove ed interessanti unità di memorizzazione, finalmente non più vincolate all’ormai limitata banda messa a disposizione dallo standard Serial ATA.

La H610MH D5 dispone di una singola connessione PCI-Express Gen3 x4, così da assicurare una banda indubbiamente elevata, pari a ben 32Gb/s, gestita nativamente dal chipset (H610 Express).

Per le nostre prove ne abbiamo verificato il corretto funzionamento utilizzando una valida unità marchiata ZADAK, precisamente un TWSG3 SSD M.2 PCIe Gen3 x4 da 512GB con protocollo NVMe (Non-Volatile Memory), ottenendo valori di ottimo livello e perfettamente in linea con le specifiche dichiarate dal produttore stesso dell’unità, sia in lettura che in scrittura.


Prestazioni Controller USB 3.2 Gen1 (Intel H610 Express)


Crystal Disk Mark è senza dubbio uno dei migliori benchmark per dischi rigidi, chiavette USB e unità SSD (Solid State Disk). Esso risulta molto utile per confrontare in pochi secondi la differenza di prestazioni tra diverse periferiche di memorizzazione.

Il programma effettuerà automaticamente una serie di misurazioni sull’unità selezionata, sia in lettura che in scrittura, sequenziale o casuale, riportando alla fine la velocità espressa in MB al secondo (MB/s).




ATTO Disk Benchmark è un programma molto semplice da utilizzare che consente di effettuare una serie di misurazioni sull’unità selezionata, che sia un disco rigido, una PenDrive oppure un SSD, al fine di verificarne le performance.

È sufficiente eseguire il programma, scegliere il drive da testare e cliccare sul pulsante “Start”. ATTO comincerà a misurare le prestazioni del disco con file di dimensioni diverse, da molto piccoli a molto grandi (sia lettura che in scrittura).




La nuova H610MH D5 di BIOSTAR prevede il pieno supporto verso l’interfaccia di trasmissione USB 3.2 Gen1, capace di assicurare un buon livello prestazionale, raggiungendo i 5Gb/s.

La scheda madre dispone di una coppia di porte (Type-A) direttamente accessibili nel pannello posteriore I/O e gestite in modo nativo dal chipset H610 Express di Intel.

Per portare a termine i nostri test abbiamo utilizzato una delle ultime novità del noto marchio Silverstone, precisamente l’SST-MS12, un enclosure USB 3.2 Type-C to NVMe M.2 SSD di ottima qualità e capace di sfruttare appieno un’interfaccia SuperSpeed+ da 20Gb/s, nella quale abbiamo installato un validissimo Kingston A2000 M.2 PCIe NVMe SSD da 500GB [SA2000M8/500G].

Le prestazioni ottenute, come vediamo dai grafici riepilogativi, sono ovviamente inferiori a quelle massime che potrebbe raggiungere la nostra “combo” se sfruttata nel pieno delle potenzialità, ma sorprendentemente appaiono di gran lunga più elevate rispetto a quanto ci si potrebbe attendere dalla tipologia di interfaccia dichiarata dal produttore della scheda madre in esame. I valori ottenuti, infatti, pari ad oltre 1.000MB/s sia in lettura che in scrittura sequenziali, sono compatibili con quelli di un’interfaccia USB 3.2 Gen2x1 da 10Gb/s.

[nextpage title=”BIOSTAR H610MH D5: Analisi comparto audio integrato”]


Così come la maggior parte delle recenti schede madri, anche la nuova H610MH D5 è provvista di un comparto audio integrato di buona qualità, basato sull’ormai noto e collaudato Codec Realtek ALC897, capace di offrire supporto Audio HD a 8 canali, Input/Output su S/PDIF a 16/20/24bit e frequenze di campionamento fino a 192kHz.

Per analizzare più accuratamente la qualità del comparto audio abbiamo deciso di utilizzare uno dei software certamente più rinomati e diffusi, vale a dire il RightMark Audio Analyzer, aggiornato all’ultima versione disponibile (6.4.5). Il programma è relativamente semplice da utilizzare e consente di ottenere una stima abbastanza precisa della bontà del comparto audio.

A seguire vi mostriamo il resoconto generato dal programma al termine della sessione di test:

Come vediamo ci troviamo di fronte ad un sottosistema audio di qualità più che soddisfacente, indubbiamente adeguata al target di utilizzo previsto per questo prodotto. Per eliminare qualsiasi tipo d’interferenza elettromagnetica (EMI), è stato completamente isolato il circuito audio dagli altri circuiti sulla scheda madre.

L’adozione di componentistica discreta di qualità garantisce un suono chiaro e cristallino, mentre si ascolta musica o durante una sessione di gioco.

[nextpage title=”Consumi Rilevati”]


Per finire abbiamo misurato i consumi del sistema di prova completo, direttamente alla presa di corrente (a monte dell’alimentatore).

Le misurazioni sono state ripetute più volte, nel grafico la media delle letture nelle seguenti condizioni:


  • Idle con funzionalità di risparmio energetico attivate;
  • Full-Load eseguendo il programma Cinebench R23;
  • Full-Load eseguendo il programma 3DMark con preset Speed Way;
  • Full-Load Stress eseguendo 30 minuti di Prime95 v30.8 build 17 in modalità Small FFTs.

Come possiamo osservare dal grafico riepilogativo, i valori di consumo registrati dalla nostra piattaforma di test si dimostrano più che buoni. Alla luce delle nostre rilevazioni non possiamo che ritenerci piacevolmente soddisfatti di questa nuovissima scheda madre targata BIOSTAR.

[nextpage title=”Conclusioni”]


Con la nuova soluzione H610MH-D5, in formato Micro-ATX, l’azienda taiwanese si rivolge a tutti coloro che intendono realizzare un sistema compatto e versatile, contenendo la spesa finale pur senza rinunciare alla qualità e all’affidabilità. Come abbiamo osservato nel corso della nostra analisi ci troviamo senza dubbio dinanzi ad un prodotto convincente e, a livello prettamente costruttivo, contraddistinto da una buona qualità complessiva.

Il layout appare pulito e ordinato, tutti i componenti sono posti con criterio nello spazio a disposizione. La distribuzione dei principali elementi è davvero ben organizzata e certamente frutto di uno studio approfondito da parte degli ingegneri del marchio. In posizione centrale spicca il socket di connessione LGA-1700, in grado di assicurare pieno supporto verso tutte le soluzioni Core di dodicesima e di tredicesima generazione (queste ultime previo opportuno aggiornamento del BIOS) con TDP massimo pari a 65W, meglio note agli appassionati, rispettivamente, con i nomi in codice Alder Lake e Raptor Lake, sviluppate con l’avanzato processo produttivo a 10 nanometri denominato Intel 7.

La scheda madre, nonostante la mancanza di funzionalità specifiche dedicate all’overclocking, adotta ugualmente una circuiteria di alimentazione digitale abbastanza robusta, da 8+1+1 Fasi (CPU Vcore + VCCGT + VCCAUX), espressamente progettata per garantire un’ottima stabilità e durevolezza nel tempo.

Gli stadi di alimentazione, infatti, prevedono componenti discreti di qualità, tra cui condensatori elettrolitici polimerici in alluminio taiwanesi caratterizzati da un MTBF pari a ben 5.000 ore e da un ESR estremamente basso, e induttanze ben dimensionate.



Le possibilità di espansione sono per ovvie ragioni limitate, oltre che dal fattore di forma ridotto, che limita lo spazio a disposizione, anche dal chipset utilizzato, che non prevede tutte le funzionalità dei modelli di fascia superiore. Troviamo comunque uno slot PCI-Express Gen 4.0 x16 (ovviamente retro-compatibile con lo standard di terza generazione) ed uno slot PCI-Express Gen 3.0 x1, utile per l’installazione ad esempio di schede audio dedicate o eventuali controller supplementari. Gli slot appaiono ben spaziati al fine di consentire l’installazione di un’eventuale scheda grafica discreta in maniera idonea al mantenimento di buone temperature di esercizio.

Il produttore taiwanese, oltre alle consuete porte Serial ATA classiche, ha previsto la presenza di connessioni di tipo M.2 PCI-Express, compatibili con tutte le unità SSD di nuova generazione con form-factor NGFF (Next Generation Form Factor) M-Key fino a 80mm di lunghezza. Nello specifico la scheda dispone di un connettore su bus PCI-Express 3.0 x4, capace di assicurare una bandwidth di ben 32Gb/s, e gestito nativamente dal chipset.

La scheda supporta ufficialmente lo standard USB 3.2 Gen1 da 5Gbps, con porte direttamente accessibili nel pannello posteriore I/O. Tuttavia, come precisato nella sezione dedicata del nostro articolo, abbiamo riscontrato una situazione del tutto inaspettata durante l’esecuzione dei nostri test, registrando prestazioni di gran lunga più elevate rispetto a quanto ci si potrebbe attendere dalla tipologia di interfaccia dichiarata dal produttore della scheda madre in esame. I valori ottenuti, infatti, pari ad oltre 1.000MB/s sia in lettura che in scrittura sequenziali, sono compatibili con quelli di un’interfaccia USB 3.2 Gen2x1 da 10Gb/s.

Durante l’esecuzione delle nostre prove abbiamo osservato un’elevata stabilità della motherboard con temperature più che ragionevoli, e ben sotto ai livelli di guardia, delle componenti chiave della sezione di alimentazione.

Complessivamente, analizzando il comparto prestazionale e le peculiarità di quello funzionale, siamo rimasti indubbiamente soddisfatti della nuova H610MH-D5!

La scheda madre è disponibile sul mercato italiano ad un prezzo di circa 122,oo€ IVA compresa, cifra certamente interessante, oltre che ampiamente giustificata dalle caratteristiche tecniche e dalle funzionalità offerte da questo prodotto.


Pro:


  • Ottima scelta dei componenti;
  • Buon layout ed ottima qualità costruttiva;
  • Buona circuiteria di alimentazione digitale da 8+1+1 Fasi;
  • PCH Intel H610 Express;
  • Ottima stabilità operativa durante le sessioni di test;
  • Ottime prestazioni complessive;
  • Supporto per tutti i microprocessori dodicesima (Alder Lake-S) e tredicesima generazione (Raptor Lake-S) a 10nm Intel7, con TDP massimo pari a 65W;
  • Supporto verso moduli di memoria ad alte prestazioni DDR5;
  • Slot di espansione principale con pieno supporto PCI-Express Gen 4.0;
  • Buona disponibilità di connessioni;
  • Supporto alle unità SSD con interfaccia M.2 PCI-Express (una connessione PCI-Express Gen3 x4);
  • BIOS completo e ricco di parametri, seppur in assenza di funzionalità specifiche per overclocking;
  • Ottima interfaccia di rete Gigabit Ethernet (Intel I219-V);
  • Sottosistema audio integrato di buona qualità, basato su codec Realtek ALC897;
  • Bundle completo.

Contro:


  • Nulla da segnalare.

Si ringrazia  per il campione fornitoci.


Gianluca Cecca – delly – Admin di HW Legend


Newsletter HW Legend


Caricamento